2009-05-29

Frittate d'Italia


Un libro di ricette è per me molto spesso un punto di partenza, difficilmente riproduco pedissequamente ciò che in esso è riportato, più che altro, utilizzo molto i ricettari per acquisire le tecniche, che non avendo fatto scuole e corsi di cucina, ho molta fantasia ma nelle basi risulto spesso carente.
Il punto di partenza stavolta è stato una Cartolina, di quelle di Bibliotheca Culinaria, Frittate d’Italia di Franco Luise. Uno pensa magari che a preparare una frittata non ci voglia granché tanto che è in uso addirittura il detto “far la frittata” per indicare qualcosa di non riuscito.
Ma se prendete in mano questo volumetto, golosamente illustrato da Stefania Sainaghi, e dedicato non genericamente alle uova ma alle sole frittate, vi renderete conto che non c’è una sola maniera di fare la frittata. “Affogata, croccante, farcita, soffiata, elegante, popolare, nutriente e, non per ultimo, poco dispendiosa, la frittata si rivela un piatto trasformista, in perfetta sintonia con i nostri tempi e le nostre tasche”. Vedrete che non saprete resistere alla bolognese Frittata di mortadella o alla Frittata soffiata di agrumi e limoncello della Costiera Amalfitana, o alla Valdostana Millefoglie di uova, funghi e fontina.
Che ripetiate pedissequamente una delle ricette del libro o che elaboriate voi stessi una nuova variante partendo da quelle rappresentate, il volume diventerà indispensabile venendo in vostro soccorso nei momenti di dubbio gastronomico.
Sono rimasta particolarmente attratta dalla foto della Frittata farcita con cavolo rosso, speck e mela, ovviamente trentina, dei rotolini ben disposti in verticale nel piatto che hanno stimolato il mio appetito e la mia fantasia dandomi ispirazione per la realizzazione della mia frittata farcita di brie e crema di carciofi e tonno, che alla fine ho pure disposto in modo diverso nel piatto ma la fantasia è così, si parte da un input e se ne segue l’evoluzione ovunque essa porti.
Rotolini di frittata farciti al Brie e crema di carciofi
Ho preparato questo piatto come cena fast speciale con quanto la mia dispensa offriva, ovvero due sole uova, una bella fetta di Brie e un vasetto di Pesto Caltagirone Sicilian Exquisiteness a base di carciofi, olio e tonno. La partenza non era male bisognava solo assemblare il tutto.
Ingredienti per due persone
Per la frittata:
2 uova biologiche
2 cucchiai di latte
1 cucchiaio di parmigiano
prezzemolo tritato
sale e pepe q.b.
olio per ungere la padella
Per farcire:
1 fetta di formaggio Brie
2-3 cucchiai di crema di Carciofi e tonno (pesto Caltagirone pronto oppure carciofi cotti in bianco e frullati con olio, sale, pepe, prezzemolo e tonno sott’olio sgocciolato)
Sbattiamo le uova, con il latte, poco sale e pepe, parmigiano e prezzemolo. Scaldiamo una padella antiaderente unta d’olio (quella da piadina o crepes andrà benissimo se vogliamo ottenere una frittata sottilissima) e versiamo in essa il composto di uova, facendo attenzione a che si distribuisca uniformemente sul fondo. Quando l’uovo risulterà rappreso anche sopra, distribuiamo sulla superficie della frittatina il pesto e il formaggio a cubetti. Arrotoliamo pian piano la frittata su se stessa e passiamola cinque minuti in forno prima di servirla tagliata a fette regolari o triangolari, come nel mio caso, con degli spinaci o altra verdura a piacere per contorno.

