2015-11-08

Coniglio in salsa allo yogurt e capperi con sformato di melanzane

Ogni volta che la zia mi regala un coniglio ho il problema di come cucinarlo, io lo mangerei in tutti i modi ma farlo digerire alla mia famigliola mi porta sempre qualche problemino. Stavolta però ho trovato una ricetta che ha messo d'accordo un po' tutti e a dire il vero la buona salsa che ne è venuta fuori mi fa dire che di certo non solo la carne di coniglio ma anche altre carni come pollo e maiale daranno il meglio in questa preparazione. La foto non è perfetta, il colore non è particolarmente fotogenico ma vorrei vi fosse un modo per trasmettervene il gusto. Ottenuta l'ottima ricetta avendo ancora un paio di melanzane giacenti in frigo ho deciso di farne uno sformatino d'accompagno. Mi mancava solo un vino buono con cui servirla.
Mi sono rivolta alla Cantina Pico Maccario  in Monferrato scegliendo un delizioso Piemonte rosato DOC Lavignone rosato ottenuto da uve 100% Barbera. Un vino che vale la pena assaggiare come del resto il loro barbera Lavignone rosso e anche il bianco Estrosa di cui vi dirò nella prossima ricetta. 
La cantina Pico Maccario nasce nel 1997 a Mombaruzzo su una proprietà di 70 ettari di vigneto nel cuore della DOCG Barbera d’Asti. Fin dall’inizio è condotta dai fratelli Pico e Vitaliano Maccario che per età e attitudine personale scelgono di farne un modello di modernità, sia nella gestione della vigna che nella produzione dei vini. Una curiosità sul  perché è stata scelta la rosa come logo aziendale: 4500 piante di rose a clone unico hanno la duplice funzione di indicare il punto iniziale di ogni filare e di segnalare in anticipo, come da tradizione, le malattie che di lì a poco potrebbero cogliere le viti. Dicono che la presenza delle piante di rosa rende la passeggiata tra i filari Pico Maccario un’esperienza da vivere e io non vedo l'ora di poterci andare di persona. Nel frattempo cerco di coglierne i profumi dai loro deliziosi vini.
A proposito di coniglio ed altri animali da cortile vi ricordo che è in edicola con il Corriere dello Sport il numero 8 di Le ricette di Unti e Bisunti raccontate da ChefRubio  dedicato a Maiale pollame e animali da cortile, sicuramente impareremo molto sulle ricette tradizionali.
Coniglio in salsa allo yogurt e capperi con sformato di melanzane 
Ingredienti per 4 persone
Per il coniglio:
1 coniglio (escluso il petto) 
1 vasetto di yogurt greco
1 cipolla bionda
1 cucchiaio di farina 
brodo vegetale
olio 
sale e pepe
1 cucchiaio di capperi sotto sale*
Per lo sformato di melanzane:
2 melanzane lunghe
1 spicchio d'aglio
timo
1 albume
2 cucchiai di grana
100 g di ricotta fresca**
1 cucchiaio di pangrattato
olio extravergine d'oliva
sale e pepe
Per il coniglio:
Tritare la cipolla e con un fondo d'olio soffriggervi il coniglio a pezzi (io non metto il petto), unire i capperi dissalati, pepare e aggiungere un paio di mestoli di brodo, mettere il coperchio, abbassare la fiamma e cuocere per un'ora evitando che asciughi troppo (aggiungere in questo caso altro brodo o acqua). Togliere il coniglio e tenerlo da parte, aggiungere al fondo di cottura la farina e lo yogurt e lasciar addensare, passate a piacere la salsa al mixer prima di servirla insieme al coniglio. 
Per lo sformato di melanzane:
dividere le melanzane in due intagliarne la polpa e  condirle con aglio e timo, metterle in teglia oleata con la parte tagliata rivolta verso il basso e cuocerle per mezz'ora in forno caldo Prelevare la polpa cotta con un cucchiaio, frullarla con l'albume, il grana la ricotta e il pangrattato. Regolare di sale e pepe, mettere negli stampini oleati e cuocere a bagnomaria in forno fino a che risulteranno compatti e appena dorati in superficie. 
* io utilizzo i gustosi capperi di Pantelleria
** ho utilizzato la ricotta fresca del Caseificio Giordano


2015-11-05

Ristorante pizzeria Flower, gusto e semplicità a Corigliano Scalo (CS)


