2008-06-16

Triangoli di fillo con ricotta aromatica e salame di cinghiale

Inizio a pensare di essere diventata Esperya-dipendente. Del resto come si fa a darmi torto con la scelta di prelibatezze che vi si possono trovare? Un vero paradiso per noi amanti della buona cucina. Stavolta ho assaggiato il prezioso Salame di Cinghiale Falorni che stupisce per la delicatezza del suo sapore non eccessivamente selvaggio, ma dolcemente muschiato dacchè la carne, di cinghiale maremmano, viene ripulita dal grasso di cinghiale e tritata finemente insieme al più delicato grasso di maiale prima di essere condita semplicemente con sale e pepe, insaccata e stagionata al "punto giusto" prima di essere commercializzata. Un eccellente prodotto da gustare con del buon pane o in alternativa da trasformare in un gustoso e veloce stuzzichino così come ho fatto io. Questo antipasto l'ho ideato e preparato nel giro di dieci minuti con un risultato che ha lasciato tutti molto soddisfatti ed è per questo che ve ne parlo. Del resto mi tocca ammettere che senza la pasta fillo pronta non avrei mai potuto prepararlo in così poco tempo, proprio io che sono sempre favorevole alle preparazioni home made stavolta vi dico w la pasta fillo, però attenzione non durerà a lungo che mi sto già organizzando per prepararla in casa.
Un'ultima curiosità per chi si stesse chiedendo cos'è il verde nei piatti, ho servito i triangoli con una insalatina di talli di cappero che sono i germogli della pianta del cappero, una prelibatezza tipica della nostra zona in questo periodo dell'anno e che vorrei tanto che aveste modo di assaggiare. Pensate che dopo raccolti i talli vengono puliti uno per uno dalle spine poi lessati e lasciati spurgare in acqua fredda per ventiquattr'ore, cambiando spesso l'acqua per levare l'amaro. Prima di servirli si strizzano e si condiscono con olio, aceto e aglio in insalata.
Vi dirò che è una delle cose più apprezzate nella mia zona. Emblematico a tal proposito un confronto al bar tra conoscenti cui, per caso, assistetti, c'era chi sosteneva la superiorità della cucina francese su quella italiana e una persona, apparentemente semplice, chiese "ma i francesi conoscono i talli di cappero?" al diniego degli astanti affermò "allora non c'è dubbio la migliore cucina è la nostra".
Va bene ora mi fermo con le divagazioni, che oggi mi hanno preso la mano, e vi lascio la ricetta
Per 12 triangoli:
4 fogli di pasta fillo
Salame di Cinghiale Falorni
400 g di ricotta
olio extravergine d'oliva
semi di papavero blu
timo
maggiorana
sale e pepe
Tagliamo ogni foglio di fillo in tre, nel senso della lunghezza. Condiamo la ricotta con un filino d'olio, un pò di sale, una macinata di pepe, timo e maggiorana essiccati e sbriciolati finemente. Pennelliamo le sfoglie di olio e poniamo all'estremità di ogni rettangolo una cucchiaiata di ricotta, sisteminamo sopra qualche listerella di salamino e pieghiamo la pasta a tringolo più volte su se stessa, chiudendo in tal modo il ripieno al suo interno. Mettiamo i triangoli in teglia pennelliamo la superficie con olio e cospargiamole di semi di papavero. Inforniamo in forno caldissimo finchè saranno ben dorati e seviamo con una insalatina di...Talli di cappero naturalmente.