Frittate d'Italia


Un libro di ricette è per me molto spesso un punto di partenza, difficilmente riproduco pedissequamente ciò che in esso è riportato, più che altro, utilizzo molto i ricettari per acquisire le tecniche, che non avendo fatto scuole e corsi di cucina, ho molta fantasia ma nelle basi risulto spesso carente.
Il punto di partenza stavolta è stato una Cartolina, di quelle di Bibliotheca Culinaria, Frittate d’Italia di Franco Luise. Uno pensa magari che a preparare una frittata non ci voglia granché tanto che è in uso addirittura il detto “far la frittata” per indicare qualcosa di non riuscito.
Ma se prendete in mano questo volumetto, golosamente illustrato da Stefania Sainaghi, e dedicato non genericamente alle uova ma alle sole frittate, vi renderete conto che non c’è una sola maniera di fare la frittata. “Affogata, croccante, farcita, soffiata, elegante, popolare, nutriente e, non per ultimo, poco dispendiosa, la frittata si rivela un piatto trasformista, in perfetta sintonia con i nostri tempi e le nostre tasche”. Vedrete che non saprete resistere alla bolognese Frittata di mortadella o alla Frittata soffiata di agrumi e limoncello della Costiera Amalfitana, o alla Valdostana Millefoglie di uova, funghi e fontina.
Che ripetiate pedissequamente una delle ricette del libro o che elaboriate voi stessi una nuova variante partendo da quelle rappresentate, il volume diventerà indispensabile venendo in vostro soccorso nei momenti di dubbio gastronomico.
Sono rimasta particolarmente attratta dalla foto della Frittata farcita con cavolo rosso, speck e mela, ovviamente trentina, dei rotolini ben disposti in verticale nel piatto che hanno stimolato il mio appetito e la mia fantasia dandomi ispirazione per la realizzazione della mia frittata farcita di brie e crema di carciofi e tonno, che alla fine ho pure disposto in modo diverso nel piatto ma la fantasia è così, si parte da un input e se ne segue l’evoluzione ovunque essa porti.
Rotolini di frittata farciti al Brie e crema di carciofi
Ho preparato questo piatto come cena fast speciale con quanto la mia dispensa offriva, ovvero due sole uova, una bella fetta di Brie e un vasetto di Pesto Caltagirone Sicilian Exquisiteness a base di carciofi, olio e tonno. La partenza non era male bisognava solo assemblare il tutto.
Ingredienti per due persone
Per la frittata:
2 uova biologiche
2 cucchiai di latte
1 cucchiaio di parmigiano
prezzemolo tritato
sale e pepe q.b.
olio per ungere la padella
Per farcire:
1 fetta di formaggio Brie
2-3 cucchiai di crema di Carciofi e tonno (pesto Caltagirone pronto oppure carciofi cotti in bianco e frullati con olio, sale, pepe, prezzemolo e tonno sott’olio sgocciolato)
Sbattiamo le uova, con il latte, poco sale e pepe, parmigiano e prezzemolo. Scaldiamo una padella antiaderente unta d’olio (quella da piadina o crepes andrà benissimo se vogliamo ottenere una frittata sottilissima) e versiamo in essa il composto di uova, facendo attenzione a che si distribuisca uniformemente sul fondo. Quando l’uovo risulterà rappreso anche sopra, distribuiamo sulla superficie della frittatina il pesto e il formaggio a cubetti. Arrotoliamo pian piano la frittata su se stessa e passiamola cinque minuti in forno prima di servirla tagliata a fette regolari o triangolari, come nel mio caso, con degli spinaci o altra verdura a piacere per contorno.

2009-05-27

Lo Strolghino nei grissini

Ancora lievito e ancora forno, sarà che passo un po’ più di tempo a casa - causa gravidanza - ho possibilità di dedicarmi a quegli impasti dai tempi lunghi, cosiddetti lievitati, che molte soddisfazioni mi concedono nel prepararli e nel gustarli.
Il nome strano del titolo non si riferisce ad un formaggio ma ad un salamino di cui molti conosceranno la fama di dolcezza e delicatezza, questo in particolare è lo Strolghino di Culatello Riserva S.Antonio della bottega Esperya che ho voluto utilizzare per arricchire il già goloso impasto dei grissini, giusto per avere qualcosa di buono da sgranocchiare scrivendo.
La ricetta dei grissini l’avevo già provata in occasione dell’esperienza lievito madre, stavolta ho usato il lievito di birra e al posto del misto farina 00 e farina manitoba la dose relativa di farina 0 biscotto, quella eccezionale di Plurimix-point che non mi stancherò mai di consigliarvi.
I risultati sono tra loro notevolmente differenti e non saprei dire quale mi piace di più, il lievito madre rende il grissino più duro, compatto, il lievito di birra più friabile e leggero comunque decidiate di farli sappiate che con l’aggiunta di pezzettini di salame nell’impasto si sublima il tutto.
Li ho voluti fare lunghi lunghi quanto la teglia mi ha consentito perché c’è più gusto a vederli ed a mangiarli, sono un po’ bizzarri e questo mi piace.
A voi la ricetta dei grissini con lo Strolghino di Culatello
Ingredienti:
500 g di farina 0 tipo biscotto (oppure 400 g di farina 00 e 100 g di farina manitoba)
100 g di olio extravergine d'oliva
15 g di lievito di birra
8 g di sale
acqua q.b.
100 g di Strolghino di Culatello
Semola di grano duro q.b.
Sciogliamo il lievito in un bicchiere di acqua appena tiepida ed impastiamo con la farina, l'olio ed il sale, aggiungiamo eventualmente ancora acqua finché il composto si staccherà dalle mani. Formiamo una palla e lasciamola riposare in una ciotola coperta da pellicola fino al raddoppio del suo volume.
Trascorso il tempo necessario stendiamo la pasta con l'aiuto di un matterello in una striscia e ricaviamone dei bastoncini di 12-15 cm di lunghezza e 2 cm c.a. di larghezza e spessore. Rotoliamo sul piano di lavoro, cosparso di semolino, ciascun bastoncino in modo che se ne intinga e si allunghi prendendo la forma cilindrica classica del grissino. Disponiamoli in teglia, lasciamoli riposare ancora mezz'ora e poi cuociamoli in forno molto caldo fino a doratura.

