2013-03-12

Cavatelli con crema di carciofi e soppressa dello schioppo

Piatto La Porcellana Bianca, forchetta Broggi, americano e tovagliolo Busatti
Molti pensano che la pasta buona si produca solo a Gragnano, in realtà la pasta buona si produce a Gragnano ma anche in Puglia anzi in Puglia, dove si producono da sempre i migliori grani duri d'Italia e d'Europa c'è una lunghissima tradizione di pasta di grano duro e pastifici di qualità. Uno di questi è Granoro ed ho voluto i cavatelli murgiani  della linea Speciali Granoro  per questo mio piatto a base di carciofi, arricchito dalla fragranza di un antico salume di tradizione veneta la Soppressa dello Schioppo prodotta da Corrado Benedetti di cui vi ho già parlato. E' un salume tenero e friabile che gli antichi usavano consumare con pane biscottato o polenta, o ancora ripassato velocemente in padella con ricotta fresca.
Per rendere ancora più prezioso questo piatto, che è un vero concentrato di gusto, ho utilizzato un delicatissimo olio extravergine d'oliva siciliano Kento dell'azienda agricola Spoto, biologico e biodinamico è estratto a freddo da olive Nocellara Etnea per preservarne la qualità e mantenere intatti tutti gli aromi caratteristici del frutto.
E se penso che alla fine ne è uscito fuori un bel piatto colorato e primaverile che si presenta anche bene alla vista non posso non farvi cenno ad un libro interamente dedicato ai primi. Si chiama Design al Dente ed è pubblicato da Editrice Compositori, probabilmente il titolo vi ricorda già qualcosa perché qualche tempo fa vi parlai di Cavolo che Design altro volume della stessa collana Le ricette dei designer dedicato alle verdure. In questa nuova pubblicazione 70 designer ci raccontano anche graficamente un primo piatto cui sono legati. Un libro colorato, inusuale  e anche autobiografico per un approccio diverso a quella che è la portata principale del pasto italiano. Pasta ma non solo, le ricette spaziano anche tra riso, gnocchi, passatelli e zuppe. Un volume di notevole pregio che, tralasciando le pur validissime ricette, ha una sua ragione d'essere e si fa ammirare dalla prima all'ultima pagina. Nell'appendice approfondimenti a cura di Gaggenau su storia, formati e cottura della pasta.
Ingredienti per 4 persone:
350 g di cavatelli murgiani o altro formato a piacere di pasta
100 g di soppessa dello schioppo
2 carciofi
1 spicchio d'aglio
olio extravergine d'oliva
60 g di formaggio grana
prezzemolo
sale e pepe
Pulire i carciofi dalle foglie esterne, mondando anche i gambi, strofinarli con del limone per evitare che anneriscano e dopo averli tagliati a tocchetti stufarli a pentola coperta con un filo d'olio, l'aglio, sale e pepe. Quando risulteranno teneri eliminare l'aglio e frullarli aggiungendo il grana e altro olio fino a formare una crema abbastanza densa.  Tagliare a dadini la soppressa e rosolarla velocemente in padella. Cuocere* la pasta in abbondante acqua salata, condirla con la salsa di carciofi preparata, aggiungendo se necessario poca acqua di cottura, prezzemolo tritato e i dadini di salame.
*Per la cottura della pasta ho utilizzato la mia Pastilla che mi fa venire voglia di primi solo a vederla schierata sui fornelli.

Cavatelli con crema di carciofi e soppressa dello schioppo

Piatto La Porcellana Bianca, forchetta Broggi, americano e tovagliolo Busatti
Molti pensano che la pasta buona si produca solo a Gragnano, in realtà la pasta buona si produce a Gragnano ma anche in Puglia anzi in Puglia, dove si producono da sempre i migliori grani duri d'Italia e d'Europa c'è una lunghissima tradizione di pasta di grano duro e pastifici di qualità. Uno di questi è Granoro ed ho voluto i cavatelli murgiani  della linea Speciali Granoro  per questo mio piatto a base di carciofi, arricchito dalla fragranza di un antico salume di tradizione veneta la Soppressa dello Schioppo prodotta da Corrado Benedetti di cui vi ho già parlato. E' un salume tenero e friabile che gli antichi usavano consumare con pane biscottato o polenta, o ancora ripassato velocemente in padella con ricotta fresca.
Per rendere ancora più prezioso questo piatto, che è un vero concentrato di gusto, ho utilizzato un delicatissimo olio extravergine d'oliva siciliano Kento dell'azienda agricola Spoto, biologico e biodinamico è estratto a freddo da olive Nocellara Etnea per preservarne la qualità e mantenere intatti tutti gli aromi caratteristici del frutto.
E se penso che alla fine ne è uscito fuori un bel piatto colorato e primaverile che si presenta anche bene alla vista non posso non farvi cenno ad un libro interamente dedicato ai primi. Si chiama Design al Dente ed è pubblicato da Editrice Compositori, probabilmente il titolo vi ricorda già qualcosa perché qualche tempo fa vi parlai di Cavolo che Design altro volume della stessa collana Le ricette dei designer dedicato alle verdure. In questa nuova pubblicazione 70 designer ci raccontano anche graficamente un primo piatto cui sono legati. Un libro colorato, inusuale  e anche autobiografico per un approccio diverso a quella che è la portata principale del pasto italiano. Pasta ma non solo, le ricette spaziano anche tra riso, gnocchi, passatelli e zuppe. Un volume di notevole pregio che, tralasciando le pur validissime ricette, ha una sua ragione d'essere e si fa ammirare dalla prima all'ultima pagina. Nell'appendice approfondimenti a cura di Gaggenau su storia, formati e cottura della pasta.
Ingredienti per 4 persone:
350 g di cavatelli murgiani o altro formato a piacere di pasta
100 g di soppessa dello schioppo
2 carciofi
1 spicchio d'aglio
olio extravergine d'oliva
60 g di formaggio grana
prezzemolo
sale e pepe
Pulire i carciofi dalle foglie esterne, mondando anche i gambi, strofinarli con del limone per evitare che anneriscano e dopo averli tagliati a tocchetti stufarli a pentola coperta con un filo d'olio, l'aglio, sale e pepe. Quando risulteranno teneri eliminare l'aglio e frullarli aggiungendo il grana e altro olio fino a formare una crema abbastanza densa.  Tagliare a dadini la soppressa e rosolarla velocemente in padella. Cuocere* la pasta in abbondante acqua salata, condirla con la salsa di carciofi preparata, aggiungendo se necessario poca acqua di cottura, prezzemolo tritato e i dadini di salame.
*Per la cottura della pasta ho utilizzato la mia Pastilla che mi fa venire voglia di primi solo a vederla schierata sui fornelli.

