2009-05-08

Fiori sablè al cacao e caffè

L’accostamento cacao e caffè è uno dei meglio riusciti e da me più amati. Ecco perché da qualche giorno pensavo alla realizzazione di un biscotto al cacao da farcire con la golosa crema al caffè di Sicilian Exquisiteness, il cui barattolino non avevo il coraggio di aprire per paura che finisse prima che riuscissi a realizzare i dolci ai quali l’avevo destinata. Bene le paure erano fondate perché la crema (ribadisco senza grassi idrogenati) sa proprio di caffè e l’accostamento con i biscottini, per i quali ho scelto la semplice base sablè arricchita di cacao, veramente azzeccato. Tendo sempre alle piccole misure stavolta però ho voluto esagerare tralasciando le due misure più piccole degli stampini a fiore di Plurimix- point e optando per il terzo (circa 6 cm).
Il risultato un bel biscotto corposo e farcito che non vi dico quanto è buono con del semplice yogurt bianco.
Ingredienti per 30 biscotti (doppi):
300 g di farina biscotto Plurimix-point (oppure 00)
75 g di fecola di patate
115 g di zucchero a velo vanigliato
un pizzico di sale
225 g di burro
25 g di albume
4 cucchiai di cacao amaro in polvere
1 vasetto di Crema al caffè Sicilian Exquisiteness
50 g di cioccolato al cappuccino (o in mancanza bianco e al latte arricchito con un po’ di caffè solubile)
Setacciamo insieme la farina, la fecola, il cacao, lo zucchero e il sale. Misceliamo bene ed amalgamiamo il burro a temperatura ambiente ottenendo delle briciole fini poi aggiungiamo l'albume e lavoriamo velocemente l'impasto. Lasciamolo riposare avvolto in pellicola per circa mezz’ora poi stendiamolo in una sfoglia sottile dalla quale ricaveremo con l’apposito stampino a forma di fiore 60 fiorellini, la metà dei quali con foro centrale ottenuto con un piccolissimo tagliapasta tondo. Inforniamo a 180° per 10 minuti, poi lasciamo raffreddare. Sulla base dei biscotti senza foro poniamo un cucchiaino di crema al caffè, copriamo con i biscotti forati. Sciogliamo il cioccolato e dopo averlo messo in un piccolo cono di carta forno utilizziamolo per realizzare dei decori sulla superficie dei biscotti.

Fiori sablè al cacao e caffè

L’accostamento cacao e caffè è uno dei meglio riusciti e da me più amati. Ecco perché da qualche giorno pensavo alla realizzazione di un biscotto al cacao da farcire con la golosa crema al caffè di Sicilian Exquisiteness, il cui barattolino non avevo il coraggio di aprire per paura che finisse prima che riuscissi a realizzare i dolci ai quali l’avevo destinata. Bene le paure erano fondate perché la crema (ribadisco senza grassi idrogenati) sa proprio di caffè e l’accostamento con i biscottini, per i quali ho scelto la semplice base sablè arricchita di cacao, veramente azzeccato. Tendo sempre alle piccole misure stavolta però ho voluto esagerare tralasciando le due misure più piccole degli stampini a fiore di Plurimix- point e optando per il terzo (circa 6 cm).
Il risultato un bel biscotto corposo e farcito che non vi dico quanto è buono con del semplice yogurt bianco.
Ingredienti per 30 biscotti (doppi):
300 g di farina biscotto Plurimix-point (oppure 00)
75 g di fecola di patate
115 g di zucchero a velo vanigliato
un pizzico di sale
225 g di burro
25 g di albume
4 cucchiai di cacao amaro in polvere
1 vasetto di Crema al caffè Sicilian Exquisiteness
50 g di cioccolato al cappuccino (o in mancanza bianco e al latte arricchito con un po’ di caffè solubile)
Setacciamo insieme la farina, la fecola, il cacao, lo zucchero e il sale. Misceliamo bene ed amalgamiamo il burro a temperatura ambiente ottenendo delle briciole fini poi aggiungiamo l'albume e lavoriamo velocemente l'impasto. Lasciamolo riposare avvolto in pellicola per circa mezz’ora poi stendiamolo in una sfoglia sottile dalla quale ricaveremo con l’apposito stampino a forma di fiore 60 fiorellini, la metà dei quali con foro centrale ottenuto con un piccolissimo tagliapasta tondo. Inforniamo a 180° per 10 minuti, poi lasciamo raffreddare. Sulla base dei biscotti senza foro poniamo un cucchiaino di crema al caffè, copriamo con i biscotti forati. Sciogliamo il cioccolato e dopo averlo messo in un piccolo cono di carta forno utilizziamolo per realizzare dei decori sulla superficie dei biscotti.