Il mio ultimo percorso del gusto su Diritto di Cronaca.
Il nome del locale è la semplice traduzione in inglese del cognome del proprietario Danilo Fiore. Oltrepassata la soglia si viene accolti in ambiente molto caldo e spazioso in stile etnico, dove ogni dettaglio risulta curato le tende in stampa animalier sono in tono con le sedie le applique statua, gli specchi e le suppellettili sono coordinate.
Sarà questo calore sarà la spontanea accoglienza del proprietario e del personale, saranno i piatti gustosi ed abbondanti, sarà la ricchezza della cucina di pesce proposta oppure la lunga lievitazione della pizza realizzata con farine del Molino Vigevano certo è che questo ristorante aperto da poco tempo è schizzato in vetta a tutte le classifiche locali per gradimento del pubblico per cui non mi restava che fare anche da Flower una mia esperienza gustativa.  Abbiamo mangiato bene davvero e bevuto ancor meglio se si può con l'ottimo Alicante 2014 di Cataldo Calabretta un rosato limpido e sincero in cui si sente (anche dopo aver bevuto il secondo bicchiere) che non vi sono trattamenti chimici.
L'antipasto di mare è ricco e ci viene servito con la focaccia realizzata con l'impasto ai cereali della pizza, davvero buona. E' ricco di assaggi: dal gamberone in pasta kataifi al raviolo di ananas marinato al limone farcito con cocktail di gamberi, dalla polpetta di patate e tonno rivestita di mandorle a scaglie all'insalata di gamberetti e a quella di tonnetto, e si completa con i crudi di spada e tonno ma, strano a dirsi, quel che più mi ha colpito è stato il gusto dell'insalata di mare e non le cose più elaborate. 
Non elaborato ma ben eseguito e succulento al punto giusto il piatto di spaghettoni fantasia di mare, pasta preparata dallo chef con farina speciale 1 Molino Vigevano condita con tutto quel che il mare poteva offrire, un buon piatto davvero così abbondante che fa già pasto da solo, tanto che abbiamo poi deciso di dividerci una tenera tagliata di tonno, irrinunciabile in questo periodo dell'anno. Come dicevo questo è un locale che va apprezzato per la semplicità e ne usciamo soddisfatti con in bocca il buon sapore di erbe dell'amaro Flower prodotto per loro da un'azienda seguendo le indicazioni di un'antica ricetta del nonno di Fiore. Da assaggiare certamente anche la pizza.
Ristorante Pizzeria Flower
via Rosmini 14
87064 Corigliano Calabro (CS)
Tel. 0983 200252 - 346 3701344
https://www.facebook.com/flowerwinebar/?fref=ts


Ristorante pizzeria Flower, gusto e semplicità a Corigliano Scalo (CS)


Il mio ultimo percorso del gusto su Diritto di Cronaca.
Il nome del locale è la semplice traduzione in inglese del cognome del proprietario Danilo Fiore. Oltrepassata la soglia si viene accolti in ambiente molto caldo e spazioso in stile etnico, dove ogni dettaglio risulta curato le tende in stampa animalier sono in tono con le sedie le applique statua, gli specchi e le suppellettili sono coordinate.
Sarà questo calore sarà la spontanea accoglienza del proprietario e del personale, saranno i piatti gustosi ed abbondanti, sarà la ricchezza della cucina di pesce proposta oppure la lunga lievitazione della pizza realizzata con farine del Molino Vigevano certo è che questo ristorante aperto da poco tempo è schizzato in vetta a tutte le classifiche locali per gradimento del pubblico per cui non mi restava che fare anche da Flower una mia esperienza gustativa.  Abbiamo mangiato bene davvero e bevuto ancor meglio se si può con l'ottimo Alicante 2014 di Cataldo Calabretta un rosato limpido e sincero in cui si sente (anche dopo aver bevuto il secondo bicchiere) che non vi sono trattamenti chimici.
L'antipasto di mare è ricco e ci viene servito con la focaccia realizzata con l'impasto ai cereali della pizza, davvero buona. E' ricco di assaggi: dal gamberone in pasta kataifi al raviolo di ananas marinato al limone farcito con cocktail di gamberi, dalla polpetta di patate e tonno rivestita di mandorle a scaglie all'insalata di gamberetti e a quella di tonnetto, e si completa con i crudi di spada e tonno ma, strano a dirsi, quel che più mi ha colpito è stato il gusto dell'insalata di mare e non le cose più elaborate. 
Non elaborato ma ben eseguito e succulento al punto giusto il piatto di spaghettoni fantasia di mare, pasta preparata dallo chef con farina speciale 1 Molino Vigevano condita con tutto quel che il mare poteva offrire, un buon piatto davvero così abbondante che fa già pasto da solo, tanto che abbiamo poi deciso di dividerci una tenera tagliata di tonno, irrinunciabile in questo periodo dell'anno. Come dicevo questo è un locale che va apprezzato per la semplicità e ne usciamo soddisfatti con in bocca il buon sapore di erbe dell'amaro Flower prodotto per loro da un'azienda seguendo le indicazioni di un'antica ricetta del nonno di Fiore. Da assaggiare certamente anche la pizza.
Ristorante Pizzeria Flower
via Rosmini 14
87064 Corigliano Calabro (CS)
Tel. 0983 200252 - 346 3701344
https://www.facebook.com/flowerwinebar/?fref=ts