Triangoli di fillo con ricotta aromatica e salame di cinghiale

Inizio a pensare di essere diventata Esperya-dipendente. Del resto come si fa a darmi torto con la scelta di prelibatezze che vi si possono trovare? Un vero paradiso per noi amanti della buona cucina. Stavolta ho assaggiato il prezioso Salame di Cinghiale Falorni che stupisce per la delicatezza del suo sapore non eccessivamente selvaggio, ma dolcemente muschiato dacchè la carne, di cinghiale maremmano, viene ripulita dal grasso di cinghiale e tritata finemente insieme al più delicato grasso di maiale prima di essere condita semplicemente con sale e pepe, insaccata e stagionata al "punto giusto" prima di essere commercializzata. Un eccellente prodotto da gustare con del buon pane o in alternativa da trasformare in un gustoso e veloce stuzzichino così come ho fatto io. Questo antipasto l'ho ideato e preparato nel giro di dieci minuti con un risultato che ha lasciato tutti molto soddisfatti ed è per questo che ve ne parlo. Del resto mi tocca ammettere che senza la pasta fillo pronta non avrei mai potuto prepararlo in così poco tempo, proprio io che sono sempre favorevole alle preparazioni home made stavolta vi dico w la pasta fillo, però attenzione non durerà a lungo che mi sto già organizzando per prepararla in casa.
Un'ultima curiosità per chi si stesse chiedendo cos'è il verde nei piatti, ho servito i triangoli con una insalatina di talli di cappero che sono i germogli della pianta del cappero, una prelibatezza tipica della nostra zona in questo periodo dell'anno e che vorrei tanto che aveste modo di assaggiare. Pensate che dopo raccolti i talli vengono puliti uno per uno dalle spine poi lessati e lasciati spurgare in acqua fredda per ventiquattr'ore, cambiando spesso l'acqua per levare l'amaro. Prima di servirli si strizzano e si condiscono con olio, aceto e aglio in insalata.
Vi dirò che è una delle cose più apprezzate nella mia zona. Emblematico a tal proposito un confronto al bar tra conoscenti cui, per caso, assistetti, c'era chi sosteneva la superiorità della cucina francese su quella italiana e una persona, apparentemente semplice, chiese "ma i francesi conoscono i talli di cappero?" al diniego degli astanti affermò "allora non c'è dubbio la migliore cucina è la nostra".
Va bene ora mi fermo con le divagazioni, che oggi mi hanno preso la mano, e vi lascio la ricetta
Per 12 triangoli:
4 fogli di pasta fillo
Salame di Cinghiale Falorni
400 g di ricotta
olio extravergine d'oliva
semi di papavero blu
timo
maggiorana
sale e pepe
Tagliamo ogni foglio di fillo in tre, nel senso della lunghezza. Condiamo la ricotta con un filino d'olio, un pò di sale, una macinata di pepe, timo e maggiorana essiccati e sbriciolati finemente. Pennelliamo le sfoglie di olio e poniamo all'estremità di ogni rettangolo una cucchiaiata di ricotta, sisteminamo sopra qualche listerella di salamino e pieghiamo la pasta a tringolo più volte su se stessa, chiudendo in tal modo il ripieno al suo interno. Mettiamo i triangoli in teglia pennelliamo la superficie con olio e cospargiamole di semi di papavero. Inforniamo in forno caldissimo finchè saranno ben dorati e seviamo con una insalatina di...Talli di cappero naturalmente.

2008-06-13

I crostini e la crostata di Sant'Antonio

Voi dite che i Santi possano offendersi se gli intitoliamo una ricetta?
Bè spero di no perchè io ne ho chiamate due col nome del Santo di oggi, Sant'Antonio da Padova appunto. Mi chiederete cosa c'entro io con questo Santo nordico, che poi in effetti non era neppure padovano, e vi dirò che nel mio piccolo paese è uno dei Santi più amati, tanto che per oggi si celebra la sua memoria con la festa più grande del paese.
Da piccola adoravo questa festa perchè coicideva con il termine dell'anno scolastico e l'arrivo dell'agognata estate, il primo vero sole e la prima uscita coi sandali estivi. Oggi, in effetti abbiamo avuto anche un'acquazzone ma nessuno ha rinunciato, in ogni caso, a vestirsi a festa per la consueta visita al Santo e la passeggiata in fiera dove, oltre agli ormai onnipresenti venditori di bigiotteria ed altre inutilità, resta la tradizione delle cipolle, delle sarde e delle ciliegie.
Tutti vi dico, ma proprio tutti, tra ieri e oggi approvviggionano la propria dispensa di aglio e cipolle (venduti a mazzi), sarde e acciughe al peperone o sotto sale, rosamarina (ovvero novellame con il peperoncino) e ciliegie a volontà.
Noi facciamo altrettanto da sempre, quindi diciamo che nel menù di oggi non mancano gli ingredienti indicati ed io ho preparato dei crostini con la rosamarina condita, come tradizione vuole in molte località calabresi, con olio e cipolla cruda.

Crostini di Sant'Antonio
pane casereccio
novellame al peperoncino
olio extravergine d'oliva
cipolla rossa di Tropea
Tostiamo il pane, spalmiamolo di novellame, cospargiamo di cipolla affettata sottilmente e condiamo con un filo d'olio.Nulla di più appetitoso.

