2013-04-14

Cestini di Piadina con salmerino marinato e zucchine alla salsa Baernese

piadina a cestini
Piatto decorato a mano La Vecchia Faenza
Ancora cestini, pare sia destino ultimamente che io debba ripetermi in almeno due ricette successive sul tema scelto. Quella di oggi, come del resto quella del dolce di cui al precedente post, non è una vera e propria ricetta ma un assemblaggio di cose davvero buone prodotte sul territorio nazionale che mi sono divertita ad accostare tra loro per realizzarne un divertente appetizer cui ho abbinato una eccellente birra del Birrificio AEFFE, la Diciannòv ho scelto per questo piatto, una birra che prende ispirazione dalla lunga tradizione delle birre di colore ambra e di moderata gradazione alcolica chiamate Alt che vengono servite da secoli nella città vecchia di Dusseldorf. La 19 è molto versatile in cucina abbinandosi perfettamente con tutti gli stuzzichini e le cene della nostra tradizione. 
Ovviamente il mio abbinamento è dettato da puro gusto, ma se volete abbinamenti più competenti vi rimando a  "Cruda e Crudo", un ebook in cui Edoardo Fraioli ci illustra più di 30 abbinamenti tra birra di qualità e ricette di ottima cucina. Cruda & Crudo ve lo racconto con le parole del suo autore "non è un libro di ricette, ma il racconto delle passeggiate nei mercatini rionali, i viaggi in Europa guidati dai percorsi dello street food, le gite fuori porta al solo fine di provare quella trattoria o quel posto trendy che realizza esperimenti culinari, o comprare un prodotto unico figlio di un territorio straordinario, quale quello delle piccole realtà locali italiane. 
Non è una guida alla migliore birra da acquistare ma il racconto di serate passate in compagnia con la comune voglia di parlare dei profumi e dei sapori che regalano i nostri piatti e i bouquet profumati delle birre artigianali.". Come potete capire è molto più che un libro di ricette, un carosello di immagini, profumi, sensazioni, incontri tra amici, ludiche degustazioni di gruppo che si susseguono nelle 223 pagine che lo compongono. Un vademecum pratico ed indispensabile per tutti noi curiosi del gusto, il cui formato elettronico rende rapida la consultazione e la ricerca, a partire dalla birra o dagli ingredienti. 
E allora mi sono scatenata anch'io nell'abbinamento e alla birra di cui vi ho innanzi detto ho abbinato dei cestini realizzati con la piadina fresca all'extravergine d'oliva di Artigianpiada, un laboratorio artigianale del riminese  capace di “sfornare” grandi volumi di produzione, pur mantenendo le ricette originali della locale tradizione Romagnola. Volete sapere cosa ho messo dentro ai cestini? Il salmerino a cubetti marinato di TrotaOro di cui più volte vi ho detto e delle zucchine crude marinate e condite con la salsa Baernese , una delle più amate in Francia, prodotta da un'altra grande azienda che ho scoperto da pochissimo tempo. Natura è Piacere produce maionesi e salse biologiche di altissima qualità tanto della tradizione italiana quanto di quella internazionale per gourmet,  vegetariani, intolleranti e per chiunque sia attento alla propria salute. La maionese e il ketchup prodotti da Natura è Piacere sono in effetti le uniche che permetto di mangiare, sentendomi sicura, a mio figlio di quattro anni.
Ora vi do la ricetta
Ingredienti per 12 cestini:
3 piadine fresche all'olio d'oliva
2 zucchine verdi
salsa Baernese
un barattolo di salmerino marinato
sale
qualche foglia di belga o insalata per decorare
Affettare finemente le zucchine dopo averle lavate e spuntate e porle in uno scolapasta con del sale, lasciarle spurgare un'oretta poi strizzarle per bene e metterle in una ciotola, unire il salmerino marinato sgocciolato dal liquido di conservazione, condire con la salsa baernese, amalgamando bene gli ingredienti.
Ritagliare da ogni piadina 4 cerchi di 12 cm di diametro. sistemarli degli stampini da muffin e infornarli per qualche minuto finché i bordini iniziano appena a dorare.
Farcire i cestini con il composto preparato e decorarli con una fogliolina.

