2015-10-12

Coppa regina d'autunno

Runner Busatti
Quando devo fare un dolce ultimamente tendo a disanimarmi perché c'è molto lavoro e con il poco tempo che ho a disposizione nulla viene come io vorrei, c'è da aggiungere però che mi rifiuto di acquistare dolci nelle pasticcerie locali dove la qualità ritengo non sia di livello, utilizzano in molti casi preparati che non si rivelano di qualità ottenendo dolci "troppo dolci" e "piatti" che non ti danno nessuna emozione. 
Ho scoperto però che pescando nei luoghi giusti si possono comprare degli eccellenti ingredienti e prodotti finiti da utilizzare poi per dessert e dolci casalinghi veloci dai risultati impeccabili.
Su B.Langhe ho trovato un vastissimo assortimento di dolci a base di nocciola e cioccolato, creme spalmabili, tartufi, torte di nocciole, panetti di cioccolato e nocciole e così via. Mi sono lasciata un po' prendere la mano ed ho realizzato un golosissimo dolce a base di nocciole, con un tocco di castagna, lavorando in realtà davvero poco e sfruttando i buoni prodotti di B.Langhe.
Coppa regina d'autunno
Ingredienti per 6 coppe
Per la crema: 250 g di mascarpone
200 ml di panna fresca
1 cucchiaio di zucchero a velo
3 cucchiaiate di crema di marroni
2 cucchiai di rum
Per completare:
Pan di langhe (torta di nocciole)
rum
1 cucchiaio di crema di marroni
Montare la panna con lo zucchero a velo e tenerla da parte. Montare il mascarpone con la crema di marroni e il rum, aggiungervi poi con movimenti dal basso verso l'alto la panna montata. Sbriciolare sul fondo delle coppe un po' di torta di nocciole, bagnare con rum e disporvi sopra la crema preparata, disporre al centro di ogni coppa un po' di crema di marroni e mezzo tartufo nero e completare con il trito di cioccolato bianco e nocciole. Davvero una coppa regina d'autunno.

2015-10-05

Ottobre: autunno con eleganza


Tovaglia in tessuto damascato uva Busatti
Ottobre, autunno, vendemmia, voglia di cose belle. Eccomi qui a proporvi una tavola sontuosa ed elegante con una tovaglia  e un centrotavola che richiamano la ricchezza delle vigne di inizio autunno, per celebrare la vendemmia uno degli eventi più belli che la natura nel corso dell'anno ci offre.
Bicchieri a calice rigorosamente in cristallo e per i piatti il bianco "sdrammatizzato" però accostando tra loro modelli diversi.
La tavola parla da sé e anche i piatti che su di essa si presentano devono essere adeguati alla circostanza.Il mio suggerimento di oggi è per un piatto d'apertura a base di polenta, formaggio e funghi porcini, proseguirei la cena con un piatto a base di carne: un arrosto, un brasato o uno stracotto al vino rosso e patate , piatti di una certa consistenza cui abbinare fiumi di vino rosso. Terminerei la cena con un dessert semplice e goloso magari a base di castagne o di nocciole, frutti tipici della stagione autunnale.
Ecco a voi la ricetta del piatto di apertura
Timballo di polenta alla fontina con crema di porcini
Ingredienti per 4 persone:
120 g di farina per polenta precotta
2 cucchiai di formaggio grana
40 g di burro
sale e pepe
4 cubetti di formaggio fontina
2 porcini
1 spicchio d'aglio
olio extravergine d'oliva
1 foglia di alloro
vino bianco
50 ml di panna
4 fette di pancetta tesa
Tagliare a fettine i funghi e saltarli in padella con olio aglio e alloro, salare pepare e sfumare con il vino, eliminare l'aglio e l'alloro e frullare a salsa con la panna regolando di sale e pepe.
Preparare la polenta secondo le indicazioni condire con il grana e suddividere negli stampini imburrati infilare al centro di ognuno un cubetto di fontina e porre sulla superficie un ricciolo di burro.
Passare i timballini in forno, a parte in una teglia asciugare anche le fette di pancetta finché risulteranno dorate e croccanti. Servire i timballini sulla crema di porcini decorando con la pancetta croccante.
Gli altri miei suggerimenti per la cena li trovate ai seguenti link:
Geretto brasato al vino e funghi
Arrosto di pancetta di suino con saba e miele
Minicharlottes per le mie sorelline