2009-05-06

Cestini di crunchy rice ginger lemon con gelato alla panna e Lacrime di Brachetto


Approfitto delle profumate e succose fragole che riempiono i banchi del mercato per proporvi un dessert fresco, di facile esecuzione ma con quel tocco raffinato conferito da una gelatina al Brachetto prodotta da Cascina San Cassiano e contraddistinta dal nome fortemente evocativo.
In pratica la ricetta non c’è perché si tratta di semplice assemblaggio tra diversi e particolari ingredienti. Particolari come il Crunchy rice Gli Aironi di cui vi ho già parlato, che in versione zenzero e limone conferisce una certa freschezza alla preparazione.

I cestini sono semplicissimi da realizzare, basta sciogliere a bagnomaria del cioccolato bianco ed amalgamarvi il Crunchy rice, formando poi, con l’aiuto di stampini a semisfera meglio se in silicone (ottimi quelli Silikomart), delle ciotoline che vanno lasciate solidificare.
Una volta ottenute le coppette di riso e cioccolato, basta riempirle con del gelato artigianale alla panna, e completarle con delle fragole al naturale, una cucchiaiata di Lacrime di Brachetto e della menta fresca per dare colore e ulteriore freschezza alla preparazione. Sentirete che sinfonia.
Per realizzare 4 cestini occorrono:
50 g c.a di Crunchy rice Ginger e Lemon
100 g di cioccolato bianco
gelato alla panna
10-12 fragole
Lacrime di Brachetto
4 ciuffetti di menta fresca

2009-05-05

Il week-end a Paestum

Fig. 1
Che si potesse prendere un chilo in due giorni non l’avevo considerato quando ho deciso di partecipare al 4° Salone della Mozzarella di Bufala a Paestum.
Sono stati però dei giorni splendidi come il sole che ci ha onorato della sua costante presenza e, oltre a un po’ di relax, la rituale visita agli scavi ed al museo, sono stata impegnata a degustare tanta mozzarella, ricotta e formaggi di bufala, con l’intenzione di individuare quale fosse la migliore tra le presenti in esposizione. Devo dire che, secondo me, vincono ex aequo quelle del Caseificio Fattoria del Casaro di Paestum e dell’Azienda Agricola Casearia Barlotti di Capaccio/Paestum, due vere prelibatezze, come gli altri prodotti dei due caseifici.
Oltre alla mozzarella ho avuto il piacere e l’onore di partecipare a qualcuna tra le degustazioni in programma.
Fig. 2
Sono rima- sta esta- siata dalla bravu- ra di Ferdi- nando Cuomo del ristorante Le Cinque Porte di Penta di Fisciano (SA) che ci ha deliziato con tre diverse preparazioni a base di carne di bufalo (quella del Consorzio AL.B.A.) accostata ai prodotti del territorio, cui dei competenti sommeliers della delegazione AIS Cilento hanno abbinato vini di notevole spessore, uno per tutti il Naima 2004 I.G.T. Paestum Aglianico De Conciliis che ha dato il meglio di sè con lo stracotto di bufalo cotto sotto vuoto a bassa temperatura per ben 24 ore.