Lo Strolghino nei grissini

Ancora lievito e ancora forno, sarà che passo un po’ più di tempo a casa - causa gravidanza - ho possibilità di dedicarmi a quegli impasti dai tempi lunghi, cosiddetti lievitati, che molte soddisfazioni mi concedono nel prepararli e nel gustarli.
Il nome strano del titolo non si riferisce ad un formaggio ma ad un salamino di cui molti conosceranno la fama di dolcezza e delicatezza, questo in particolare è lo Strolghino di Culatello Riserva S.Antonio della bottega Esperya che ho voluto utilizzare per arricchire il già goloso impasto dei grissini, giusto per avere qualcosa di buono da sgranocchiare scrivendo.
La ricetta dei grissini l’avevo già provata in occasione dell’esperienza lievito madre, stavolta ho usato il lievito di birra e al posto del misto farina 00 e farina manitoba la dose relativa di farina 0 biscotto, quella eccezionale di Plurimix-point che non mi stancherò mai di consigliarvi.
I risultati sono tra loro notevolmente differenti e non saprei dire quale mi piace di più, il lievito madre rende il grissino più duro, compatto, il lievito di birra più friabile e leggero comunque decidiate di farli sappiate che con l’aggiunta di pezzettini di salame nell’impasto si sublima il tutto.
Li ho voluti fare lunghi lunghi quanto la teglia mi ha consentito perché c’è più gusto a vederli ed a mangiarli, sono un po’ bizzarri e questo mi piace.
A voi la ricetta dei grissini con lo Strolghino di Culatello
Ingredienti:
500 g di farina 0 tipo biscotto (oppure 400 g di farina 00 e 100 g di farina manitoba)
100 g di olio extravergine d'oliva
15 g di lievito di birra
8 g di sale
acqua q.b.
100 g di Strolghino di Culatello
Semola di grano duro q.b.
Sciogliamo il lievito in un bicchiere di acqua appena tiepida ed impastiamo con la farina, l'olio ed il sale, aggiungiamo eventualmente ancora acqua finché il composto si staccherà dalle mani. Formiamo una palla e lasciamola riposare in una ciotola coperta da pellicola fino al raddoppio del suo volume.
Trascorso il tempo necessario stendiamo la pasta con l'aiuto di un matterello in una striscia e ricaviamone dei bastoncini di 12-15 cm di lunghezza e 2 cm c.a. di larghezza e spessore. Rotoliamo sul piano di lavoro, cosparso di semolino, ciascun bastoncino in modo che se ne intinga e si allunghi prendendo la forma cilindrica classica del grissino. Disponiamoli in teglia, lasciamoli riposare ancora mezz'ora e poi cuociamoli in forno molto caldo fino a doratura.

