2007-09-26

Torta diplomatica alle pesche

Prima che le pesche non si trovino più mi pare il caso di lasciarvi la ricetta della Torta diplomatica alle pesche, preparata non a caso per la festa di diploma di mia cugina Tina (diplomatica-diploma) e per l'occasione agghindata di verde. Premetto che a fare tutto tutto, questo dolce presenta un procedimento lunghino considerando che io son partita dalla pasta sfoglia, passando per il pan di spagna e giungendo alla crema pasticcera ed alle pesche sciroppate in casa, però - e questo lo diciamo a bassa voce - se qualcuno vuole provare con le scorciatoie faccia pure, almeno la pasta sfoglia si può comprare già pronta in rotoli, non così forse per il pan di spagna (che non ne ho mai trovato uno decente pronto) oppure la crema e le pesche che fatte in casa sono tutta un'altra cosa.

Ingredienti:
500 g di pasta sfoglia in due rotoli
1 Pan di Spagna preparato con 4 uova, 150 g di zucchero, 150 g di farina, 1/2 bustina di vanillina
crema pasticcera per cui utilizzeremo 500 ml di latte, 4 tuorli, 8 cucchiai di zucchero, 4 di farina, 1/2 baccello di vaniglia
pesche sciroppate da preparare con 1Kg di pesche, 300 g di zucchero, 300 ml di acqua, 3 rametti di menta, 1 limone non trattato
zucchero a velo q.b.

Stendiamo ciascun rotolo di sfoglia in una teglia intagliamo qua e là con la punta di un coltello, pennelliamo le sfoglie di acqua e cospargiamo di zucchero a velo, inforniamo fino a doratura.
Intanto prepariamo il pan di spagna montando per 15/20 minuti le uova con lo zucchero ed aggiungendo, solo quando il composto risulterà gonfio e spumoso la farina e la vanillina. Mettiamo in teglia rettangolare e cuociamo in forno già caldo per evitare che smonti.
Passiamo poi alle pesche che prepareremo secondo le indicazioni della zuppa inglese alle pesche. mentre le basi e le pesche si raffreddano possiamo preparare la nostra crema secondo il metodo consueto, montiamo tuorli con zucchero, aggiungiamo farina e poi a filo il latte nel quale avremo fatto bollire la vaniglia, poniamo sul fuoco finchè non si addensa.
Quando è tutto pronto passiamo a comporre il dolce: prima di tutto occorre pareggiare le sfoglie ed il pan di spagna che devono risultare della medesima dimensione.
Posizioniamo su un vassoio una sfoglia copriamo con metà della crema e delle pesche sciroppare a fettine, disponiamo sopra il pan di spagna, bagnamolo per bene con lo sciroppo di cottura delle pesche filtrato, facciamo ancora uno strato di crema e pesche e chiudiamo con l'altra sfoglia. Quando il dolce sarà freddo cospargiamo di abbondante zucchero a velo.
Le pesche danno quel gusto in più è naturale però che il diplomatico è eccezionale anche senza avendo cura in tal caso di bagnare il pan di spagna con Alkermes o altro liquore a piacere.

Torta diplomatica alle pesche

Prima che le pesche non si trovino più mi pare il caso di lasciarvi la ricetta della Torta diplomatica alle pesche, preparata non a caso per la festa di diploma di mia cugina Tina (diplomatica-diploma) e per l'occasione agghindata di verde. Premetto che a fare tutto tutto, questo dolce presenta un procedimento lunghino considerando che io son partita dalla pasta sfoglia, passando per il pan di spagna e giungendo alla crema pasticcera ed alle pesche sciroppate in casa, però - e questo lo diciamo a bassa voce - se qualcuno vuole provare con le scorciatoie faccia pure, almeno la pasta sfoglia si può comprare già pronta in rotoli, non così forse per il pan di spagna (che non ne ho mai trovato uno decente pronto) oppure la crema e le pesche che fatte in casa sono tutta un'altra cosa.