Ottobre: autunno con eleganza


Tovaglia in tessuto damascato uva Busatti
Ottobre, autunno, vendemmia, voglia di cose belle. Eccomi qui a proporvi una tavola sontuosa ed elegante con una tovaglia  e un centrotavola che richiamano la ricchezza delle vigne di inizio autunno, per celebrare la vendemmia uno degli eventi più belli che la natura nel corso dell'anno ci offre.
Bicchieri a calice rigorosamente in cristallo e per i piatti il bianco "sdrammatizzato" però accostando tra loro modelli diversi.
La tavola parla da sé e anche i piatti che su di essa si presentano devono essere adeguati alla circostanza.Il mio suggerimento di oggi è per un piatto d'apertura a base di polenta, formaggio e funghi porcini, proseguirei la cena con un piatto a base di carne: un arrosto, un brasato o uno stracotto al vino rosso e patate , piatti di una certa consistenza cui abbinare fiumi di vino rosso. Terminerei la cena con un dessert semplice e goloso magari a base di castagne o di nocciole, frutti tipici della stagione autunnale.
Ecco a voi la ricetta del piatto di apertura
Timballo di polenta alla fontina con crema di porcini
Ingredienti per 4 persone:
120 g di farina per polenta precotta
2 cucchiai di formaggio grana
40 g di burro
sale e pepe
4 cubetti di formaggio fontina
2 porcini
1 spicchio d'aglio
olio extravergine d'oliva
1 foglia di alloro
vino bianco
50 ml di panna
4 fette di pancetta tesa
Tagliare a fettine i funghi e saltarli in padella con olio aglio e alloro, salare pepare e sfumare con il vino, eliminare l'aglio e l'alloro e frullare a salsa con la panna regolando di sale e pepe.
Preparare la polenta secondo le indicazioni condire con il grana e suddividere negli stampini imburrati infilare al centro di ognuno un cubetto di fontina e porre sulla superficie un ricciolo di burro.
Passare i timballini in forno, a parte in una teglia asciugare anche le fette di pancetta finché risulteranno dorate e croccanti. Servire i timballini sulla crema di porcini decorando con la pancetta croccante.
Gli altri miei suggerimenti per la cena li trovate ai seguenti link:
Geretto brasato al vino e funghi
Arrosto di pancetta di suino con saba e miele
Minicharlottes per le mie sorelline

2015-10-01

Calamarata al baccalà con profumo di limone

Runner Busatti, piatto La Porcellana Bianca
"Deve scorrere porosa sulla lingua liscia a carezzare il palato sontuosa e fragile al contempo da sola non riesce a esprimersi si perché non c'è pasta senza salsa" è così che ChefRubio ci racconta la pasta secca e fresca di tradizione italiana nel secondo numero di Le ricette di Unti e Bisunti, già in edicola dalla scorsa settimana.
Per la pasta ho un debole e le ricette della tradizione italiana sono infinite e tutte molto appetitose: sagne, tajarin, vincisgrassi, orecchiette, gnocchetti e maccheroni sono tante le
ricette per una cena speciale di tradizione. Seguendo le ricette di ChefRubio non si può che andare sul sicuro ricavandone risultati impeccabili, ma come sapete a me piace lasciare il terreno conosciuto per avventurarmi un po' in zone poco note e se da noi per pasta con il baccalà s'intendono rigorosamente gli spaghetti cucinati con cipolla e pomodoro, ho voluto provare una nota più fresca con baccalà, olive verdi e nere, capperi e scorza di limone, condimento perfetto per una mezza manica, una calamarata o un mezzo rigatone.
Vi raccomando di non perdere il numero di Le ricette di Unti e Bisunti dedicato a Manzo e Vitello da questo martedì in edicola con Il Corriere dello Sport, ve lo ricordo con le parole di ChefRubio "Manzo e vitello c'hanno dato tutto, ce ne siamo serviti per coprirci, ci hanno dato energia, ispirazione e sostegno."