2009-05-25

Focaccia tipo pugliese

Dubbi sul fatto che io sia strana non dovrebbere più essercene dal momento che quando arriva il caldo mi viene voglia di impasti lievitati che presuppongono ovviamente l'uso del forno alle temperature più elevate, ma che vogliamo farci del resto i napoletani dicono "Addò c'è gusto nun c'è perdenza" e stavolta ho assecondato il gusto della focaccia pugliese. Lo so che i lettori pugliesi urleranno al sacrilegio ma io, mettendo le mani avanti, ho fatto una focaccia tipo pugliese e non pugliese. La ricetta base è quella mitica di cui vi ho già parlato a proposito di Focaccine Tandouri che ancora una volta vi consiglio di provare per la semplicità di esecuzione e la squisitezza del risultato.
Ingredienti per una grande teglia (30x40 c.a.):
250 g di farina manitoba
250 g di farina 00
15 g di lievito di birra fresco
300 ml c.a. di acqua a 20°C
2 cucchiai di olio d’oliva extravergine
8 g di sale
per completare:
65 g di acqua a 20°C
65 g di olio d’oliva extravergine
20 g sale
una manciata di olive nere
pomodorini ciliegini
origano
In una capace ciotola mescoliamo le farine e il sale, versiamo al centro l'olio e il lievito sciolto in acqua, amalgamiamo gli ingredienti con un cucchiaio senza impastare e lasciamo riposare per 10 minuti coperto da un foglio di pellicola per alimenti.
Ungiamo una teglia grande e riversiamo in essa il composto che sarà molto morbido lasciamo ancora riposare l'impasto per 10-15 minuti. Stendiamo bene nella teglia l'impasto facendo attenzione a non rompere le bolle d'aria che si stanno formando e premendo allo stesso tempo con le dita in modo da lasciare delle cavità sulla superficie. Prepariamo la salamoia emulsionando l'olio, con l'acqua, il sale e versiamola sulla focaccia. Infilziamo qua e là i pomodorini divisi a metà e le olive, cospargiamo di origano.
Copriamo di nuovo con pellicola e lasciamo lievitare per 2-3 ore poi leviamo la pellicola e inforniamo in forno caldissimo finché la focaccia non risulterà dorata.

Focaccia tipo pugliese

Dubbi sul fatto che io sia strana non dovrebbere più essercene dal momento che quando arriva il caldo mi viene voglia di impasti lievitati che presuppongono ovviamente l'uso del forno alle temperature più elevate, ma che vogliamo farci del resto i napoletani dicono "Addò c'è gusto nun c'è perdenza" e stavolta ho assecondato il gusto della focaccia pugliese. Lo so che i lettori pugliesi urleranno al sacrilegio ma io, mettendo le mani avanti, ho fatto una focaccia tipo pugliese e non pugliese. La ricetta base è quella mitica di cui vi ho già parlato a proposito di Focaccine Tandouri che ancora una volta vi consiglio di provare per la semplicità di esecuzione e la squisitezza del risultato.
Ingredienti per una grande teglia (30x40 c.a.):
250 g di farina manitoba
250 g di farina 00
15 g di lievito di birra fresco
300 ml c.a. di acqua a 20°C
2 cucchiai di olio d’oliva extravergine
8 g di sale
per completare:
65 g di acqua a 20°C
65 g di olio d’oliva extravergine
20 g sale
una manciata di olive nere
pomodorini ciliegini
origano
In una capace ciotola mescoliamo le farine e il sale, versiamo al centro l'olio e il lievito sciolto in acqua, amalgamiamo gli ingredienti con un cucchiaio senza impastare e lasciamo riposare per 10 minuti coperto da un foglio di pellicola per alimenti.
Ungiamo una teglia grande e riversiamo in essa il composto che sarà molto morbido lasciamo ancora riposare l'impasto per 10-15 minuti. Stendiamo bene nella teglia l'impasto facendo attenzione a non rompere le bolle d'aria che si stanno formando e premendo allo stesso tempo con le dita in modo da lasciare delle cavità sulla superficie. Prepariamo la salamoia emulsionando l'olio, con l'acqua, il sale e versiamola sulla focaccia. Infilziamo qua e là i pomodorini divisi a metà e le olive, cospargiamo di origano.
Copriamo di nuovo con pellicola e lasciamo lievitare per 2-3 ore poi leviamo la pellicola e inforniamo in forno caldissimo finché la focaccia non risulterà dorata.

