2008-03-02

Fiori di semolino con Speck e Puzzone di Moena

Da un pò di tempo mi ero messa in testa di fare l'esperienza "Puzzone" e finalmente ce l'ho fatta grazie ad Esperya. Il Puzzone di Moena è un formaggio veramente particolare ed è vero che o lo si ama o lo si odia perchè il suo odore caratteristico (immaginate che il nome non è stato messo affatto a caso) tende a respingere, però una volta assaggiato sorprende per la scioglievolezza e l'intensità del gusto che spazia da note particolarmente dolci fino a raggiungere vette di piccantezza, un contrasto tutto particolare, simile a nessun altro formaggio, insomma una vera esperienza che consiglio di fare almeno una volta nella vita ai palati più temerari.
L'ho trovato particolarmente gradevole, più che a crudo, in questo accostamento con una sorta di gnocchi di semolino e con lo speck.
La ricetta, che è un primo piatto ma che vedrei bene in piccole dosi anche come antipasto, è un adattamento che ho fatto traendo spunto da una ricetta pubblicata su A Tavola del mese scorso.
Premetto per chi non dovesse trovare il Puzzone, o semplicemente non si senta di utilizzarlo, che si può adoperare del buon Gorgonzola cremoso o della Fontina, il risultato sarà comunque eccellente.
I miei fiori sono piuttosto piccoli per cui ne metterei da due a tre per porzione.
Per 10 fiori:
700 ml di acqua
200 g di semolino
30 g di burro
sale, pepe e noce moscata
10 fette sottili di Speck
10 dadini di Puzzone di Moena
pangrattato
10 bacche di ginepro
Portiamo a bollore l'acqua leggermente salata e poi versiamo a pioggia il semolino mescolando di continuo per evitare la formazione di grumi, portiamo a cottura a fuoco dolce per 10 minuti circa mescolando sempre. Leviamo dal fuoco e uniamo il burro, un pò di noce moscata, pepe e sale se occorre.
Versiamo in una teglia umida e livelliamo ad uno spessore di circa un centimetro e mezzo, con un tagliapasta di 5-6 cm ricaviamo 20 dischetti. Posizioniamo 10 dischetti su una teglia rivestita di carta da forno. Su ogni dichetto arricciamo una fetta di speck facendola debordare, chiudiamo con un secondo dischetto di semolino, poi poggiamo sopra ogni "fiore" un cubetto di formaggio e una bacca di ginepro. Cospargiamo di pangrattato ed infornoiamo in forno caldissimo per cinque minuti circa.

Fiori di semolino con Speck e Puzzone di Moena

Da un pò di tempo mi ero messa in testa di fare l'esperienza "Puzzone" e finalmente ce l'ho fatta grazie ad Esperya. Il Puzzone di Moena è un formaggio veramente particolare ed è vero che o lo si ama o lo si odia perchè il suo odore caratteristico (immaginate che il nome non è stato messo affatto a caso) tende a respingere, però una volta assaggiato sorprende per la scioglievolezza e l'intensità del gusto che spazia da note particolarmente dolci fino a raggiungere vette di piccantezza, un contrasto tutto particolare, simile a nessun altro formaggio, insomma una vera esperienza che consiglio di fare almeno una volta nella vita ai palati più temerari.
L'ho trovato particolarmente gradevole, più che a crudo, in questo accostamento con una sorta di gnocchi di semolino e con lo speck.
La ricetta, che è un primo piatto ma che vedrei bene in piccole dosi anche come antipasto, è un adattamento che ho fatto traendo spunto da una ricetta pubblicata su A Tavola del mese scorso.
Premetto per chi non dovesse trovare il Puzzone, o semplicemente non si senta di utilizzarlo, che si può adoperare del buon Gorgonzola cremoso o della Fontina, il risultato sarà comunque eccellente.
I miei fiori sono piuttosto piccoli per cui ne metterei da due a tre per porzione.
Per 10 fiori:
700 ml di acqua
200 g di semolino
30 g di burro
sale, pepe e noce moscata
10 fette sottili di Speck
10 dadini di Puzzone di Moena
pangrattato
10 bacche di ginepro
Portiamo a bollore l'acqua leggermente salata e poi versiamo a pioggia il semolino mescolando di continuo per evitare la formazione di grumi, portiamo a cottura a fuoco dolce per 10 minuti circa mescolando sempre. Leviamo dal fuoco e uniamo il burro, un pò di noce moscata, pepe e sale se occorre.
Versiamo in una teglia umida e livelliamo ad uno spessore di circa un centimetro e mezzo, con un tagliapasta di 5-6 cm ricaviamo 20 dischetti. Posizioniamo 10 dischetti su una teglia rivestita di carta da forno. Su ogni dichetto arricciamo una fetta di speck facendola debordare, chiudiamo con un secondo dischetto di semolino, poi poggiamo sopra ogni "fiore" un cubetto di formaggio e una bacca di ginepro. Cospargiamo di pangrattato ed infornoiamo in forno caldissimo per cinque minuti circa.