Fig. 3

Fig. 4


Altro chef, che non ha sicuramente bisogno di presentazioni, di cui ho potuto degustare alcune prelibatezze è Raffaele Vitale del ristorante Casa del Nonno 13 di Mercato San Severino (SA).

Fig. 5

.

Una perso- na straor- dinaria ed estremamente alla mano (nonostante la stella Michelin) che, dopo un piatto di ingresso a base di mozzarella di bufala, lardo di maiale nero e rapa rossa,

Fig. 6


ci ha presentato due eccellenti primi in cui ha utilizzato la pasta Antonio Amato, quella della linea speciale Le due Regine prodotta con semola di grano duro superiore e trafilata artigianalmente al bronzo.

Fig. 7


Fig. 8

I piatti sono stati serviti in abbinamento alle birre del Microbirrificio artigianale Il Chiostro di Simone della Porta.
Persone umili che mettono il cuore in quello che fanno come confermano i risultati. La cornice delle degustazioni non poteva che essere lo storico
Ristorante Nettuno adiacente agli scavi, giusto perché, come si suol dire, anche l’occhio vuole la usa parte. Un grazie speciale a Barbara Guerra dello staff organizzativo.

Fig. 1 Mio marito con alcune Bufale
Fig. 2 Sala del Nettuno in cui si è tenuta la degustazione dello chef Cuomo
Fig. 3 Piatto di Ferdinando Cuomo: Taratare di carne di bufalo con olio di nocciole di Giffoni, crema di rucola e spuma all'olio di nocciole e grissino al sesamo nero
Fig. 4 Piatto di Ferdinando Cuomo: Stracotto di Bufalo con verdurine stufate
Fig. 5 Lo chef Raffaele Vitale durante la degustazione al ristorante Nettuno
Fig. 6 Piatto di Raffaele Vitale: Bocconcino di bufala avvolto nel lardo di maiale nero con rapa rossa e crostino di pane
Fig. 7 Piatto di Raffaele Vitale: Candele spezzate ripiene di ricotta di bufala e sugo di pomodoro e basilico
Fig. 8 Piatto di Raffaele Vitale: Canneroni con crema di piselli e burrata di bufala

Il week-end a Paestum

Fig. 1
Che si potesse prendere un chilo in due giorni non l’avevo considerato quando ho deciso di partecipare al 4° Salone della Mozzarella di Bufala a Paestum.
Sono stati però dei giorni splendidi come il sole che ci ha onorato della sua costante presenza e, oltre a un po’ di relax, la rituale visita agli scavi ed al museo, sono stata impegnata a degustare tanta mozzarella, ricotta e formaggi di bufala, con l’intenzione di individuare quale fosse la migliore tra le presenti in esposizione. Devo dire che, secondo me, vincono ex aequo quelle del Caseificio Fattoria del Casaro di Paestum e dell’Azienda Agricola Casearia Barlotti di Capaccio/Paestum, due vere prelibatezze, come gli altri prodotti dei due caseifici.
Oltre alla mozzarella ho avuto il piacere e l’onore di partecipare a qualcuna tra le degustazioni in programma.
Fig. 2
Sono rima- sta esta- siata dalla bravu- ra di Ferdi- nando Cuomo del ristorante Le Cinque Porte di Penta di Fisciano (SA) che ci ha deliziato con tre diverse preparazioni a base di carne di bufalo (quella del Consorzio AL.B.A.) accostata ai prodotti del territorio, cui dei competenti sommeliers della delegazione AIS Cilento hanno abbinato vini di notevole spessore, uno per tutti il Naima 2004 I.G.T. Paestum Aglianico De Conciliis che ha dato il meglio di sè con lo stracotto di bufalo cotto sotto vuoto a bassa temperatura per ben 24 ore.

Fig. 3

Fig. 4


Altro chef, che non ha sicuramente bisogno di presentazioni, di cui ho potuto degustare alcune prelibatezze è Raffaele Vitale del ristorante Casa del Nonno 13 di Mercato San Severino (SA).