2013-03-10

Croque-Monsieur di panettone al Taleggio

Piatti e vassoio Easy Life Design, tovagliolo Busatti
Ormai lo sapete che quando presento qualcosa di "insolito" nel blog c'è l'ingrediente magico, il panettone di Loison, Anche stavolta la magia è avvenuta e un toast quasi normale è diventato qualcosa di particolare. Ho scelto il panettone al prosecco che non ha canditi ma solo uvetta ed ho abbinato la sua contenuta dolcezza al gusto caratteristico del BonTaleggio Mauri che ho completato, come il famoso croque-monsieur vuole, con prosciutto cotto e la salsetta a base di panna per ottenere il goloso gratin della superficie. Ovviamente se il sandwiche è di qualità lo deve essere anche la bevanda con cui si sceglie di accompagnarlo e  un prosecco superiore DOCG Carpenè Malvolti Cuvée Oro, delicato, morbido e amabile, ideale come aperitivo ma anche con la pasticceria fine, la giusta via di mezzo per questo piatto.
Ingredienti per 4 triangoli:
due fette centrali di panettone
4 fette di prosciutto cotto affumicato
Taleggio
per la salsa:
2 cucchiai di panna
2 cucchiaiate di grana grattugiato
1 cucchiaino di glassa al balsamico*
Farcire le fette di panettone con prosciutto e taleggio. Amalgamare la panna con il grana e la glassa e spalmarla sulla faccia superficiale del sandwiches, ricavarne 4 triangoli  e passarli in forno ben caldo per qualche minuto finché avranno preso colore. Servire caldi con prosecco ghiacciato.
*Ho utilizzato glassa la balsamico Balmì Toschi

Croque-Monsieur di panettone al Taleggio

Piatti e vassoio Easy Life Design, tovagliolo Busatti
Ormai lo sapete che quando presento qualcosa di "insolito" nel blog c'è l'ingrediente magico, il panettone di Loison, Anche stavolta la magia è avvenuta e un toast quasi normale è diventato qualcosa di particolare. Ho scelto il panettone al prosecco che non ha canditi ma solo uvetta ed ho abbinato la sua contenuta dolcezza al gusto caratteristico del BonTaleggio Mauri che ho completato, come il famoso croque-monsieur vuole, con prosciutto cotto e la salsetta a base di panna per ottenere il goloso gratin della superficie. Ovviamente se il sandwiche è di qualità lo deve essere anche la bevanda con cui si sceglie di accompagnarlo e  un prosecco superiore DOCG Carpenè Malvolti Cuvée Oro, delicato, morbido e amabile, ideale come aperitivo ma anche con la pasticceria fine, la giusta via di mezzo per questo piatto.
Ingredienti per 4 triangoli:
due fette centrali di panettone
4 fette di prosciutto cotto affumicato
Taleggio
per la salsa:
2 cucchiai di panna
2 cucchiaiate di grana grattugiato
1 cucchiaino di glassa al balsamico*
Farcire le fette di panettone con prosciutto e taleggio. Amalgamare la panna con il grana e la glassa e spalmarla sulla faccia superficiale del sandwiches, ricavarne 4 triangoli  e passarli in forno ben caldo per qualche minuto finché avranno preso colore. Servire caldi con prosecco ghiacciato.
*Ho utilizzato glassa la balsamico Balmì Toschi

2013-03-08

Risotto all'arancia con salmerino marinato

Piatto Ceramiche Maroso, tessuti Busatti
Quando hai nel frigo dei filetti di salmerino marinato TrotaOro la tentazione di "schiaffarli" in un panino con due foglie di lattuga e un po' di maionese buona senza star lì a cucinare niente è forte, però se hai il prurito alle mani e ferma non riesci a stare pensi che vorresti trovare qualche nuovo accostamento e immagini magari che con un risotto all'arancia (tanto per non uscire fuori tema con il post di ieri) ci starebbe proprio bene quel salmerino che ti guarda dalla busta sottovuoto chiedendoti asilo nello stomaco.
Il risotto all'arancia resta buono anche senza aggiunte o con due gamberetti qua e là quindi salmerino a parte, che questi sono gusti, la ricetta ve la devo lasciare.