2008-02-29

Brioches burro e uvetta

Forse tra domani e dopodomani un pò di tempo per farvi le briochine da gustare a colazione riuscirete a trovarlo, per cui vi lascio questo spunto che potete arricchire di forma e di gusto secondo il vostro personale estro.
La base, sempre valida, è quella della mitica Torta di rose che in molti amiamo.
Per le briochine si procede allo stesso modo per l'impasto che, una volta lievitato, verrà tagliato in 12 rettangoli sui quali andremo a spennellare burro fuso e zucchero di canna in parti uguali (basteranno 80 grammi di ciascuno) e cospargeremo di uvetta ammollata. Non resta che avvolgere i rettangoli su se stessi, pennellare la superficie ancora di burro e zucchero, lasciare lievitare almeno mezz'oretta prima di infornare e poi il gioco è fatto.

Brioches burro e uvetta

Forse tra domani e dopodomani un pò di tempo per farvi le briochine da gustare a colazione riuscirete a trovarlo, per cui vi lascio questo spunto che potete arricchire di forma e di gusto secondo il vostro personale estro.
La base, sempre valida, è quella della mitica Torta di rose che in molti amiamo.
Per le briochine si procede allo stesso modo per l'impasto che, una volta lievitato, verrà tagliato in 12 rettangoli sui quali andremo a spennellare burro fuso e zucchero di canna in parti uguali (basteranno 80 grammi di ciascuno) e cospargeremo di uvetta ammollata. Non resta che avvolgere i rettangoli su se stessi, pennellare la superficie ancora di burro e zucchero, lasciare lievitare almeno mezz'oretta prima di infornare e poi il gioco è fatto.

2008-02-28

Pacchetti di carpaccio caldo con speck e salvia

Lo so che alla lettura del titolo i "puristi del carpaccio" stanno già obiettando che il carpaccio per essere buono va servito crudo, che non si è mai vista una roba del genere e bla bla bla. A queste persone dico solo fate come credete, ai curiosi del piatto invece dico provatela questa ricetta e poi mi direte se non ne valeva la pena.
E' una preparazione quasi banale che non richiede grande impegno e che risolve mirabilmente il problema del secondo in un pranzo di qualsiasi levatura. Senza contare che si possono preparare con anticipo e poi cuocere al momento visto che ci vogliono veramente pochi minuti.
Ecco gli ingredienti per quattro persone:
12 fettine di carpaccio di vitellone
12 pezzetti di provola o fontina
12 fettine di speck tagliato sottile
12 foglioline di salvia fresca
1 noce di burro
1 cucchiaio di farina
1/2 bicchiere di vino bianco secco
sale e pepe q.b.
Avvogliano i cubetti di formaggio nelle fettine di speck. Stendiamo le fettine di carpaccio sul tavolo mettiamo al centro di ognuna l'involtino di speck, adagiamo sopra una foglia di salvia e ripieghiamo la carne a formare un pacchetto. Se occorre fermiamo con una stecchino (io normalmente ne faccio a meno). Una volta pronti i pacchetti cospargiamoli di farina, con l'aiuto di un colino, e rosoliamoli a fuoco vivace nella padella in cui avremo fatto sciogliere il burro. Aggiustiamo di sale e pepe e poi irroriamo con il vino, lasciamo evaporare e serviamo accompagnando con verdure cotte o crude a piacere. Io li adoro con le carote leggermente scottate e poi tagliate a rondelle e saltate in padella con burro sale e pepe.