Visto che, come dicevo, sulla tavola di oggi non devono mancare le ciliegie, ho deciso di farne una crostata, che a dire il vero avevo già fatto sempre in occasione di questa festività ed ho voluto rifare per mia personale tradizione, una crostata della nonna in versione ciliegie.

La crostata di Sant'Antonio

Per gli ingredienti della frolla e della crema vi rimando qui, tutto il procedimento è uguale.Come vedete nessuna misura ferrea, la bilancia è quasi inesistente, come vogliono i dolci tradizionali, dove l'occhio e l'amore per quel che si fa conducono verso le giuste dosi. Al posto degli amaretti all'Alkermes dell'altra ricetta bisogna mettere delle ciliegie denocciolate e saltate in padella con un pò di zucchero, o in mancanza anche delle ottime ciliegie allo sciroppo come quelle di San Cassiano di cui vi ho parlato già qui.
Come vedete basta poco per dire festa ed ancor meno per fare tradizione.
Buon fine settimana a tutti!

I crostini e la crostata di Sant'Antonio

Voi dite che i Santi possano offendersi se gli intitoliamo una ricetta?
Bè spero di no perchè io ne ho chiamate due col nome del Santo di oggi, Sant'Antonio da Padova appunto. Mi chiederete cosa c'entro io con questo Santo nordico, che poi in effetti non era neppure padovano, e vi dirò che nel mio piccolo paese è uno dei Santi più amati, tanto che per oggi si celebra la sua memoria con la festa più grande del paese.
Da piccola adoravo questa festa perchè coicideva con il termine dell'anno scolastico e l'arrivo dell'agognata estate, il primo vero sole e la prima uscita coi sandali estivi. Oggi, in effetti abbiamo avuto anche un'acquazzone ma nessuno ha rinunciato, in ogni caso, a vestirsi a festa per la consueta visita al Santo e la passeggiata in fiera dove, oltre agli ormai onnipresenti venditori di bigiotteria ed altre inutilità, resta la tradizione delle cipolle, delle sarde e delle ciliegie.
Tutti vi dico, ma proprio tutti, tra ieri e oggi approvviggionano la propria dispensa di aglio e cipolle (venduti a mazzi), sarde e acciughe al peperone o sotto sale, rosamarina (ovvero novellame con il peperoncino) e ciliegie a volontà.
Noi facciamo altrettanto da sempre, quindi diciamo che nel menù di oggi non mancano gli ingredienti indicati ed io ho preparato dei crostini con la rosamarina condita, come tradizione vuole in molte località calabresi, con olio e cipolla cruda.

Crostini di Sant'Antonio
pane casereccio
novellame al peperoncino
olio extravergine d'oliva
cipolla rossa di Tropea
Tostiamo il pane, spalmiamolo di novellame, cospargiamo di cipolla affettata sottilmente e condiamo con un filo d'olio.Nulla di più appetitoso.

Visto che, come dicevo, sulla tavola di oggi non devono mancare le ciliegie, ho deciso di farne una crostata, che a dire il vero avevo già fatto sempre in occasione di questa festività ed ho voluto rifare per mia personale tradizione, una crostata della nonna in versione ciliegie.

La crostata di Sant'Antonio

Per gli ingredienti della frolla e della crema vi rimando qui, tutto il procedimento è uguale.Come vedete nessuna misura ferrea, la bilancia è quasi inesistente, come vogliono i dolci tradizionali, dove l'occhio e l'amore per quel che si fa conducono verso le giuste dosi. Al posto degli amaretti all'Alkermes dell'altra ricetta bisogna mettere delle ciliegie denocciolate e saltate in padella con un pò di zucchero, o in mancanza anche delle ottime ciliegie allo sciroppo come quelle di San Cassiano di cui vi ho parlato già qui.
Come vedete basta poco per dire festa ed ancor meno per fare tradizione.
Buon fine settimana a tutti!