Casseruola con due manici in acciaio linea NEO BergHoff Italia

Ingredienti per 4 persone:
350 g di riso Carnaroli
1 arancia
scalogno*
brodo vegetale
1 cucchiaio di burro 
2 cucchiai di olio
2 cucchiaiate di grana
sale e pepe
2 filetti di salmerino marinato per completare
Con un rigalimoni prelevare la scorza dell'arancia e sbollentarla per pochi minuti, asciugarla e tritarla finemente
Spremere l'arancia e tenerne da parte il succo. Soffriggere lo scalogno nell'olio e farvi tostare il riso, sfumare con il succo d'arancia e proseguire la cottura unendo un po' alla volta il brodo, a cottura ultimata unire le scorzette sbollentate e mantegcare con il burro e il grana. Servire il risotto con il pasce marinato.
* Ho utilizzato il praticissimo scalogno liofilizzato Cannamela

Risotto all'arancia con salmerino marinato

Piatto Ceramiche Maroso, tessuti Busatti
Quando hai nel frigo dei filetti di salmerino marinato TrotaOro la tentazione di "schiaffarli" in un panino con due foglie di lattuga e un po' di maionese buona senza star lì a cucinare niente è forte, però se hai il prurito alle mani e ferma non riesci a stare pensi che vorresti trovare qualche nuovo accostamento e immagini magari che con un risotto all'arancia (tanto per non uscire fuori tema con il post di ieri) ci starebbe proprio bene quel salmerino che ti guarda dalla busta sottovuoto chiedendoti asilo nello stomaco.
Il risotto all'arancia resta buono anche senza aggiunte o con due gamberetti qua e là quindi salmerino a parte, che questi sono gusti, la ricetta ve la devo lasciare.


Casseruola con due manici in acciaio linea NEO BergHoff Italia

Ingredienti per 4 persone:
350 g di riso Carnaroli
1 arancia
scalogno*
brodo vegetale
1 cucchiaio di burro 
2 cucchiai di olio
2 cucchiaiate di grana
sale e pepe
2 filetti di salmerino marinato per completare
Con un rigalimoni prelevare la scorza dell'arancia e sbollentarla per pochi minuti, asciugarla e tritarla finemente
Spremere l'arancia e tenerne da parte il succo. Soffriggere lo scalogno nell'olio e farvi tostare il riso, sfumare con il succo d'arancia e proseguire la cottura unendo un po' alla volta il brodo, a cottura ultimata unire le scorzette sbollentate e mantegcare con il burro e il grana. Servire il risotto con il pasce marinato.
* Ho utilizzato il praticissimo scalogno liofilizzato Cannamela