Ingredienti:
500 g di pasta sfoglia in due rotoli
1 Pan di Spagna preparato con 4 uova, 150 g di zucchero, 150 g di farina, 1/2 bustina di vanillina
crema pasticcera per cui utilizzeremo 500 ml di latte, 4 tuorli, 8 cucchiai di zucchero, 4 di farina, 1/2 baccello di vaniglia
pesche sciroppate da preparare con 1Kg di pesche, 300 g di zucchero, 300 ml di acqua, 3 rametti di menta, 1 limone non trattato
zucchero a velo q.b.

Stendiamo ciascun rotolo di sfoglia in una teglia intagliamo qua e là con la punta di un coltello, pennelliamo le sfoglie di acqua e cospargiamo di zucchero a velo, inforniamo fino a doratura.
Intanto prepariamo il pan di spagna montando per 15/20 minuti le uova con lo zucchero ed aggiungendo, solo quando il composto risulterà gonfio e spumoso la farina e la vanillina. Mettiamo in teglia rettangolare e cuociamo in forno già caldo per evitare che smonti.
Passiamo poi alle pesche che prepareremo secondo le indicazioni della zuppa inglese alle pesche. mentre le basi e le pesche si raffreddano possiamo preparare la nostra crema secondo il metodo consueto, montiamo tuorli con zucchero, aggiungiamo farina e poi a filo il latte nel quale avremo fatto bollire la vaniglia, poniamo sul fuoco finchè non si addensa.
Quando è tutto pronto passiamo a comporre il dolce: prima di tutto occorre pareggiare le sfoglie ed il pan di spagna che devono risultare della medesima dimensione.
Posizioniamo su un vassoio una sfoglia copriamo con metà della crema e delle pesche sciroppare a fettine, disponiamo sopra il pan di spagna, bagnamolo per bene con lo sciroppo di cottura delle pesche filtrato, facciamo ancora uno strato di crema e pesche e chiudiamo con l'altra sfoglia. Quando il dolce sarà freddo cospargiamo di abbondante zucchero a velo.
Le pesche danno quel gusto in più è naturale però che il diplomatico è eccezionale anche senza avendo cura in tal caso di bagnare il pan di spagna con Alkermes o altro liquore a piacere.

2007-09-25

Le girelle al pesto di pomodori secchi


Qualcuno ha detto che la mia è una cucina semplice, quasi di recupero. Bè! In effetti se ci penso, escluso qualche tentativo più o meno riuscito (dipende dai gusti) di emulare i grandi chef, la mia è e resta una cucina "di casa" fatta di semplici cose alla portata di tutti perchè in fondo mangiamo tutti i giorni e tutti i giorni è bello portare in tavola qualcosa di diverso che gratifichi sì la vista ma che abbia poi soprattutto il potere di appagare il palato. Qualcosa che sia capace di dare gioia, seppur effimera, non solo a chi prepara ma anche a chi - suo malgrado per colpa o per destino - si trova a degustare.

In questi semplici esperimenti culinari, che metto in pratica giorno dopo giorno tra le occhiatacce di mia madre e i sorrisetti di qualcun altro, non potevo esimermi dalll'utilizzare uno dei prodotti cardine della tradizione calabrese: i pomodori secchi.

Qualora tra voi ci fosse chi non li ha mai assaggiati e neanche sentito parlare vi spiego in poche parole cosa sono e come si preparano. Quando il sole è ancora caldo, in genere nel mese di agosto, le massaie calabresi preparano i pomodori da essiccare al sole: basta dividere i freschi pomodori - qualità San Marzano possibilmente - in due metà longitudinali salarli e stenderli poi su un graticcio ad asciugare al sole avendo cura di portarli in casa dopo il tramonto e di riesporli col nuovo giorno. Una volta secchi si lavano con acqua calda e si asciugano. Si condiscono poi con olio, mentuccia fresca e aglio e si sistemano poi nei vasi di vetro , pressandoli e coprendo poi fino al bordo con altro olio.
Si gustano con tutto ciò che si vuole salumi, carne arrosto o con delle semplici uova al tegamino.
Io ho pensato di farne del pesto che può a sua volta essere utilizzato per infinite altre preparazioni. L'ho provato semplicemente sui crostini di pane, ci ho condito la pasta aggiungendo delle foglioline di basilico fresco e considerando che era buono in tutti i modi alla fine ho trovato che farne delle focaccine, come quelle che vedete in foto, fosse la trovata più azzeccata.