Come resistere a quest'uomo, un sorriso me lo strappa davvero sempre con il suo particolare approccio alla materia cibo. E intorno al cibo di risate se ne possono fare davvero tante. Ce ne danno prova due simpatici libretti pubblicati di recente.
Aprite le orecchiette di Pino Africano, che da anni si occupa di trofoterapia, scienza che cura le malattie attraverso una corretta alimentazione, è pubblicato da Terra Nuova Edizioni e ci fornisce in 202 pillole esilaranti e corrosive sulla mala educazione alimentare, messaggi importanti che riguardano la salute di ognuno di noi per il piacere di una sana, gustosa e intelligente conoscenza di cui non ci si può sentire mai sazi.
In Non si finisce mai d'impanare di Stefano Piazza per EDT  editore le più divertenti, sagge, stupide parole mai dette sulla maggiore ossessione contemporanea: il cibo. "200 citazioni provenienti da tutto il mondo, da tutti i tempi per fare bella figura, e magari anche una risata, in ogni occasione. Da Voltaire ai Simpson's, da “How I Met Your Mother” al celebre “Mi hai diluso” di Joe Bastianich, da Rossini a “The Big Bang Theory”, Da Gianni Mura a Benedetta Parodi, da Maurizio Crozza ad Antonio Razzi. Nel cibo tout se tient e nulla si butta, come nel maiale". Le illustrazioni di Gianluca Biscalchin che arricchiscono il volumetto fin dalla copertina ne fanno davvero un libro da  non perdere.
La vita signori va presa con ironia non perdiamo l'occasione di farlo anche a tavola.
Eccovi ora la ricetta di oggi:
Calamarata al baccalà con profumo di limone
Ingredienti per 4 persone:
400 g di calamarata
4 fette di baccalà già spugnato (500-600 g)
1 cucchiaio di olive verdi denocciolate
1 cucchiaio di olive nere denocciolate
1 limone non trattato
1 cucchiaio di capperi*
4 pomodori pelati o freschi
olio extravergine d'oliva
1 spicchio d'aglio
prezzemolo
Tritare olive e capperi e soffriggerle in una larga padella con un filo d'olio, unire i pomodori, schiacciandoli con la forchetta e il baccalà senza la pelle cercando di disfare anch'esso un po' con la forchetta. Non dovrebbe richiedere sale la ricetta occorrerà solo completare saltando in padella la pasta, già lessata al dente, insaporendo con prezzemolo tritato e scorza di limone grattugiata.
* Per questa ricetta ho utilizzato ottimi Capperi di Pantelleria

In abbinamento a questo piatto ho scelto un Quojane Barone di Serramarrocco da uve Zibibbo secco e dai sentori agrumati.

Calamarata al baccalà con profumo di limone

Runner Busatti, piatto La Porcellana Bianca
"Deve scorrere porosa sulla lingua liscia a carezzare il palato sontuosa e fragile al contempo da sola non riesce a esprimersi si perché non c'è pasta senza salsa" è così che ChefRubio ci racconta la pasta secca e fresca di tradizione italiana nel secondo numero di Le ricette di Unti e Bisunti, già in edicola dalla scorsa settimana.
Per la pasta ho un debole e le ricette della tradizione italiana sono infinite e tutte molto appetitose: sagne, tajarin, vincisgrassi, orecchiette, gnocchetti e maccheroni sono tante le
ricette per una cena speciale di tradizione. Seguendo le ricette di ChefRubio non si può che andare sul sicuro ricavandone risultati impeccabili, ma come sapete a me piace lasciare il terreno conosciuto per avventurarmi un po' in zone poco note e se da noi per pasta con il baccalà s'intendono rigorosamente gli spaghetti cucinati con cipolla e pomodoro, ho voluto provare una nota più fresca con baccalà, olive verdi e nere, capperi e scorza di limone, condimento perfetto per una mezza manica, una calamarata o un mezzo rigatone.
Vi raccomando di non perdere il numero di Le ricette di Unti e Bisunti dedicato a Manzo e Vitello da questo martedì in edicola con Il Corriere dello Sport, ve lo ricordo con le parole di ChefRubio "Manzo e vitello c'hanno dato tutto, ce ne siamo serviti per coprirci, ci hanno dato energia, ispirazione e sostegno."

