2007-11-13

Bignè mandorlati alla crema

Premetto che io e la pasta choux abbiamo un rapporto particolare, come si suol dire di amore-odio ma nel senso che io la amo alla follia e lei mi odia in modo viscerale, per cui ogni volta che devo fare bignè, paris-brest, eclairs e quant'altro mi preparo sempre con doppia porzione di ingredienti che tanto so già che almeno una volta la sbaglio. Voi direte ma chi te la fa fare rinuncia o impara a farli come si deve prima di proporceli, io vi rispondo che, quando vengono, vengono bene sul serio solo che dovrei fare sempre la stessa ricetta senza dire continuamente proviamo se è meglio questa, vediamo con quest'altra come vengono etc. etc.
Avevo sentito dire che se fai pari acqua, burro e farina l'impasto viene fuori ben secco e resistente ma vi dirò questo è stato il mio tentativo andato male per cui mi pare inutile parlarne.
Allora dopo, armata di santa pazienza come solo per la pasta choux mi riesce, sono tornata sui miei passi, ho ripreso la vecchia ricetta del Paris-brest ed eccomi qua a raccontarvela
Ingredienti per 20 bignè circa:
250 g di acqua
100 g di burro
150 g di farina
1 pizzico di sale
3 uova
mandorle a lamelle
Per la crema:
2 tuorli
300 ml di latte
un pezzo di vaniglia
4 cucchiai di zucchero
2 cucchiai di maizena
Mettiamo in una pentola l' acqua con il burro e un pizzico di sale, una volta sciolto il burro aggiungiamo la farina e facciamo addensare, il composto si staccherà da solo dalle pareti. Quando l’impasto si sarà raffreddato aggiungiamo le uova, amalgamandone uno alla volta.
Trasferiamo il composto in una sacca da pasticciere con bocchetta liscia e formiamo i bignè su una placca rivestita di carta da forno. Su ciascun bignè infilziamo delle lamelle di mandorle
Cuociamo a 190° finchè i bignè si alzano e si dorano.
A questo punto vi possso pure dire che per facilitare questa operazione c'è chi mette nell'impasto una puntina di lievito per dolci però secondo me non serve proprio a nulla perchè io l'ho messo e differenze con le altre volte non ne ho risontrate, insomma se il bignè deve venire bene non è certo merito del lievito.
Mentre i bignè si freddano prepariamo la crema: mettiamo a bollire il latte con la vaniglia, sbattiamo i tuorli con lo zucchero aggiungiamo la maizena e poi mescolando il latte, poniamo sul fuoco e facciamo addensare.
Il gioco è fatto dobbiamo solo attendere che la crema si freddi, farcire i nostri bignè e spolverizzarli di zucchero a velo prima di servire.
Quando ne vedo un piatto davanti non so controllarmi, amo i bignè!