Fig. 5

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Una perso- na straor- dinaria ed estremamente alla mano (nonostante la stella Michelin) che, dopo un piatto di ingresso a base di mozzarella di bufala, lardo di maiale nero e rapa rossa,

Fig. 6


ci ha presentato due eccellenti primi in cui ha utilizzato la pasta Antonio Amato, quella della linea speciale Le due Regine prodotta con semola di grano duro superiore e trafilata artigianalmente al bronzo.

Fig. 7


Fig. 8

I piatti sono stati serviti in abbinamento alle birre del Microbirrificio artigianale Il Chiostro di Simone della Porta.
Persone umili che mettono il cuore in quello che fanno come confermano i risultati. La cornice delle degustazioni non poteva che essere lo storico
Ristorante Nettuno adiacente agli scavi, giusto perché, come si suol dire, anche l’occhio vuole la usa parte. Un grazie speciale a Barbara Guerra dello staff organizzativo.

Fig. 1 Mio marito con alcune Bufale
Fig. 2 Sala del Nettuno in cui si è tenuta la degustazione dello chef Cuomo
Fig. 3 Piatto di Ferdinando Cuomo: Taratare di carne di bufalo con olio di nocciole di Giffoni, crema di rucola e spuma all'olio di nocciole e grissino al sesamo nero
Fig. 4 Piatto di Ferdinando Cuomo: Stracotto di Bufalo con verdurine stufate
Fig. 5 Lo chef Raffaele Vitale durante la degustazione al ristorante Nettuno
Fig. 6 Piatto di Raffaele Vitale: Bocconcino di bufala avvolto nel lardo di maiale nero con rapa rossa e crostino di pane
Fig. 7 Piatto di Raffaele Vitale: Candele spezzate ripiene di ricotta di bufala e sugo di pomodoro e basilico
Fig. 8 Piatto di Raffaele Vitale: Canneroni con crema di piselli e burrata di bufala

2009-04-29

Paestum e la Mozzarella di Bufala Campana

Visto il clima non proprio primaverile che imperversa un po’ in tutta Italia credo che qualcuno abbia rinunciato al week-end per il ponte del primo Maggio. Io però non voglio rinunciare tanto più che sarà (ovviamente per il momento) uno dei miei ultimi viaggetti prima della maternità.
Mi permetto di invitarvi a fare altrettanto che le previsioni climatiche per l’imminente fine settimana non sono poi così catastrofiche.
E se non avete ancora deciso dove atterrare vi do un piccolo suggerimento: a Paestum, presso l'Area Archeologica, da domani 30 Aprile e fino al 3 Maggio si svolgerà il 4° Salone della Mozzarella di Bufala Campana e del Made in Italy. Credo si tratti proprio di una interessante manifestazione, da non perdere per non appassionati del buon mangiare e se vi affrettate lo staff organizzativo, dalla esemplare gentilezza, riuscirà senz’altro a trovarvi un posticino nelle adiacenze del Salone e poi si sa mai che possiamo casualmente incontrarci con qualcuno di voi. Io sono la cangura con la sacca piena.
A lunedì con il resoconto della manifestazione. Per i dettagli del programma vi rimando ovviamente al sito ufficiale.

Paestum e la Mozzarella di Bufala Campana

Visto il clima non proprio primaverile che imperversa un po’ in tutta Italia credo che qualcuno abbia rinunciato al week-end per il ponte del primo Maggio. Io però non voglio rinunciare tanto più che sarà (ovviamente per il momento) uno dei miei ultimi viaggetti prima della maternità.
Mi permetto di invitarvi a fare altrettanto che le previsioni climatiche per l’imminente fine settimana non sono poi così catastrofiche.
E se non avete ancora deciso dove atterrare vi do un piccolo suggerimento: a Paestum, presso l'Area Archeologica, da domani 30 Aprile e fino al 3 Maggio si svolgerà il 4° Salone della Mozzarella di Bufala Campana e del Made in Italy. Credo si tratti proprio di una interessante manifestazione, da non perdere per non appassionati del buon mangiare e se vi affrettate lo staff organizzativo, dalla esemplare gentilezza, riuscirà senz’altro a trovarvi un posticino nelle adiacenze del Salone e poi si sa mai che possiamo casualmente incontrarci con qualcuno di voi. Io sono la cangura con la sacca piena.
A lunedì con il resoconto della manifestazione. Per i dettagli del programma vi rimando ovviamente al sito ufficiale.