Come resistere a quest'uomo, un sorriso me lo strappa davvero sempre con il suo particolare approccio alla materia cibo. E intorno al cibo di risate se ne possono fare davvero tante. Ce ne danno prova due simpatici libretti pubblicati di recente.
Aprite le orecchiette di Pino Africano, che da anni si occupa di trofoterapia, scienza che cura le malattie attraverso una corretta alimentazione, è pubblicato da Terra Nuova Edizioni e ci fornisce in 202 pillole esilaranti e corrosive sulla mala educazione alimentare, messaggi importanti che riguardano la salute di ognuno di noi per il piacere di una sana, gustosa e intelligente conoscenza di cui non ci si può sentire mai sazi.
In Non si finisce mai d'impanare di Stefano Piazza per EDT  editore le più divertenti, sagge, stupide parole mai dette sulla maggiore ossessione contemporanea: il cibo. "200 citazioni provenienti da tutto il mondo, da tutti i tempi per fare bella figura, e magari anche una risata, in ogni occasione. Da Voltaire ai Simpson's, da “How I Met Your Mother” al celebre “Mi hai diluso” di Joe Bastianich, da Rossini a “The Big Bang Theory”, Da Gianni Mura a Benedetta Parodi, da Maurizio Crozza ad Antonio Razzi. Nel cibo tout se tient e nulla si butta, come nel maiale". Le illustrazioni di Gianluca Biscalchin che arricchiscono il volumetto fin dalla copertina ne fanno davvero un libro da  non perdere.
La vita signori va presa con ironia non perdiamo l'occasione di farlo anche a tavola.
Eccovi ora la ricetta di oggi:
Calamarata al baccalà con profumo di limone
Ingredienti per 4 persone:
400 g di calamarata
4 fette di baccalà già spugnato (500-600 g)
1 cucchiaio di olive verdi denocciolate
1 cucchiaio di olive nere denocciolate
1 limone non trattato
1 cucchiaio di capperi*
4 pomodori pelati o freschi
olio extravergine d'oliva
1 spicchio d'aglio
prezzemolo
Tritare olive e capperi e soffriggerle in una larga padella con un filo d'olio, unire i pomodori, schiacciandoli con la forchetta e il baccalà senza la pelle cercando di disfare anch'esso un po' con la forchetta. Non dovrebbe richiedere sale la ricetta occorrerà solo completare saltando in padella la pasta, già lessata al dente, insaporendo con prezzemolo tritato e scorza di limone grattugiata.
* Per questa ricetta ho utilizzato ottimi Capperi di Pantelleria

In abbinamento a questo piatto ho scelto un Quojane Barone di Serramarrocco da uve Zibibbo secco e dai sentori agrumati.

2015-09-28

Hot-dog home made, come ti conquisto i bambini

E' vero che si possono conquistare i bambini con un piatto ma ho scoperto che è anche possibile conquistarli prima ancora di prepararlo un piatto,  parlandogli di cibo.
Sembra un'impresa impossibile suscitare l'interesse dei bambini con alcuni argomenti che sembrano noiosi eppure non è così. Mi sono ritrovata a parlare di patate e veleni, di pirati e acido ascorbico, di forchette e principesse, di piselli e scatolette, di pane e antichi romani e di tanti altri alimenti suscitando in loro lo stesso incanto di quando gli racconto di  fate o supereroi. Sembra che si possano vivere avventure incredibili aprendo il frigorifero di casa perché il cibo che mangiamo nasconde storie vere più emozionanti delle fiabe, basta solo conoscerle. La storia dell'alimentazione è costellata di eventi incredibili, esperimenti scientifici, naufragi, incontri con popoli misteriosi, guerre, superstizioni, scoperte geniali, inganni ed errori clamorosi, senza tutto ciò pare che i cibi che consumiamo quotidianamente non sarebbero arrivati fino a noi. Per conoscere tutto questo e farlo conoscere ai nostri bambini che certamente avranno più consapevolezza di quel che c'è nel loro piatto un libro strepitoso, l'ultimo nato nella collana Ci provo gusto di Editoriale Scienza. Storie in frigorifero è il titolo di questo gustosissimo libro di Emanuela Bussolati e Federica Buglioni e il sottotitolo "tutte vere...e più avventurose delle fiabe" ne preannuncia il ricco contenuto.
Più si avanti con gli anni  più è difficile, a volte quasi impossibile, guardare le cose con gli occhi dei bambini. Un ottimo esercizio di riflessione sull'argomento ce lo offre Stefano D'Andrea con il suo La vita è una pizza edito da Corbaccio, un libro per sorridere ed imparare ad apprezzare quel che troppo spesso ci sembra inutile.
Pillole di saggezza dalla prima all'ultima pagina per apprezzare, e ritrovare forse un poco, quella semplicità che ci apparteneva da piccoli e che abbiamo ormai dimenticato. Del resto è vero "Ogni periodo della vita ha qualcosa che manca all'altro ma se nessun bambino può imparare a essere grande, forse i grandi possono ricordarsi com'era essere bambini. Non è necessario portarsi sempre dietro un ciuccio o sbavare mentre si mangia. Basterebbe usare un po' di immaginazione e memoria, e fare una sorta di frullato di ingenuità e consapevolezza".
A volte cerco anch'io di ritornare bambina immedesimandomi in quelli che potrebbero essere i desideri culinari dei miei piccoli. Con gli hot-dog non si sbaglia in effetti e allora perché non preparare in casa il pane giusto, cercando poi di farcirlo con quanto di meglio il mercato possa offrire, piuttosto che affidarsi al già pronto risparmiando tempo magari ma avendo in cambio prodotti di bassa qualità? Io ci ho provato ed ho fatto bingo. Se volete provare anche voi non resta che appuntarvi la ricetta per i panini al latte che sto per darvi.
Per un ottimo risultato vi consiglio di utilizzare La farina 0 biologica di Plurimix Point ricavata dai migliori frumenti coltivati in  Italia con sistema biologico. Per i wurstel mi raccomando leggete sempre l'etichetta, scegliendo la lista più ridotta di ingredienti, la più alta percentuale di carne (solo suina) e il minor utilizzo di aromi artificiali.
Hot-dog home made
Ingredienti per 12 panini:
500 g di farina 0 biologica
300 ml di latte
100 ml di acqua
30 g di zucchero
20 g di burro
20 g di lievito madre in polvere
10 g di sale (due cucchiaini)
Per completare:
12 wurstel
ketcup e maionese
Versare nella planetaria farina, lievito, zucchero e acqua, impastare per qualche minuto e unire latte e sale, aggiungere infine il burro un po' alla volta e lavorare fino a che l'impasto risulterà ben incordato. Lasciarlo lievitare fino a raddoppio in una ciotola coperta di carta forno, poi suddividerlo in 12 porzioni e dare la forma allungata, spennellare con il latte e lasciare ancora lievitare fino al raddoppio. Infornare alla massima temperatura ponendo alla base del forno una ciotola piena d'acqua. Farcire con i wurstel arrostiti sulla griglia o in forno dopo aver praticato sulla superficie qualche taglietto e completare con ketcup e maionese. Se vi piace esagerare patatine fritte per contorno.