2015-11-03

Risotto affumicato ai broccoli e piselli

Oggi una ricetta semplice, molto appetitosa ed estremamente confortante perfetta per queste sere d'autunno, magari in abbinamento ad un buon bicchiere di rosso. Insieme ai broccoli ho voluto aggiungere dei piselli e nel fondo appena un po' di salame piccante che conferisce quel certo non so che, ma il segreto di questo risotto è la scamorza affumicata artigianalmente del Caseificio Giordano che ho voluto utilizzare per completarlo, non vi è aggiunta di burro né di altri formaggi e vi assicuro è perfetto così. 
Come vino ho scelto un ottimo Cabernet Franc di Tenuta Luisa che va a braccetto con piatti saporiti. Insomma un'idea per  cena davvero niente male.
Risotto affumicato ai broccoli e piselli
Ingredienti per 4 persone:
360 g di riso di Sibari (carnaroli)
1/2 cipolla bianca
1/2 spicchio d'aglio
80 g di salame piccante 
olio extravergine d'oliva
1 cucchiaio d'aceto bianco
brodo vegetale
1/2 kg di cime di broccolo verde
1 tazza di piselli
150 g di scamorza affumicata
Tritare finemente la cipolla e schiacciare l'aglio, appassirli in una capace pentola con un filo d'olio e il salame a piccoli pezzetti (coriandoli) aggiungere i broccoli e i piselli e lasciar insaporire. Unire il riso e tostarlo per bene, Sfumare con l'aceto e poi aggiungere un mestolo per volta il brodo bollente portando il riso a cottura. Alla fine regolare eventualmente di sale e completare con i dadini di scamorza affumicata.

Risotto affumicato ai broccoli e piselli

Oggi una ricetta semplice, molto appetitosa ed estremamente confortante perfetta per queste sere d'autunno, magari in abbinamento ad un buon bicchiere di rosso. Insieme ai broccoli ho voluto aggiungere dei piselli e nel fondo appena un po' di salame piccante che conferisce quel certo non so che, ma il segreto di questo risotto è la scamorza affumicata artigianalmente del Caseificio Giordano che ho voluto utilizzare per completarlo, non vi è aggiunta di burro né di altri formaggi e vi assicuro è perfetto così. 
Come vino ho scelto un ottimo Cabernet Franc di Tenuta Luisa che va a braccetto con piatti saporiti. Insomma un'idea per  cena davvero niente male.
Risotto affumicato ai broccoli e piselli
Ingredienti per 4 persone:
360 g di riso di Sibari (carnaroli)
1/2 cipolla bianca
1/2 spicchio d'aglio
80 g di salame piccante 
olio extravergine d'oliva
1 cucchiaio d'aceto bianco
brodo vegetale
1/2 kg di cime di broccolo verde
1 tazza di piselli
150 g di scamorza affumicata
Tritare finemente la cipolla e schiacciare l'aglio, appassirli in una capace pentola con un filo d'olio e il salame a piccoli pezzetti (coriandoli) aggiungere i broccoli e i piselli e lasciar insaporire. Unire il riso e tostarlo per bene, Sfumare con l'aceto e poi aggiungere un mestolo per volta il brodo bollente portando il riso a cottura. Alla fine regolare eventualmente di sale e completare con i dadini di scamorza affumicata.