2008-06-11

Bignè allo zabaione

Oggi una golosità, uno di quei dolci che ti senti in colpa già a guardarli e che per fermarti a uno solo incominci ad osservarti i fianchi allo specchio, dicendoti "devo assolutamente dimagrire, non posso mangiarne un'altro" e poi, con un occhio languido al piatto, "bè, però domani non saranno così fragranti, ormai li ho fatti, forse è meglio...uno solo" e via dicendo insomma una tentazione. Tra l'altro devo dire che ho superato la mia conflittualità con la pasta choux e adesso fila liscio come l'olio il procedimento, belli gonfi al primo colpo i miei bignè, per cui mi sentivo pure in dovere di festeggiare l'evento e quindi giù un altro bignè, poi basta però, il resto li ho offerti in giro così da non farne avanzare per il giorno dopo.
Che poi in effetti riflettevo pure su un'altra circostanza non trascurabile, il bignè farcito è un dessert fast, ti chiama qualcuno è ti dice "stasera passo a trovarti", vuoi offrire un dolcino ma non ti vuoi sbattere troppo, allora via con l'impasto della choux, lo disponi a mucchietti su una placca e lo infili in forno mentre prepari una golosa crema sul fornello. Poi si freddano i bignè, si raffredda la crema e passi subito a farcirli , in meno di un'ora hai un vassoio di splendide paste farcite di crema.
Va bene ora la ricetta
Per la pasta chux è sempre la stessa (e guai a cambiarla) per cui guardatevela qui, invece delle mandorle però occorre della granella di zucchero
Per la crema allo zabaione:
3 tuorli
200 ml di latte
100 ml di Marsala secco
3 cucchiai di maizena
6 cucchiai di zucchero
Prepariamo l'impasto choux seguendo le indicazioni solo che invece di usare la sac à poche disponiamoli sulla teglia con l'aiuto di due cucchiai, formando 15-16 mucchietti di impasto (ben distanziati), cospargiamo di granella di zucchero ed inforniamo a 190° finchè si gonfiano e si dorano, succederà non vi preoccupate e soprattutto non aprite in continuazione il forno.
Per la crema: scaldiamo il latte, mescoliamo con una frusta i tuorli con lo zucchero, uniamo la maizena e poi il Marsala e il latte. Poniamo sul fuoco, a fiamma moderata, e facciamo addensare. Raffreddata la crema ed i bignè possiamo farcirli con una sacca munita di apposita bocchetta o aiutandoci con un coltello ed un cucchiaino.

Bignè allo zabaione

Oggi una golosità, uno di quei dolci che ti senti in colpa già a guardarli e che per fermarti a uno solo incominci ad osservarti i fianchi allo specchio, dicendoti "devo assolutamente dimagrire, non posso mangiarne un'altro" e poi, con un occhio languido al piatto, "bè, però domani non saranno così fragranti, ormai li ho fatti, forse è meglio...uno solo" e via dicendo insomma una tentazione. Tra l'altro devo dire che ho superato la mia conflittualità con la pasta choux e adesso fila liscio come l'olio il procedimento, belli gonfi al primo colpo i miei bignè, per cui mi sentivo pure in dovere di festeggiare l'evento e quindi giù un altro bignè, poi basta però, il resto li ho offerti in giro così da non farne avanzare per il giorno dopo.
Che poi in effetti riflettevo pure su un'altra circostanza non trascurabile, il bignè farcito è un dessert fast, ti chiama qualcuno è ti dice "stasera passo a trovarti", vuoi offrire un dolcino ma non ti vuoi sbattere troppo, allora via con l'impasto della choux, lo disponi a mucchietti su una placca e lo infili in forno mentre prepari una golosa crema sul fornello. Poi si freddano i bignè, si raffredda la crema e passi subito a farcirli , in meno di un'ora hai un vassoio di splendide paste farcite di crema.
Va bene ora la ricetta
Per la pasta chux è sempre la stessa (e guai a cambiarla) per cui guardatevela qui, invece delle mandorle però occorre della granella di zucchero
Per la crema allo zabaione:
3 tuorli
200 ml di latte
100 ml di Marsala secco
3 cucchiai di maizena
6 cucchiai di zucchero
Prepariamo l'impasto choux seguendo le indicazioni solo che invece di usare la sac à poche disponiamoli sulla teglia con l'aiuto di due cucchiai, formando 15-16 mucchietti di impasto (ben distanziati), cospargiamo di granella di zucchero ed inforniamo a 190° finchè si gonfiano e si dorano, succederà non vi preoccupate e soprattutto non aprite in continuazione il forno.
Per la crema: scaldiamo il latte, mescoliamo con una frusta i tuorli con lo zucchero, uniamo la maizena e poi il Marsala e il latte. Poniamo sul fuoco, a fiamma moderata, e facciamo addensare. Raffreddata la crema ed i bignè possiamo farcirli con una sacca munita di apposita bocchetta o aiutandoci con un coltello ed un cucchiaino.