Hot-dog home made, come ti conquisto i bambini

E' vero che si possono conquistare i bambini con un piatto ma ho scoperto che è anche possibile conquistarli prima ancora di prepararlo un piatto,  parlandogli di cibo.
Sembra un'impresa impossibile suscitare l'interesse dei bambini con alcuni argomenti che sembrano noiosi eppure non è così. Mi sono ritrovata a parlare di patate e veleni, di pirati e acido ascorbico, di forchette e principesse, di piselli e scatolette, di pane e antichi romani e di tanti altri alimenti suscitando in loro lo stesso incanto di quando gli racconto di  fate o supereroi. Sembra che si possano vivere avventure incredibili aprendo il frigorifero di casa perché il cibo che mangiamo nasconde storie vere più emozionanti delle fiabe, basta solo conoscerle. La storia dell'alimentazione è costellata di eventi incredibili, esperimenti scientifici, naufragi, incontri con popoli misteriosi, guerre, superstizioni, scoperte geniali, inganni ed errori clamorosi, senza tutto ciò pare che i cibi che consumiamo quotidianamente non sarebbero arrivati fino a noi. Per conoscere tutto questo e farlo conoscere ai nostri bambini che certamente avranno più consapevolezza di quel che c'è nel loro piatto un libro strepitoso, l'ultimo nato nella collana Ci provo gusto di Editoriale Scienza. Storie in frigorifero è il titolo di questo gustosissimo libro di Emanuela Bussolati e Federica Buglioni e il sottotitolo "tutte vere...e più avventurose delle fiabe" ne preannuncia il ricco contenuto.
Più si avanti con gli anni  più è difficile, a volte quasi impossibile, guardare le cose con gli occhi dei bambini. Un ottimo esercizio di riflessione sull'argomento ce lo offre Stefano D'Andrea con il suo La vita è una pizza edito da Corbaccio, un libro per sorridere ed imparare ad apprezzare quel che troppo spesso ci sembra inutile.
Pillole di saggezza dalla prima all'ultima pagina per apprezzare, e ritrovare forse un poco, quella semplicità che ci apparteneva da piccoli e che abbiamo ormai dimenticato. Del resto è vero "Ogni periodo della vita ha qualcosa che manca all'altro ma se nessun bambino può imparare a essere grande, forse i grandi possono ricordarsi com'era essere bambini. Non è necessario portarsi sempre dietro un ciuccio o sbavare mentre si mangia. Basterebbe usare un po' di immaginazione e memoria, e fare una sorta di frullato di ingenuità e consapevolezza".
A volte cerco anch'io di ritornare bambina immedesimandomi in quelli che potrebbero essere i desideri culinari dei miei piccoli. Con gli hot-dog non si sbaglia in effetti e allora perché non preparare in casa il pane giusto, cercando poi di farcirlo con quanto di meglio il mercato possa offrire, piuttosto che affidarsi al già pronto risparmiando tempo magari ma avendo in cambio prodotti di bassa qualità? Io ci ho provato ed ho fatto bingo. Se volete provare anche voi non resta che appuntarvi la ricetta per i panini al latte che sto per darvi.
Per un ottimo risultato vi consiglio di utilizzare La farina 0 biologica di Plurimix Point ricavata dai migliori frumenti coltivati in  Italia con sistema biologico. Per i wurstel mi raccomando leggete sempre l'etichetta, scegliendo la lista più ridotta di ingredienti, la più alta percentuale di carne (solo suina) e il minor utilizzo di aromi artificiali.
Hot-dog home made
Ingredienti per 12 panini:
500 g di farina 0 biologica
300 ml di latte
100 ml di acqua
30 g di zucchero
20 g di burro
20 g di lievito madre in polvere
10 g di sale (due cucchiaini)
Per completare:
12 wurstel
ketcup e maionese
Versare nella planetaria farina, lievito, zucchero e acqua, impastare per qualche minuto e unire latte e sale, aggiungere infine il burro un po' alla volta e lavorare fino a che l'impasto risulterà ben incordato. Lasciarlo lievitare fino a raddoppio in una ciotola coperta di carta forno, poi suddividerlo in 12 porzioni e dare la forma allungata, spennellare con il latte e lasciare ancora lievitare fino al raddoppio. Infornare alla massima temperatura ponendo alla base del forno una ciotola piena d'acqua. Farcire con i wurstel arrostiti sulla griglia o in forno dopo aver praticato sulla superficie qualche taglietto e completare con ketcup e maionese. Se vi piace esagerare patatine fritte per contorno.