Cestini di Piadina con salmerino marinato e zucchine alla salsa Baernese

piadina a cestini
Piatto decorato a mano La Vecchia Faenza
Ancora cestini, pare sia destino ultimamente che io debba ripetermi in almeno due ricette successive sul tema scelto. Quella di oggi, come del resto quella del dolce di cui al precedente post, non è una vera e propria ricetta ma un assemblaggio di cose davvero buone prodotte sul territorio nazionale che mi sono divertita ad accostare tra loro per realizzarne un divertente appetizer cui ho abbinato una eccellente birra del Birrificio AEFFE, la Diciannòv ho scelto per questo piatto, una birra che prende ispirazione dalla lunga tradizione delle birre di colore ambra e di moderata gradazione alcolica chiamate Alt che vengono servite da secoli nella città vecchia di Dusseldorf. La 19 è molto versatile in cucina abbinandosi perfettamente con tutti gli stuzzichini e le cene della nostra tradizione. 
Ovviamente il mio abbinamento è dettato da puro gusto, ma se volete abbinamenti più competenti vi rimando a  "Cruda e Crudo", un ebook in cui Edoardo Fraioli ci illustra più di 30 abbinamenti tra birra di qualità e ricette di ottima cucina. Cruda & Crudo ve lo racconto con le parole del suo autore "non è un libro di ricette, ma il racconto delle passeggiate nei mercatini rionali, i viaggi in Europa guidati dai percorsi dello street food, le gite fuori porta al solo fine di provare quella trattoria o quel posto trendy che realizza esperimenti culinari, o comprare un prodotto unico figlio di un territorio straordinario, quale quello delle piccole realtà locali italiane. 
Non è una guida alla migliore birra da acquistare ma il racconto di serate passate in compagnia con la comune voglia di parlare dei profumi e dei sapori che regalano i nostri piatti e i bouquet profumati delle birre artigianali.". Come potete capire è molto più che un libro di ricette, un carosello di immagini, profumi, sensazioni, incontri tra amici, ludiche degustazioni di gruppo che si susseguono nelle 223 pagine che lo compongono. Un vademecum pratico ed indispensabile per tutti noi curiosi del gusto, il cui formato elettronico rende rapida la consultazione e la ricerca, a partire dalla birra o dagli ingredienti. 
E allora mi sono scatenata anch'io nell'abbinamento e alla birra di cui vi ho innanzi detto ho abbinato dei cestini realizzati con la piadina fresca all'extravergine d'oliva di Artigianpiada, un laboratorio artigianale del riminese  capace di “sfornare” grandi volumi di produzione, pur mantenendo le ricette originali della locale tradizione Romagnola. Volete sapere cosa ho messo dentro ai cestini? Il salmerino a cubetti marinato di TrotaOro di cui più volte vi ho detto e delle zucchine crude marinate e condite con la salsa Baernese , una delle più amate in Francia, prodotta da un'altra grande azienda che ho scoperto da pochissimo tempo. Natura è Piacere produce maionesi e salse biologiche di altissima qualità tanto della tradizione italiana quanto di quella internazionale per gourmet,  vegetariani, intolleranti e per chiunque sia attento alla propria salute. La maionese e il ketchup prodotti da Natura è Piacere sono in effetti le uniche che permetto di mangiare, sentendomi sicura, a mio figlio di quattro anni.
Ora vi do la ricetta
Ingredienti per 12 cestini:
3 piadine fresche all'olio d'oliva
2 zucchine verdi
salsa Baernese
un barattolo di salmerino marinato
sale
qualche foglia di belga o insalata per decorare
Affettare finemente le zucchine dopo averle lavate e spuntate e porle in uno scolapasta con del sale, lasciarle spurgare un'oretta poi strizzarle per bene e metterle in una ciotola, unire il salmerino marinato sgocciolato dal liquido di conservazione, condire con la salsa baernese, amalgamando bene gli ingredienti.
Ritagliare da ogni piadina 4 cerchi di 12 cm di diametro. sistemarli degli stampini da muffin e infornarli per qualche minuto finché i bordini iniziano appena a dorare.
Farcire i cestini con il composto preparato e decorarli con una fogliolina.

2013-04-12

Cestini di biscotto all'avena con semifreddo di robiola e panforte di Pistoia

cestini digestive all'avena
Vassoio La Porcellana Bianca, tovagliolo Busatti
Ci sono delle aziende che oltre a realizzare ottimi prodotti, che valgono già da soli il viaggio nel luogo dove sono ubicate, hanno pure la fortuna di trovarsi in luoghi belli che sono in effetti da vedere, in tal caso nulla osta al viaggio, bisogna assolutamente cogliere al volo l'occasione ed andare a visitare i magici creatori di tante delizie. Questa volta vi invito a fare un salto nella splendida città di Pistoia dove in Piazza San Francesco la Pasticceria Bruno Corsini produce e vende specialità artigianali pistoiesi dal 1918 quando il Cav. Umberto Corsini diede inizio all'attività producendo confetti, caramelle  e cioccolato. Da allora la Ditta Corsini fabbrica, secondo le antiche ricette medievali, i famosi Confetti ricci di Pistoia, l'esclusivo Panforte di Pistoia Glacé e altre golose specialità come praline, bonbons al caffè e tavolette al cioccolato.
Il confetto di Pistoia si differenzia da tutti gli altri, oltre che per la classica forma a riccio, anche per la varietà di gusti. Anice, coriandolo ma anche nocciola, mandorla, canditi, cioccolato e altri gusti. La prima testimonianza storica del confetto di Pistoia risale al 1372 quando si narra che questi dolcetti furono utilizzati per festeggiare degnamente il 25 luglio Festa del Patrono. Da allora si è conservata immutata la tradizione di festeggiare ogni avvenimento con i classici confetti a riccio che la Ditta Bruno Corsini continua a produrre ancora artigianalmente con sciroppo di acqua e zucchero, senza l'aggiunta di amido nelle tradizionali "bassine di rame" che ruotano ininterrottamente fino a quando il ciclo di lavorazione del confetto non è concluso e le varie "anime" non risultano perfettamente rivestite.
Il Panforte glacé è, come dicevo innanzi, un'altra specialità tipica della cioccolateria artigianale pistoiese. Una mirabile e armonica composizione di mandorle, nocciole, ciliege, cedro e arancia canditi racchiusi in un guscio di cioccolato la cui ricetta è rigorosamente segreta e tramandata in famiglia.
Ho scelto di utilizzare il Panforte che ho abbinato ad una crema di robiola Nonno Nanni e panna montata per questi miei pasticcini la cui base è realizzata con biscotti Digestive ai Fiocchi d'avena McVitie's. Un dolce che non richiede alcuna cottura. A voi la ricetta.
Ingredienti
per 12 cestini:
150 g di biscotti Digestive ai Fiocchi d'avena McVitie's
75 g di burro
per la farcia:
100 g di panna montata zuccherata
100 g di panforte di Pistoia Glacé
qualche goccia di essenza di vaniglia
qualche fettina di panforte o ciliegie candire per decorare
Frullare finemente i biscotti ed unirli al burro fuso, foderare con il composto dei pirottini di carta oleata e lasciarli rassodare in frigo. Intanto tritare a coltello il panforte e mescolarlo alla robiola lavorando con una spatola, unire la panna e la vaniglia senza smontare il composto. Farcire i cestini con il semifreddo preparato e tenerli in frigo fino al momento di servire.