Bignè mandorlati alla crema

Premetto che io e la pasta choux abbiamo un rapporto particolare, come si suol dire di amore-odio ma nel senso che io la amo alla follia e lei mi odia in modo viscerale, per cui ogni volta che devo fare bignè, paris-brest, eclairs e quant'altro mi preparo sempre con doppia porzione di ingredienti che tanto so già che almeno una volta la sbaglio. Voi direte ma chi te la fa fare rinuncia o impara a farli come si deve prima di proporceli, io vi rispondo che, quando vengono, vengono bene sul serio solo che dovrei fare sempre la stessa ricetta senza dire continuamente proviamo se è meglio questa, vediamo con quest'altra come vengono etc. etc.
Avevo sentito dire che se fai pari acqua, burro e farina l'impasto viene fuori ben secco e resistente ma vi dirò questo è stato il mio tentativo andato male per cui mi pare inutile parlarne.
Allora dopo, armata di santa pazienza come solo per la pasta choux mi riesce, sono tornata sui miei passi, ho ripreso la vecchia ricetta del Paris-brest ed eccomi qua a raccontarvela
Ingredienti per 20 bignè circa:
250 g di acqua
100 g di burro
150 g di farina
1 pizzico di sale
3 uova
mandorle a lamelle
Per la crema:
2 tuorli
300 ml di latte
un pezzo di vaniglia
4 cucchiai di zucchero
2 cucchiai di maizena
Mettiamo in una pentola l' acqua con il burro e un pizzico di sale, una volta sciolto il burro aggiungiamo la farina e facciamo addensare, il composto si staccherà da solo dalle pareti. Quando l’impasto si sarà raffreddato aggiungiamo le uova, amalgamandone uno alla volta.
Trasferiamo il composto in una sacca da pasticciere con bocchetta liscia e formiamo i bignè su una placca rivestita di carta da forno. Su ciascun bignè infilziamo delle lamelle di mandorle
Cuociamo a 190° finchè i bignè si alzano e si dorano.
A questo punto vi possso pure dire che per facilitare questa operazione c'è chi mette nell'impasto una puntina di lievito per dolci però secondo me non serve proprio a nulla perchè io l'ho messo e differenze con le altre volte non ne ho risontrate, insomma se il bignè deve venire bene non è certo merito del lievito.
Mentre i bignè si freddano prepariamo la crema: mettiamo a bollire il latte con la vaniglia, sbattiamo i tuorli con lo zucchero aggiungiamo la maizena e poi mescolando il latte, poniamo sul fuoco e facciamo addensare.
Il gioco è fatto dobbiamo solo attendere che la crema si freddi, farcire i nostri bignè e spolverizzarli di zucchero a velo prima di servire.
Quando ne vedo un piatto davanti non so controllarmi, amo i bignè!

2007-11-12

Linguine al nero di seppia e germe di grano con calamaretti ripieni

Avevo un pacco di Linguine al nero di seppia e germe di grano del pastificio Morelli proveniente dalla Bottega Esperya che ammiccava dal ripiano della dispensa, chiedendosi e chiedendomi quando sarebbe arrivato il suo turno e quale sarebbe stato il suo destino.
Si lo ammetto ci ho pensato un poco prima di cucinarli, sarà il colore un poco tetro, sarà che ne avevo sentito tanto parlare e non volevo delusioni, sarà che volevo abbinarci la cosa giusta, continuavo a rimandare finchè dal pescivendolo ho visto dei calamaretti tanto graziosi che ho pensato subito che fossero i compagni ideali per le speciali linguine che attendevano fiduciose. Così è stato, nessuna delusione anzi devo dire che dato il profumo e l'aspetto, strano ma invitante, perfino mio padre - il cui scetticismo verso i miei esperimenti culinari è ormai di pubblico dominio - ha deciso di mangiarne un piatto.
Piccola nota tecnica prima della ricetta, quando cucinate le linguine Morelli succede che l'acqua di cottura si tinge leggermente di verde, il colore è dovuto alla presenza di Germe di Grano nell'impasto dalla lavorazione completamente artigianale, insomma una pasta speciale ricca di nutrienti, profumata e gustosa come poche altre che vi consiglio senza remore di provare.

Ingredienti per 4 persone
1 confezione di linguine al nero di seppia e germe di grano Morelli (250 g)
12 calamaretti freschi
1 scatoletta di tonno sott'olio da 80 g
2 filetti di acciughe
1 cucchiaio scarso di capperi sotto sale
2 cucchiai mollica di pane
1 uovo
pepe nero
prezzemolo tritato
1 spicchio d'aglio
olio extravergine d'oliva
due cucchiai di vino bianco secco
1 noce di burro

Puliamo i calamari poi asciughiamo qualche attimo in padella le branchiette. Teniamone da parte quattro. Tritiamo le altre con il tonno, i capperi, le acciughe, il pane. Amalgamiamo al trito l'uovo, pepiamo ed aggiungere prezzemolo tritato. Farciamo con il composto i calamari, facendo attenzione a non riempirli troppo che in cottura si gonfiano, chiudendo l'estremità con uno stecchino. Cuociamo calamari, unendo anche le branchiette tenute da parte, in padella con un filo d'olio ed uno spicchio d'aglio, sfumandoli con il vino.
Quando sono pronti, teniamone da parte quattro e tagliamo gli altri a rondelle rimettendoli in padella.
Lessiamo le linguine e saltatiamole poi nella padella dei calamari unendo una noce di burro. Serviamo decorando ciascun piatto con un calamaro intero, la sua branchietta e qualche foglia di prezzemolo.