2009-04-28

Rotolini di lasagne con asparagi e mortadella Bologna

Sovente in cottura utilizziamo prosciutto, speck etc. riservando la mortadella all’uso a crudo, mi vien da dire perché la stessa è troppo buona tra due fette di pane o in una rosetta e tale bontà ce la fa considerare quasi unospreco in altre preparazioni.
Solo che a me piace pure cotta e ritengo che conferisca quella nota in più a diversi piatti, non so se l'avete mai provata sulla pizza in accostamento al Brie...pura poesia. Ricordate quel piatto di penne con crema di piselli e mortadella? Le zucchine tonde con mortadella e pistacchi? O quei mini-croissants con scarola e mortadella?
Stavolta l’accostamento l’ho fatto con gli asparagi, quelli selvatici però che hanno una ricchezza di sapore notevole e la mortadella era quella buona la Bologna Pasquini di Esperya. Una vera regina in fatto di mortadella.
A voi la ricetta, gli ingredienti sono per 6 persone (circa 30 rotolini di pasta):
sfoglia pronta per lasagne 250 g c.a.
ricotta vaccina 600 g
asparagi di campo 200 g c.a. puliti
1 spicchio d’aglio
3 cucchiai di olio
500 ml di latte
40 g di burro
40 g di farina
Noce moscata
Sale e pepe
Parmigiano grattugiato
Mortadella a listarelle o a fette sottili
Mettiamo gli asparagi tagliati a pezzetti in un pentolino con un cucchiaio d’olio e lo spicchio d’aglio, copriamoli appena di acqua e lasciamoli cuocere a fuoco moderato, finché non risulteranno teneri. Saliamo e pepiamo poi scoliamoli dall’acqua restante, eliminiamo l’aglio e tritiamoli a coltello. Amalgamiamoli alla ricotta, aggiungiamo il restante olio e regoliamo di sale e pepe. Stendiamo il composto ottenuto sulle sfoglie di pasta, disponiamo sopra ognuna delle fette di mortadella ed arrotoliamo per bene la pasta che taglieremo in tranci, tipo cannolo (tre per ogni sfoglia sono sufficienti).
Sciogliamo in un pentolino il burro con la farina, uniamo il latte, sale, pepe e noce moscata e lasciamo addensare la besciamella. Versiamone qualche mestolo sul fondo di una teglia molto capiente. Adagiamo sopra i rotolini di pasta e copriamo con altra besciamella. Cospargiamo di parmigiano ed inforniamo fino a doratura.