Cestini di biscotto all'avena con semifreddo di robiola e panforte di Pistoia

cestini digestive all'avena
Vassoio La Porcellana Bianca, tovagliolo Busatti
Ci sono delle aziende che oltre a realizzare ottimi prodotti, che valgono già da soli il viaggio nel luogo dove sono ubicate, hanno pure la fortuna di trovarsi in luoghi belli che sono in effetti da vedere, in tal caso nulla osta al viaggio, bisogna assolutamente cogliere al volo l'occasione ed andare a visitare i magici creatori di tante delizie. Questa volta vi invito a fare un salto nella splendida città di Pistoia dove in Piazza San Francesco la Pasticceria Bruno Corsini produce e vende specialità artigianali pistoiesi dal 1918 quando il Cav. Umberto Corsini diede inizio all'attività producendo confetti, caramelle  e cioccolato. Da allora la Ditta Corsini fabbrica, secondo le antiche ricette medievali, i famosi Confetti ricci di Pistoia, l'esclusivo Panforte di Pistoia Glacé e altre golose specialità come praline, bonbons al caffè e tavolette al cioccolato.
Il confetto di Pistoia si differenzia da tutti gli altri, oltre che per la classica forma a riccio, anche per la varietà di gusti. Anice, coriandolo ma anche nocciola, mandorla, canditi, cioccolato e altri gusti. La prima testimonianza storica del confetto di Pistoia risale al 1372 quando si narra che questi dolcetti furono utilizzati per festeggiare degnamente il 25 luglio Festa del Patrono. Da allora si è conservata immutata la tradizione di festeggiare ogni avvenimento con i classici confetti a riccio che la Ditta Bruno Corsini continua a produrre ancora artigianalmente con sciroppo di acqua e zucchero, senza l'aggiunta di amido nelle tradizionali "bassine di rame" che ruotano ininterrottamente fino a quando il ciclo di lavorazione del confetto non è concluso e le varie "anime" non risultano perfettamente rivestite.
Il Panforte glacé è, come dicevo innanzi, un'altra specialità tipica della cioccolateria artigianale pistoiese. Una mirabile e armonica composizione di mandorle, nocciole, ciliege, cedro e arancia canditi racchiusi in un guscio di cioccolato la cui ricetta è rigorosamente segreta e tramandata in famiglia.
Ho scelto di utilizzare il Panforte che ho abbinato ad una crema di robiola Nonno Nanni e panna montata per questi miei pasticcini la cui base è realizzata con biscotti Digestive ai Fiocchi d'avena McVitie's. Un dolce che non richiede alcuna cottura. A voi la ricetta.
Ingredienti
per 12 cestini:
150 g di biscotti Digestive ai Fiocchi d'avena McVitie's
75 g di burro
per la farcia:
100 g di panna montata zuccherata
100 g di panforte di Pistoia Glacé
qualche goccia di essenza di vaniglia
qualche fettina di panforte o ciliegie candire per decorare
Frullare finemente i biscotti ed unirli al burro fuso, foderare con il composto dei pirottini di carta oleata e lasciarli rassodare in frigo. Intanto tritare a coltello il panforte e mescolarlo alla robiola lavorando con una spatola, unire la panna e la vaniglia senza smontare il composto. Farcire i cestini con il semifreddo preparato e tenerli in frigo fino al momento di servire.

2013-04-11

Cuscus di mare e terra

cuscus pesce e verdure
Piatto Ceramiche Maroso
I broccoli mi piacciono davvero tanto, approfitto quindi fino alla fine della ricchezza dei nostri orti per metterli un po' dappertutto, stavolta ho preparato un goloso cuscus, piatto per il quale a casa mia impazziscono anche i piccoli, che ho arricchito con calamari, mazzancolle, cimette di broccoli e carote. Una vera delizia semplicissima da preparare.
Ovviamente un piatto così va festeggiato per cui una bottiglia di Brut Rosé Carpenè Malvolti, che si addice a piatti a base di pesce così come a carni bianche e formaggi ovini e caprini, è stata per la causa giustamente sacrificata.
Eccovi la ricetta:
Ingredienti per 4 persone:
250 g di cuscus precotto
1/2 kg di mazzancolle
1/2 Kg di calamari
 carote
2-3 etti di cime di broccoli
1 cipolla bionda
1 spicchio d'aglio
1 rametto di prezzemolo
olio
sale e pepe
Sgusciare le mazzancolle e con il gusci e le teste preparare un brodo unendo la cipolla, una carota, il prezzemolo, un pizzico di sale e qualche grano di pepe. Lasciar cuocere e intanto approfittare del vapore per cuocere le cimette dei broccoli, utilizzando un apposito cestello. Affettare le carote restanti dopo averle pelate e ridurre ad anelli i calamari ben puliti. Saltare i calamari, i loro ciuffetti e le mazzancolle sgusciate in un tegame con un filo d'olio e l'aglio schiacciato con il palmo della mano, unire anche le carote e in ultimo i broccoletti, salare pepare e bagnare con un po' del brodo ricavato dai crostacei e filtrato, eliminare l'aglio prima di spegnere. Portare a bollore 250 ml del brodo preparato con l'aggiunta di un filo d'olio, e versarvi il cuscus, coprire il tegame e lasciar gonfiare per 5 minuti circa. Sgranare il cuscus aggiungendo se necessario ancora un po' d'olio e versarlo nella padella con il condimento preparato.
*Per la ricetta ho utilizzato Olio extravergine d'oliva Dante ConDisano arricchito di vitamina D e pentole BergHOFF Italia