Il pesto di pomodori secchi lo preparo così:
20/25 pomodori secchi sottolio
5 filetti d'acciuga
1/2 spicchio d'aglio
30 g di pinoli tostati
1 dl circa di olio extravergine d'oliva
qualche foglia di basilico.

Frullare tutto insieme, se sembra secco aggiungere ancora poco olio. Si conserva in frigo chiuso in un barattolo di vetro anche per più di un mese.
Per le girelle al pesto invece prendiamo della semplice pasta di pane, stendiamola a rettangolo col matterello, spalmiamola di pesto di pomodori secchi, arrotoliamola e tagliamo a fette di due centimetri circa. Disponiamo in teglia cospargiamo di origano e lasciamo lievitare una mezz'oretta prima di cuocere in forno caldo.
Nulla di più semplice e casalingo.

Le girelle al pesto di pomodori secchi


Qualcuno ha detto che la mia è una cucina semplice, quasi di recupero. Bè! In effetti se ci penso, escluso qualche tentativo più o meno riuscito (dipende dai gusti) di emulare i grandi chef, la mia è e resta una cucina "di casa" fatta di semplici cose alla portata di tutti perchè in fondo mangiamo tutti i giorni e tutti i giorni è bello portare in tavola qualcosa di diverso che gratifichi sì la vista ma che abbia poi soprattutto il potere di appagare il palato. Qualcosa che sia capace di dare gioia, seppur effimera, non solo a chi prepara ma anche a chi - suo malgrado per colpa o per destino - si trova a degustare.

In questi semplici esperimenti culinari, che metto in pratica giorno dopo giorno tra le occhiatacce di mia madre e i sorrisetti di qualcun altro, non potevo esimermi dalll'utilizzare uno dei prodotti cardine della tradizione calabrese: i pomodori secchi.

Qualora tra voi ci fosse chi non li ha mai assaggiati e neanche sentito parlare vi spiego in poche parole cosa sono e come si preparano. Quando il sole è ancora caldo, in genere nel mese di agosto, le massaie calabresi preparano i pomodori da essiccare al sole: basta dividere i freschi pomodori - qualità San Marzano possibilmente - in due metà longitudinali salarli e stenderli poi su un graticcio ad asciugare al sole avendo cura di portarli in casa dopo il tramonto e di riesporli col nuovo giorno. Una volta secchi si lavano con acqua calda e si asciugano. Si condiscono poi con olio, mentuccia fresca e aglio e si sistemano poi nei vasi di vetro , pressandoli e coprendo poi fino al bordo con altro olio.
Si gustano con tutto ciò che si vuole salumi, carne arrosto o con delle semplici uova al tegamino.
Io ho pensato di farne del pesto che può a sua volta essere utilizzato per infinite altre preparazioni. L'ho provato semplicemente sui crostini di pane, ci ho condito la pasta aggiungendo delle foglioline di basilico fresco e considerando che era buono in tutti i modi alla fine ho trovato che farne delle focaccine, come quelle che vedete in foto, fosse la trovata più azzeccata.

Il pesto di pomodori secchi lo preparo così:
20/25 pomodori secchi sottolio
5 filetti d'acciuga
1/2 spicchio d'aglio
30 g di pinoli tostati
1 dl circa di olio extravergine d'oliva
qualche foglia di basilico.

Frullare tutto insieme, se sembra secco aggiungere ancora poco olio. Si conserva in frigo chiuso in un barattolo di vetro anche per più di un mese.
Per le girelle al pesto invece prendiamo della semplice pasta di pane, stendiamola a rettangolo col matterello, spalmiamola di pesto di pomodori secchi, arrotoliamola e tagliamo a fette di due centimetri circa. Disponiamo in teglia cospargiamo di origano e lasciamo lievitare una mezz'oretta prima di cuocere in forno caldo.
Nulla di più semplice e casalingo.

2007-09-24

Tagliatelle di terra e di mare


In una delle mie giornate a tutta pasta ho prodotto una quantità industriale di tagliatelle all'uovo, spesse e rustiche proprio come piacciono a me. Caso ha voluto poi che mi imbattessi in una montagnola di borlotti freschi da sgranare.
Per completare il quadro mi mancava solo un altro ingrediente, ho pensato alla pancetta, ho pensato ai funghi, alla zucca ma alla fine ho scelto le cozze per dare quel sapore in più alle mie tagliatelle. Purtroppo non sono riuscita a trovarle fresche e mi sono accontentata delle cozze surgelate, però vi do la ricetta come Dio comanda ovvero con le cozze fresche.