2009-05-22

Insalata di pasta da schiscetta


Premetto che schiscetta è un termine che mi è particolarmente simpatico e, seppure da noi in Calabria per indicare il classico contenitore per portarsi dietro il pranzo si usi il termine "marmitta", preferisco usare il più modaiolo schiscetta che poi dà il titolo alla raccolta promossa da Desperate Houseviz "Ricette da Schiscetta" appunto.
L'insalata di pasta preparata così è già buona di suo ma se l'arricchite, come io ho fatto, con un buon pesto a base di olive nere, pomodoro, basilico, funghi, formaggio, aglio e peperoncino, il risultato supererà le vostre aspettative.
Io ovviamente ho usato il buon Pesto Etna di Sicilian Exquisiteness ma nulla vieta di farvelo voi da soli secondo i vostri gusti richiamando gli ingredienti indicati e aggiungendone o togliendone degli altri. Molto bene in effetti ci sta anche un pesto di pomodori secchi per il quale potete utilizzare la mia ricetta da arricchire e modificare secondo i vostri gusti.
Insomma mai porre limiti alla fantasia perchè le ricette da schiscetta sono proprio quelle che si preparano con quanto è al momeno disponibile.
Riepilogando gli elementi per la raccolta pare ci siano tutti: la ricetta "da asporto", il tupperwere (originale tra l'altro), la storia invece la fa la ricetta e il posto che sceglierete per degustarla, magari in buona compagnia.
Ingredienti per 2:
200 g di gnocchetti sardi o altra pasta corta
5-6 pomodorini o 1 pomodoro grande
1 manciata di olive nere
1 fetta di cacioricotta
80 g di tonno sott'olio
2 cucchiai di pesto alle olive, pomodoro e basilico
2 cucchiai di olio extravergine d'oliva
basilico
Lessiamo la pasta al dente in acqua salata e dopo averla scolata e raffreddata sotto il getto dell'acqua fredda, poniamola in una ciotola, uniamo l'olio, il pesto, le olive denocciolate e tagliate a rondelle, il formaggio a cubetti, il tonno sgocciolato e i pomodorini tagliati a metà o il pomodoro privato dei semi e tagliato a pezzetti. Diamo l'ultimo tocco con le foglioline di basilico e mescoliamo bene prima di servire.

Insalata di pasta da schiscetta


Premetto che schiscetta è un termine che mi è particolarmente simpatico e, seppure da noi in Calabria per indicare il classico contenitore per portarsi dietro il pranzo si usi il termine "marmitta", preferisco usare il più modaiolo schiscetta che poi dà il titolo alla raccolta promossa da Desperate Houseviz "Ricette da Schiscetta" appunto.
L'insalata di pasta preparata così è già buona di suo ma se l'arricchite, come io ho fatto, con un buon pesto a base di olive nere, pomodoro, basilico, funghi, formaggio, aglio e peperoncino, il risultato supererà le vostre aspettative.
Io ovviamente ho usato il buon Pesto Etna di Sicilian Exquisiteness ma nulla vieta di farvelo voi da soli secondo i vostri gusti richiamando gli ingredienti indicati e aggiungendone o togliendone degli altri. Molto bene in effetti ci sta anche un pesto di pomodori secchi per il quale potete utilizzare la mia ricetta da arricchire e modificare secondo i vostri gusti.
Insomma mai porre limiti alla fantasia perchè le ricette da schiscetta sono proprio quelle che si preparano con quanto è al momeno disponibile.
Riepilogando gli elementi per la raccolta pare ci siano tutti: la ricetta "da asporto", il tupperwere (originale tra l'altro), la storia invece la fa la ricetta e il posto che sceglierete per degustarla, magari in buona compagnia.
Ingredienti per 2:
200 g di gnocchetti sardi o altra pasta corta
5-6 pomodorini o 1 pomodoro grande
1 manciata di olive nere
1 fetta di cacioricotta
80 g di tonno sott'olio
2 cucchiai di pesto alle olive, pomodoro e basilico
2 cucchiai di olio extravergine d'oliva
basilico
Lessiamo la pasta al dente in acqua salata e dopo averla scolata e raffreddata sotto il getto dell'acqua fredda, poniamola in una ciotola, uniamo l'olio, il pesto, le olive denocciolate e tagliate a rondelle, il formaggio a cubetti, il tonno sgocciolato e i pomodorini tagliati a metà o il pomodoro privato dei semi e tagliato a pezzetti. Diamo l'ultimo tocco con le foglioline di basilico e mescoliamo bene prima di servire.