Cuscus di mare e terra

cuscus pesce e verdure
Piatto Ceramiche Maroso
I broccoli mi piacciono davvero tanto, approfitto quindi fino alla fine della ricchezza dei nostri orti per metterli un po' dappertutto, stavolta ho preparato un goloso cuscus, piatto per il quale a casa mia impazziscono anche i piccoli, che ho arricchito con calamari, mazzancolle, cimette di broccoli e carote. Una vera delizia semplicissima da preparare.
Ovviamente un piatto così va festeggiato per cui una bottiglia di Brut Rosé Carpenè Malvolti, che si addice a piatti a base di pesce così come a carni bianche e formaggi ovini e caprini, è stata per la causa giustamente sacrificata.
Eccovi la ricetta:
Ingredienti per 4 persone:
250 g di cuscus precotto
1/2 kg di mazzancolle
1/2 Kg di calamari
 carote
2-3 etti di cime di broccoli
1 cipolla bionda
1 spicchio d'aglio
1 rametto di prezzemolo
olio
sale e pepe
Sgusciare le mazzancolle e con il gusci e le teste preparare un brodo unendo la cipolla, una carota, il prezzemolo, un pizzico di sale e qualche grano di pepe. Lasciar cuocere e intanto approfittare del vapore per cuocere le cimette dei broccoli, utilizzando un apposito cestello. Affettare le carote restanti dopo averle pelate e ridurre ad anelli i calamari ben puliti. Saltare i calamari, i loro ciuffetti e le mazzancolle sgusciate in un tegame con un filo d'olio e l'aglio schiacciato con il palmo della mano, unire anche le carote e in ultimo i broccoletti, salare pepare e bagnare con un po' del brodo ricavato dai crostacei e filtrato, eliminare l'aglio prima di spegnere. Portare a bollore 250 ml del brodo preparato con l'aggiunta di un filo d'olio, e versarvi il cuscus, coprire il tegame e lasciar gonfiare per 5 minuti circa. Sgranare il cuscus aggiungendo se necessario ancora un po' d'olio e versarlo nella padella con il condimento preparato.
*Per la ricetta ho utilizzato Olio extravergine d'oliva Dante ConDisano arricchito di vitamina D e pentole BergHOFF Italia

2013-04-09

Peposo al Montepulciano, dalla Toscana all'Abruzzo varie declinazioni di un nome

peposo toscano
Piatto La Porcellana Bianca, tessuto Busatti
Ultimamente mi sono innamorata delle parole e dei diversi significati che un nome può avere.
Montepulciano è una cittadina toscana piena di bellezze storiche e paesaggistiche, Montepulciano deve la sua fama non solo alle sue bellezze ma anche al suo celebrato vino, il vino Nobile di Montepulciano.
A questo vino  Andrea Zanfi ha dedicato un libro A Tavola con il Nobile pubblicato da Salvietti e Barabuffi nella elegantissima collana Protagonisti in cucina. Un libro per conoscere un vino e il suo territorio. Un racconto fatto di ricette, le ricette delle otto contrade di Montepulciano che ogni anno gareggiano tra loro a suon di piatti nella moderna competizione culinaria che si svolge ormai da un decennio  affiancando e precedendo di appena qualche giorno il classico e tradizionale Bravio delle Botti, uno spaccato della vita e della quotidianità della cittadina toscana nonché una golosa occasione che attira appassionati e turisti da ogni dove alla scoperta del meraviglioso e produttivo territorio di Montepulciano, del suo Nobile vino e dei piatti simbolo che lo valorizzano. A tavola con il Nobile è il nome della competizione culinaria oltre che il titolo del libro con cui Andrea Zanfi ha deciso di celebrarla, un invito a partecipare alla prossima manifestazione che si tiene di consueto il penultimo weekend di agosto.
Montepulciano non è però soltanto l'affascinante cittadina toscana dove si produce il fortunato vino di cui si parla nel libro che vi ho raccontato ma è anche il nome con cui si indica un vitigno a bacca nera autoctono della terra abruzzese da cui si ricava l'omonimo vino Montepulciano che è altro rispetto al vino prodotto in toscana. E' esattamente il Riparosso, un vino prodotto con uve 100% Montepulciano dall'azienda agricola di Dino Illuminati di cui vi ho parlato nel post precedente, che ho scelto per il mio peposo che da toscano (mi sono infatti ispirata a una delle ricette incluse nel libro di cui vi ho appena parlato) è diventato abruzzese ma non per questo meno nobile.
Peposo al Montepulciano
Ingredienti per 4 persone:
800 c.a. g di muscolo di vitellone
5 spicchi d'aglio vestiti
2 cucchiaiate di pepe nero in grani
sale
rosmarino
alloro
2 cucchiai di passata di pomodoro
1 mestolo di brodo
vino Montepulciano
Tagliare la carne a bocconcini, metterla in un tegame con l'aglio, un rametto di rosmarino, 2-3 foglie d'alloro e il pepe in grani, cospargere con il vino fino a sommergere la carne. Lasciar cuocere tre ore circa a fuoco basso aggiungendo a metà cottura la passata di pomodoro e un mestolo di brodo.