2013-03-07

La poltrona di Maria Carolina e il gelo di agrumi

Piatto e cucchiaino La Porcellana Bianca, americano e tovagliolo Busatti
Questo post profuma di Sicilia come i libri  editi da Dario Flaccovio cui mi sono ispirata per il titolo del post e la ricetta che vado a presentarvi. La poltrona di Maria Carolina e il gelo di mellone è stato scritto a quattro mani da Licia Cardillo Di Prima ed Elvira Ronco ed è un perfetto intreccio di sicilianità e buongusto tra le storie Licia (che ha all'attivo diverse pubblicazioni e relativi premi letterari) e le ricette di Elvira (avvocato come me e appassionata di ricette e cucina). 
Un viaggio per mente e palato tra storie e pietanze che parlano della suggestiva Sicilia. Una prelibatezza letteraria è stato definito il libro e come dar torto a chi ha utilizzato questa felice metafora che rende appieno l'idea di quello che il libro offre in degustazione, racconti aggraziati ricchi di profumi e memorie che avvincono il lettore accompagnandolo pagina dopo pagina alle non meno gustose, evocative e veraci ricette che chiudono e completano il volume. Il libro adatto per gli appassionati di storie e cucina siciliane. 
Se la cucina siciliana è la vostra passione non potete perdervi neppure Cucina di Sicilia oggi il libro di Paola Andolina,  vera esperta di cucina siciliana, pieno di ricette sfiziose rivisitate in chiave moderna. Tradizione  e modernità declinate ai ritmi e alle abitudini della vita moderna, perché incontrarsi per il brunch o il buffet, o ancora pranzare con l'insalatona non significa rinunciare alla buona cucina. 
Un libro che ha tanto da insegnare anche perché le ricette siciliane presentate dall'autrice tengono in considerazione oltre che i vari gusti attuali anche le varie e sempre più frequenti esigenze dietetiche e/o legate alle intolleranze alimentari.
La ricetta del gelo che vi presento oggi me l'ha giusto ispirata quella di Gelo d'arancia con spuma di yogurt trovata in questo libro. Ho mantenuto le dosi del gelo indicate dall'autrice ma invece che sola arancia ho fatto un felice mix di agrumi con quanto avevo in casa (arance bionde e rosse, limoni e mandarini). Per servire il gelo invece che la mousse allo yogurt, sostituibile anche con semplice yogurt bianco appena dolcificato, ho utilizzato del sorbetto a limone, nel mio caso il cremoso sorbetto di PolenghiGroup che ha il gusto e il profumo dei limoni appena raccolti.
Ecco la semplice e veloce preparazione del dolce, per la cottura
 raccomando l'utilizzo di una pentola dal fondo spesso, nel mio
caso un Tegame in ghisa smaltata BergHOFF Italia
Ecco a voi la semplice ricetta perfetta per chiudere in freschezza un lauto pasto.
Ingredienti:
250 ml di succo misto di agrumi (arancia rossa e bionda, limone  e  mandarino) filtrato 
250 ml di acqua
150 g di zucchero
40 g di amido di mais
Sorbetto di limone o yogurt zuccherato per completare
Porre in un tegame il succo di agrumi e l'acqua, unire lo zucchero e poi l'amido mescolando finché non vi saranno grumi. Porre il tegame sul fuoco e portare ad ebollizione a fuoco moderato, far bollire per un minuto, distribuire poi il composto in 4-8 stampi o direttamente nei bicchieri secondo le quantità desiderate a porzione e mettere in frigo a raffreddare e rassodare. Il giorno dopo il gelo si sformerà perfettamente. Porre alla base dei piatti qualche cucchiaiata di sorbetto o yogurt a piacere e sformarvi sopra il gelo.

La poltrona di Maria Carolina e il gelo di agrumi

Piatto e cucchiaino La Porcellana Bianca, americano e tovagliolo Busatti
Questo post profuma di Sicilia come i libri  editi da Dario Flaccovio cui mi sono ispirata per il titolo del post e la ricetta che vado a presentarvi. La poltrona di Maria Carolina e il gelo di mellone è stato scritto a quattro mani da Licia Cardillo Di Prima ed Elvira Ronco ed è un perfetto intreccio di sicilianità e buongusto tra le storie Licia (che ha all'attivo diverse pubblicazioni e relativi premi letterari) e le ricette di Elvira (avvocato come me e appassionata di ricette e cucina). 
Un viaggio per mente e palato tra storie e pietanze che parlano della suggestiva Sicilia. Una prelibatezza letteraria è stato definito il libro e come dar torto a chi ha utilizzato questa felice metafora che rende appieno l'idea di quello che il libro offre in degustazione, racconti aggraziati ricchi di profumi e memorie che avvincono il lettore accompagnandolo pagina dopo pagina alle non meno gustose, evocative e veraci ricette che chiudono e completano il volume. Il libro adatto per gli appassionati di storie e cucina siciliane. 
Se la cucina siciliana è la vostra passione non potete perdervi neppure Cucina di Sicilia oggi il libro di Paola Andolina,  vera esperta di cucina siciliana, pieno di ricette sfiziose rivisitate in chiave moderna. Tradizione  e modernità declinate ai ritmi e alle abitudini della vita moderna, perché incontrarsi per il brunch o il buffet, o ancora pranzare con l'insalatona non significa rinunciare alla buona cucina. 
Un libro che ha tanto da insegnare anche perché le ricette siciliane presentate dall'autrice tengono in considerazione oltre che i vari gusti attuali anche le varie e sempre più frequenti esigenze dietetiche e/o legate alle intolleranze alimentari.
La ricetta del gelo che vi presento oggi me l'ha giusto ispirata quella di Gelo d'arancia con spuma di yogurt trovata in questo libro. Ho mantenuto le dosi del gelo indicate dall'autrice ma invece che sola arancia ho fatto un felice mix di agrumi con quanto avevo in casa (arance bionde e rosse, limoni e mandarini). Per servire il gelo invece che la mousse allo yogurt, sostituibile anche con semplice yogurt bianco appena dolcificato, ho utilizzato del sorbetto a limone, nel mio caso il cremoso sorbetto di PolenghiGroup che ha il gusto e il profumo dei limoni appena raccolti.
Ecco la semplice e veloce preparazione del dolce, per la cottura
 raccomando l'utilizzo di una pentola dal fondo spesso, nel mio
caso un Tegame in ghisa smaltata BergHOFF Italia
Ecco a voi la semplice ricetta perfetta per chiudere in freschezza un lauto pasto.
Ingredienti:
250 ml di succo misto di agrumi (arancia rossa e bionda, limone  e  mandarino) filtrato 
250 ml di acqua
150 g di zucchero
40 g di amido di mais
Sorbetto di limone o yogurt zuccherato per completare
Porre in un tegame il succo di agrumi e l'acqua, unire lo zucchero e poi l'amido mescolando finché non vi saranno grumi. Porre il tegame sul fuoco e portare ad ebollizione a fuoco moderato, far bollire per un minuto, distribuire poi il composto in 4-8 stampi o direttamente nei bicchieri secondo le quantità desiderate a porzione e mettere in frigo a raffreddare e rassodare. Il giorno dopo il gelo si sformerà perfettamente. Porre alla base dei piatti qualche cucchiaiata di sorbetto o yogurt a piacere e sformarvi sopra il gelo.

