2013-03-22

Crema di ceci e porcini, un piatto di montagna

Piatti Laboratorio Pesaro, canovaccio GreenGate
E' vero la primavera ha fatto il suo ingresso con un bel sole e temperature piuttosto altine qui da noi, ma non illudiamoci di freddo ancora ce ne resta un po' e con esso l'esigenza di piatti  caldi, invitanti e rassicuranti come solo quelli della cucina di montagna sanno essere.
L'ultima pubblicazione della Collana Il Lettore goloso di Ponte alle Grazie è dedicata proprio a La cucina di montagna e com'è nello stile de Il lettore goloso l'autrice del libro Francesca Negri ci fa, con metodo rigoroso e scientifico ma non per questo poco allettante, conoscere l'Italia di alta quota in 315 ricette della tradizione. Tanto famosi classici quanto vere e proprie chicche tipiche dei luoghi più impervi, chiusi e isolati del territorio nazionale, sono raccolti nel volume che diventa perciò il più ampio e completo repertorio della cucina di montagna italiana. La cucina di un universo a sé stante dove usanze e tradizioni sono state tramandate di generazione in generazione, anche in cucina. Piatti ricchi di storia, leggende e sapori antichi che sono anche un favoloso esempio di semplicità e sostenibilità. Dalla Valle d'Aosta alla Calabria, senza dimenticare le isole nessun luogo è stato tralasciato con particolare riguardo alla cucina delle Alpi, cui è dedicata la prima parte del libro ed alle minoranze linguistiche che con le loro tradizioni a tavola hanno particolarmente influenzato il patrimonio enogastronomico tradizionale italiano.

Se si parla di montagna e di sue tradizioni la parte da leone la fanno sempre e giustamente le Alpi e vi richiamo quindi un libro pubblicato diaPriuli & Verlucca dedicato proprio alla cucina di questo territorio Le Alpi a Tavola di Elma Schena e Adriano Ravera, un viaggio attraverso il retrogusto dei saperi e dei sapori della montagna. Una finestra aperta su un territorio dalla forte identità. Un libro che è nato dallo studio certo ma ancor più dalla frequentazione della gente del luogo, delle botteghe, dei mercati e delle osterie. Più di 220 ricette di tutto l'arco alpino sono un modo per descrivere attraverso l'analisi del cibo e delle tradizioni la civiltà alpina. 
Se si parla di cucina di montagna non si può certo prescindere dai legumi, ricchissimi di proteine e facilmente conservabili, una volta essiccati, hanno nutrito e sfamato generazioni e i ceci, come ho appreso nel libro appena citato, sono stati uno dei primi alimenti di cui si è nutrito l'uomo ed hanno una forte valenza simbolica per la loro forma triangolare sono associati infatti alla Trinità. 

Altro alimento tipico della cucina d'alta quota sono i funghi ed ai funghi, alla loro conoscenza ed alle ricette che con essi si possono preparare è dedicato un altro interessantissimo libro di Giovanni Capnist I funghi nella cucina veneta Ricette della tradizione, dal bosco alla tavola pubblicato postumo da Scripta Edizioni. Ricette minuziosamente descritte con cura, semplici e nel contempo straordinarie che fanno rivivere tradizioni e trasmettono un sapere ed una cultura che solo chi a fondo conosce può a sua volta far conoscere con tale amore e piacere anche a chi legge. 
Ecco io nel mio semplice piatto che è una minestra di ceci e porcini ho voluto omaggiare la cultura di montagna proponendovi due degli ingredienti più rappresentativi.

Ingredienti per 4 persone:
300 g di pasta mista
2 tazze di ceci lessati
2 funghi porcini
2 rametti di rosmarino
2 spicchi d'aglio
1 foglia d'alloro
olio extravergine d'oliva

sale
In una pentola capace, insaporire i ceci con olio, aglio, sale e rosmarino. Eliminare l'aglio e il rosmarino e frullare i ceci, allungare con acqua e cuocervi la pasta. A parte soffriggere i porcini affettati con ancora un po' d'olio, l'altro spicchio d'aglio, la foglia d'alloro e un pizzico di sale. Eliminare l'aglio e l'alloro e unire i porcini alla pasta quando è a metà cottura. Portare a cottura e poi servire con un filo d'olio a crudo.


Con questo piatto "sano" oltre che buono voglio partecipare alla raccolta Salutiamoci  che questo mese, ospitata dal blog Pappa & Cicci, prevede come ingrediente principale i ceci.