Ho un nuovo segreto in cucina che mi ha permesso di ridurre notevolmente i tempi di cottura del piatto ed è il coperchio Magic Cooker, una vera scoperta per me di cui già non riesco più a fare a meno seppure ne abbia ancora testato solo parzialmente gli utilizzi. Un coperchio universale che si adatta alle mie pentole preferite senza limiti di dimensione dai 14 ai 34 cm, che mi aiuta a ridurre i tempi di cottura degli alimenti, che mi rosola le cipolle senza lasciarmi la casa "profumata" e mi permette pure di risparmiare il gas che ultimamente proprio economico non è preservando oltretutto le proprietà organolettiche degli alimenti che restano più salutari.
Sono ancora in fase di sperimentazione e non ho ancora provato ad utilizzarlo per i fritti al posto della friggitrice e per i dolci al posto del forno, ma che conquista ragazzi un semplice "disco volante" dalle mille virtù che si pulisce e si ripone come un normale coperchio.

Peposo al Montepulciano, dalla Toscana all'Abruzzo varie declinazioni di un nome

peposo toscano
Piatto La Porcellana Bianca, tessuto Busatti
Ultimamente mi sono innamorata delle parole e dei diversi significati che un nome può avere.
Montepulciano è una cittadina toscana piena di bellezze storiche e paesaggistiche, Montepulciano deve la sua fama non solo alle sue bellezze ma anche al suo celebrato vino, il vino Nobile di Montepulciano.
A questo vino  Andrea Zanfi ha dedicato un libro A Tavola con il Nobile pubblicato da Salvietti e Barabuffi nella elegantissima collana Protagonisti in cucina. Un libro per conoscere un vino e il suo territorio. Un racconto fatto di ricette, le ricette delle otto contrade di Montepulciano che ogni anno gareggiano tra loro a suon di piatti nella moderna competizione culinaria che si svolge ormai da un decennio  affiancando e precedendo di appena qualche giorno il classico e tradizionale Bravio delle Botti, uno spaccato della vita e della quotidianità della cittadina toscana nonché una golosa occasione che attira appassionati e turisti da ogni dove alla scoperta del meraviglioso e produttivo territorio di Montepulciano, del suo Nobile vino e dei piatti simbolo che lo valorizzano. A tavola con il Nobile è il nome della competizione culinaria oltre che il titolo del libro con cui Andrea Zanfi ha deciso di celebrarla, un invito a partecipare alla prossima manifestazione che si tiene di consueto il penultimo weekend di agosto.
Montepulciano non è però soltanto l'affascinante cittadina toscana dove si produce il fortunato vino di cui si parla nel libro che vi ho raccontato ma è anche il nome con cui si indica un vitigno a bacca nera autoctono della terra abruzzese da cui si ricava l'omonimo vino Montepulciano che è altro rispetto al vino prodotto in toscana. E' esattamente il Riparosso, un vino prodotto con uve 100% Montepulciano dall'azienda agricola di Dino Illuminati di cui vi ho parlato nel post precedente, che ho scelto per il mio peposo che da toscano (mi sono infatti ispirata a una delle ricette incluse nel libro di cui vi ho appena parlato) è diventato abruzzese ma non per questo meno nobile.
Peposo al Montepulciano
Ingredienti per 4 persone:
800 c.a. g di muscolo di vitellone
5 spicchi d'aglio vestiti
2 cucchiaiate di pepe nero in grani
sale
rosmarino
alloro
2 cucchiai di passata di pomodoro
1 mestolo di brodo
vino Montepulciano
Tagliare la carne a bocconcini, metterla in un tegame con l'aglio, un rametto di rosmarino, 2-3 foglie d'alloro e il pepe in grani, cospargere con il vino fino a sommergere la carne. Lasciar cuocere tre ore circa a fuoco basso aggiungendo a metà cottura la passata di pomodoro e un mestolo di brodo.

Ho un nuovo segreto in cucina che mi ha permesso di ridurre notevolmente i tempi di cottura del piatto ed è il coperchio Magic Cooker, una vera scoperta per me di cui già non riesco più a fare a meno seppure ne abbia ancora testato solo parzialmente gli utilizzi. Un coperchio universale che si adatta alle mie pentole preferite senza limiti di dimensione dai 14 ai 34 cm, che mi aiuta a ridurre i tempi di cottura degli alimenti, che mi rosola le cipolle senza lasciarmi la casa "profumata" e mi permette pure di risparmiare il gas che ultimamente proprio economico non è preservando oltretutto le proprietà organolettiche degli alimenti che restano più salutari.
Sono ancora in fase di sperimentazione e non ho ancora provato ad utilizzarlo per i fritti al posto della friggitrice e per i dolci al posto del forno, ma che conquista ragazzi un semplice "disco volante" dalle mille virtù che si pulisce e si ripone come un normale coperchio.