2015-09-24

Accendiamo l'autunno con un piatto di gnocchi

Sembrava proprio che l'estate non avesse voglia di lasciarci e invece sono bastati un paio di giorni di pioggia e l'inizio della scuola a farci precipitare di diritto e forse senza alcun preavviso in autunno, la stagione che in effetti più amo (una volta che si è dichiarata senza più perplessità) ma che al suo arrivo mi disorienta sempre un po' combattuta come mi trova tra il non voler lasciarmi sfuggire gli ultimi scorci d'estate e abbandonarmi completamente al nuovo clima, abiti e scarpe comprese. La cosa più dura in effetti rimane per me rimettere i piedi nelle scarpe chiuse, adoro i sandali e farne a meno mi costa sempre un po' troppa fatica.
Quando arriva l'autunno poi sento prepotente la voglia di calore di casa, di cose confortanti ed è allora che mi arriva la voglia di rinnovare anche l'ambiente in cui vivo. Mi sembra sempre che manchi qualcosa soprattutto in sala. Da quando la famiglia si è formata quello strano iniziale desiderio giovanile di minimalismo, di ambienti lineari, moderni, in cui la luce domina assoluta risulta per me superato. Mi piacerebbe avere più colore intorno a me per avere quel tipico calore di focolare domestico.
Arrivato l'autunno, dicevo, cerco allora di arricchire questo mio enorme e "chiaro" salone con elementi che possano in qualche modo riscaldarlo almeno visivamente. Cuscini, tappeti e tutto ciò che può aiutare alla bisogna.
Ultimamente mi sono fissata con le lampade, mi piace disseminarne ovunque e quando cerco lampade e sistemi d'illuminazione il passaggio obbligato è su Lampcommerce, sempre prodotti nuovi e innovativi, una soluzione per tutti i gusti a portata di un click. Mi sono soffermata sulla collezione Artemide, ricca di modelli che fortemente m'ispirano e chissà magari un nuovo elemento potrei anche aggiungerlo...guardate la lampada della foto, mi fa impazzire.
Ah! Ma qui non dovrei parlare di cucina? Bando alle divagazioni allora e spostiamoci virtualmente ai fornelli.
Il clima si è rinfrescato come dicevo e io inizio con qualche piatto che mi parli d'autunno e mi dia calore e per me il calore per eccellenza, sono gli gnocchi di patate. Non posso farli tanto spesso perché il mio maritino non li adora certo quanto me ma per fortuna mio figlio è dalla mia parte e quindi ogni tanto ce li concediamo. Stavolta con un condimento che mi parla già di climi freddi, una crema di porro e noci arricchita da salmone. Un condimento semplice e molto gustoso da concedersi magari nel week-end, quando finalmente archiviato lo stress della settimana ci si può abbandonare ai ritmi lenti della pasta fatta in casa.
Gnocchi di patate con salmone, crema di porri e noci
Ingredienti per 4 persone
Per gli gnocchi:
1 kg di patate
300 g di farina 00
1
uovo
Per la crema di porri e noci:
1 porro
10 noci
20 g di burro
2 cucchiai di olio extravergine d'oliva
1 cucchiaio di farina
brodo vegetale
sale e pepe
Per completare: 2 fette (circa 400 g di salmone fresco).
La ricetta risulterà comunque molto gradevole anche con salmone affumicato che conferirà al piatto un gusto più deciso, in tal caso ridurre la grammatura a 150 massimo 200 g.
Lessare le patate, passarle ancora calde ottenendo una purea, aggiungere la farina e l'uovo e poi stendere l'impasto con il matterello ad uno spessore di mezzo centimetro circa. Tirare la pasta in bastoncini e tagliarli, cavandoli successivamente sull'apposita tavoletta o sui rebbi di una forchetta. Versare gli gnocchi in acqua bollente salata e tirarli su man mano che vengono a galla.
Pulire il porro, affettarlo e  rosolarlo in un tegame con il burro sciolto insieme all'olio, aggiungere la farina e mescolare, unire poi un po' di brodo e portare a cottura, salare, pepare e frullare a crema unendo le noci. Tagliare il salmone a dadini e saltarlo in padella con un filo d'olio, unire la crema di porri e gli gnocchi appena vengono a galla cercando di amalgamare tutto.
Ora non mi resta che suggerirvi di accompagnare questo godurioso piatto con un buon bicchiere di vino. Ho pescato molto a nord, presso un'azienda di cui vi avevo già parlato un po' di tempo fa, scegliendo un Lugana DOP Fabio Contato che prende il nome dal titolare dell’Azienda Agricola Cà Maiol e vuole rappresentare la migliore espressione qualitativa aziendale.