Crema di ceci e porcini, un piatto di montagna

Piatti Laboratorio Pesaro, canovaccio GreenGate
E' vero la primavera ha fatto il suo ingresso con un bel sole e temperature piuttosto altine qui da noi, ma non illudiamoci di freddo ancora ce ne resta un po' e con esso l'esigenza di piatti  caldi, invitanti e rassicuranti come solo quelli della cucina di montagna sanno essere.
L'ultima pubblicazione della Collana Il Lettore goloso di Ponte alle Grazie è dedicata proprio a La cucina di montagna e com'è nello stile de Il lettore goloso l'autrice del libro Francesca Negri ci fa, con metodo rigoroso e scientifico ma non per questo poco allettante, conoscere l'Italia di alta quota in 315 ricette della tradizione. Tanto famosi classici quanto vere e proprie chicche tipiche dei luoghi più impervi, chiusi e isolati del territorio nazionale, sono raccolti nel volume che diventa perciò il più ampio e completo repertorio della cucina di montagna italiana. La cucina di un universo a sé stante dove usanze e tradizioni sono state tramandate di generazione in generazione, anche in cucina. Piatti ricchi di storia, leggende e sapori antichi che sono anche un favoloso esempio di semplicità e sostenibilità. Dalla Valle d'Aosta alla Calabria, senza dimenticare le isole nessun luogo è stato tralasciato con particolare riguardo alla cucina delle Alpi, cui è dedicata la prima parte del libro ed alle minoranze linguistiche che con le loro tradizioni a tavola hanno particolarmente influenzato il patrimonio enogastronomico tradizionale italiano.

Se si parla di montagna e di sue tradizioni la parte da leone la fanno sempre e giustamente le Alpi e vi richiamo quindi un libro pubblicato diaPriuli & Verlucca dedicato proprio alla cucina di questo territorio Le Alpi a Tavola di Elma Schena e Adriano Ravera, un viaggio attraverso il retrogusto dei saperi e dei sapori della montagna. Una finestra aperta su un territorio dalla forte identità. Un libro che è nato dallo studio certo ma ancor più dalla frequentazione della gente del luogo, delle botteghe, dei mercati e delle osterie. Più di 220 ricette di tutto l'arco alpino sono un modo per descrivere attraverso l'analisi del cibo e delle tradizioni la civiltà alpina. 
Se si parla di cucina di montagna non si può certo prescindere dai legumi, ricchissimi di proteine e facilmente conservabili, una volta essiccati, hanno nutrito e sfamato generazioni e i ceci, come ho appreso nel libro appena citato, sono stati uno dei primi alimenti di cui si è nutrito l'uomo ed hanno una forte valenza simbolica per la loro forma triangolare sono associati infatti alla Trinità. 

Altro alimento tipico della cucina d'alta quota sono i funghi ed ai funghi, alla loro conoscenza ed alle ricette che con essi si possono preparare è dedicato un altro interessantissimo libro di Giovanni Capnist I funghi nella cucina veneta Ricette della tradizione, dal bosco alla tavola pubblicato postumo da Scripta Edizioni. Ricette minuziosamente descritte con cura, semplici e nel contempo straordinarie che fanno rivivere tradizioni e trasmettono un sapere ed una cultura che solo chi a fondo conosce può a sua volta far conoscere con tale amore e piacere anche a chi legge. 
Ecco io nel mio semplice piatto che è una minestra di ceci e porcini ho voluto omaggiare la cultura di montagna proponendovi due degli ingredienti più rappresentativi.

Ingredienti per 4 persone:
300 g di pasta mista
2 tazze di ceci lessati
2 funghi porcini
2 rametti di rosmarino
2 spicchi d'aglio
1 foglia d'alloro
olio extravergine d'oliva

sale
In una pentola capace, insaporire i ceci con olio, aglio, sale e rosmarino. Eliminare l'aglio e il rosmarino e frullare i ceci, allungare con acqua e cuocervi la pasta. A parte soffriggere i porcini affettati con ancora un po' d'olio, l'altro spicchio d'aglio, la foglia d'alloro e un pizzico di sale. Eliminare l'aglio e l'alloro e unire i porcini alla pasta quando è a metà cottura. Portare a cottura e poi servire con un filo d'olio a crudo.


Con questo piatto "sano" oltre che buono voglio partecipare alla raccolta Salutiamoci  che questo mese, ospitata dal blog Pappa & Cicci, prevede come ingrediente principale i ceci.