2013-04-07

Pecorino? Nel piatto e nel bicchiere

cozze al pecorino
Piatto ovale e bicchiere decoro Dammusi Ceramiche De Simonetessuti Busatti
E' partita oggi la 47esima edizione del Vinitaly a Verona, il Salone internazionale dei vini e dei distillati che attira nella città migliaia di espositori, visitatori ed esperti del settore, e  poiché non potrò esserci seppure invitata da diverse aziende colgo l'occasione per parlarvi di un'azienda che ho conosciuto da poco e che sto apprezzando attraverso i vini che produce è l'azienda agricola abruzzese di Dino Illuminati (espone al padiglione 11). Ha sede a Controguerra in provincia di Teramo l'azienda Illuminati ed ha ben 120 anni di storia che si articola in quattro generazioni di viticoltori. Sono vini di altissima qualità quelli prodotti dalla famiglia Illuminati arricchiti dal valore aggiunto della tradizione artigianale, vini che rispecchiano il territorio e tra i moltissimi  prodotti, al di là del ben noto Montepulciano che sarà protagonista della mia prossima ricetta, ha attratto la mia attenzione un vino bianco che porta il nome del vitigno dal quale è prodotto: il Pecorino. Si tratta di un vino giustamente equilibrato e di buono spessore che si abbina con piatti a base di pesce, antipasti, baccalà, fritti, nel mio caso l'abbinamento oltre che con il gusto delle cozze l'ho fatto anche con il formaggio pecorino, il Romano D.O.P. di Brunelli, creando il gioco di parole del titolo che ho dato al post. Per questa ricetta volevo un buon olio e la mia scelta è caduta su un olio toscano molto aromatico un extravergine prodotto dalla piccola e apprezzata Azienda agricola toscana I' Moro con un misto tradizionale di olive di qualità frantoio, moraiolo, leccino e pendolino cresciute su antichi terrazzi senza ricorrere né all’irrigazione né all’uso di insetticidi o fungicidi chimici.
Ma ora veniamo alle mie cozze o muscoli che vogliate...era da tanto che volevo farle al gratin e finalmente ce l'ho fatta ottenendo il risultato che volevo, una panure croccantissima e aromatica e una cozza morbida e cotta il giusto.
Ingredienti per 4 persone:
20-24 cozze freschissime
100 g di pane raffermo
olio extravergine di oliva
1 cucchiaio di capperi sotto sale
3 filetti di acciughe
1 spicchio d’aglio
2 cucchiai di pecorino romano grattugiato
Prezzemolo
1 foglia d'alloro 
Tagliare in piccoli pezzi il pane raffermo e farlo rosolare in una padella con 3 cucchiai di olio extravergine d’oliva, l'aglio e l'alloro. Lasciarlo raffreddare e tritarlo molto finemente con l'aiuto di un robot, aggiungendo i capperi, le acciughe, l’olio, il prezzemolo, il pecorino e ancora un filo d'olio. Intanto aprire le cozze a crudo con l'aiuto di un coltellino, o se proprio non vi riesce ponendole in un tegame e togliendole appena le valve iniziano ad aprirsi. Eliminare il mezzo guscio vuoto, lasciando nella cozza attaccata alla valva un po' della sua saporita acqua. Farcire le cozze con il composto di pane preparato cuocere in forno a 180° per pochi minuti, finché la superficie apparirà dorata.
Servire con un calice di Pecorino alla giusta temperatura.

Pecorino? Nel piatto e nel bicchiere

cozze al pecorino
Piatto ovale e bicchiere decoro Dammusi Ceramiche De Simonetessuti Busatti
E' partita oggi la 47esima edizione del Vinitaly a Verona, il Salone internazionale dei vini e dei distillati che attira nella città migliaia di espositori, visitatori ed esperti del settore, e  poiché non potrò esserci seppure invitata da diverse aziende colgo l'occasione per parlarvi di un'azienda che ho conosciuto da poco e che sto apprezzando attraverso i vini che produce è l'azienda agricola abruzzese di Dino Illuminati (espone al padiglione 11). Ha sede a Controguerra in provincia di Teramo l'azienda Illuminati ed ha ben 120 anni di storia che si articola in quattro generazioni di viticoltori. Sono vini di altissima qualità quelli prodotti dalla famiglia Illuminati arricchiti dal valore aggiunto della tradizione artigianale, vini che rispecchiano il territorio e tra i moltissimi  prodotti, al di là del ben noto Montepulciano che sarà protagonista della mia prossima ricetta, ha attratto la mia attenzione un vino bianco che porta il nome del vitigno dal quale è prodotto: il Pecorino. Si tratta di un vino giustamente equilibrato e di buono spessore che si abbina con piatti a base di pesce, antipasti, baccalà, fritti, nel mio caso l'abbinamento oltre che con il gusto delle cozze l'ho fatto anche con il formaggio pecorino, il Romano D.O.P. di Brunelli, creando il gioco di parole del titolo che ho dato al post. Per questa ricetta volevo un buon olio e la mia scelta è caduta su un olio toscano molto aromatico un extravergine prodotto dalla piccola e apprezzata Azienda agricola toscana I' Moro con un misto tradizionale di olive di qualità frantoio, moraiolo, leccino e pendolino cresciute su antichi terrazzi senza ricorrere né all’irrigazione né all’uso di insetticidi o fungicidi chimici.
Ma ora veniamo alle mie cozze o muscoli che vogliate...era da tanto che volevo farle al gratin e finalmente ce l'ho fatta ottenendo il risultato che volevo, una panure croccantissima e aromatica e una cozza morbida e cotta il giusto.
Ingredienti per 4 persone:
20-24 cozze freschissime
100 g di pane raffermo
olio extravergine di oliva
1 cucchiaio di capperi sotto sale
3 filetti di acciughe
1 spicchio d’aglio
2 cucchiai di pecorino romano grattugiato
Prezzemolo
1 foglia d'alloro 
Tagliare in piccoli pezzi il pane raffermo e farlo rosolare in una padella con 3 cucchiai di olio extravergine d’oliva, l'aglio e l'alloro. Lasciarlo raffreddare e tritarlo molto finemente con l'aiuto di un robot, aggiungendo i capperi, le acciughe, l’olio, il prezzemolo, il pecorino e ancora un filo d'olio. Intanto aprire le cozze a crudo con l'aiuto di un coltellino, o se proprio non vi riesce ponendole in un tegame e togliendole appena le valve iniziano ad aprirsi. Eliminare il mezzo guscio vuoto, lasciando nella cozza attaccata alla valva un po' della sua saporita acqua. Farcire le cozze con il composto di pane preparato cuocere in forno a 180° per pochi minuti, finché la superficie apparirà dorata.
Servire con un calice di Pecorino alla giusta temperatura.