2013-03-05

Dissertando intorno a Mozart

Piatto decorato a mano La Vecchia Faenza, americano Busatti
Di Mozart in effetti si sanno tre cose che era un grande genio, che è morto giovane e che esistono deliziosi cioccolatini al marzapane (chi è stato in Austria almeno una volta non ha certo potuto ignorarli) dal curioso nome che rimanda agli attributi del compositore. Ho appreso molto molto di più sulla vita del grande artista attraverso un libro  uscito dalle sapienti e colte mani  di una mia conterranea la dott.ssa Maria Primerano, medico cardiologo presso l'Azienda Ospedaliera di Catanzaro, concertista, giornalista, conferenziera e tanto altro ancora che si è divertita,  tra le altre cose, a scrivere  L'anello stregato di Mozart un divertissement declinato in tutte le sue varianti sulla vita del genio di Salisburgo, pubblicato un mese e mezzo fa dalla casa editrice Tullio Pironti e già un successo nelle librerie di tutta Italia. Attraverso l'epistolario della famiglia e  le opere dell'artista in un divertente carosello l'autrice ci da saggio di quelli che erano i vizi e le virtù della società del settecento. Ironia, introspezione, comicità ma anche sensualità e trasgressività caratterizzano il libro che dopo l'ouverture tra variazioni, minuetti e intermezzi si connota per il parallelismo con il mondo musicale.
Ma Mozart non viveva di sola arte e così nel libro troviamo notizia dei succulenti banchetti  ai quali l'enfant prodige sovente sedeva, così come  delle misere pietanze delle locande in cui era costretto a soggiornare tra una tournée e un’altra senza ovviamente tralasciare la sua passione per il cioccolato. E l’autrice, certa di farci cosa gradita, come in effetti fa, dedica al genio anche un capitolo di ricette che vanno dalla preparazione delle famose Mozartkugeln, ai Capezzoli di Venere tanto cari a Salieri, alle Minne di Sant’AgataL’anello stregato di Mozart è dunque e volutamente un piacere per il palato oltre che per la musica e la mente. 
Come potevo allora farmi sfuggire l'occasione di riprodurre finalmente a casa le famose "Palle di Mozart"create nel 1890 da Paul Fürst, pasticcere di Salisburgo per festeggiare il centenario della morte dell'artista che si sarebbe tenuto di lì a poco. Un ricordo indelebile nella mia mente di bambina quando la mia insegnante di musica (suonavo anche io il pianoforte in tempi ormai remoti) me ne fece dono di ritorno da un viaggio a Vienna, come scordare quel gusto sublime
Mozartkugeln 

Ingredienti:
450 g di crema spalmabile al cacao e nocciole*
60 g di marzapane
30 g di pistacchi spellati
150 g di cioccolato fondente
liquore Amaretto 
150 g di cioccolato fondente
(la ricetta originale prevedeva il colorante verde che io ho ritenuto inutile e non il liquore ma io dico che esalta il gusto di mandorla del cioccolatino)
Frullare i pistacchi ed unirli al marzapane, amalgamare con pochissimo liquore. Formare delle piccolissime palline. Per formare le sfere ho utilizzato degli stampini in silicone a semisfera, se non l'avete l'autrice consiglia di formare le semisfere con uno scavino dopo aver tenuto il barattolo di crema in frigo per una notte.
Riempire gli stampini con la crema e posare su una metà di essi le sfere di marzapane preparate. Lasciar rassodare in freezer e poi accoppiare le semisfere ottenendo delle sfere che andranno ancora poste in freezer. Sciogliere a bagnomaria il cioccolato fondente e tuffarvi le palline preparate. Lasciar rassodare le palle in frigo prima di servirle.
* io ho utilizzato Nocciolata Rigoni di Asiago