Le tagliatelle le preparo semplicemente impastando farina e uova intere (un uovo a persona dovrebbe dare la giusta dose di tagliatelle).

Ecco il procedimento per il ragù di terra e mare per 4 bocche da sfamare
1/2 kg di fagioli borlotti freschi
1 costa di sedano
1 carota
1/2 cipolla rossa
1 spicchio d'aglio
1 kg di cozze col guscio
1 dl di vino bianco
prezzemolo
dragoncello (anche essiccato)
olio extravergine d'oliva
sale e pepe

Dopo aver sgranato i fagioli, lessiamoli finchè risulteranno teneri (10/15 minuti per quelli freschi). Intanto tagliamo a piccoli cubetti il sedano, la carota e la cipolla, che faremo appassire in 4 cucchiai d'olio ed un mestolo di acqua calda.
Puliamo le cozze raschiando il guscio e facciamole aprire in un tegame col vino, 1 spicchio d'aglio, un pò di prezzemolo tritato ed una macinata di pepe nero.
Fatto ciò estraiamo i muscoli dalle valve (lasciandone qualcuna intera per decorazione) e lasciamo ridurre il liquido di cottura ancora un poco.
Aggiungiamo alle verdure i fagioli lessati e il liquido delle cozze filtrato, cuociamo altri cinque minuti, poi raccogliamo metà del condimento nel bicchiere del mixer e frulliamolo a crema. Rimettiamolo in padella insieme ai fagioli interi ed uniamo le cozze ed il dragongello.
Lessiamo la pasta e saltiamola in padella col condimento ed un mestolo di acqua di cottura della pasta, prima di servire completiamo con prezzemolo e pepe nero.

Tagliatelle di terra e di mare


In una delle mie giornate a tutta pasta ho prodotto una quantità industriale di tagliatelle all'uovo, spesse e rustiche proprio come piacciono a me. Caso ha voluto poi che mi imbattessi in una montagnola di borlotti freschi da sgranare.
Per completare il quadro mi mancava solo un altro ingrediente, ho pensato alla pancetta, ho pensato ai funghi, alla zucca ma alla fine ho scelto le cozze per dare quel sapore in più alle mie tagliatelle. Purtroppo non sono riuscita a trovarle fresche e mi sono accontentata delle cozze surgelate, però vi do la ricetta come Dio comanda ovvero con le cozze fresche.

Le tagliatelle le preparo semplicemente impastando farina e uova intere (un uovo a persona dovrebbe dare la giusta dose di tagliatelle).

Ecco il procedimento per il ragù di terra e mare per 4 bocche da sfamare
1/2 kg di fagioli borlotti freschi
1 costa di sedano
1 carota
1/2 cipolla rossa
1 spicchio d'aglio
1 kg di cozze col guscio
1 dl di vino bianco
prezzemolo
dragoncello (anche essiccato)
olio extravergine d'oliva
sale e pepe

Dopo aver sgranato i fagioli, lessiamoli finchè risulteranno teneri (10/15 minuti per quelli freschi). Intanto tagliamo a piccoli cubetti il sedano, la carota e la cipolla, che faremo appassire in 4 cucchiai d'olio ed un mestolo di acqua calda.
Puliamo le cozze raschiando il guscio e facciamole aprire in un tegame col vino, 1 spicchio d'aglio, un pò di prezzemolo tritato ed una macinata di pepe nero.
Fatto ciò estraiamo i muscoli dalle valve (lasciandone qualcuna intera per decorazione) e lasciamo ridurre il liquido di cottura ancora un poco.
Aggiungiamo alle verdure i fagioli lessati e il liquido delle cozze filtrato, cuociamo altri cinque minuti, poi raccogliamo metà del condimento nel bicchiere del mixer e frulliamolo a crema. Rimettiamolo in padella insieme ai fagioli interi ed uniamo le cozze ed il dragongello.
Lessiamo la pasta e saltiamola in padella col condimento ed un mestolo di acqua di cottura della pasta, prima di servire completiamo con prezzemolo e pepe nero.