2015-10-30

Il Chianti classico di Fattoria Montemaggio e i miei ravioloni

Forchetta Mori Italian Factory, piatti ISI Milano

La Fattoria di Montemaggio è nella zona del Chianti Classico, a pochi minuti da Radda in Chianti, Panzano  e  Greve  in Chianti, graziosi paesini fra i più importanti per la produzione di vino. Radda è la sede storica del Chianti Classico ed è un magnifico paese di origine medievale. La fattoria di Montemaggio,  che è membro del Consorzio del Chianti Classico, si estende su una superficie di 70 ettari ad un’altitudine che si aggira intorno ai  600 metri sul livello del mare ed è costituito da vigneti, oliveti  e boschi.
I vigneti  occupano una superficie di circa 9 ettari  e sono  piantati con Sangiovese,  ci sono  poi delle piccole porzioni di  altri vitigni, Merlot, Pugnitello e Chardonnay, si tratta di una piccola azienda dove si è in grado  di controllare ogni pianta e  ogni bottiglia di vino. Montemaggio produce quindi un vino di altissima  qualità strettamente  legato al territorio da cui proviene. Insomma se del Chianti sappiamo quasi tutto o così sembra tanto da esser considerato il vessillo della Toscana nel mondo, penso che valga la pena  - viste le bellezze che circondano aziende come quella di cui oggi vi ho parlato - andarlo a conoscere nei luoghi d'origine. Sentiamo sempre parlare di turismo del vino ma avete provato almeno una volta a conoscere un luogo partendo proprio dal nettare di Bacco che ivi si produce? Io vi consiglio di farlo perché è un qualcosa che vi resterà dentro e quel vino e il suo territorio vi entreranno nel cuore divenendo parte di voi stessi. 
Se per Montemaggio e Radda volete aspettare la festa del vino a Giugno partite da qualche luogo più vicino a voi su Di vigna in vigna pubblicato da EDT avrete l'imbarazzo della scelta potendo optare tra i 40 itinerari proposti da Tiziano Gaia. Di vigna in vigna è un libro che vuole essere una proposta di viaggio alternativo, una ricognizione nelle cantine italiane che hanno affiancato all’eccellenza enologica la possibilità di pernottare, mangiare, ritemprarsi in una spa o godere di una mostra d’arte nei luoghi in cui affinano alcuni dei più grandi vini nostrani. Quaranta capitoli corrispondenti ad altrettanti territori del vino in cui sono comprese e descritte esaustivamente 200 strutture ricettive annesse ad altrettante cantine, per capire appieno il concetto di “enoturismo”. Il prossimo lungo week-end sarà magari la giusta occasione per iniziare a godere i luoghi del vino.
Io intanto con il Chianti classico di Montemaggio vi propongo dei Ravioloni ripieni di patate e taleggio conditi con una leggera crema di zucca e croccante pancetta perfetti per questi giorni di festa.
Ravioloni patate e taleggio su crema di zucca e pancetta croccante
Ingredienti per 4 persone:
2 uova
100 g di semola rimacinata di grano duro
100 g di farina 00
500 g di patate
150 g di Taleggio
1 tuorlo d'uovo
prezzemolo
sale e pepe
1 tazza di polpa di zucca
1 scalogno
2 cucchiai di grana
olio extravergine d'oliva
50 g di pancetta a fette sottili
Impastare le farine con le uova intere e un pizzico di sale. Lessare le patate, pelarle, schiacciarle e condirle con sale, pepe, prezzemolo tritato e tuorlo d'uovo. Tirare la sfoglia e ricavarne dei ravioli da farcire con la crema di patate preparata e un pezzetto di Taleggio. Cuocere la zucca con lo scalogno e un filo d'olio, salare, pepare e coprire il tegame in modo che cuocia con la sua acqua, frullare la zucca con l'aggiunta del grana. Infornare la pancetta ben distesa tenendo il forno a temperatura non alta finché diventa croccante. Lessare i ravioli e servirli con la crema di zucca e la pancetta croccante tagliuzzata sottile.

Il Chianti classico di Fattoria Montemaggio e i miei ravioloni

Forchetta Mori Italian Factory, piatti ISI Milano

La Fattoria di Montemaggio è nella zona del Chianti Classico, a pochi minuti da Radda in Chianti, Panzano  e  Greve  in Chianti, graziosi paesini fra i più importanti per la produzione di vino. Radda è la sede storica del Chianti Classico ed è un magnifico paese di origine medievale. La fattoria di Montemaggio,  che è membro del Consorzio del Chianti Classico, si estende su una superficie di 70 ettari ad un’altitudine che si aggira intorno ai  600 metri sul livello del mare ed è costituito da vigneti, oliveti  e boschi.
I vigneti  occupano una superficie di circa 9 ettari  e sono  piantati con Sangiovese,  ci sono  poi delle piccole porzioni di  altri vitigni, Merlot, Pugnitello e Chardonnay, si tratta di una piccola azienda dove si è in grado  di controllare ogni pianta e  ogni bottiglia di vino. Montemaggio produce quindi un vino di altissima  qualità strettamente  legato al territorio da cui proviene. Insomma se del Chianti sappiamo quasi tutto o così sembra tanto da esser considerato il vessillo della Toscana nel mondo, penso che valga la pena  - viste le bellezze che circondano aziende come quella di cui oggi vi ho parlato - andarlo a conoscere nei luoghi d'origine. Sentiamo sempre parlare di turismo del vino ma avete provato almeno una volta a conoscere un luogo partendo proprio dal nettare di Bacco che ivi si produce? Io vi consiglio di farlo perché è un qualcosa che vi resterà dentro e quel vino e il suo territorio vi entreranno nel cuore divenendo parte di voi stessi. 
Se per Montemaggio e Radda volete aspettare la festa del vino a Giugno partite da qualche luogo più vicino a voi su Di vigna in vigna pubblicato da EDT avrete l'imbarazzo della scelta potendo optare tra i 40 itinerari proposti da Tiziano Gaia. Di vigna in vigna è un libro che vuole essere una proposta di viaggio alternativo, una ricognizione nelle cantine italiane che hanno affiancato all’eccellenza enologica la possibilità di pernottare, mangiare, ritemprarsi in una spa o godere di una mostra d’arte nei luoghi in cui affinano alcuni dei più grandi vini nostrani. Quaranta capitoli corrispondenti ad altrettanti territori del vino in cui sono comprese e descritte esaustivamente 200 strutture ricettive annesse ad altrettante cantine, per capire appieno il concetto di “enoturismo”. Il prossimo lungo week-end sarà magari la giusta occasione per iniziare a godere i luoghi del vino.
Io intanto con il Chianti classico di Montemaggio vi propongo dei Ravioloni ripieni di patate e taleggio conditi con una leggera crema di zucca e croccante pancetta perfetti per questi giorni di festa.
Ravioloni patate e taleggio su crema di zucca e pancetta croccante
Ingredienti per 4 persone:
2 uova
100 g di semola rimacinata di grano duro
100 g di farina 00
500 g di patate
150 g di Taleggio
1 tuorlo d'uovo
prezzemolo
sale e pepe
1 tazza di polpa di zucca
1 scalogno
2 cucchiai di grana
olio extravergine d'oliva
50 g di pancetta a fette sottili
Impastare le farine con le uova intere e un pizzico di sale. Lessare le patate, pelarle, schiacciarle e condirle con sale, pepe, prezzemolo tritato e tuorlo d'uovo. Tirare la sfoglia e ricavarne dei ravioli da farcire con la crema di patate preparata e un pezzetto di Taleggio. Cuocere la zucca con lo scalogno e un filo d'olio, salare, pepare e coprire il tegame in modo che cuocia con la sua acqua, frullare la zucca con l'aggiunta del grana. Infornare la pancetta ben distesa tenendo il forno a temperatura non alta finché diventa croccante. Lessare i ravioli e servirli con la crema di zucca e la pancetta croccante tagliuzzata sottile.