2008-06-09

Torta soffice di piselli con Bucun de la Regiura

Qualcuno penserà che sono una gran maleducata. Bè come dargli torto, ricevo premi, vengo invitata ai meme e sembra che non mi dia nessuna cura di partecipare e di ringraziare pubblicamente, non posso allora che esser tacciata di maleducazione. Però in effetti ho le mie ragioni, in questo periodo sono completamente assorbita dal lavoro, dalla nuova casa, dai preparativi del matrimonio, insomma è quello che definirei un periodaccio, non dormo neppure la notte e mi riposo solo quando cucino, fotografo e gusto le mie preparazioni.
Però oggi ho deciso di dividere la mia Torta soffice di piselli con Precisina e la mitica Velia che mi hanno insignita del premio meme [R]evolution. Poi vorrei offrire una fetta a tutti voi che mi avete invitata ai meme a cui non ho partecipato, quello musicale, quello delle sei cose e forse qualcun' altro, spiegandovi che se non l'ho fatto è che comunque in archivio troverete delle risposte a meme simili e poi ho deciso che nel blog voglio parlare solo di cucina e quindi la musica non è che c'entri proprio tanto, salvo se parliamo di sinfonie di sapori. Alla fine ho deciso che preparando una porzione un pò più grande forse posso portarla alla Cena virtuale di Dolcezza, che faccio giusto in tempo per la partita di stasera, non è un tricolore però se aggiungo due pomodorini alla decorazione lo diventa molto facilmente!
Insomma non mi resta che lasciarvi la ricetta, che tra l'altro non mi appartiene nemmeno, l'ho rubata a Cucina Italiana del mese di maggio e seguendo il consiglio della signora Olga l'ho servita con un delizioso caprino il Bucun de la Regiura di "Esperyana" provenienza. E' uno dei 35 tipi di formaggio prodotti da Valentina Canò e suo marito con latte crudo di capra. Il Bucun de la Regiura è aromatizzato con crusca e noci e offre un ampio ventaglio di sensazioni che vanno dal dolce iniziale al classico retrogusto acidulo dei formaggi di capra. Un formaggiomolto gustoso da assaporare in diversi momenti della sua stagionatura per coglierne appieno tutte le sensazioni.
Torta soffice di piselli
160 g di piselli lessati
120 g di farina
100 g di burro morbido
40 g di grana grattugiato
30 g di fecola
15 g latte
4 g di lievito in polvere per torte salate
3 uova
sale e pepe
Passiamo i piselli al setaccio e lavoriamoli in modo da ottenere una sorta di purè. Montiamolo usando le fruste elettriche con il burro per 15 minuti. Uniamo i tuorli, la farina, la fecola, il lievito, il grana, il latte, un pizzioco di sale e una macinata di pepe. Incorporiamo poi gli albumi a neve ben ferma con un pò di sale. Versiamo il composto in uno stampo a cerniera di 18 cm imburrato e infarinato e inforniamo a 180° per 35 minuti. Una volta sformata, serviamo la torta, ancora tiepida, a fette con riccioli di caprino.