Pacchetti di carpaccio caldo con speck e salvia

Lo so che alla lettura del titolo i "puristi del carpaccio" stanno già obiettando che il carpaccio per essere buono va servito crudo, che non si è mai vista una roba del genere e bla bla bla. A queste persone dico solo fate come credete, ai curiosi del piatto invece dico provatela questa ricetta e poi mi direte se non ne valeva la pena.
E' una preparazione quasi banale che non richiede grande impegno e che risolve mirabilmente il problema del secondo in un pranzo di qualsiasi levatura. Senza contare che si possono preparare con anticipo e poi cuocere al momento visto che ci vogliono veramente pochi minuti.
Ecco gli ingredienti per quattro persone:
12 fettine di carpaccio di vitellone
12 pezzetti di provola o fontina
12 fettine di speck tagliato sottile
12 foglioline di salvia fresca
1 noce di burro
1 cucchiaio di farina
1/2 bicchiere di vino bianco secco
sale e pepe q.b.
Avvogliano i cubetti di formaggio nelle fettine di speck. Stendiamo le fettine di carpaccio sul tavolo mettiamo al centro di ognuna l'involtino di speck, adagiamo sopra una foglia di salvia e ripieghiamo la carne a formare un pacchetto. Se occorre fermiamo con una stecchino (io normalmente ne faccio a meno). Una volta pronti i pacchetti cospargiamoli di farina, con l'aiuto di un colino, e rosoliamoli a fuoco vivace nella padella in cui avremo fatto sciogliere il burro. Aggiustiamo di sale e pepe e poi irroriamo con il vino, lasciamo evaporare e serviamo accompagnando con verdure cotte o crude a piacere. Io li adoro con le carote leggermente scottate e poi tagliate a rondelle e saltate in padella con burro sale e pepe.

2008-02-26

Cappuccino di crema inglese con medaglioni savoiardi

Ieri che era la Giornata della Lentezza sono andata talmente di corsa che non ho avuto il tempo neppure di aprire il blog, figuriamoci di aggiornarlo. Pensate che l'unica concessione alla lentezza è stata quella di sedermi per mangiare a pranzo un panino in Autogrill invece che mangiarlo in piedi!!! Non aggiungo altro.
Comunque vi auguro oggi, invece che ieri, una buona settimana con un poco di dolcezza, anzi con un classico della dolcezza presentato in modo semplice e simpatico.
Cappuccino di crema inglese con medaglioni savoiardi
Crema inglese
3 tuorli
100 g di zucchero
3 dl di latte
vaniglia
Mettiamo a bollore il latte con un pezzetto di vaniglia, a parte sbattiamo i tuorli con lo zucchero, quando saranno spumosi aggiungiamo il latte bollente filtrato, avendo cura di mescolare subito.
Poniamo sul fuoco a bagnomaria e lasciamo addensare.
Savoiardi
2 uova
75 g di zucchero
75 g di farina
zucchero a velo
Sbattiamo i tuorli con lo zucchero, uniamo la farina e poi gli albumi montati a neve. Versiamo una cucchiaiata di composto all'interno di un pirottino di carta (per avere un biscotto dal bordo ondulato e definito) oppure con l'aiuto di una sacca da pasticcere formiamo dei biscotti sulla teglia rivestita di carta da forno. Spolverizziamo di zucchero a velo e poi cuociamo in forno caldo a 180° per 8-10 minuti.
Al momento di servire versiamo la crema fredda nelle tazzine, cospargiamo la superficie di caffè solubile in polvere ed accompagnamo con i savoiardi. Un classico come dicevo!