2007-09-23

Il pane di castagne: la colazione della domenica


Oggi a casa mia giornata di vendemmia per cui tutti in campagna ad oziare, bere e mangiare al profumo del mosto.
E se il buongiorno si vede dal mattino oggi effettivamente la gornata è partita bene, con una colazione sana ed energetica: pane di castagne preparato in casa, ricotta fresca e miele millefiori con una tazza del mio amato thè inglese. Una colazione autunnale, ristoratrice.

Vi lascio la ricetta del pane, al resto pensateci voi oltre alla ricotta lo vedrei bene con del lardo affettato sottilmente, da accompagnare con un buon bicchiere di vino, non a colazione magari!

Per una piccola pagnotta occorrono:
160 g di farna bianca 0
40 g di farina di castagne
10 g di lievito di birra
80 g di acqua
Se avete il lievito madre usatene, come nel mio caso, una noce al posto del lievito di birra e raddoppiate i tempi di lievitazione.
Impastiamo il tutto e lasciamo lievitare un paio d'ore, poi sgonfiamo l'impasto con le mani, diamo la forma (pagnotta lunga o quattro pagnottine) e lasciamo lievitare ancora mezz'ora.
Inforniamo nel forno caldissimo avendo cura di riporre sul fondo del forno una ciotola colma d'acqua, lasciamo cuocere finchè il pane risulterà cotto e dorato.
Una volta freddo ricaviamone delle fette sottili e gustiamolo con ricotta e miele come in foto.
Quale modo più sano di iniziare la giornata?

Il pane di castagne: la colazione della domenica


Oggi a casa mia giornata di vendemmia per cui tutti in campagna ad oziare, bere e mangiare al profumo del mosto.
E se il buongiorno si vede dal mattino oggi effettivamente la gornata è partita bene, con una colazione sana ed energetica: pane di castagne preparato in casa, ricotta fresca e miele millefiori con una tazza del mio amato thè inglese. Una colazione autunnale, ristoratrice.

Vi lascio la ricetta del pane, al resto pensateci voi oltre alla ricotta lo vedrei bene con del lardo affettato sottilmente, da accompagnare con un buon bicchiere di vino, non a colazione magari!

Per una piccola pagnotta occorrono:
160 g di farna bianca 0
40 g di farina di castagne
10 g di lievito di birra
80 g di acqua
Se avete il lievito madre usatene, come nel mio caso, una noce al posto del lievito di birra e raddoppiate i tempi di lievitazione.
Impastiamo il tutto e lasciamo lievitare un paio d'ore, poi sgonfiamo l'impasto con le mani, diamo la forma (pagnotta lunga o quattro pagnottine) e lasciamo lievitare ancora mezz'ora.
Inforniamo nel forno caldissimo avendo cura di riporre sul fondo del forno una ciotola colma d'acqua, lasciamo cuocere finchè il pane risulterà cotto e dorato.
Una volta freddo ricaviamone delle fette sottili e gustiamolo con ricotta e miele come in foto.
Quale modo più sano di iniziare la giornata?

2007-09-21

Crema di patate al bacon


L'altro giorno sul sito di Cavoletto si discuteva sull'utilizzo della pentola a pressione.
Bè! devo ammettere anch'io non ho mai avuto un felice rapporto con la medesima. Sarà quel fischio, sarà che se ne raccontano di storielle su scoppi e simili, non sono mai stata una grande fan di questo "infernale aggeggio" finchè come dicevo l'anno scorso per partecipare ad un concorso ho fatto il coraggio a quattro mani - come si dice - e l'ho utilizzata, il risultato è stato il mio risotto gorgonzola e noci che ha partecipato ed anche vinto un premio al detto concorso.
In pratica però non è cambiato quasi niente ed ogni volta che mi metto a fare un minestrone o una zuppa parto ore prima e sto lì a mescolare come fosse una pozione magica.
In seguito alla detta querelle però ed alla mia voglia crescente di zuppe ho deciso di ritentare e così in 20 minuti totali avevo la mia bella Crema di patate al bacon da rifare perchè veramente gustosa.