2015-10-28

Torta di mele nocciole e cioccolato bianco per-fetta

Ecco a voi una torta per-fetta, perfetta perché per me tutte le torte di mele lo sono, perfetta perché è già porzionata grazie allo stampo fetta per-fetta e perfetta per accompagnare un buon caffè, grazie al gusto delle nocciole che si sposa infatti a meraviglia con la bevanda più amata dagli italiani.
Ora il trucco anche stavolta c'è e per farla proprio uguale alla mia vi ci vogliono 100 g di tarocco di cioccolato bianco e nocciole di quello di B.Langhe di cui vi ho parlato qualche post fa. Ma magari provate con 100 g di cioccolato bianco tritato e 2-3 cucchiai di nocciole tostate tritate grossolanamente sono sicura che sarà comunque ottima.
Per la base nemmeno a dirlo ho utilizzato quella del ciambellone di Ady con l'aggiunta di 2 belle mele a fette sottili.
Davvero una torta "godibile" fino all'ultima fetta che grazie a qualche innocente trucco son riuscita a far mangiare anche ai miei cuccioli. Sapete il potere delle storie sui bambini? Ebbene anche stavolta nessuna eccezione.
  Conquistata Aurelia con la bella mela del libro Chi l'ha mangiato? di Emanuela Bussolati e Federica Buglioni per Editoriale Scienza“. E' un libro illustrato ricco di alette da sollevare, per giocare a nascondino con il cibo e scoprire che gli alimenti amati dagli animali sono a volte gli stessi che piacciono a noi: la natura, infatti, nutre tutti.
Le autrici raccontano ai bambini questa piccola ma fondamentale “lezione di ecologia” attraverso il semplice gioco del c’è/non c’è più. Il libro è adatto ai bambini più piccoli (dai due anni in su). L’educazione alimentare diventa così un gioco: in un contesto di orto, campagna, bosco o mare, i cibi compaiono e spariscono finché il colpevole non è colto sul fatto, grazie allo sguardo attento dei piccoli lettori. A chi fanno gola le uova? Che ha pescato i pesciolini? E chi è entrato nell’orto di notte per rosicchiare l’insalata? Basta sollevare le alette e scoprire quale animale ha mangiato lo stesso cibo che piace a noi! 
 
Una volta scoperto che le mele piacciono tanto anche a quel golosone di Orso ho invitato Aurelia a realizzare con me la torta con le mele prima che arrivasse orso a rubarcele e così è stato facile poi fargliela assaggiare, anche Giulio però sentendo i nostri "uhm" per la presenza del cioccolato non ha saputo resistere all'assaggio...un punto per me.
Torta di mele nocciole e cioccolato bianco per-fetta
Ingredienti:
250 g di farina 0 biscotto
250 g di zucchero
3 uova
130 ml di olio
130 ml di acqua
30 ml di rum
1 bustina di lievito per dolci
2-3 mele (500 g circa)
10o g di cioccolato bianco
2-3 cucchiai di nocciole tostate
Montare uova e zucchero fino a renderle spumose, unire i liquidi e poi la farina setacciata con il lievito, aggiungere il cioccolato e le nocciole tritate(o il tarocco) e suddividere l'impasto negli stampi, cuocere a 180° fino a che la torta sarà dorata e cotta all'interno (alla prova stecchino). 