2009-05-20

Ventaglietti al formaggio e ciliegini secchi di Pachino

Sapete che adoro i Finger Food? Me ne sto innamorando sempre più e cerco di comporli secondo i dettami di cui vi ho parlato qualche post fa.
I
pomodori secchi li adoro e raramente ne compro perché da noi in Calabria il sole è forte d’estate e prepararseli da soli diventa quasi d’obbligo considerata la lunga tradizione in tal senso. Solo che mi incuriosiva troppo assaggiare il Ciliegino Secco Semidry di Pachino, volevo sentire il sapore del sole siciliano e così la mia scelta non poteva che ricadere su un prodotto di una marca di cui mi fido l’Azienda Campisi che oltre a lavorare benissimo il pesce ho scoperto eccellere anche nei prodotti della terra. I pomodorini che sono essiccati solo parzialmente per mantere maggiore carnositàe morbidezza li trovate, come molti altri prodotti Campisi, nella bottega Esperya.
Il pomodoro secco a mio parere sta da dio con le uova (in particolare fritte) e in questa versione, come dire mignon, arricchisce in modo gustoso e scenografico anche le insalate di pasta, però stavolta ho voluto provare un diverso accostamento e ne sono rimasta soddisfatta.
Ho preparato una crema di formaggio arricchendo il classico formaggio spalmabile "da supermercato" con del cacioricotta pugliese grattugiato, una macinata di pepe ed un po’ di profumatissimo origano, l’ho racchiusa tra due mezzi pomodorini e poi avvolta in una fetta di filettino di maiale stagionato, quello che producono artigianalmente e per mero uso familiare i miei genitori. Vi assicuro una vera delizia. In mancanza del filetto potete utilizzare del prosciutto crudo, il gusto è quello che più assomiglia al prodotto di cui vi parlo. I ventaglietti possono essere serviti con dei crostini sottilissimi di pane casereccio. Un Finger Food facile da realizzare da accostare ad un buon bicchiere di vino per un aperitivo speciale.
Ingredienti per 6 Finger Food:
6 fettine di filetto di maiale stagionato
12 mezzi Ciliegini secchi di Pachino
2 cucchiai di formaggio spalmabile
2 cucchiai di cacioricotta pugliese grattugiato
Pepe nero
origano
Erba cipollina per legare i ventagli
Amalgamiamo i due formaggi, insaporiamo con una macinata di pepe nero e un pizzico di origano. Disponiamo un cucchiaino di crema al formaggio sopra un mezzo pomodorino e compriamo con l’altro, racchiudiamo il pomodorino in una fetta di filetto ( o in mancanza prosciutto crudo) a mo’ di ventaglio e chiudiamo la base con un filo di erba cipollina. Serviamo accompagnando con crostini di pane casereccio grigliati al forno dopo averli pennellati con olio e spezie a piacere.

Ventaglietti al formaggio e ciliegini secchi di Pachino

Sapete che adoro i Finger Food? Me ne sto innamorando sempre più e cerco di comporli secondo i dettami di cui vi ho parlato qualche post fa.
I
pomodori secchi li adoro e raramente ne compro perché da noi in Calabria il sole è forte d’estate e prepararseli da soli diventa quasi d’obbligo considerata la lunga tradizione in tal senso. Solo che mi incuriosiva troppo assaggiare il Ciliegino Secco Semidry di Pachino, volevo sentire il sapore del sole siciliano e così la mia scelta non poteva che ricadere su un prodotto di una marca di cui mi fido l’Azienda Campisi che oltre a lavorare benissimo il pesce ho scoperto eccellere anche nei prodotti della terra. I pomodorini che sono essiccati solo parzialmente per mantere maggiore carnositàe morbidezza li trovate, come molti altri prodotti Campisi, nella bottega Esperya.
Il pomodoro secco a mio parere sta da dio con le uova (in particolare fritte) e in questa versione, come dire mignon, arricchisce in modo gustoso e scenografico anche le insalate di pasta, però stavolta ho voluto provare un diverso accostamento e ne sono rimasta soddisfatta.
Ho preparato una crema di formaggio arricchendo il classico formaggio spalmabile "da supermercato" con del cacioricotta pugliese grattugiato, una macinata di pepe ed un po’ di profumatissimo origano, l’ho racchiusa tra due mezzi pomodorini e poi avvolta in una fetta di filettino di maiale stagionato, quello che producono artigianalmente e per mero uso familiare i miei genitori. Vi assicuro una vera delizia. In mancanza del filetto potete utilizzare del prosciutto crudo, il gusto è quello che più assomiglia al prodotto di cui vi parlo. I ventaglietti possono essere serviti con dei crostini sottilissimi di pane casereccio. Un Finger Food facile da realizzare da accostare ad un buon bicchiere di vino per un aperitivo speciale.
Ingredienti per 6 Finger Food:
6 fettine di filetto di maiale stagionato
12 mezzi Ciliegini secchi di Pachino
2 cucchiai di formaggio spalmabile
2 cucchiai di cacioricotta pugliese grattugiato
Pepe nero
origano
Erba cipollina per legare i ventagli
Amalgamiamo i due formaggi, insaporiamo con una macinata di pepe nero e un pizzico di origano. Disponiamo un cucchiaino di crema al formaggio sopra un mezzo pomodorino e compriamo con l’altro, racchiudiamo il pomodorino in una fetta di filetto ( o in mancanza prosciutto crudo) a mo’ di ventaglio e chiudiamo la base con un filo di erba cipollina. Serviamo accompagnando con crostini di pane casereccio grigliati al forno dopo averli pennellati con olio e spezie a piacere.