Torta soffice di piselli con Bucun de la Regiura

Qualcuno penserà che sono una gran maleducata. Bè come dargli torto, ricevo premi, vengo invitata ai meme e sembra che non mi dia nessuna cura di partecipare e di ringraziare pubblicamente, non posso allora che esser tacciata di maleducazione. Però in effetti ho le mie ragioni, in questo periodo sono completamente assorbita dal lavoro, dalla nuova casa, dai preparativi del matrimonio, insomma è quello che definirei un periodaccio, non dormo neppure la notte e mi riposo solo quando cucino, fotografo e gusto le mie preparazioni.
Però oggi ho deciso di dividere la mia Torta soffice di piselli con Precisina e la mitica Velia che mi hanno insignita del premio meme [R]evolution. Poi vorrei offrire una fetta a tutti voi che mi avete invitata ai meme a cui non ho partecipato, quello musicale, quello delle sei cose e forse qualcun' altro, spiegandovi che se non l'ho fatto è che comunque in archivio troverete delle risposte a meme simili e poi ho deciso che nel blog voglio parlare solo di cucina e quindi la musica non è che c'entri proprio tanto, salvo se parliamo di sinfonie di sapori. Alla fine ho deciso che preparando una porzione un pò più grande forse posso portarla alla Cena virtuale di Dolcezza, che faccio giusto in tempo per la partita di stasera, non è un tricolore però se aggiungo due pomodorini alla decorazione lo diventa molto facilmente!
Insomma non mi resta che lasciarvi la ricetta, che tra l'altro non mi appartiene nemmeno, l'ho rubata a Cucina Italiana del mese di maggio e seguendo il consiglio della signora Olga l'ho servita con un delizioso caprino il Bucun de la Regiura di "Esperyana" provenienza. E' uno dei 35 tipi di formaggio prodotti da Valentina Canò e suo marito con latte crudo di capra. Il Bucun de la Regiura è aromatizzato con crusca e noci e offre un ampio ventaglio di sensazioni che vanno dal dolce iniziale al classico retrogusto acidulo dei formaggi di capra. Un formaggiomolto gustoso da assaporare in diversi momenti della sua stagionatura per coglierne appieno tutte le sensazioni.
Torta soffice di piselli
160 g di piselli lessati
120 g di farina
100 g di burro morbido
40 g di grana grattugiato
30 g di fecola
15 g latte
4 g di lievito in polvere per torte salate
3 uova
sale e pepe
Passiamo i piselli al setaccio e lavoriamoli in modo da ottenere una sorta di purè. Montiamolo usando le fruste elettriche con il burro per 15 minuti. Uniamo i tuorli, la farina, la fecola, il lievito, il grana, il latte, un pizzioco di sale e una macinata di pepe. Incorporiamo poi gli albumi a neve ben ferma con un pò di sale. Versiamo il composto in uno stampo a cerniera di 18 cm imburrato e infarinato e inforniamo a 180° per 35 minuti. Una volta sformata, serviamo la torta, ancora tiepida, a fette con riccioli di caprino.

2008-06-06

Rotolo al cacao con crema al cioccolato bianco e ciliegie sciroppate

Invitata a pranzo fuori dovevo portare il dolce, volevo un dolce goloso però non avevo il tempo di restarmene a preparare qualcosa di complicato, in più avevo il problema del trasporto, ovvero nulla che arrivasse a destinazione con un aspetto completamente diverso da quello della partenza, e così ho pensato ad un rotolo. Ma non potevo mica preparare un rotolo che fosse fuori stagione! Che figura potevo mai farci? Così presa la decisione di farcirlo con una crema fredda, pensando alla frutta di stagione, per arricchirne il gusto, mi son venute in mente le ciliegie. Il problema è che al naturale non mi andava di metterle, le volevo un pò più morbidine e dolcine, da tagliare insieme alla fetta per un bell'effetto visivo. Così ho attinto alla mia dispensa Esperya dove ho scovato un barattolone di Ciliegie Sciroppate della Cascina San Cassiano. Il nome è una garanzia se consideriamo che le ciliegie, di varietà mora (durone) o gemella provenienti da colture biologiche, sono invasate a mano con semplice acqua e zucchero di canna, pertanto il risultato non poteva che essere apprezzabile.
Ingredienti per un rotolo da 12 porzioni
Per il biscotto al cioccolato:
110 g di zucchero
4 uova
90 g di farina
40 g di cacao amaro
Per la crema al cioccolato bianco:
150 g di cioccolato bianco
300 g di panna fresca
Per completare:
mezzo vaso di ciliegie sciroppate (300-400 g)
Prepariamo il biscotto: montiamo a lungo le uova con lo zucchero, uniamo la farina setacciata con il cacao e poi versiamo il composto in una teglia quadrata (cm 40x40) ben foderata di carta da forno imburrata. Cuociamo in forno a 180-190° per circa 10 minuti. Togliamo dal forno ed arrotoliamo quando è ancora caldo, sigillandolo in un foglio di pellicola.
Per la crema: sciogliamo il cioccolato bianco con 100 g di panna, una volta freddo uniamo la restante panna ben montata, con movimenti delicati dal basso verso l'alto per evitare che smonti.
Passiamo a farcire il rotolo: srotoliamolo sul piano di lavoro, spruzziamolo con lo sciroppo delle ciliegie e poi distribuiamo su tutta la superficie la crema preparata. Cospargiamo di ciliegie denocciolate ed arrotoliamo su se stesso, avendo cura di non far fuoriuscire il ripieno. Chiudiamo il rotolo in più fogli di pellicola e lasciamolo riposare qualche ora, meglio una notte intera, in frigorifero. Prima di servirlo tagliamolo a fette che potremo collocare in pirotti di carta ovali per comodità di trasporto e servizio.