Dissertando intorno a Mozart

Piatto decorato a mano La Vecchia Faenza, americano Busatti
Di Mozart in effetti si sanno tre cose che era un grande genio, che è morto giovane e che esistono deliziosi cioccolatini al marzapane (chi è stato in Austria almeno una volta non ha certo potuto ignorarli) dal curioso nome che rimanda agli attributi del compositore. Ho appreso molto molto di più sulla vita del grande artista attraverso un libro  uscito dalle sapienti e colte mani  di una mia conterranea la dott.ssa Maria Primerano, medico cardiologo presso l'Azienda Ospedaliera di Catanzaro, concertista, giornalista, conferenziera e tanto altro ancora che si è divertita,  tra le altre cose, a scrivere  L'anello stregato di Mozart un divertissement declinato in tutte le sue varianti sulla vita del genio di Salisburgo, pubblicato un mese e mezzo fa dalla casa editrice Tullio Pironti e già un successo nelle librerie di tutta Italia. Attraverso l'epistolario della famiglia e  le opere dell'artista in un divertente carosello l'autrice ci da saggio di quelli che erano i vizi e le virtù della società del settecento. Ironia, introspezione, comicità ma anche sensualità e trasgressività caratterizzano il libro che dopo l'ouverture tra variazioni, minuetti e intermezzi si connota per il parallelismo con il mondo musicale.
Ma Mozart non viveva di sola arte e così nel libro troviamo notizia dei succulenti banchetti  ai quali l'enfant prodige sovente sedeva, così come  delle misere pietanze delle locande in cui era costretto a soggiornare tra una tournée e un’altra senza ovviamente tralasciare la sua passione per il cioccolato. E l’autrice, certa di farci cosa gradita, come in effetti fa, dedica al genio anche un capitolo di ricette che vanno dalla preparazione delle famose Mozartkugeln, ai Capezzoli di Venere tanto cari a Salieri, alle Minne di Sant’AgataL’anello stregato di Mozart è dunque e volutamente un piacere per il palato oltre che per la musica e la mente. 
Come potevo allora farmi sfuggire l'occasione di riprodurre finalmente a casa le famose "Palle di Mozart"create nel 1890 da Paul Fürst, pasticcere di Salisburgo per festeggiare il centenario della morte dell'artista che si sarebbe tenuto di lì a poco. Un ricordo indelebile nella mia mente di bambina quando la mia insegnante di musica (suonavo anche io il pianoforte in tempi ormai remoti) me ne fece dono di ritorno da un viaggio a Vienna, come scordare quel gusto sublime
Mozartkugeln 

Ingredienti:
450 g di crema spalmabile al cacao e nocciole*
60 g di marzapane
30 g di pistacchi spellati
150 g di cioccolato fondente
liquore Amaretto 
150 g di cioccolato fondente
(la ricetta originale prevedeva il colorante verde che io ho ritenuto inutile e non il liquore ma io dico che esalta il gusto di mandorla del cioccolatino)
Frullare i pistacchi ed unirli al marzapane, amalgamare con pochissimo liquore. Formare delle piccolissime palline. Per formare le sfere ho utilizzato degli stampini in silicone a semisfera, se non l'avete l'autrice consiglia di formare le semisfere con uno scavino dopo aver tenuto il barattolo di crema in frigo per una notte.
Riempire gli stampini con la crema e posare su una metà di essi le sfere di marzapane preparate. Lasciar rassodare in freezer e poi accoppiare le semisfere ottenendo delle sfere che andranno ancora poste in freezer. Sciogliere a bagnomaria il cioccolato fondente e tuffarvi le palline preparate. Lasciar rassodare le palle in frigo prima di servirle.
* io ho utilizzato Nocciolata Rigoni di Asiago