Linguine al nero di seppia e germe di grano con calamaretti ripieni

Avevo un pacco di Linguine al nero di seppia e germe di grano del pastificio Morelli proveniente dalla Bottega Esperya che ammiccava dal ripiano della dispensa, chiedendosi e chiedendomi quando sarebbe arrivato il suo turno e quale sarebbe stato il suo destino.
Si lo ammetto ci ho pensato un poco prima di cucinarli, sarà il colore un poco tetro, sarà che ne avevo sentito tanto parlare e non volevo delusioni, sarà che volevo abbinarci la cosa giusta, continuavo a rimandare finchè dal pescivendolo ho visto dei calamaretti tanto graziosi che ho pensato subito che fossero i compagni ideali per le speciali linguine che attendevano fiduciose. Così è stato, nessuna delusione anzi devo dire che dato il profumo e l'aspetto, strano ma invitante, perfino mio padre - il cui scetticismo verso i miei esperimenti culinari è ormai di pubblico dominio - ha deciso di mangiarne un piatto.
Piccola nota tecnica prima della ricetta, quando cucinate le linguine Morelli succede che l'acqua di cottura si tinge leggermente di verde, il colore è dovuto alla presenza di Germe di Grano nell'impasto dalla lavorazione completamente artigianale, insomma una pasta speciale ricca di nutrienti, profumata e gustosa come poche altre che vi consiglio senza remore di provare.

Ingredienti per 4 persone
1 confezione di linguine al nero di seppia e germe di grano Morelli (250 g)
12 calamaretti freschi
1 scatoletta di tonno sott'olio da 80 g
2 filetti di acciughe
1 cucchiaio scarso di capperi sotto sale
2 cucchiai mollica di pane
1 uovo
pepe nero
prezzemolo tritato
1 spicchio d'aglio
olio extravergine d'oliva
due cucchiai di vino bianco secco
1 noce di burro

Puliamo i calamari poi asciughiamo qualche attimo in padella le branchiette. Teniamone da parte quattro. Tritiamo le altre con il tonno, i capperi, le acciughe, il pane. Amalgamiamo al trito l'uovo, pepiamo ed aggiungere prezzemolo tritato. Farciamo con il composto i calamari, facendo attenzione a non riempirli troppo che in cottura si gonfiano, chiudendo l'estremità con uno stecchino. Cuociamo calamari, unendo anche le branchiette tenute da parte, in padella con un filo d'olio ed uno spicchio d'aglio, sfumandoli con il vino.
Quando sono pronti, teniamone da parte quattro e tagliamo gli altri a rondelle rimettendoli in padella.
Lessiamo le linguine e saltatiamole poi nella padella dei calamari unendo una noce di burro. Serviamo decorando ciascun piatto con un calamaro intero, la sua branchietta e qualche foglia di prezzemolo.


2007-11-10

Vinci una cena esclusiva per 2!


Come si dice... tentar non nuoce, e così ho deciso di provare anch'io a partecipare a questo concorso organizzato da Turismo in Italia e da http://www.elation.it/. Se poi volete saperne ancora e partecipare anche voi non dovete che cliccare qui troverete tutte le informazioni sul concorso e la lista completa dei partecipanti e dei ristoranti in cui sarà possibile cenare con la vincita.

Vinci una cena esclusiva per 2!


Come si dice... tentar non nuoce, e così ho deciso di provare anch'io a partecipare a questo concorso organizzato da Turismo in Italia e da http://www.elation.it/. Se poi volete saperne ancora e partecipare anche voi non dovete che cliccare qui troverete tutte le informazioni sul concorso e la lista completa dei partecipanti e dei ristoranti in cui sarà possibile cenare con la vincita.