 

Torta di mele nocciole e cioccolato bianco per-fetta

Ecco a voi una torta per-fetta, perfetta perché per me tutte le torte di mele lo sono, perfetta perché è già porzionata grazie allo stampo fetta per-fetta e perfetta per accompagnare un buon caffè, grazie al gusto delle nocciole che si sposa infatti a meraviglia con la bevanda più amata dagli italiani.
Ora il trucco anche stavolta c'è e per farla proprio uguale alla mia vi ci vogliono 100 g di tarocco di cioccolato bianco e nocciole di quello di B.Langhe di cui vi ho parlato qualche post fa. Ma magari provate con 100 g di cioccolato bianco tritato e 2-3 cucchiai di nocciole tostate tritate grossolanamente sono sicura che sarà comunque ottima.
Per la base nemmeno a dirlo ho utilizzato quella del ciambellone di Ady con l'aggiunta di 2 belle mele a fette sottili.
Davvero una torta "godibile" fino all'ultima fetta che grazie a qualche innocente trucco son riuscita a far mangiare anche ai miei cuccioli. Sapete il potere delle storie sui bambini? Ebbene anche stavolta nessuna eccezione.
  Conquistata Aurelia con la bella mela del libro Chi l'ha mangiato? di Emanuela Bussolati e Federica Buglioni per Editoriale Scienza“. E' un libro illustrato ricco di alette da sollevare, per giocare a nascondino con il cibo e scoprire che gli alimenti amati dagli animali sono a volte gli stessi che piacciono a noi: la natura, infatti, nutre tutti.
Le autrici raccontano ai bambini questa piccola ma fondamentale “lezione di ecologia” attraverso il semplice gioco del c’è/non c’è più. Il libro è adatto ai bambini più piccoli (dai due anni in su). L’educazione alimentare diventa così un gioco: in un contesto di orto, campagna, bosco o mare, i cibi compaiono e spariscono finché il colpevole non è colto sul fatto, grazie allo sguardo attento dei piccoli lettori. A chi fanno gola le uova? Che ha pescato i pesciolini? E chi è entrato nell’orto di notte per rosicchiare l’insalata? Basta sollevare le alette e scoprire quale animale ha mangiato lo stesso cibo che piace a noi! 
 
Una volta scoperto che le mele piacciono tanto anche a quel golosone di Orso ho invitato Aurelia a realizzare con me la torta con le mele prima che arrivasse orso a rubarcele e così è stato facile poi fargliela assaggiare, anche Giulio però sentendo i nostri "uhm" per la presenza del cioccolato non ha saputo resistere all'assaggio...un punto per me.
Torta di mele nocciole e cioccolato bianco per-fetta
Ingredienti:
250 g di farina 0 biscotto
250 g di zucchero
3 uova
130 ml di olio
130 ml di acqua
30 ml di rum
1 bustina di lievito per dolci
2-3 mele (500 g circa)
10o g di cioccolato bianco
2-3 cucchiai di nocciole tostate
Montare uova e zucchero fino a renderle spumose, unire i liquidi e poi la farina setacciata con il lievito, aggiungere il cioccolato e le nocciole tritate(o il tarocco) e suddividere l'impasto negli stampi, cuocere a 180° fino a che la torta sarà dorata e cotta all'interno (alla prova stecchino). 

 

2015-10-26

LE NONNE LO FANNO MEGLIO. CHIEDETE A CHEF RUBIO

“Le nonne cucinano meglio se sà” esordisce Chef Rubio, lo chef più vero della TV che insieme a Peroni ci ha portato a riscoprire i piatti “di una volta” facendo visita a sei nonne autentiche. Del resto solo le nonne, con la loro cucina, possono farci assaporare gli autentici sapori dei tempi andati. Vi ho parlato di questo concorso un po' di tempo fa ed ora eccolo giunto alla fase finale.La campagna digital “Nonne do it better” ha coinvolto le nonne italiane e i loro nipoti in un binomio di tradizione e innovazione. Per iscrivere le nonne alla gara sulla piattaforma Cuore Peroni che ospita l'iniziativa i nipoti hanno dovuto condividere un breve video che vedeva come protagonista la nonna alle prese con la sua migliore ricetta. Sempre su Cuore Peroni si potevano votare le ricette migliori. Sono stati davvero tanti i video di iscrizione caricati ed hanno dimostrato che nonne e nipoti, da nord a sud, sono uniti dalla grande passione per la cucina.
Dopo più di 28.000 voti e una difficile e attenta selezione da parte della giuria, sono riusciti a scegliere le 6 nonne che hanno ricevuto la visita di Chef Rubio.
Tutte simpatiche e vere le nonne finaliste come avrete modo di vedere nei video in cui sembra quasi di entrare anche noi nelle famiglie ospitanti e di ricevere come per magia tutto il calore delle nonne e dei nipoti.Tradizione, genuinità e passione si respirano nelle case delle nonne italiane.
Ecco a voi le nonne:
Nonna Marisa ovvero Maria Luisa Ischiboni, di Guidonia Montecelio in provincia di Roma. Di ben 84 anni, si presenta con una favolosa pasta e broccoli con arzilla, piatto tipico della tradizione romana.