2013-03-03

Crackers al grano saraceno e sesamo in omaggio alle eccellenze della Lessinia

Piatto e cucchiaino La Porcellana Bianca, tessuto GreenGate

quella della famiglia Benedetti e ve la racconto con le loro parole perché di più giuste non ne ho trovate "E' una storia di buoni sentimenti. Anzi, buonissimi! Pasqua, col nome che già profumava di primavera e di festa, era l’amata figlia e l’aiutante preferita del mastro casaro Angelo Benedetti. Un po’ burbero come spesso erano un tempo gli uomini di montagna, profondo conoscitore della sua Lessinia, dei prati migliori ove portare le mucche al pascolo e delle lavorazioni tradizionali di questa terra, Angelo sapeva bene come mettere le ali al sapore dei suoi formaggi! Mese dopo mese e d’estate direttamente in malga, Angelo e Pasqua trasformavano il latte profumato in delizie semplici e aromatiche, rifornendo tutta la comunità, che alla bottega dei formaggi Benedetti faceva riferimento come il cercatore d’oro alla miniera dalla vena più ricca, generosa e inesauribile. Un bel giorno Pasqua, che nel frattempo aveva assunto la gestione dell’azienda, conobbe Vittorio e se ne innamorò. Un segno del destino forse, perché i due portavano orgogliosamente lo stesso cognome: Benedetti. Ma le cose in comune non finivano qui! Difatti anche Vittorio era figlio d’arte: suo padre, allevatore di suini, aveva trasmesso al figlio la passione per la salumeria artigianale, insegnandogli i segreti del mestiere, quei gesti che si ripetono lenti e uguali da generazioni e che nella ritualità acquisiscono spessore e consistenza. Pasqua e Vittorio Benedetti, divenuti moglie e marito, decisero di porre al servizio della comunità il senso di ospitalità in loro innato e il patrimonio di bontà ereditato dalle rispettive famiglie. Negli anni ’70 aprirono così una locanda a Sant’Anna di Alfaedo in cui venivano serviti i formaggi e i salumi di famiglia, affettati o cucinati in modo semplice e onesto. Il successo fu tale che gli avventori, deliziati da quei sapori pieni e genuini, chiedevano loro sempre più spesso di acquistare e portare a casa le ghiottonerie assaggiate a tavola. Così, i due coniugi diedero voce alla... gola e inaugurarono la prima rivendita di formaggi e salumi Benedetti. Oggi il testimone è passato nelle abili mani di Corrado, figlio di Pasqua e Vittorio, che fin da bambino ha saputo fare tesoro degli insegnamenti dei genitori, imparandone e perfezionandone la maestria artigiana, la creatività e il coraggio, che oggi chiamiamo spirito imprenditoriale. Concreto e ospitale, avvezzo più a far parlare la qualità dei suoi prodotti che a perdersi in chiacchiere, Corrado perpetua da par suo la tradizione Benedetti, stagionando formaggi, producendo salumi, conserve e mille altre prelibatezze con rinnovata maestria, tesori di una gastronomia dalle origini antiche, ma mai come oggi assolutamente attuali".
All'Azienda Corrado Benedetti e alla loro golosa ed eccellente produzione va oggi il mio omaggio che è certo piccola cosa ma è la testimonianza che le cose quando sono fatte bene fanno parlare di sé anche a diverse centinaia di chilometri di distanza. Attraverso il loro Formaggio affinato nelle Ciliegie More della Valpolicella che trasferiscono al formaggio tutta la loro freschezza e vivacità e la Mostarda prodotta nel laboratorio dell'azienda con il medesimo frutto che è tipico del territorio ho potuto sentire e fare un po' miei gli aromi e i sapori della Lessinia con la speranza di poter un giorno, spero non molto lontano, recarmi in loco per scoprire l'origine e la provenienza di cotanta bontà. Per accompagnare queste eccellenze ho realizzato dei Crackers al grano saraceno e sesamo, un gusto che ricorda la montagna per un aperitivo che si fa ricordare.
Ingredienti:
100 g di farina di grano saraceno
100 g di farina di grano tenero 00
50 g di burro
5-6 cucchiai di acqua fredda
2 cucchiai di semi di sesamo
olio 
sale in fiocchi*
Amalgamare velocemnte il burro freddo a dadini con le farine, il sesamo e un cucchiaino di sale. Unire l'acqua e formare una palla con l'impasto, lasciarla poi riposare in frigo e stenderla sottile ricavandone unasfoglia quadrata o rettangolare poggiarla in teglia, pennellare la superficie con olio e cospargerla di sale. Con una rotella tagliapasta ricavare dei rettangoli o dei quadrati e infornare a 180° 10-15 minuti, finché saranno dorati. Servire con il formaggio e la mostarda.
* Io ho utilizzato Sale Ambrato Murray River Australiano Gemma di Mare

Crackers al grano saraceno e sesamo in omaggio alle eccellenze della Lessinia

Piatto e cucchiaino La Porcellana Bianca, tessuto GreenGate

quella della famiglia Benedetti e ve la racconto con le loro parole perché di più giuste non ne ho trovate "E' una storia di buoni sentimenti. Anzi, buonissimi! Pasqua, col nome che già profumava di primavera e di festa, era l’amata figlia e l’aiutante preferita del mastro casaro Angelo Benedetti. Un po’ burbero come spesso erano un tempo gli uomini di montagna, profondo conoscitore della sua Lessinia, dei prati migliori ove portare le mucche al pascolo e delle lavorazioni tradizionali di questa terra, Angelo sapeva bene come mettere le ali al sapore dei suoi formaggi! Mese dopo mese e d’estate direttamente in malga, Angelo e Pasqua trasformavano il latte profumato in delizie semplici e aromatiche, rifornendo tutta la comunità, che alla bottega dei formaggi Benedetti faceva riferimento come il cercatore d’oro alla miniera dalla vena più ricca, generosa e inesauribile. Un bel giorno Pasqua, che nel frattempo aveva assunto la gestione dell’azienda, conobbe Vittorio e se ne innamorò. Un segno del destino forse, perché i due portavano orgogliosamente lo stesso cognome: Benedetti. Ma le cose in comune non finivano qui! Difatti anche Vittorio era figlio d’arte: suo padre, allevatore di suini, aveva trasmesso al figlio la passione per la salumeria artigianale, insegnandogli i segreti del mestiere, quei gesti che si ripetono lenti e uguali da generazioni e che nella ritualità acquisiscono spessore e consistenza. Pasqua e Vittorio Benedetti, divenuti moglie e marito, decisero di porre al servizio della comunità il senso di ospitalità in loro innato e il patrimonio di bontà ereditato dalle rispettive famiglie. Negli anni ’70 aprirono così una locanda a Sant’Anna di Alfaedo in cui venivano serviti i formaggi e i salumi di famiglia, affettati o cucinati in modo semplice e onesto. Il successo fu tale che gli avventori, deliziati da quei sapori pieni e genuini, chiedevano loro sempre più spesso di acquistare e portare a casa le ghiottonerie assaggiate a tavola. Così, i due coniugi diedero voce alla... gola e inaugurarono la prima rivendita di formaggi e salumi Benedetti. Oggi il testimone è passato nelle abili mani di Corrado, figlio di Pasqua e Vittorio, che fin da bambino ha saputo fare tesoro degli insegnamenti dei genitori, imparandone e perfezionandone la maestria artigiana, la creatività e il coraggio, che oggi chiamiamo spirito imprenditoriale. Concreto e ospitale, avvezzo più a far parlare la qualità dei suoi prodotti che a perdersi in chiacchiere, Corrado perpetua da par suo la tradizione Benedetti, stagionando formaggi, producendo salumi, conserve e mille altre prelibatezze con rinnovata maestria, tesori di una gastronomia dalle origini antiche, ma mai come oggi assolutamente attuali".
All'Azienda Corrado Benedetti e alla loro golosa ed eccellente produzione va oggi il mio omaggio che è certo piccola cosa ma è la testimonianza che le cose quando sono fatte bene fanno parlare di sé anche a diverse centinaia di chilometri di distanza. Attraverso il loro Formaggio affinato nelle Ciliegie More della Valpolicella che trasferiscono al formaggio tutta la loro freschezza e vivacità e la Mostarda prodotta nel laboratorio dell'azienda con il medesimo frutto che è tipico del territorio ho potuto sentire e fare un po' miei gli aromi e i sapori della Lessinia con la speranza di poter un giorno, spero non molto lontano, recarmi in loco per scoprire l'origine e la provenienza di cotanta bontà. Per accompagnare queste eccellenze ho realizzato dei Crackers al grano saraceno e sesamo, un gusto che ricorda la montagna per un aperitivo che si fa ricordare.
Ingredienti:
100 g di farina di grano saraceno
100 g di farina di grano tenero 00
50 g di burro
5-6 cucchiai di acqua fredda
2 cucchiai di semi di sesamo
olio 
sale in fiocchi*
Amalgamare velocemnte il burro freddo a dadini con le farine, il sesamo e un cucchiaino di sale. Unire l'acqua e formare una palla con l'impasto, lasciarla poi riposare in frigo e stenderla sottile ricavandone unasfoglia quadrata o rettangolare poggiarla in teglia, pennellare la superficie con olio e cospargerla di sale. Con una rotella tagliapasta ricavare dei rettangoli o dei quadrati e infornare a 180° 10-15 minuti, finché saranno dorati. Servire con il formaggio e la mostarda.
* Io ho utilizzato Sale Ambrato Murray River Australiano Gemma di Mare