Rotolo al cacao con crema al cioccolato bianco e ciliegie sciroppate

Invitata a pranzo fuori dovevo portare il dolce, volevo un dolce goloso però non avevo il tempo di restarmene a preparare qualcosa di complicato, in più avevo il problema del trasporto, ovvero nulla che arrivasse a destinazione con un aspetto completamente diverso da quello della partenza, e così ho pensato ad un rotolo. Ma non potevo mica preparare un rotolo che fosse fuori stagione! Che figura potevo mai farci? Così presa la decisione di farcirlo con una crema fredda, pensando alla frutta di stagione, per arricchirne il gusto, mi son venute in mente le ciliegie. Il problema è che al naturale non mi andava di metterle, le volevo un pò più morbidine e dolcine, da tagliare insieme alla fetta per un bell'effetto visivo. Così ho attinto alla mia dispensa Esperya dove ho scovato un barattolone di Ciliegie Sciroppate della Cascina San Cassiano. Il nome è una garanzia se consideriamo che le ciliegie, di varietà mora (durone) o gemella provenienti da colture biologiche, sono invasate a mano con semplice acqua e zucchero di canna, pertanto il risultato non poteva che essere apprezzabile.
Ingredienti per un rotolo da 12 porzioni
Per il biscotto al cioccolato:
110 g di zucchero
4 uova
90 g di farina
40 g di cacao amaro
Per la crema al cioccolato bianco:
150 g di cioccolato bianco
300 g di panna fresca
Per completare:
mezzo vaso di ciliegie sciroppate (300-400 g)
Prepariamo il biscotto: montiamo a lungo le uova con lo zucchero, uniamo la farina setacciata con il cacao e poi versiamo il composto in una teglia quadrata (cm 40x40) ben foderata di carta da forno imburrata. Cuociamo in forno a 180-190° per circa 10 minuti. Togliamo dal forno ed arrotoliamo quando è ancora caldo, sigillandolo in un foglio di pellicola.
Per la crema: sciogliamo il cioccolato bianco con 100 g di panna, una volta freddo uniamo la restante panna ben montata, con movimenti delicati dal basso verso l'alto per evitare che smonti.
Passiamo a farcire il rotolo: srotoliamolo sul piano di lavoro, spruzziamolo con lo sciroppo delle ciliegie e poi distribuiamo su tutta la superficie la crema preparata. Cospargiamo di ciliegie denocciolate ed arrotoliamo su se stesso, avendo cura di non far fuoriuscire il ripieno. Chiudiamo il rotolo in più fogli di pellicola e lasciamolo riposare qualche ora, meglio una notte intera, in frigorifero. Prima di servirlo tagliamolo a fette che potremo collocare in pirotti di carta ovali per comodità di trasporto e servizio.

2008-06-05

Maiale piccante

Mi torna a volte la voglia di cibo orientale, i ristoranti made in China qui scarseggiano e quei pochi che ci sono non sono neppure degni di esser chiamati tali.
Ci si industria allora alla bell'e meglio, wok alla mano, per riprodurre in casa dei piatti che, se orientali non sono, ricordano in qualche modo la cucina di quei paesi. In altra occasione vi parlai dei ravioli al vapore, un antipastino etnico, stavolta invece mi sono cimentata in un secondo piatto: il Maiale piccante
Ingredienti per 3-4 persone
1/2 kg c.a. di filetto di maiale (o coscia)
2 peperoni
1 cipolla grande
1 peperoncino fresco
3 cucchiai di olio
2 cucchiai di maizena
2 cucchiai di salsa di soia
1 cucchiaio di aceto di mele
1 cucchiaio di zucchero
sale
Tagliamo la carne a tocchetti o a listarelle, bagnamola con la salsa di soia ed amalgamiamo la maizena. Lasciamo insaporire per mezz'ora poi saltiamola nel wok in cui avremo scaldato l'olio finché risulterà dorata. Teniamola in caldo e nello stesso olio saltiamo i peperoni tagliati a quadratini, il peperoncino a piccole rondelle e la cipolla a fette non piccolissime, saliamo leggermente poi uniamo ancora la carne, l'aceto e lo zucchero, lasciamo insaporire per bene. Serviamo ancora caldo.