Nonna Ida detta “la chioccia”, al secolo Ida Pacini, da Lucca. alla tenera età di 91 anni ci cucina il suo piatto forte: le polpette di semolino, prelibatezza tutta toscana.

Nonna Rosanna Biondi, dal cuore di Ferrara, ci mostra con estrema precisione un piatto fondamentale della cucina romagnola.

Nonna Giovanna Chiglione, da Tassarolo in provincia di Alessandria, ci mette a disposizione la ricetta della faraona che gli cucinava la sua mamma, in salsa vellutata al marsala, o come dice lei “la faraona che mi cucinava la mamma!”.

Nonna Anna Cuminiello, da Potenza. A soli 76 anni, ci prepara le tagliatelle zuccherate fatte in casa, un dolce tipico che viene preparato in Lucania tradizionalmente per la festa di San Giuseppe.

Infine la nonna calabrese Raffaela Verdetti, di San Mango D’Aquino in provincia di Catanzaro, ci fa i ravioli a “modo suo”: farina, uova e l’acqua che ci vuole.

peroni nonne connubio perfetto direi visto che da sempre la cucina della nonna è sinonimo di amore e passione, proprio come la Birra Peroni, ecco il perché di questo concorso. Chef Rubio, volto DMAX, è andato a far visita alle vincitrici e ha avuto il piacere di cucinare insieme a loro, venendo a contatto con i sapori più amati da tutti: perché come cucina la nonna, non cucina nessuno.

Stavolta non vi do una ricetta perché potete sceglierne una delle nonne finaliste del concorso spaziando così tra le tradizioni della nostra penisola, preziosissime e da non perdere anzi da tramandare anche noi ai nostri nipoti. LE NONNE LO FANNO MEGLIO. CHIEDETE A CHEF RUBIO

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LE NONNE LO FANNO MEGLIO. CHIEDETE A CHEF RUBIO

“Le nonne cucinano meglio se sà” esordisce Chef Rubio, lo chef più vero della TV che insieme a Peroni ci ha portato a riscoprire i piatti “di una volta” facendo visita a sei nonne autentiche. Del resto solo le nonne, con la loro cucina, possono farci assaporare gli autentici sapori dei tempi andati. Vi ho parlato di questo concorso un po' di tempo fa ed ora eccolo giunto alla fase finale.La campagna digital “Nonne do it better” ha coinvolto le nonne italiane e i loro nipoti in un binomio di tradizione e innovazione. Per iscrivere le nonne alla gara sulla piattaforma Cuore Peroni che ospita l'iniziativa i nipoti hanno dovuto condividere un breve video che vedeva come protagonista la nonna alle prese con la sua migliore ricetta. Sempre su Cuore Peroni si potevano votare le ricette migliori. Sono stati davvero tanti i video di iscrizione caricati ed hanno dimostrato che nonne e nipoti, da nord a sud, sono uniti dalla grande passione per la cucina.
Dopo più di 28.000 voti e una difficile e attenta selezione da parte della giuria, sono riusciti a scegliere le 6 nonne che hanno ricevuto la visita di Chef Rubio.
Tutte simpatiche e vere le nonne finaliste come avrete modo di vedere nei video in cui sembra quasi di entrare anche noi nelle famiglie ospitanti e di ricevere come per magia tutto il calore delle nonne e dei nipoti.Tradizione, genuinità e passione si respirano nelle case delle nonne italiane.
Ecco a voi le nonne:
Nonna Marisa ovvero Maria Luisa Ischiboni, di Guidonia Montecelio in provincia di Roma. Di ben 84 anni, si presenta con una favolosa pasta e broccoli con arzilla, piatto tipico della tradizione romana.

Nonna Ida detta “la chioccia”, al secolo Ida Pacini, da Lucca. alla tenera età di 91 anni ci cucina il suo piatto forte: le polpette di semolino, prelibatezza tutta toscana.

Nonna Rosanna Biondi, dal cuore di Ferrara, ci mostra con estrema precisione un piatto fondamentale della cucina romagnola.

Nonna Giovanna Chiglione, da Tassarolo in provincia di Alessandria, ci mette a disposizione la ricetta della faraona che gli cucinava la sua mamma, in salsa vellutata al marsala, o come dice lei “la faraona che mi cucinava la mamma!”.

Nonna Anna Cuminiello, da Potenza. A soli 76 anni, ci prepara le tagliatelle zuccherate fatte in casa, un dolce tipico che viene preparato in Lucania tradizionalmente per la festa di San Giuseppe.