Accendiamo l'autunno con un piatto di gnocchi

Sembrava proprio che l'estate non avesse voglia di lasciarci e invece sono bastati un paio di giorni di pioggia e l'inizio della scuola a farci precipitare di diritto e forse senza alcun preavviso in autunno, la stagione che in effetti più amo (una volta che si è dichiarata senza più perplessità) ma che al suo arrivo mi disorienta sempre un po' combattuta come mi trova tra il non voler lasciarmi sfuggire gli ultimi scorci d'estate e abbandonarmi completamente al nuovo clima, abiti e scarpe comprese. La cosa più dura in effetti rimane per me rimettere i piedi nelle scarpe chiuse, adoro i sandali e farne a meno mi costa sempre un po' troppa fatica.
Quando arriva l'autunno poi sento prepotente la voglia di calore di casa, di cose confortanti ed è allora che mi arriva la voglia di rinnovare anche l'ambiente in cui vivo. Mi sembra sempre che manchi qualcosa soprattutto in sala. Da quando la famiglia si è formata quello strano iniziale desiderio giovanile di minimalismo, di ambienti lineari, moderni, in cui la luce domina assoluta risulta per me superato. Mi piacerebbe avere più colore intorno a me per avere quel tipico calore di focolare domestico.
Arrivato l'autunno, dicevo, cerco allora di arricchire questo mio enorme e "chiaro" salone con elementi che possano in qualche modo riscaldarlo almeno visivamente. Cuscini, tappeti e tutto ciò che può aiutare alla bisogna.
Ultimamente mi sono fissata con le lampade, mi piace disseminarne ovunque e quando cerco lampade e sistemi d'illuminazione il passaggio obbligato è su Lampcommerce, sempre prodotti nuovi e innovativi, una soluzione per tutti i gusti a portata di un click. Mi sono soffermata sulla collezione Artemide, ricca di modelli che fortemente m'ispirano e chissà magari un nuovo elemento potrei anche aggiungerlo...guardate la lampada della foto, mi fa impazzire.
Ah! Ma qui non dovrei parlare di cucina? Bando alle divagazioni allora e spostiamoci virtualmente ai fornelli.
Il clima si è rinfrescato come dicevo e io inizio con qualche piatto che mi parli d'autunno e mi dia calore e per me il calore per eccellenza, sono gli gnocchi di patate. Non posso farli tanto spesso perché il mio maritino non li adora certo quanto me ma per fortuna mio figlio è dalla mia parte e quindi ogni tanto ce li concediamo. Stavolta con un condimento che mi parla già di climi freddi, una crema di porro e noci arricchita da salmone. Un condimento semplice e molto gustoso da concedersi magari nel week-end, quando finalmente archiviato lo stress della settimana ci si può abbandonare ai ritmi lenti della pasta fatta in casa.
Gnocchi di patate con salmone, crema di porri e noci
Ingredienti per 4 persone
Per gli gnocchi:
1 kg di patate
300 g di farina 00
1
uovo
Per la crema di porri e noci:
1 porro
10 noci
20 g di burro
2 cucchiai di olio extravergine d'oliva
1 cucchiaio di farina
brodo vegetale
sale e pepe
Per completare: 2 fette (circa 400 g di salmone fresco).
La ricetta risulterà comunque molto gradevole anche con salmone affumicato che conferirà al piatto un gusto più deciso, in tal caso ridurre la grammatura a 150 massimo 200 g.
Lessare le patate, passarle ancora calde ottenendo una purea, aggiungere la farina e l'uovo e poi stendere l'impasto con il matterello ad uno spessore di mezzo centimetro circa. Tirare la pasta in bastoncini e tagliarli, cavandoli successivamente sull'apposita tavoletta o sui rebbi di una forchetta. Versare gli gnocchi in acqua bollente salata e tirarli su man mano che vengono a galla.
Pulire il porro, affettarlo e  rosolarlo in un tegame con il burro sciolto insieme all'olio, aggiungere la farina e mescolare, unire poi un po' di brodo e portare a cottura, salare, pepare e frullare a crema unendo le noci. Tagliare il salmone a dadini e saltarlo in padella con un filo d'olio, unire la crema di porri e gli gnocchi appena vengono a galla cercando di amalgamare tutto.
Ora non mi resta che suggerirvi di accompagnare questo godurioso piatto con un buon bicchiere di vino. Ho pescato molto a nord, presso un'azienda di cui vi avevo già parlato un po' di tempo fa, scegliendo un Lugana DOP Fabio Contato che prende il nome dal titolare dell’Azienda Agricola Cà Maiol e vuole rappresentare la migliore espressione qualitativa aziendale.