Rotolini di lasagne con asparagi e mortadella Bologna

Sovente in cottura utilizziamo prosciutto, speck etc. riservando la mortadella all’uso a crudo, mi vien da dire perché la stessa è troppo buona tra due fette di pane o in una rosetta e tale bontà ce la fa considerare quasi unospreco in altre preparazioni.
Solo che a me piace pure cotta e ritengo che conferisca quella nota in più a diversi piatti, non so se l'avete mai provata sulla pizza in accostamento al Brie...pura poesia. Ricordate quel piatto di penne con crema di piselli e mortadella? Le zucchine tonde con mortadella e pistacchi? O quei mini-croissants con scarola e mortadella?
Stavolta l’accostamento l’ho fatto con gli asparagi, quelli selvatici però che hanno una ricchezza di sapore notevole e la mortadella era quella buona la Bologna Pasquini di Esperya. Una vera regina in fatto di mortadella.
A voi la ricetta, gli ingredienti sono per 6 persone (circa 30 rotolini di pasta):
sfoglia pronta per lasagne 250 g c.a.
ricotta vaccina 600 g
asparagi di campo 200 g c.a. puliti
1 spicchio d’aglio
3 cucchiai di olio
500 ml di latte
40 g di burro
40 g di farina
Noce moscata
Sale e pepe
Parmigiano grattugiato
Mortadella a listarelle o a fette sottili
Mettiamo gli asparagi tagliati a pezzetti in un pentolino con un cucchiaio d’olio e lo spicchio d’aglio, copriamoli appena di acqua e lasciamoli cuocere a fuoco moderato, finché non risulteranno teneri. Saliamo e pepiamo poi scoliamoli dall’acqua restante, eliminiamo l’aglio e tritiamoli a coltello. Amalgamiamoli alla ricotta, aggiungiamo il restante olio e regoliamo di sale e pepe. Stendiamo il composto ottenuto sulle sfoglie di pasta, disponiamo sopra ognuna delle fette di mortadella ed arrotoliamo per bene la pasta che taglieremo in tranci, tipo cannolo (tre per ogni sfoglia sono sufficienti).
Sciogliamo in un pentolino il burro con la farina, uniamo il latte, sale, pepe e noce moscata e lasciamo addensare la besciamella. Versiamone qualche mestolo sul fondo di una teglia molto capiente. Adagiamo sopra i rotolini di pasta e copriamo con altra besciamella. Cospargiamo di parmigiano ed inforniamo fino a doratura.

2009-04-27

Tortino di alici al pesto di finocchietto selvatico

Raramente mi piace elaborare il pesce, lo adoro infatti nelle sue vesti più semplici. Le alici però fanno eccezione perchè oltre ad amarle semplicemente marinate mi piace utilizzarle per creare delle ricettine sfiziose. Hanno un gusto molto versatile e si abbinano bene a diversi altri ingredienti. In tal caso avevo sottomano un vasetto di Pesto di finocchietto selvatico Siciliatentazioni dell'Enoteca Di Leva che giaceva in dispensa in attesa di essere aperto, lo volevo provare coi legumi ma alla fine ne ho visto un perfetto matrimonio in questo timballetto che ho arricchito con pomodoro fresco e mozzarella.
Ingredienti per 2 persone:
500 g di alici fresche
pesto di finocchietto selvatico
5-6 pomodorini
100 g di mozzarella fior di latte
1 spicchio d'aglio
pangrattato
olio extravergine d'oliva
sale e pepe
Puliamo e delischiamo le alici, lasciando le due metà attaccate. In due piccole tegline disponiamo della carta da forno oleata, cospargiamola di pangrattato e copriamo con le alici disposte a raggiera, saliamo, pepiamo e strofiniamo con l'aglio. Formiamo su di esse uno strato di pomodorini e uno di mozzarella, cospargiamo la superficie della mozzarella di pesto e poi copriamo con altre alici ricoprendo i bordi del tortino con quelle sottostanti, strofiniamo ancora d'aglio, sale e pepe e copriamo di pangrattato, irroriamo con un filo d'olio e inforniamo a 160° per circa 15 minuti (evitando che il pesce secchi troppo). Serviamo con purè di patate e guarniamo con altro pesto di finocchietto selvatico.