2007-11-09

Coniglio al curry e mela

E' un periodo in cui non vado matta per la carne, salvo se non si tratta di carne di una certa qualità. Così siccome l'altro ieri mi hanno regalato un coniglio nostrano ho pensato bene di mettere in pratica qualche buona ricetta tenuta da parte. Però, dato che mio padre il coniglio lo vuole soltanto alla cacciatora e in nessun altro modo, ieri sera a casa mia si è tenuto un "coniglio-party" in cui figlia contro madre ci siamo sfidate all'ultimo coniglio. Chi ha vinto? Pareggio credo. F. ed io abbiamo apprezzato la preparazione tradizionale, ma preferito la nuova ricetta, mamma non ha disdegnato nessuna delle due e papà invece non ha voluto neppure assaggiare la versione "con crema" come da lui definita.
Va bè va vi lascio la ricetta:
500 g di coniglio (c.a. mezzo) a pezzi
due cucchiai di aceto di mele
1/4 di cipolla
1/2 spicchio d'aglio
15 g di burro
1 cucchiaio di farina
1/2 cucchiaio di curry
1/2 bicchiere di vino bianco secco
brodo vegetale (anche di dado)
1 mela verde
sale
In una terrina ponete a bagno il coniglio con acqua e aceto, lasciate riposare per circa mezz'ora poi scolate e veersate in padella, ponete sul fuoco a pedella coperta senza nessun condimento, scolando dal liquido che fuoriesce finchè la carne resta ben asciutta. Tenete da parte la carne ed asciugate la padella con della carta assorbente. Mettetevi il burro, la cipolla e l'aglio tritati sottilmente e ponete di nuovo sul fuoco, aggiungete la carne e lasciate rosolare, poi bagnate col vino e quando il vino sarà evaporato cospargete con la farina e il curry mescolati insieme, bagnate con brodo caldo coprite e lasciate cuocere per un'ora a fuoco moderato, aggiungendo brodo di tanto in tanto. Venti minuti prima di spegnere unite la mela sbucciata e tagliata a dadini e lasciate cuocere finchè diventa quasi una crema, regolate di sale e servite subito.
Assaggia di qua, assaggia di là, ho mangiato doppia porzione.

Coniglio al curry e mela

E' un periodo in cui non vado matta per la carne, salvo se non si tratta di carne di una certa qualità. Così siccome l'altro ieri mi hanno regalato un coniglio nostrano ho pensato bene di mettere in pratica qualche buona ricetta tenuta da parte. Però, dato che mio padre il coniglio lo vuole soltanto alla cacciatora e in nessun altro modo, ieri sera a casa mia si è tenuto un "coniglio-party" in cui figlia contro madre ci siamo sfidate all'ultimo coniglio. Chi ha vinto? Pareggio credo. F. ed io abbiamo apprezzato la preparazione tradizionale, ma preferito la nuova ricetta, mamma non ha disdegnato nessuna delle due e papà invece non ha voluto neppure assaggiare la versione "con crema" come da lui definita.
Va bè va vi lascio la ricetta:
500 g di coniglio (c.a. mezzo) a pezzi
due cucchiai di aceto di mele
1/4 di cipolla
1/2 spicchio d'aglio
15 g di burro
1 cucchiaio di farina
1/2 cucchiaio di curry
1/2 bicchiere di vino bianco secco
brodo vegetale (anche di dado)
1 mela verde
sale
In una terrina ponete a bagno il coniglio con acqua e aceto, lasciate riposare per circa mezz'ora poi scolate e veersate in padella, ponete sul fuoco a pedella coperta senza nessun condimento, scolando dal liquido che fuoriesce finchè la carne resta ben asciutta. Tenete da parte la carne ed asciugate la padella con della carta assorbente. Mettetevi il burro, la cipolla e l'aglio tritati sottilmente e ponete di nuovo sul fuoco, aggiungete la carne e lasciate rosolare, poi bagnate col vino e quando il vino sarà evaporato cospargete con la farina e il curry mescolati insieme, bagnate con brodo caldo coprite e lasciate cuocere per un'ora a fuoco moderato, aggiungendo brodo di tanto in tanto. Venti minuti prima di spegnere unite la mela sbucciata e tagliata a dadini e lasciate cuocere finchè diventa quasi una crema, regolate di sale e servite subito.
Assaggia di qua, assaggia di là, ho mangiato doppia porzione.