2013-04-04

La cinquantunesima sfumatura del fritto: involtini sofficini

involtini fritti
Ecco dopo i miei buoni propositi di cucina light post festiva, ritorno inesorabilmente alle mie ricche abitudini alimentari e lo faccio stavolta in modo piuttosto sonoro con degli involtini golosamente ripieni e per di più untuosamente fritti perché, ditemi quello che volete, la poesia del fritto quale altra cottura ce l'ha? Il fritto è un mondo a sé, per il fritto o si è portati oppure no. Io non lo sono ma mia madre riesce a friggere in modo mirabile qualunque cosa le capiti a tiro.
A proposito di fritto vi segnalo l'uscita di un divertente manuale dedicato all'argomento ideato da Pierpaolo Lala, patron di Fornelli Indecisi, il famoso concorso di cucina dozzinale. 50 sfumature di fritto, edito da Lupo, è un piccolo manuale untologico, come recita il sottotitolo, in cui una pattuglia di varia umanità appartenente al gruppo Facebook Fornelli Indecisi, cuoche e cuochi della domenica come li definisce Lala, ha dato il proprio contributo con una ricetta rigorosamente fritta catalogata in una delle cinque categorie in cui è suddiviso il libro. Antipasti, primi, secondi, dolci e cibo di strada per assaporare l'olio e le sue sfumature. Un caso editoriale direi, dato che dopo appena un mese dall'uscita c'è stata già la prima ristampa, che ha conquistato anche me con la sua travolgente simpatia. La pericolosa passione per il fritto è portata all'eccesso nelle ultime pagine del volume dove possiamo leggere, non senza un certo stupore, due intensi racconti di Osvaldo Piliego e Manila Benedetto. Non mancano i competenti consigli di frittura di Giuseppe Barretta e le indicazioni di Pino De Luca sull'annoso dilemma birra o vino relativo all'abbinamento coi fritti. E, come dice Donpasta nell'introduzione al libro, senza fritture la vita è un percorso pieno di ostacoli.
Ne sa certamente qualcosa anche lui di fritti e a tal proposito vi segnalo anche l'uscita del suo ultimo lavoro La parmigiana e la rivoluzione Elogio della frittura e altre pratiche militanti, edito da Stampa Alternativa. Un omaggio alla cucina popolare, democratica, creativa, sana, ambientalista, festaiola, meticcia, tollerante, antitetica alla cucina dei cuochi VIP e di quella di plastica delle TV. Una missione per conto delle nonne quella di Donpasta, o Daniele De Michele che dir si voglia, DJ di buona forchetta e dalla festa assai facile, che ritiene il cucinare un atto politico, come la parmigiana della nonna, preparata solo ad agosto, quando le melanzane sono di stagione. Una rivoluzione a tavola è quella che ci propone l'ideatore di Soul Food, incontro su cibo, arte e sostenibilità ambientale che si tiene ogni anno a Roma e la rivoluzione inizia dai dettagli per questo a tavola la forchetta va sempre messa alla sinistra del piatto...Non aggiungo neppure, perché certamente a questo punto sarà chiaro, la genuinità e l'autenticità delle ricette raccolte nel libro. Insomma due libri che odorano in qualche modo di Puglia e della coinvolgente simpatia tipica dei pugliesi.
Io vi propongo oggi degli involtini fritti, li ho chiamati involtini sofficini perché l'impasto è proprio quello dei sofficini mentre la forma è quella tipica degli involtini cinesi, per il ripieno ho scelto dei funghi trifolati e un delicatissimo e morbido formaggio fresco NonnoNanni, lo Squaquerello.
Ingredienti:
1 tazza di latte
1 tazza di farina
1 cucchiaio di burro
2 albumi
pangrattato q.b.
1 fungo porcino
1 manciata di funghi misti (chiodini, prataioli)
1 spicchio d'aglio
150 g di squaquerello NonnoNanni o in mancanza stracchino NonnoNanni
olio extravergine d'oliva*
sale
prezzemolo
Portare ad ebollizione il latte con il burro e un pizzico abbondante di sale, versarvi la farina a pioggia e mescolare energicamente finché il composto si staccherà dalle pareti del tegame. Formare otto palline e stenderle con il matterello. Intanto trifolare i funghi affettati con lo spicchio d'aglio e un filo di buon olio, salare e condire con prezzemolo tritato. Sminuzzare i funghi cotti e amalgamarli al formaggio. Farcire i dischetti preparati con il composto ai funghi e richiuderli ad involtino ripiegando prima di arrotolarli i lembi corti sul ripieno in modo che lo stesso non fuoriesca. Sigillare il bordo inumidendolo un po'. Battere gli albumi con un pizzico di sale. Passarvi gli involtini e poi rotolarli nel pangrattato. Friggere gli involtini in abbondante olio bollente, meglio extravergine d'oliva.
*ho utilizzato Olio extravergine d'oliva Dante ConDisano arricchito di vitamina D.