Cappuccino di crema inglese con medaglioni savoiardi

Ieri che era la Giornata della Lentezza sono andata talmente di corsa che non ho avuto il tempo neppure di aprire il blog, figuriamoci di aggiornarlo. Pensate che l'unica concessione alla lentezza è stata quella di sedermi per mangiare a pranzo un panino in Autogrill invece che mangiarlo in piedi!!! Non aggiungo altro.
Comunque vi auguro oggi, invece che ieri, una buona settimana con un poco di dolcezza, anzi con un classico della dolcezza presentato in modo semplice e simpatico.
Cappuccino di crema inglese con medaglioni savoiardi
Crema inglese
3 tuorli
100 g di zucchero
3 dl di latte
vaniglia
Mettiamo a bollore il latte con un pezzetto di vaniglia, a parte sbattiamo i tuorli con lo zucchero, quando saranno spumosi aggiungiamo il latte bollente filtrato, avendo cura di mescolare subito.
Poniamo sul fuoco a bagnomaria e lasciamo addensare.
Savoiardi
2 uova
75 g di zucchero
75 g di farina
zucchero a velo
Sbattiamo i tuorli con lo zucchero, uniamo la farina e poi gli albumi montati a neve. Versiamo una cucchiaiata di composto all'interno di un pirottino di carta (per avere un biscotto dal bordo ondulato e definito) oppure con l'aiuto di una sacca da pasticcere formiamo dei biscotti sulla teglia rivestita di carta da forno. Spolverizziamo di zucchero a velo e poi cuociamo in forno caldo a 180° per 8-10 minuti.
Al momento di servire versiamo la crema fredda nelle tazzine, cospargiamo la superficie di caffè solubile in polvere ed accompagnamo con i savoiardi. Un classico come dicevo!

2008-02-22

Champignons ripieni con salame al tartufo

Forse vi avevo già parlato della mia devozione al salame con tartufo, una vera prelibatezza a mio dire. Così trovandomi tra le mani, grazie alla fornitissima Bottega Esperya dove sembra non mancare mai nulla, un bel Salame al Tartufo Armini, sto parlando di vero salame delle Langhe con tartufo di Alba, ho pensato di trovare un bell'abbinamento che non fosse il classico con pane e formaggio fresco (la versione in cui io lo adoro).
Ho pensato che l'accostamento con i delicati champignons fosse il più azzeccato e ne è venuta fuori una cosa di cui vi voglio parlare e che vi assicuro vale la pena di provare.
Champignons ripieni con salame al tartufo
12 funghi champignons grandi
2 fette di pancarrè
1 uovo
latte
2 cucchiai di parmigiano grattugiato
2 cucchiaiate di ricotta
50 g c.a di Salame al Tartufo Armini
olio extravergine d'oliva
prezzemolo
sale e pepe q.b.
Puliamo i funghi e leviamo via il peduncolo. Ammorbidiamo il pancarrè nel latte, poi strizziamolo ed amalgamiamolo all'uovo, la ricotta e il parmigiano. Uniamo il salame a piccoli pezzetti, regoliamo di sale e pepe , aggiungiamo un pò di prezzemolo sminuzzato e poi farciamo col composto le nostre cappelle di champignones. Posizioniamo i funghi in teglia dopo averla appena unta di olio e cuociamo in forno già caldo, finchè la superficie si dorerà, se occorre in cottura bagnamo il fondo con qualche cucchiaio di acqua di modo che i funghi non seccchino troppo.

Champignons ripieni con salame al tartufo

Forse vi avevo già parlato della mia devozione al salame con tartufo, una vera prelibatezza a mio dire. Così trovandomi tra le mani, grazie alla fornitissima Bottega Esperya dove sembra non mancare mai nulla, un bel Salame al Tartufo Armini, sto parlando di vero salame delle Langhe con tartufo di Alba, ho pensato di trovare un bell'abbinamento che non fosse il classico con pane e formaggio fresco (la versione in cui io lo adoro).
Ho pensato che l'accostamento con i delicati champignons fosse il più azzeccato e ne è venuta fuori una cosa di cui vi voglio parlare e che vi assicuro vale la pena di provare.
Champignons ripieni con salame al tartufo
12 funghi champignons grandi
2 fette di pancarrè
1 uovo
latte
2 cucchiai di parmigiano grattugiato
2 cucchiaiate di ricotta
50 g c.a di Salame al Tartufo Armini
olio extravergine d'oliva
prezzemolo
sale e pepe q.b.
Puliamo i funghi e leviamo via il peduncolo. Ammorbidiamo il pancarrè nel latte, poi strizziamolo ed amalgamiamolo all'uovo, la ricotta e il parmigiano. Uniamo il salame a piccoli pezzetti, regoliamo di sale e pepe , aggiungiamo un pò di prezzemolo sminuzzato e poi farciamo col composto le nostre cappelle di champignones. Posizioniamo i funghi in teglia dopo averla appena unta di olio e cuociamo in forno già caldo, finchè la superficie si dorerà, se occorre in cottura bagnamo il fondo con qualche cucchiaio di acqua di modo che i funghi non seccchino troppo.