2013-03-21

Cuore di Mamma - Knorr e le mie orecchiette tutto sapore

Scarica Adobe Flash Player
Le iniziative simpatiche nel web si susseguono ad una velocità tale da non renderci possibile spesso di partecipare a tutte visto che, tra una ricetta e un contest, la vita deve pur proseguire con tutti i suoi ordinari impegni. Stavolta però ne ho notata una organizzata da Knorr e vorrei sinceramente la vostra opinione in merito. Cuore di Mamma è il titolo della divertente campagna pubblicitaria promossa dalla nota azienda produttrice di insaporitori ed è un vero e proprio movimento di emancipazione dedicato a tutti coloro che dopo aver trascorso l'infanzia con mammina alle costole si vedono ancora perseguitati dai suoi consigli come se nulla fosse cambiato e gli anni trascorsi fossero solo un trascurabile dettaglio.
Nel video on line che vedete pubblicato nel post tre persone vere, Valentina, Alessandro ed Eleonara, figli stanchi di essere trattati ancora come bambini realizzano, con la complicità di Knorr, un messaggio pubblicitario dedicato alle mamme per far loro capire che sono cresciuti, sono in grado di badare a se stessi e anzi anche di consigliare alle mamme il loro segreto in cucina Cuore di brodo.
Uno spot tv, uno spot radiofonico e una maxi affissione sono gli stumenti che utilizzano Valentina, Alessandro ed Eleonora per trasmettere alle mamme il loro messaggio in modo efficace. E  se vogliamo emularli anche noi è semplice: basta andare sulla pagina  www.facebook.com/Vistochebuono e realizzare la nostra campagna pubblicitaria dedicata alla mamma. Non dovrà mancare ovviamente la nostra ricetta che invogli a provare Cuore di Brodo Knorr, si potrà aggiungere anche uno slogan e  una foto di quando eravamo piccoli modificata con la nostra faccia da adulti il tutto sarà inviato alla mamma in forma di cartolina con un buono sconto Cuore di Brodo per far capire alla cara mamma che tutti i figli prima o poi crescono, anche in cucina ovviamente.
Ma siccome nessuno fa niente per niente, lo scopo del gioco è diventare protagonisti della prossima campagna pubblicitaria Cuore di brodo Knorr: i cinque annunci più divertenti andranno infatti in onda in uno spot speciale il giorno della Festa della mamma.
Ecco, io non lo so se partecipo alla campagna, sapete che in fondo sono una timida, però se decido di farlo non ho dubbi sulla ricetta che utilizzerei per far capire alla mamma che mi sono culinariamente emancipata, si tratta di orecchiette Granoro risottate alla crema di zucca arricchite dal sapore particolare di un formaggio tipico della Lessinia il Cimbro, lievemente piccante, affinato da Corrado Benedetti con rosmarino e salvia due erbe aromatiche che non la zucca vanno a nozze.

Ingredienti per 4 persone.
400 g di orecchiette
600 g c.a. di polpa di zucca
1 scalogno
olio extravergine d'olive
1 noce di burro
2 foglie di salvia
1 rametto di rosmarino
sale e pepe
brodo vegetale con Cuore di Brodo alle verdure Knorr
Cimbro affinato con salvia e rosmarino (in assenza un buon provolone piccante).
Tagliare a tocchetti la zucca, tritare lo scalogno e soffriggerlo con un filo d'olio e il burro, unirvi la zucca, la salvia e le foglie del rosmarino, salare, papare e coprire il tegame lasciando cuocere finché la zucca risulterà disfatta, frullare un con un frullatore ad immersione fino a ridurre la zucca in crema. Portare a bollore in una pentola capace il brodo, lessarvila pasta lasciandola a metà cottura e versarla nella padella con la crema di zucca, terminare la cottura unendo un po' alla volta il brodo utilizzato per la cottura della pasta. Servire con una generosa manciata di formaggio grattugiato con la grattugia a fori larghi.