La cinquantunesima sfumatura del fritto: involtini sofficini

involtini fritti
Ecco dopo i miei buoni propositi di cucina light post festiva, ritorno inesorabilmente alle mie ricche abitudini alimentari e lo faccio stavolta in modo piuttosto sonoro con degli involtini golosamente ripieni e per di più untuosamente fritti perché, ditemi quello che volete, la poesia del fritto quale altra cottura ce l'ha? Il fritto è un mondo a sé, per il fritto o si è portati oppure no. Io non lo sono ma mia madre riesce a friggere in modo mirabile qualunque cosa le capiti a tiro.
A proposito di fritto vi segnalo l'uscita di un divertente manuale dedicato all'argomento ideato da Pierpaolo Lala, patron di Fornelli Indecisi, il famoso concorso di cucina dozzinale. 50 sfumature di fritto, edito da Lupo, è un piccolo manuale untologico, come recita il sottotitolo, in cui una pattuglia di varia umanità appartenente al gruppo Facebook Fornelli Indecisi, cuoche e cuochi della domenica come li definisce Lala, ha dato il proprio contributo con una ricetta rigorosamente fritta catalogata in una delle cinque categorie in cui è suddiviso il libro. Antipasti, primi, secondi, dolci e cibo di strada per assaporare l'olio e le sue sfumature. Un caso editoriale direi, dato che dopo appena un mese dall'uscita c'è stata già la prima ristampa, che ha conquistato anche me con la sua travolgente simpatia. La pericolosa passione per il fritto è portata all'eccesso nelle ultime pagine del volume dove possiamo leggere, non senza un certo stupore, due intensi racconti di Osvaldo Piliego e Manila Benedetto. Non mancano i competenti consigli di frittura di Giuseppe Barretta e le indicazioni di Pino De Luca sull'annoso dilemma birra o vino relativo all'abbinamento coi fritti. E, come dice Donpasta nell'introduzione al libro, senza fritture la vita è un percorso pieno di ostacoli.
Ne sa certamente qualcosa anche lui di fritti e a tal proposito vi segnalo anche l'uscita del suo ultimo lavoro La parmigiana e la rivoluzione Elogio della frittura e altre pratiche militanti, edito da Stampa Alternativa. Un omaggio alla cucina popolare, democratica, creativa, sana, ambientalista, festaiola, meticcia, tollerante, antitetica alla cucina dei cuochi VIP e di quella di plastica delle TV. Una missione per conto delle nonne quella di Donpasta, o Daniele De Michele che dir si voglia, DJ di buona forchetta e dalla festa assai facile, che ritiene il cucinare un atto politico, come la parmigiana della nonna, preparata solo ad agosto, quando le melanzane sono di stagione. Una rivoluzione a tavola è quella che ci propone l'ideatore di Soul Food, incontro su cibo, arte e sostenibilità ambientale che si tiene ogni anno a Roma e la rivoluzione inizia dai dettagli per questo a tavola la forchetta va sempre messa alla sinistra del piatto...Non aggiungo neppure, perché certamente a questo punto sarà chiaro, la genuinità e l'autenticità delle ricette raccolte nel libro. Insomma due libri che odorano in qualche modo di Puglia e della coinvolgente simpatia tipica dei pugliesi.
Io vi propongo oggi degli involtini fritti, li ho chiamati involtini sofficini perché l'impasto è proprio quello dei sofficini mentre la forma è quella tipica degli involtini cinesi, per il ripieno ho scelto dei funghi trifolati e un delicatissimo e morbido formaggio fresco NonnoNanni, lo Squaquerello.
Ingredienti:
1 tazza di latte
1 tazza di farina
1 cucchiaio di burro
2 albumi
pangrattato q.b.
1 fungo porcino
1 manciata di funghi misti (chiodini, prataioli)
1 spicchio d'aglio
150 g di squaquerello NonnoNanni o in mancanza stracchino NonnoNanni
olio extravergine d'oliva*
sale
prezzemolo
Portare ad ebollizione il latte con il burro e un pizzico abbondante di sale, versarvi la farina a pioggia e mescolare energicamente finché il composto si staccherà dalle pareti del tegame. Formare otto palline e stenderle con il matterello. Intanto trifolare i funghi affettati con lo spicchio d'aglio e un filo di buon olio, salare e condire con prezzemolo tritato. Sminuzzare i funghi cotti e amalgamarli al formaggio. Farcire i dischetti preparati con il composto ai funghi e richiuderli ad involtino ripiegando prima di arrotolarli i lembi corti sul ripieno in modo che lo stesso non fuoriesca. Sigillare il bordo inumidendolo un po'. Battere gli albumi con un pizzico di sale. Passarvi gli involtini e poi rotolarli nel pangrattato. Friggere gli involtini in abbondante olio bollente, meglio extravergine d'oliva.
*ho utilizzato Olio extravergine d'oliva Dante ConDisano arricchito di vitamina D.