2009-05-18

Brioches intrecciate

Non nego che, pur essendo uno stato “di grazia” qualche piccolo inconveniente la gravidanza se lo trascina dietro, di molti mi sto accorgendo solo adesso che sono entrata nell’ultimo trimestre, altri piccoli disturbi invece me li sono ormai lasciati alle spalle. Comunque sia mi trovo spesso a fare i conti con una certa acidità e bruciore di stomaco che, mi sono accorta, essere acuita dal consumo di cibi contenenti lievito di birra. E’ strano ma quel che non facciamo noi ci obbliga la natura a farlo e così se il caffè in gravidanza fa male ti accorgi che neppure puoi sentirne l’odore, se gli alcolici sono vietati nemmeno ti sfiora la voglia di assaggiarli, ma il pane fresco e fragrante, le brioches e tutte le altre “diavolerie” lievitate perché mai, mi chiedo, dovrebbe il bruciore di stomaco indurmi ad evitarle? La risposta è presto data, di carboidrati dovrei mangiarne pochi per evitare l’effetto mongolfiera e così se da sola non mi so trattenere il mio corpo risponde con bruciore ed acidità e dico che mi sta bene.
L’altro giorno però mi sono fatta due conti tra me e me ed ho deciso che per le brioches dei miei desideri ben valeva la pena di subire una mezza giornata di disturbi da attenuare con una compressina di Maalox al bisogno come ha suggerito la dottoressa. E se male bisogna farsi, facciamolo completo no? Allora una briochina tiepida farcita di gelato alla panna e confettura di lamponi può anche starci di tanto in tanto. Si sa che non si può negare una voglia ad una donna nel mio stato…
La ricetta delle brioches è semplice semplice, a prova di donna incinta che non deve stancarsi troppo.
Ingredienti per 8 brioches:
250 g di farina 00
125 g di latte tiepido
8 g di lievito di birra fresco
un pizzico di sale
20 g di zucchero
40 g di burro morbido
2 tuorli
Per completare 1tuorlo, 2 cucchiai di latte e granella di zucchero.
Versiamo la farina in una ciotola, uniamo lo zucchero, il sale e il burro, poi il latte tiepido nel quale avremo sciolto il lievito e i tuorli leggermente sbattuti, Impastiamo bene e lasciamo lievitare l’impasto coperto fino al raddoppio. Trascorso il tempo necessario rimpastiamo di nuovo e formiamo otto palline che lasciamo di nuovo a lievitare un po’. Stendiamo ogni singola pallina ricavandone un cordoncino di circa 30 cm, pieghiamolo in due intrecciandolo e chiudiamolo a ciambella. Procediamo così per gli altri sette, sistemandoli in una capace teglia rivestita di carta da forno. Pennelliamo le brioches con il tuorlo mescolato al latte e cospargiamole di granella di zucchero, lasciamole ancora lievitare sino al raddoppio e poi inforniamole nel forno caldo alla massima potenza, sul fondo del quale avremo posto una ciotola colma d’acqua per mantenere l’umidità. Il colore ci dirà quando le focaccine sono cotte. Sono ottime senza farcia ma ancor più con il gelato dentro.