2008-02-20

La torta soffice al caffè quale elogio alla lentezza

Il 25 febbraio sarà celebrata la Seconda Giornata della Lentezza e Gnocchetto al pomodoro mi ha gentilmente invitata a partecipare chiedendomi una ricetta prodotta a fuoco lento o consumata e gustata con tutti i sensi, preparata con una cura attenta degli ingredienti (freschi e di stagione) e della tavola... Vi sembrerà forse che io abbia stravolto l'intento dell'iniziativa, forse sarebbe stato più giusto un pane o un dolce a lenta lievitazione o una zuppa di quelle a cottura lenta ma ho preferito questa gustosa torta che, raramente preparo data la ricchezza degli ingredienti e la lentezza e la cura che bisogna mettere nel prepararla. La ricetta viene dal ricettario Seduzioni al caffè dell'azienda Pellini e mi sembrava, come dicevo, la ricetta giusta perchè quando si fa questa torta bisogna avere molto tempo a disposizione dato che la preparazione si compone di più momenti ed è una vera torta di quelle farcite (ha doppia farcia) e decorate, come si usavano una volta. Così domenica mattina mi sono messa al lavoro ed ecco il risultato.
Torta soffice al caffè
Ingredienti
Per la torta:
80 g di farina 00
4 uova
un cucchiaino di lievito per dolci
200 g di zucchero
150 g di burro morbido
15 g di cacao
100 g di nocciole
5o ml di caffè ristretto
1 cucchiaio di caffè in polvere
Per la farcitura:
2 cucchiai di cacao
50 g di zucchero
2 cucchiai di farina 00
1 dl di latte
1 dl e 4 cucchiai di caffè
50 g di chiccolato fondente
2 dl di panna
30 g di nocciole
chicci di caffè per decorare
Credo che già a leggere gli ingredienti avrete capito il collegamento con la lentezza.
Andiamo alla preparazione:
Per la torta lavoriamo a crema il burro con metà dello zucchero, uniamo i tuorli, la farina, il lievito, le nocciole polverizzate insieme allo zucchero restante, il caffè, il caffè in polvere e il cacao. Montiamo a neve gli albumi e incorporiamoli al composto. Versiamo in uno stampo di 22 cm di diametro e cuociamo in forno già caldo a 180° per circa 35 minuti. Facciamo raffreddare e poi tagliamo la torta in due dischi.
Intanto prepariamo la farcia mescolando il cacao con lo zucchero e la farina, diluiamo con il latte e il dl di caffè e facciamo addensare a fuoco moderato. A cottura ultimata sciogliamo il cioccolato nella crema e lasciamo raffreddare. Montiamo la panna ed aggiungiamo a metà di essa le nocciole tritate, all'altra metà il caffè restante. Farciamo la torta con la crema e la panna alle nocciole. Copriamo con l'altro disco e spalmiamo sulla superficie la panna al caffè decorando coi chicci di caffè. Lasciamo raffreddare in frigo e poi serviamo.