2007-11-08

Pomodori verdi fritti


Vi dice qualcosa questo titolo? Molti di voi so che stanno già pensando al libro di Fannie Flagg Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop ed anch'io passeggiando in un mercatino locale di frutta e verdura in cui faceva bella mostra una cassettina di pomodori verdi non ho potuto fare a meno di ripensarci e così ecco affiorare alla mia mente tutta l'emozione, la tristezza, l'ironia e la delicatezza di quelle pagine a me molto care. Non ho potuto fare a meno di acquistare i pomodori, senza alcun dubbio su come li avrei mangiati, e ripensare alla storia di Ruth ed Idgie, due donne che nella provinciale America degli anni venti affrontano e si confrontano con la mentalità di una piccola comunità rurale. Due donne che con immenso coraggio aprono un locale, il caffè di Whistle stop appunto, dove con amore e dedizione servono il buon "cibo di casa" tanto ai bianchi quanto ai neri, in un'epoca in cui questo non era affatto scontato.
Tra le più richieste ricette del caffè vi sono naturalmente i celeberrimi pomodori verdi fritti che Ruth ed Idgie preparavano così:

POMODORI VERDI FRITTI CON SALSA AL LATTE
3 cucchiai di grasso di pancetta
farina
4 pomodori verdi affettati
latte
uova sbattute
sale
pangrattato
pepe

Scaldate il grasso in una padella per friggere. Bagnate i pomodori nell'uovo sbattuto, quindi passateli nel pangrattato. Friggeteli fino a quando non saranno coloriti da entrambi i lati e sistemateli su un piatto. Per ciascun cucchiaio di grasso rimasto in padella, aggiungetene uno di farina e mescolate bene. Quindi versate, sempre mescolando, una tazza di latte tiepido e lasciate cuocere finchè la salsa non si addenserà, senza mai smettere di mescolare. Aggiungete sale e pepe a piacere. Versate poi sui pomodori e servite bollente. il meglio che c'è.
Questa la versione riportata dalla Flagg nel libro.

Capirete che per quanto io ami i grassi, stavolta non ce l'ho fatta proprio a friggere nel grasso di pancetta e a condire con salsa al latte.
Così vi lascio la mia versione meridionale dei pomodori verdi fritti:


Pomodori verdi
farina
olio extravergine d'oliva per friggere
sale dolce di Cervia
Affettate i pomodori passateli nella farina e friggeteli in abbondante olio fino a doratura, salate in superficie e servite caldissimi. Bè non saranno gli stessi, ma io comunque li ho apprezzati ed ho ripensato a questo dolce libro.

Pomodori verdi fritti


Vi dice qualcosa questo titolo? Molti di voi so che stanno già pensando al libro di Fannie Flagg Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop ed anch'io passeggiando in un mercatino locale di frutta e verdura in cui faceva bella mostra una cassettina di pomodori verdi non ho potuto fare a meno di ripensarci e così ecco affiorare alla mia mente tutta l'emozione, la tristezza, l'ironia e la delicatezza di quelle pagine a me molto care. Non ho potuto fare a meno di acquistare i pomodori, senza alcun dubbio su come li avrei mangiati, e ripensare alla storia di Ruth ed Idgie, due donne che nella provinciale America degli anni venti affrontano e si confrontano con la mentalità di una piccola comunità rurale. Due donne che con immenso coraggio aprono un locale, il caffè di Whistle stop appunto, dove con amore e dedizione servono il buon "cibo di casa" tanto ai bianchi quanto ai neri, in un'epoca in cui questo non era affatto scontato.
Tra le più richieste ricette del caffè vi sono naturalmente i celeberrimi pomodori verdi fritti che Ruth ed Idgie preparavano così:

POMODORI VERDI FRITTI CON SALSA AL LATTE
3 cucchiai di grasso di pancetta
farina
4 pomodori verdi affettati
latte
uova sbattute
sale
pangrattato
pepe

Scaldate il grasso in una padella per friggere. Bagnate i pomodori nell'uovo sbattuto, quindi passateli nel pangrattato. Friggeteli fino a quando non saranno coloriti da entrambi i lati e sistemateli su un piatto. Per ciascun cucchiaio di grasso rimasto in padella, aggiungetene uno di farina e mescolate bene. Quindi versate, sempre mescolando, una tazza di latte tiepido e lasciate cuocere finchè la salsa non si addenserà, senza mai smettere di mescolare. Aggiungete sale e pepe a piacere. Versate poi sui pomodori e servite bollente. il meglio che c'è.
Questa la versione riportata dalla Flagg nel libro.