2015-09-20

AgriPernia, in agriturismo come in campagna dalla nonna



Per il mio ultimo Percorso del gusto di Diritto di Cronaca mi sono spostata sul Tirreno.  Il Tirreno affascina molto ma sento spesso che si va per le solite mete, vorrei quindi consigliarvi un percorso diverso che non si fermi alla sola costa ma vada un po' al di là a scoprire magari la civiltà degli Enotri, i primi a portare la cultura del vino nella nostra terra. A Tortora, l'ultimo paese della Calabria che s'incontra sulla costa Tirrenica dopo le bellezze di Praia a Mare e l'Isola di Dino e prima dello spettacolo di Maratea, si può visitare oltre che un centro storico affascinante per gli edifici, non solo di culto, anche il Museo di Blanda, che nella nuova sede inaugurata da pochi mesi e caratterizzata per la modernità e funzionalità, ci mostra la grandezza raggiunta dagli Enotri in terra Calabra.
Dal lato culinario Tortora è famosa per la sua zafarana, i peperoni rossi a cornetto che raccolti in filari a fine estate vengono essiccati. Se volete assaggiare questa specialità utlizzata in zona in diverse pietanze, famosa anche semplicemente fritta come peperone crusco, vi consiglio di fermarvi per il pranzo all'AgriPernia a poca distanza dal centro di Tortora.
L'agriturismo, che offre anche la possibilità di pernottare in accoglienti alloggi, nel periodo estivo è aperto tutti i giorni, per il resto dell'anno invece apre solo nel fine settimana o su prenotazione ma è sempre meglio telefonare per farsi riservare un tavolo ed essere accolti come si deve dalla famiglia Mazzillo.
Un posto in cui ci si sente a casa, è come andare a mangiare alla casa di campagna della nonna e come dalla nonna si ritrovano piatti semplici e genuini accostati ad un buon bicchiere di vino casereccio preparato con le uve dei vigneti che fanno da cornice alla struttura.
Abbiamo assaggiato il ricco antipasto di tradizione in cui meritano particolare menzione il soffritto d'agnello piccante e la zucca con fagioli e cipolla bianca, ricetta della nonna riferiscono i proprietari, non erano da meno però neppure le crocchette di patate e salsiccia. Ottimi i primi: maccheroni e raviolacci alla ricotta per iniziare e poi orecchiette con cime di rapa, polvere di zafarana e mollica, mi sono rimasti davvero nel cuore. Tra i secondi abbiamo assaggiato il capretto al vino bianco e il maiale in salsa rosa, ovviamente con la polvere di zafarana che abbiamo ritrovato anche sulle patate scelte per contorno.
Frutta di stagione e dolci da credenza della casa completano il pranzo insieme ai liquori da scegliere tra quelli prodotti in casa tra cui spicca certamente quello al finocchietto, senza nulla togliere al cedro. AgriPernia è il posto ideale per un allegro pranzo di domenica in famiglia o con amici assaporando i ritmi lenti dell'entroterra calabro.
Agriturismo Pernia
Contrada Sarre
87020 Tortora (CS)
Tel. 0985764210 - 3406609298
http://www.agripernia.it/#!/