Ingredienti per due persone:
4 patate di media grandezza
1 porro
50 g di bacon
2 cucchiai di olio extravergine d'oliva
1 cucchiaio di passata di pomodoro
sale e pepe nero q.b.

Rosoliamo il bacon nell'olio insieme al porro nella pentola senza il coperchio, aggiungiamo poi le patate pelate e ridotte in pezzi, la passata di pomodoro e 3 bicchieri di acqua. Chiudiamo la pentola, all'emissione del fischio abbassiamo la fiamma e lasciamo cuocere per 15 minuti.
Spegnamo lasciamo abbassare la valvola e poi apriamo la pentola. Col frullino ad immersione frulliamo il tutto, non proprio a crema omogenea ma lasciando qualche pezzetto più grosso. Regoliamo di sale. Dividiamo nelle fondine cospargiamo di pepe e serviamo ancora calda con pane carasau o crostini a piacere.

E' uno di quei cibi di conforto che in questo periodo fanno proprio al caso, da provare anche con i porcini invece del bacon.

Crema di patate al bacon


L'altro giorno sul sito di Cavoletto si discuteva sull'utilizzo della pentola a pressione.
Bè! devo ammettere anch'io non ho mai avuto un felice rapporto con la medesima. Sarà quel fischio, sarà che se ne raccontano di storielle su scoppi e simili, non sono mai stata una grande fan di questo "infernale aggeggio" finchè come dicevo l'anno scorso per partecipare ad un concorso ho fatto il coraggio a quattro mani - come si dice - e l'ho utilizzata, il risultato è stato il mio risotto gorgonzola e noci che ha partecipato ed anche vinto un premio al detto concorso.
In pratica però non è cambiato quasi niente ed ogni volta che mi metto a fare un minestrone o una zuppa parto ore prima e sto lì a mescolare come fosse una pozione magica.
In seguito alla detta querelle però ed alla mia voglia crescente di zuppe ho deciso di ritentare e così in 20 minuti totali avevo la mia bella Crema di patate al bacon da rifare perchè veramente gustosa.

Ingredienti per due persone:
4 patate di media grandezza
1 porro
50 g di bacon
2 cucchiai di olio extravergine d'oliva
1 cucchiaio di passata di pomodoro
sale e pepe nero q.b.

Rosoliamo il bacon nell'olio insieme al porro nella pentola senza il coperchio, aggiungiamo poi le patate pelate e ridotte in pezzi, la passata di pomodoro e 3 bicchieri di acqua. Chiudiamo la pentola, all'emissione del fischio abbassiamo la fiamma e lasciamo cuocere per 15 minuti.
Spegnamo lasciamo abbassare la valvola e poi apriamo la pentola. Col frullino ad immersione frulliamo il tutto, non proprio a crema omogenea ma lasciando qualche pezzetto più grosso. Regoliamo di sale. Dividiamo nelle fondine cospargiamo di pepe e serviamo ancora calda con pane carasau o crostini a piacere.

E' uno di quei cibi di conforto che in questo periodo fanno proprio al caso, da provare anche con i porcini invece del bacon.

2007-09-19

Muffin ciocco-banana


Avviso ai lettori:il blog sta prendendo una brutta piega, ad alto contenuto glicemico direi.
Ma il fatto è che per caso ho creato i muffin più buoni che io abbia mai mangiato.
Inutile fare i modesti, visto il profumino che emanavano è stata dura all'uscita dal forno aspettare che fossero freddi per addentarne uno.
C'erano due banane che stavano per andare al Creatore ed una tavoletta di cioccolato modicano alla cannella che non mi decidevo ad aprire da mesi prossima alla data di scadenza così ho fatto di necessità virtù, mi son detta al massimo butto il prodotto finito ma di gettare due ingredienti tanto buoni senza aver nemmeno provato ad utilizzarli non se ne parla proprio.
Ed ecco qua la ricetta che rifarò senz'altro acquistando appositamente gli ingredienti che servono alla sua realizzazione

270 g di farina 00
30 g di cacao amaro
150 g di zucchero
100 g di burro fuso
1 bustina di lievito per dolci
1 bicchiere di latte
1 uovo
1 pizzico di sale
100 g di cioccolato modicano alla cannella
2 banane mature

Mescoliamo l'uovo con il latte, lo zucchero e il sale aggiungiamo la farina setacciata con il cacao e il lievito, poi il burro liquefatto e lasciato intiepidire.Infine il cioccolato ridotto a pezzetti piccoli col coltello e le banane sbucciate e schiacciate con la forchetta. Amalgamiamo bene tutto e poi suddividiamo il composto in dodici stampini da muffin.
Cuociamo in forno caldo a 180° per 25-30 minuti (è sempre meglio provare con lo stecchino di legno).
Lasciamo raffreddare (meglio allontanarsi dalla cucina per non pensare all'odore) e poi gustiamo in santa pace.