Tortino di alici al pesto di finocchietto selvatico

Raramente mi piace elaborare il pesce, lo adoro infatti nelle sue vesti più semplici. Le alici però fanno eccezione perchè oltre ad amarle semplicemente marinate mi piace utilizzarle per creare delle ricettine sfiziose. Hanno un gusto molto versatile e si abbinano bene a diversi altri ingredienti. In tal caso avevo sottomano un vasetto di Pesto di finocchietto selvatico Siciliatentazioni dell'Enoteca Di Leva che giaceva in dispensa in attesa di essere aperto, lo volevo provare coi legumi ma alla fine ne ho visto un perfetto matrimonio in questo timballetto che ho arricchito con pomodoro fresco e mozzarella.
Ingredienti per 2 persone:
500 g di alici fresche
pesto di finocchietto selvatico
5-6 pomodorini
100 g di mozzarella fior di latte
1 spicchio d'aglio
pangrattato
olio extravergine d'oliva
sale e pepe
Puliamo e delischiamo le alici, lasciando le due metà attaccate. In due piccole tegline disponiamo della carta da forno oleata, cospargiamola di pangrattato e copriamo con le alici disposte a raggiera, saliamo, pepiamo e strofiniamo con l'aglio. Formiamo su di esse uno strato di pomodorini e uno di mozzarella, cospargiamo la superficie della mozzarella di pesto e poi copriamo con altre alici ricoprendo i bordi del tortino con quelle sottostanti, strofiniamo ancora d'aglio, sale e pepe e copriamo di pangrattato, irroriamo con un filo d'olio e inforniamo a 160° per circa 15 minuti (evitando che il pesce secchi troppo). Serviamo con purè di patate e guarniamo con altro pesto di finocchietto selvatico.

2009-04-24

Il Mosciame di Tonno per un insolito "Finger Food"

Dire Finger Food è piuttosto di moda ma molto spesso si fa confusione su quello che è il reale significato di questo termine coniato solo pochi anni fa. Letteralmente sta a significare cibo in punta di dita ma non va assolutamente confuso con quello che può essere uno stuzzichino di piccole dimensioni, esso è piuttosto un boccone per i cinque sensi. Se vi va di approfondire l'argomento vi consiglio di farlo sul sito di Zafferano Magazine, dato che nel nuovo numero della rivista sono state dettate le linee guida per un sistema Finger Food, messe a punto da un comitato scientifico sostenuto dalla rivista.
In breve ve le riassumo:
Il F.F. va degustato in un boccone.
E' costuito da alimenti associati per analogia o per contrasto.
Non deve richiedere esecuzioni troppo lunghe.
Può essere afferrato con le dita o con attrezzature minute adeguate.
Può prevedere liquidi, gelatine e salse d'accompagnamento.
Deve prevedere un minimo di tre ingredienti.
Può essere cotto o crudo ma non classificabile con un sistema di cottura unico.
Può prevedere una dimensione calda o fredda.
E' regolare nelle forme.
E' un elaborato culinario che va costruito rispettando i principi di sana ed equilibrata alimentazione.
Va presentato tenendo conto della sua dimensione visiva.
Deve permettere una percezione tattile e uditiva definita, con aspetto olfattivo riconoscibile.
E' espressione chiara di un gusto equilibrato.
E per concludere il Finger Food non è una qualsiasi ricetta ridotta nella quantità.
Dopo aver letto l'articolo e stampato nella mia mente queste linee guida ho voluto dare una mia interpretazione del Finger Food e se qualcuno del comitato scientifico che ha codificato le regole passasse da qua vorrei sapere cosa ne pensa del mio Finger Food a base di Moscame di Tonno.
Sulla materia prima credo che nessuno abbia da ridire, il Mosciame di Tonno di Campisi è un eccellenza reperibile presso la bottega Esperya, si tratta di puro filetto magro di tonno rosso salato ed essiccato al sole con metodo artigianale dall'Azienda Campisi. Un prodotto eccezionale, come dire quasi una bresaola che sa di mare.
L'ho accostato nella preparazione a dei sottilissimi crostini ottenuti dal pane casereccio pennellato d'olio extravergine e abbrustolito in forno, completando la preparazione con una salsa di yogurt al basilico e dei pomodorini freschi. Una vera esperienza sensoriale in un boccone.
Ingredienti per 4 Finger Food al Mosciame di Tonno e Yogurt al basilico:
Pane casereccio raffermo 8 sottili fette
Mosciame di Tonno Campisi 8 sottili fette
125 g di yogurt bianco intero
4 pomodorini ciliegini
basilico
olio extravergine d'oliva
sale e pepe
Lasciamo scolare lo yogurt in un colino a maglie fitte per qualche ora, poi condiamolo con un goccio d'olio, qualche foglia di basilico spezzettata, sale e pepe. Intanto pennelliamo d'olio le fettine di pane, delle dimensioni del mosciame e sottili come un'ostia, passiamole sotto il grill del forno. Disponiamo quattro fettine di pane tostato in un piatto da portata, copriamo con le fette di mosciame, versiamo sopra un po' di salsa allo yogurt e poi di nuovo pane, mosciame e yogurt. Completiamo con un pomodorino, una fogliolina di basilico e un filo d'olio.