Capirete che per quanto io ami i grassi, stavolta non ce l'ho fatta proprio a friggere nel grasso di pancetta e a condire con salsa al latte.
Così vi lascio la mia versione meridionale dei pomodori verdi fritti:


Pomodori verdi
farina
olio extravergine d'oliva per friggere
sale dolce di Cervia
Affettate i pomodori passateli nella farina e friggeteli in abbondante olio fino a doratura, salate in superficie e servite caldissimi. Bè non saranno gli stessi, ma io comunque li ho apprezzati ed ho ripensato a questo dolce libro.

2007-11-07

Macarons al cacao

Finalmente un pò di Francia a casa mia: i Macarons!
Dovete sapere - e certo lo avevate già immaginato dalle ultime foto - che questo in corso è per me un periodo fortemente "cioccolatoso" per cui creo (o tento di creare dipende dai punti di vista) dolci che lo contengano. Ammetto che sto resistendo alla forte tentazione di farmi una Sacher e papparmela fetta dopo fetta ma, preso Cucina Italiana di Novembre e vista la ricetta dei classici macarons francesi, non ho potuto resistere ed anzichè farli trigusto come sulla rivista ho rimandato ad altri momenti quelli alla vaniglia ed al pistacchio e li ho fatti solo al cacao farciti con crema di burro e cioccolato. Una goduria per quanto, e con me concorderanno gli esperti, sui macarons devo ancora crescere dato che parigini proprio non sembravano, ma non avendo mai assaggiato gli originali il risultato mi è parso più che soddisfacente. Comunque se passa qualche esperto, tipo Walter Pedrazzi, mi vuole cortesemente spiegare perchè la superficie dei miei macarons si è lesionata in cottura? Se si conosce l'errore si può imparare ad evitarlo.

Ingredienti per 12-15 macarons:
100 g di farina di mandorle
110 g di zucchero a velo
60 g di zucchero semolato
2 albumi
15 g di cacao amaro
1 pizzico di sale
crema:
10 g farina
25 g di zucchero semolato
1 uovo piccolo
1 pizzico di sale
114 g di latte tiepido
50 g di burro
50 g di cioccolato fondente

Setacciate la farina di mandorle con lo zucchero a velo ed amalgamate con un albume, unite in un pentolino lo zucchero semolato con due cucchiai scarsi di acqua, portate a bollore, dopo due minuti spegnete e versate lo sciroppo sull'altro albume montato a neve con un pizzico di sale lavorando il composto con la frusta. Unite questo composto al precedente e poi raccogliete tutto in una tasca da pasticciere con la bocchetta liscia e formate sulla teglia rivestita di carta da forno 24-30 dischetti (dipende dalle dimensioni). Lasciate poi riposare un'ora prima di infornare di modo che si formi in superficie una crosticina che permetterà ai biscotti di crescere in altezza invece che allargarsi sulla placca. Infornate poi a 180° per 10 minuti. Quando spegnte il forno vi accorgerete che il miracolo è compiuto, sfornateli e fateli raffreddare.
Mentre aspettate di cuocere i macarons potete preparare la crema: Amalgamate la farina con lo zucchero ed un pizzico di sale, unite l'uovo e poi il latte tiepido e il cioccolato a scagliette, portate sul fuoco, meglio a bagnomaria, e fate addensare la crema, a fine cotture unite metà burro e lasciate raffreddare. Solo quando la crema si sarà raffreddata potete unire l'altro burro e montare il composto con le fruste elettriche. Lasciate raffreddare ancora in frigo e poi farcite i macarons con la crema chiudendoli a coppiette come per i baci di dama.