Muffin ciocco-banana


Avviso ai lettori:il blog sta prendendo una brutta piega, ad alto contenuto glicemico direi.
Ma il fatto è che per caso ho creato i muffin più buoni che io abbia mai mangiato.
Inutile fare i modesti, visto il profumino che emanavano è stata dura all'uscita dal forno aspettare che fossero freddi per addentarne uno.
C'erano due banane che stavano per andare al Creatore ed una tavoletta di cioccolato modicano alla cannella che non mi decidevo ad aprire da mesi prossima alla data di scadenza così ho fatto di necessità virtù, mi son detta al massimo butto il prodotto finito ma di gettare due ingredienti tanto buoni senza aver nemmeno provato ad utilizzarli non se ne parla proprio.
Ed ecco qua la ricetta che rifarò senz'altro acquistando appositamente gli ingredienti che servono alla sua realizzazione

270 g di farina 00
30 g di cacao amaro
150 g di zucchero
100 g di burro fuso
1 bustina di lievito per dolci
1 bicchiere di latte
1 uovo
1 pizzico di sale
100 g di cioccolato modicano alla cannella
2 banane mature

Mescoliamo l'uovo con il latte, lo zucchero e il sale aggiungiamo la farina setacciata con il cacao e il lievito, poi il burro liquefatto e lasciato intiepidire.Infine il cioccolato ridotto a pezzetti piccoli col coltello e le banane sbucciate e schiacciate con la forchetta. Amalgamiamo bene tutto e poi suddividiamo il composto in dodici stampini da muffin.
Cuociamo in forno caldo a 180° per 25-30 minuti (è sempre meglio provare con lo stecchino di legno).
Lasciamo raffreddare (meglio allontanarsi dalla cucina per non pensare all'odore) e poi gustiamo in santa pace.

2007-09-18

Pacchetti di crepes al gelato


Raccolgo l'invito di Fabietto e partecipo al Meme "Il mio cavallo di battaglia" da lui indetto.
Da quando Fabietto me l'ha proposto ho pensato costantemente alla ricetta da postare perchè in effetti non ho un vero e proprio Cavallo di Battaglia dal momento che vario sempre le ricette, anche quelle che mi vengono bene bene.
C'è però una ricetta dolce - che in origine era di mia zia - a cui ricorro spesso, in particolare quando ho ospiti, voglio fare bella figura ed avendo già lavorato a lungo per la cena o il pranzo non ho molto tempo da dedicare al dolce.
Parlo delle crepes col gelato, piegatele come volete, metteteci qualunque gelato dentro, aggiungete frutta, canditi, mandorle, nocciole o pistacchi, l'essenziale è che non manchino tre ingredienti: Crepes, gelato e cioccolato fuso.

Per preparare le crepes ecco la ricetta base:
125 g di farina
30 g di zucchero
3 uova sbattute
250 ml di latte
2 cucchiai di rhum
1 pizzico di sale

Preparare la pastella, lasciarla riposare un poco e poi formare le crepes sottili (ne verranno 10-12 dipende dal padellino che usate).

Una volta pronte le crepes, al momento di servirle adagiamole sui singoli piatti e farciamole con una porzione di gelato, in questo caso ho usato nocciola ma va bene qualunque gusto.
Chiudiamo le crepes a pacchetto, a fagotto, a mezzaluna, a ventaglio o come ci suggerisce la fantasia.
Sciogliamo del buon cioccolato fondente e nappiamo le crepes un istante prima di servirle.
Come vedete non hanno veramente nulla di speciale eppure posso giurare di non aver mai visto nessuno lasciarmele nel piatto.