2013-02-28

Stracadenti ai frutti rossi per il mio caffè del cuore

Vassoio e bicchierini La Porcellana Bianca, americano e tovagliolo Busatti
Tutti abbiamo dei ricordi piacevoli e a volte succede che un aroma, un sapore, una sfumatura abbiano il potere di riportarci indietro nel passato. Io ho studiato a Modena e lì in centro dov'era la mia facoltà c'era un caffè che era quasi un simbolo della città il Caffè Molinari...come scordare quell'odore che ti invadeva e riscaldava solo passando vicino alla vetrina del bar. Ecco ho avuto questo tuffo nel passato perché la Torrefazione 1808 Molinari, che produce degli ottimi caffè da più di due secoli, adesso ce li spedisce fino a casa ed ho potuto così riassaporare e ricordare i bei tempi che furono (parlo come un'anziana vero?). 
Caffettiera red Eccomi La Pausa Caffè GP&me
La produzione di Molinari è però molto vasta e come ogni azienda che si rispetti non è che son rimasti alla miscela tradizionale del bar, loro si sono evoluti e lo hanno fatto in tanti modi, con le miscele biologiche, con quelle aromatizzate e anche con le tisane che ho avuto il piacere di assaggiare nella versione sprint della Prontoenergy a base di ginseng e nella versione Prontorelax con erbe rilassanti per la sera.
Ecco è successo che mi sono innamorata di una miscela che è diventata per me quasi una droga, Irish cream, un miracolo non so come fanno l'aroma del caffè mescolato alla crema di whisky ma senza alcool, dicevo che crea dipendenza come i biscottini cui l'ho abbinato, confesso che per il caffè del pomeriggio, questo caffè, li ho già fatti due volte si chiamano Stracadenti ma chiamateli tozzetti, cantucci, come volete certo è che son buoni, ottimi nella mia versione preferita ai frutti rossi e mandorle e semplici da fare; giusto il tempo di una telefonata all'amica per invitarla a degustare insieme lo speciale caffè e i biscotti.
Stracadenti ai frutti rossi e mandorle
Ingredienti:
250 g di farina 00
175 g di zucchero a velo
100 g di frutti rossi essiccati
70 g di mandorle 
1 cucchiaino di lievito per dolci
2 uova
2 cucchiai di Rum
1 pizzico di vanillina
Impastare la farina setacciata con il lievito insieme alle uova, lo zucchero, la vanillina e il liquore, impasto deve risultare morbido ma consistente pertanto se è il caso aggiungere poca acqua fredda, unire le mandorle e i frutti ammollati in acqua calda strizzati e asciugati. Formare due filoncini e disporli in una teglia foderata di carta forno Cuocere in forno a 180° finché appariranno dorati, con un coltello ben affilato (io mi sono affidata ad Arcos) tagliare i filoncini a fettine e disporle sulla teglia, porre ancora in forno qualche minuto a biscottare.