La torta soffice al caffè quale elogio alla lentezza

Il 25 febbraio sarà celebrata la Seconda Giornata della Lentezza e Gnocchetto al pomodoro mi ha gentilmente invitata a partecipare chiedendomi una ricetta prodotta a fuoco lento o consumata e gustata con tutti i sensi, preparata con una cura attenta degli ingredienti (freschi e di stagione) e della tavola... Vi sembrerà forse che io abbia stravolto l'intento dell'iniziativa, forse sarebbe stato più giusto un pane o un dolce a lenta lievitazione o una zuppa di quelle a cottura lenta ma ho preferito questa gustosa torta che, raramente preparo data la ricchezza degli ingredienti e la lentezza e la cura che bisogna mettere nel prepararla. La ricetta viene dal ricettario Seduzioni al caffè dell'azienda Pellini e mi sembrava, come dicevo, la ricetta giusta perchè quando si fa questa torta bisogna avere molto tempo a disposizione dato che la preparazione si compone di più momenti ed è una vera torta di quelle farcite (ha doppia farcia) e decorate, come si usavano una volta. Così domenica mattina mi sono messa al lavoro ed ecco il risultato.
Torta soffice al caffè
Ingredienti
Per la torta:
80 g di farina 00
4 uova
un cucchiaino di lievito per dolci
200 g di zucchero
150 g di burro morbido
15 g di cacao
100 g di nocciole
5o ml di caffè ristretto
1 cucchiaio di caffè in polvere
Per la farcitura:
2 cucchiai di cacao
50 g di zucchero
2 cucchiai di farina 00
1 dl di latte
1 dl e 4 cucchiai di caffè
50 g di chiccolato fondente
2 dl di panna
30 g di nocciole
chicci di caffè per decorare
Credo che già a leggere gli ingredienti avrete capito il collegamento con la lentezza.
Andiamo alla preparazione:
Per la torta lavoriamo a crema il burro con metà dello zucchero, uniamo i tuorli, la farina, il lievito, le nocciole polverizzate insieme allo zucchero restante, il caffè, il caffè in polvere e il cacao. Montiamo a neve gli albumi e incorporiamoli al composto. Versiamo in uno stampo di 22 cm di diametro e cuociamo in forno già caldo a 180° per circa 35 minuti. Facciamo raffreddare e poi tagliamo la torta in due dischi.
Intanto prepariamo la farcia mescolando il cacao con lo zucchero e la farina, diluiamo con il latte e il dl di caffè e facciamo addensare a fuoco moderato. A cottura ultimata sciogliamo il cioccolato nella crema e lasciamo raffreddare. Montiamo la panna ed aggiungiamo a metà di essa le nocciole tritate, all'altra metà il caffè restante. Farciamo la torta con la crema e la panna alle nocciole. Copriamo con l'altro disco e spalmiamo sulla superficie la panna al caffè decorando coi chicci di caffè. Lasciamo raffreddare in frigo e poi serviamo.

2008-02-19

La cucina regionale italiana - La mia graduatoria

Arrivo con l'ultimo treno a rispondere all'invito giratomi da Grazia e da Elga ma come si dice meglio tardi che mai.

Penso che tutti si aspettano da me la risposta diplomatica, ovvero di mettere al primo posto la cucina calabrese perchè è quella della mia terra etc. etc. Io devo essere onesta nelle risposte e quindi non posso dire questo semplicemente perchè non lo penso e poi perchè per me che sono del territorio non esiste una cucina calabrese ma tante cucine calabresi, la nostra del cosentino ad esempio è diversissima da quella del reggino, ma cosa strana anche tra paesi vicini c'è molta differenza nelle preparazioni. Credo che sia così anche altrove ma per chi non è del posto è più facile avere una visione unitaria, e così la mia scelta è questa:


Al primo posto non posso non mettere la cucina Emiliano-Romagnola perchè non vivrei senza parmigiano ed aceto balsamico ma non potrei fare a meno neppure delle lasagne o dei tortellini e ancora non rinuncerei al Salame di Felino o alla piadina romagnola. Voto 10


Al secondo posto metterei la cucina dell'Alto Adige, perchè come ho avuto modo di dire a Grazia altre volte, credo che la cicogna abbia sbagliato nel lasciarmi in Calabria, dato che vado a nozze con burro, panna e formaggi tipici delle Malghe Altoatesine, ma adoro anche lo speck e tutti i loro pani con i vari semi ed i loro dolci dai più semplici, come lo strudel alle più sontuose torte farcite, insomma non so con quali risultati sulla dieta ma io vivrei di queste cibarie. Voto 9


Al terzo posto metto la Calabria per il pane casereccio, la salsiccia piccante ed il capocollo, oltre che per il caciocavallo in tutte le fasi di stagionatura, ma anche per le patate fritte coi peperoni e le verdure selvatiche di cui a volte nemmeno conosco il nome ma con le quali sono cresciuta e, non ultimo, il gelato di Pizzo. Voto 8


Al quarto posto segue la Campania per la mozzarella di bufala, la pizza e le sfogliatelle, il babà, la pastiera...Voto 7,5


Al quinto posto la Sicilia per la pasta alla norma, i cannoli alla ricotta, la cassata ed anche i deliziosi pecorini. Voto 7


Chiunque non l'abbia ancora fatto è invitato a rispondere se ne ha voglia.