Il Mosciame di Tonno per un insolito "Finger Food"

Dire Finger Food è piuttosto di moda ma molto spesso si fa confusione su quello che è il reale significato di questo termine coniato solo pochi anni fa. Letteralmente sta a significare cibo in punta di dita ma non va assolutamente confuso con quello che può essere uno stuzzichino di piccole dimensioni, esso è piuttosto un boccone per i cinque sensi. Se vi va di approfondire l'argomento vi consiglio di farlo sul sito di Zafferano Magazine, dato che nel nuovo numero della rivista sono state dettate le linee guida per un sistema Finger Food, messe a punto da un comitato scientifico sostenuto dalla rivista.
In breve ve le riassumo:
Il F.F. va degustato in un boccone.
E' costuito da alimenti associati per analogia o per contrasto.
Non deve richiedere esecuzioni troppo lunghe.
Può essere afferrato con le dita o con attrezzature minute adeguate.
Può prevedere liquidi, gelatine e salse d'accompagnamento.
Deve prevedere un minimo di tre ingredienti.
Può essere cotto o crudo ma non classificabile con un sistema di cottura unico.
Può prevedere una dimensione calda o fredda.
E' regolare nelle forme.
E' un elaborato culinario che va costruito rispettando i principi di sana ed equilibrata alimentazione.
Va presentato tenendo conto della sua dimensione visiva.
Deve permettere una percezione tattile e uditiva definita, con aspetto olfattivo riconoscibile.
E' espressione chiara di un gusto equilibrato.
E per concludere il Finger Food non è una qualsiasi ricetta ridotta nella quantità.
Dopo aver letto l'articolo e stampato nella mia mente queste linee guida ho voluto dare una mia interpretazione del Finger Food e se qualcuno del comitato scientifico che ha codificato le regole passasse da qua vorrei sapere cosa ne pensa del mio Finger Food a base di Moscame di Tonno.
Sulla materia prima credo che nessuno abbia da ridire, il Mosciame di Tonno di Campisi è un eccellenza reperibile presso la bottega Esperya, si tratta di puro filetto magro di tonno rosso salato ed essiccato al sole con metodo artigianale dall'Azienda Campisi. Un prodotto eccezionale, come dire quasi una bresaola che sa di mare.
L'ho accostato nella preparazione a dei sottilissimi crostini ottenuti dal pane casereccio pennellato d'olio extravergine e abbrustolito in forno, completando la preparazione con una salsa di yogurt al basilico e dei pomodorini freschi. Una vera esperienza sensoriale in un boccone.
Ingredienti per 4 Finger Food al Mosciame di Tonno e Yogurt al basilico:
Pane casereccio raffermo 8 sottili fette
Mosciame di Tonno Campisi 8 sottili fette
125 g di yogurt bianco intero
4 pomodorini ciliegini
basilico
olio extravergine d'oliva
sale e pepe
Lasciamo scolare lo yogurt in un colino a maglie fitte per qualche ora, poi condiamolo con un goccio d'olio, qualche foglia di basilico spezzettata, sale e pepe. Intanto pennelliamo d'olio le fettine di pane, delle dimensioni del mosciame e sottili come un'ostia, passiamole sotto il grill del forno. Disponiamo quattro fettine di pane tostato in un piatto da portata, copriamo con le fette di mosciame, versiamo sopra un po' di salsa allo yogurt e poi di nuovo pane, mosciame e yogurt. Completiamo con un pomodorino, una fogliolina di basilico e un filo d'olio.