Maiale piccante

Mi torna a volte la voglia di cibo orientale, i ristoranti made in China qui scarseggiano e quei pochi che ci sono non sono neppure degni di esser chiamati tali.
Ci si industria allora alla bell'e meglio, wok alla mano, per riprodurre in casa dei piatti che, se orientali non sono, ricordano in qualche modo la cucina di quei paesi. In altra occasione vi parlai dei ravioli al vapore, un antipastino etnico, stavolta invece mi sono cimentata in un secondo piatto: il Maiale piccante
Ingredienti per 3-4 persone
1/2 kg c.a. di filetto di maiale (o coscia)
2 peperoni
1 cipolla grande
1 peperoncino fresco
3 cucchiai di olio
2 cucchiai di maizena
2 cucchiai di salsa di soia
1 cucchiaio di aceto di mele
1 cucchiaio di zucchero
sale
Tagliamo la carne a tocchetti o a listarelle, bagnamola con la salsa di soia ed amalgamiamo la maizena. Lasciamo insaporire per mezz'ora poi saltiamola nel wok in cui avremo scaldato l'olio finché risulterà dorata. Teniamola in caldo e nello stesso olio saltiamo i peperoni tagliati a quadratini, il peperoncino a piccole rondelle e la cipolla a fette non piccolissime, saliamo leggermente poi uniamo ancora la carne, l'aceto e lo zucchero, lasciamo insaporire per bene. Serviamo ancora caldo.

2008-06-04

Torrette di mela verde e Mocetta Valdostana


Qualcuno si lamenta del mancato arrivo del caldo, cerco di comprenderne l'irritazione ma dal mio canto non posso che preparare cibi freschi e leggeri in linea con quello che in effetti è qui da noi il clima...caldo ragazzi, veramente caldo, anzi questa mattina sembrava volesse piovere ma adesso fa più caldo di prima. Comunque per chi non trovasse questo antipastino in linea con la stagione più sempre conservarne la ricetta per climi più favorevoli.
Quando abbiamo voglia di coccolarci, dall'inizio del pranzo, senza metterci ai fornelli ecco l'idea che ci mancava, a me l'hanno data un vecchio numero della rivista A Tavola ed un bel pezzo di Mocetta arrivato dalla Valle d'Aosta, grazie al costante lavoro di ricerca della bottega Esperya, che se non ci fosse bisognerebbe inventarla.
Per i non addetti, anche se i valdostani urleranno per il disappunto, la mocetta ricorda un pò la bresaola. Ma se non vogliamo sentire bestemmie, in dialetto franco-provenzale per di più, vi dirò che la Mocetta è preparata con carne di sola coscia di bovino adulto (raramente di cervo) che, dopo l`attentissima operazione di pulitura e snervatura del pezzo, viene posta a macerare per qualche mese con aromi ed erbe di montagna. La stagionatura avviene in ambiente naturale e senza alcuna fretta.
Io l'avevo assaggiata ed apprezzata tra le montagne di Arnad, in purezza senza alcun condimento, come vuole la tradizione, in questa ricetta invece l'ho un pò "bresaolizzata" ma l'ho adorata allo stesso modo, se non di più.
Ingredienti per 2 persone:
1 mela verde Granny Smith
16 fettine sottili di Mocetta Valdostana
Scaglie di Parmigiano Reggiano
1 piccolo limone
2 cucchiai di olio extravergine d'oliva
sale dolce di Cervia
pepe bianco
Laviamo la mela, detorsoliamola con l'apposito attrezzino e ricaviamone dieci fettine sottili, riuniamole in una ciotolina e spruzziamole con metà succo del limone. Uniamo il succo restante all'olio, una macinata di pepe ed un pizzico di sale, emulsionando bene con una forchetta, disponiamo nei piatti le fettine più larghe della mela (quelle centrali), sistemiamo sopra ognuna due fettine di mocetta, qualche goccia di emulsione, e continuiamo così fino a chiudere con le calottine (inferiore e superiore) di mela. Appoggiamo in cima le scaglie di parmigiano, distribuendone qualcuna anche sul piatto, decoriamo a piacere con un rametto di maggiorana ed irroriamo con la citronette avanzata.