Brioches intrecciate

Non nego che, pur essendo uno stato “di grazia” qualche piccolo inconveniente la gravidanza se lo trascina dietro, di molti mi sto accorgendo solo adesso che sono entrata nell’ultimo trimestre, altri piccoli disturbi invece me li sono ormai lasciati alle spalle. Comunque sia mi trovo spesso a fare i conti con una certa acidità e bruciore di stomaco che, mi sono accorta, essere acuita dal consumo di cibi contenenti lievito di birra. E’ strano ma quel che non facciamo noi ci obbliga la natura a farlo e così se il caffè in gravidanza fa male ti accorgi che neppure puoi sentirne l’odore, se gli alcolici sono vietati nemmeno ti sfiora la voglia di assaggiarli, ma il pane fresco e fragrante, le brioches e tutte le altre “diavolerie” lievitate perché mai, mi chiedo, dovrebbe il bruciore di stomaco indurmi ad evitarle? La risposta è presto data, di carboidrati dovrei mangiarne pochi per evitare l’effetto mongolfiera e così se da sola non mi so trattenere il mio corpo risponde con bruciore ed acidità e dico che mi sta bene.
L’altro giorno però mi sono fatta due conti tra me e me ed ho deciso che per le brioches dei miei desideri ben valeva la pena di subire una mezza giornata di disturbi da attenuare con una compressina di Maalox al bisogno come ha suggerito la dottoressa. E se male bisogna farsi, facciamolo completo no? Allora una briochina tiepida farcita di gelato alla panna e confettura di lamponi può anche starci di tanto in tanto. Si sa che non si può negare una voglia ad una donna nel mio stato…
La ricetta delle brioches è semplice semplice, a prova di donna incinta che non deve stancarsi troppo.
Ingredienti per 8 brioches:
250 g di farina 00
125 g di latte tiepido
8 g di lievito di birra fresco
un pizzico di sale
20 g di zucchero
40 g di burro morbido
2 tuorli
Per completare 1tuorlo, 2 cucchiai di latte e granella di zucchero.
Versiamo la farina in una ciotola, uniamo lo zucchero, il sale e il burro, poi il latte tiepido nel quale avremo sciolto il lievito e i tuorli leggermente sbattuti, Impastiamo bene e lasciamo lievitare l’impasto coperto fino al raddoppio. Trascorso il tempo necessario rimpastiamo di nuovo e formiamo otto palline che lasciamo di nuovo a lievitare un po’. Stendiamo ogni singola pallina ricavandone un cordoncino di circa 30 cm, pieghiamolo in due intrecciandolo e chiudiamolo a ciambella. Procediamo così per gli altri sette, sistemandoli in una capace teglia rivestita di carta da forno. Pennelliamo le brioches con il tuorlo mescolato al latte e cospargiamole di granella di zucchero, lasciamole ancora lievitare sino al raddoppio e poi inforniamole nel forno caldo alla massima potenza, sul fondo del quale avremo posto una ciotola colma d’acqua per mantenere l’umidità. Il colore ci dirà quando le focaccine sono cotte. Sono ottime senza farcia ma ancor più con il gelato dentro.

2009-05-15

Carote in agrodolce

Sto cercando di rimettermi in pari con i vari contest della rete dal momento che qualche piccolo disturbo della gravidanza non mi fa essere al pieno delle mie capacità e se agli impegni di lavoro non si può dire di no a volte ne fa le spese il blog ed i colleghi bloggers , come mi piace chiamarvi, i cui spazi riesco a visitare ma soprattutto a commentare meno del consueto.
I concorsi di Sandra in collaborazione con Guido Tommasi Editore mi sembrano estremamente interessanti e quando avevo letto il post di lancio avevo tutte le intenzioni di partecipare a tutti e quattro. Poi si fanno i conti con la realtà e il tempo per far tutto non è poi così facile trovarlo.
Partecipo al concorso Verdure Golose con una ricetta semplicissima che utilizzo per le carote, soprattutto in estate e in particolare quando voglio abbinarle ad un buon barbecue di carne. In tal caso ho abbinato le carote a degli spiedini di carne bovina realizzati con i bastoncini del rosmarino che conferiscono alla carne quel qualcosa in più. Le carote vanno utilizzate a crudo, solo tagliate a bastoncini sottili, o a julienne se preferite, e condite con una speciale marinata che va lasciata riposare sulle verdure per qualche ora. Nulla vi impedisce, ovviamente di provare la stessa marinata con zucchine, peperoni o quant’altro. Per l’aceto suggerisco un aceto bianco balsamico, molto più delicato del consueto aceto bianco, ottimo è il condimento balsamico bianco di Cascina San Cassiano, ma se vi viene difficile reperire un prodotto simile va benissimo un buon aceto di mele.
Ingredienti per 2 persone:
4 carote
½ limone
1 cucchiaio di miele
2 cucchiai di aceto bianco balsamico (o in mancanza di aceto di mele)
1 cipollotto fresco
1 cucchiaino raso di spezie Tandoori
sale e pepe
Peliamo le carote e tagliamole a bastoncini, mescoliamole al succo del limone e aggiungiamo sale e pepe. Mescoliamo il cipollotto tritato con il miele, l’aceto e le spezie Tandoori, portiamo la marinata ad ebollizione, poi versiamola sulle carote. Lasciamo riposare le carote, meglio se in frigorifero, per circa 3 ore mescolando di tanto in tanto.