Macarons al cacao

Finalmente un pò di Francia a casa mia: i Macarons!
Dovete sapere - e certo lo avevate già immaginato dalle ultime foto - che questo in corso è per me un periodo fortemente "cioccolatoso" per cui creo (o tento di creare dipende dai punti di vista) dolci che lo contengano. Ammetto che sto resistendo alla forte tentazione di farmi una Sacher e papparmela fetta dopo fetta ma, preso Cucina Italiana di Novembre e vista la ricetta dei classici macarons francesi, non ho potuto resistere ed anzichè farli trigusto come sulla rivista ho rimandato ad altri momenti quelli alla vaniglia ed al pistacchio e li ho fatti solo al cacao farciti con crema di burro e cioccolato. Una goduria per quanto, e con me concorderanno gli esperti, sui macarons devo ancora crescere dato che parigini proprio non sembravano, ma non avendo mai assaggiato gli originali il risultato mi è parso più che soddisfacente. Comunque se passa qualche esperto, tipo Walter Pedrazzi, mi vuole cortesemente spiegare perchè la superficie dei miei macarons si è lesionata in cottura? Se si conosce l'errore si può imparare ad evitarlo.

Ingredienti per 12-15 macarons:
100 g di farina di mandorle
110 g di zucchero a velo
60 g di zucchero semolato
2 albumi
15 g di cacao amaro
1 pizzico di sale
crema:
10 g farina
25 g di zucchero semolato
1 uovo piccolo
1 pizzico di sale
114 g di latte tiepido
50 g di burro
50 g di cioccolato fondente

Setacciate la farina di mandorle con lo zucchero a velo ed amalgamate con un albume, unite in un pentolino lo zucchero semolato con due cucchiai scarsi di acqua, portate a bollore, dopo due minuti spegnete e versate lo sciroppo sull'altro albume montato a neve con un pizzico di sale lavorando il composto con la frusta. Unite questo composto al precedente e poi raccogliete tutto in una tasca da pasticciere con la bocchetta liscia e formate sulla teglia rivestita di carta da forno 24-30 dischetti (dipende dalle dimensioni). Lasciate poi riposare un'ora prima di infornare di modo che si formi in superficie una crosticina che permetterà ai biscotti di crescere in altezza invece che allargarsi sulla placca. Infornate poi a 180° per 10 minuti. Quando spegnte il forno vi accorgerete che il miracolo è compiuto, sfornateli e fateli raffreddare.
Mentre aspettate di cuocere i macarons potete preparare la crema: Amalgamate la farina con lo zucchero ed un pizzico di sale, unite l'uovo e poi il latte tiepido e il cioccolato a scagliette, portate sul fuoco, meglio a bagnomaria, e fate addensare la crema, a fine cotture unite metà burro e lasciate raffreddare. Solo quando la crema si sarà raffreddata potete unire l'altro burro e montare il composto con le fruste elettriche. Lasciate raffreddare ancora in frigo e poi farcite i macarons con la crema chiudendoli a coppiette come per i baci di dama.

2007-11-06

Crostata dell'autunno

Cosa c'è di meglio che una bella frolla che sa di autunno per riscaldarsi il cuore nei freddi e piovosi pomeriggi di novembre davanti alla solita ed adorata tazza di thè forte e fumante? Nulla naturalmente, da questa idea è nata la mia Crostata dell'autunno.
La preparazione è di estrema semplicità, non è che una frolla al cacao farcita di golosa crema di marroni. Passiamo allora alla preparazione:

250 g di farina 00
1 cucchiaio colmo di cacao
2 tuorli d'uovo
100 g di zucchero a velo
200 g di burro freddo
sale
1 barattolo (circa 300 g) di crema di marroni
cacao per spolverare

Mescoliamo la farina con il cacao e lo zucchero ed impastiamo con le punte delle dita insieme al burro a tocchetti fino ad ottenere una sorta di pangrattato ma facendo attenzione a non riscaldare troppo l'impasto, uniamo i tuorli leggermente sbattuti con un cucchiaio di acqua ed un pizzico di sale ed impastiamo ancora velocemente poi lasciamo l'impasto in frigo a riposare un paio d'ore.
Stendiamolo col matterello e rivestiamone una teglia per crostata, bucherelliamo il fondo e stendiamo sopra la pasta la crema di marroni. Con i ritagli di impasto ricaviamo dei bastoncini e dei decori a tema, io ho fatto dei funghetti che ho disposto al centro della crostata. Lasciamo di nuovo raffreddare in frigo per circa mezz'ora e poi cuociamo in forno caldo a 180° per 30 minuti.
Lasciamo intepidire e poi spolverizziamo di cacao amaro e decoriamo a piacere con nocciole o mandorle ricoperte di cioccolato fondente.
Cosa ve ne pare?