Infine la nonna calabrese Raffaela Verdetti, di San Mango D’Aquino in provincia di Catanzaro, ci fa i ravioli a “modo suo”: farina, uova e l’acqua che ci vuole.

peroni nonne connubio perfetto direi visto che da sempre la cucina della nonna è sinonimo di amore e passione, proprio come la Birra Peroni, ecco il perché di questo concorso. Chef Rubio, volto DMAX, è andato a far visita alle vincitrici e ha avuto il piacere di cucinare insieme a loro, venendo a contatto con i sapori più amati da tutti: perché come cucina la nonna, non cucina nessuno.

Stavolta non vi do una ricetta perché potete sceglierne una delle nonne finaliste del concorso spaziando così tra le tradizioni della nostra penisola, preziosissime e da non perdere anzi da tramandare anche noi ai nostri nipoti. LE NONNE LO FANNO MEGLIO. CHIEDETE A CHEF RUBIO

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2015-10-23

Le patate della Sila e il tartufo delle Langhe, consigli di lettura per il week-end

Canovaccio Busatti
E si Piemonte e Calabria s'incontrano di nuovo nella mia cucina grazie a Shop Piemonte e all'ottima fonduta di fontina d.o.p. con tartufo TartufLanghe che ho abbinato alle patate della mia Sila per un matrimonio felice con una ricetta di una semplicità disarmante, succulenta in modo esagerato.
Si fa presto a dire patate, anche qui abbiamo un mondo variegato di specie e qualità differenti che possono caratterizzare in modo differente e preponderante ogni piatto. In Sila ne abbiamo una bella produzione e tante sono le varietà, io onestamente di patate non ne capisco ancora tanto ma ho scelto le gialle acquistate in montagna l'ultima volta e sono rimasta soddisfatta del risultato.
Vi do la semplicissima ricetta specificando che in effetti si può realizzare anche con una fonduta preparata in casa e qualche fettina di tartufo, la fonduta pronta però ci facilita la preparazione.
Prima di lasciarvi il procedimento voglio lasciarvi un paio di suggerimenti per il fine settimana, due libri da leggere al calduccio delle mura domestiche se causa maltempo non si può affrontare la strada per sagre e manifestazioni d'autunno che si terranno un po' ovunque.
Se vi piacciono i gialli Delitto al pepe rosa è il titolo del libro di Brigitte Glaser pubblicato dall'editore EMONS (quello degli audiolibri per capirci) nella collana dei gialli tedeschi. Un giallo ambientato a Colonia, nella fredda Germania, un giallo che prende corpo nelle cucine del miglior ristorante di Colonia Il bue d'oro dello chef Hugo Spielmann dove - tra malumori, invidie e tresche - si consuma una serie di omicidi su cui la cuoca Katarina, appena entrata nello staff del ristorante, indagherà con la sua coinquilina, l'ex ostetrica Adela. Un giallo irresistibile da affrontare tutto d'un fiato per arrivare al più presto alla soluzione del mistero.
Se vi piacciono invece le storie soft  Borgo Propizio di Loredana Limone pubblicato da TEA  fa giusto al vostro caso. L'ho letto durante un viaggio e mi sono molto divertita con le storie degli abitanti di questo piccolo e pettegolo borgo  fuori dal tempo dove sembra non succedere mai nulla e tutto accade invece quasi per magia. Un romanzo leggero che invita al buonumore, che accoglie e fa sorridere sin dalle prime pagine. Non mi resta che cercare E le stelle "non" stanno a guardare, il seguito del libro di recente pubblicato per continuare ad assaporare le storie di Belinda, Mariolina, Marietta, Ruggero e tutti gli altri.
Perché ho scelto di abbinare questi due titoli alla ricetta di oggi? Nel primo lo chef Hugo Spielmann è un grande esperto di patate e poi la ricetta fa molto ristorante di alto livello se presentata in un certo modo. Il punto di partenza delle vicende narrate in Borgo Propizio è invece una latteria e Belinda la proprietaria, cucina tutto in bianco utilizzando latte e burro come ingredienti principali delle sue ricette e questi sono due ingredienti che nella mia ricetta di oggi non possono mancare.
Buon week-end, buona lettura e buona ricetta a tutti.
Patate della Sila gratinate alla fontina con tartufo delle Langhe
Ingredienti per 4 persone:
6 patate gialle silane
1 vasetto di fonduta al tartufo
1/2 litro di latte
1 noce di burro
2 cucchiai di grana
sale 
Pelare le patate e ridurle a tocchi, cuocerle nel latte allungato con acqua quanto basta  fino a d ultimare quasi la cottura (il latte va salato e le patate vanno messe a bollire quando il liquido è in ebollizione). Imburrare una teglia e versarvi le patate a cui avrete amalgamato la fonduta, cospargere con grana e qualche fiocchetto di burro prima di informare. Sono pronte quando faranno una bella crosticina dorata.