Cuore di Mamma - Knorr e le mie orecchiette tutto sapore

Scarica Adobe Flash Player
Le iniziative simpatiche nel web si susseguono ad una velocità tale da non renderci possibile spesso di partecipare a tutte visto che, tra una ricetta e un contest, la vita deve pur proseguire con tutti i suoi ordinari impegni. Stavolta però ne ho notata una organizzata da Knorr e vorrei sinceramente la vostra opinione in merito. Cuore di Mamma è il titolo della divertente campagna pubblicitaria promossa dalla nota azienda produttrice di insaporitori ed è un vero e proprio movimento di emancipazione dedicato a tutti coloro che dopo aver trascorso l'infanzia con mammina alle costole si vedono ancora perseguitati dai suoi consigli come se nulla fosse cambiato e gli anni trascorsi fossero solo un trascurabile dettaglio.
Nel video on line che vedete pubblicato nel post tre persone vere, Valentina, Alessandro ed Eleonara, figli stanchi di essere trattati ancora come bambini realizzano, con la complicità di Knorr, un messaggio pubblicitario dedicato alle mamme per far loro capire che sono cresciuti, sono in grado di badare a se stessi e anzi anche di consigliare alle mamme il loro segreto in cucina Cuore di brodo.
Uno spot tv, uno spot radiofonico e una maxi affissione sono gli stumenti che utilizzano Valentina, Alessandro ed Eleonora per trasmettere alle mamme il loro messaggio in modo efficace. E  se vogliamo emularli anche noi è semplice: basta andare sulla pagina  www.facebook.com/Vistochebuono e realizzare la nostra campagna pubblicitaria dedicata alla mamma. Non dovrà mancare ovviamente la nostra ricetta che invogli a provare Cuore di Brodo Knorr, si potrà aggiungere anche uno slogan e  una foto di quando eravamo piccoli modificata con la nostra faccia da adulti il tutto sarà inviato alla mamma in forma di cartolina con un buono sconto Cuore di Brodo per far capire alla cara mamma che tutti i figli prima o poi crescono, anche in cucina ovviamente.
Ma siccome nessuno fa niente per niente, lo scopo del gioco è diventare protagonisti della prossima campagna pubblicitaria Cuore di brodo Knorr: i cinque annunci più divertenti andranno infatti in onda in uno spot speciale il giorno della Festa della mamma.
Ecco, io non lo so se partecipo alla campagna, sapete che in fondo sono una timida, però se decido di farlo non ho dubbi sulla ricetta che utilizzerei per far capire alla mamma che mi sono culinariamente emancipata, si tratta di orecchiette Granoro risottate alla crema di zucca arricchite dal sapore particolare di un formaggio tipico della Lessinia il Cimbro, lievemente piccante, affinato da Corrado Benedetti con rosmarino e salvia due erbe aromatiche che non la zucca vanno a nozze.

Ingredienti per 4 persone.
400 g di orecchiette
600 g c.a. di polpa di zucca
1 scalogno
olio extravergine d'olive
1 noce di burro
2 foglie di salvia
1 rametto di rosmarino
sale e pepe
brodo vegetale con Cuore di Brodo alle verdure Knorr
Cimbro affinato con salvia e rosmarino (in assenza un buon provolone piccante).
Tagliare a tocchetti la zucca, tritare lo scalogno e soffriggerlo con un filo d'olio e il burro, unirvi la zucca, la salvia e le foglie del rosmarino, salare, papare e coprire il tegame lasciando cuocere finché la zucca risulterà disfatta, frullare un con un frullatore ad immersione fino a ridurre la zucca in crema. Portare a bollore in una pentola capace il brodo, lessarvila pasta lasciandola a metà cottura e versarla nella padella con la crema di zucca, terminare la cottura unendo un po' alla volta il brodo utilizzato per la cottura della pasta. Servire con una generosa manciata di formaggio grattugiato con la grattugia a fori larghi.

2013-03-19

Zeppola-dessert per San Giuseppe

Tessuto Busatti
Per la festa del papà il dolce per eccellenza sono le zeppole, fritte o al forno secondo i gusti e le consuetudini ma di rigore con l'amarena e che sia Fabbri se no che zeppola è. Ho pensato che anche una zeppola si poteva servire in coppa a fine pasto è così nato il mio Zeppola-dessert. Crema pasticcera al limone, zeppole, amarene e qualche savoiardo per il ripieno. Il dolce è servito signori!
Ingredienti
Per le zeppole:
125 ml di acqua
40 g di burro
1 pz di sale
100 g di farina
2 uova
per la crema
2 tuorli
1/2 litro di latte
100 g di zucchero
35 g di farina
25 g di burro
1 pz di sale
1 bustina di preparato Novacrema AR.PA lieviti
per completare
amarene Fabbri con il loro sciroppo
6 savoiardi
zucchero a velo AR.PA
Portare a bollore l'acqua con il burro ed il sale, versare la farina a pioggia e mescolare finché si stacca dalle pareti. lasciar raffreddare la polentina e unire le uova uno per volta amalgamando bene. Versare il composto in una sacca e formare sulla placca foderata di carta forno delle ciambelline (regolatevi in base alle dimensioni delle coppe che volete utilizzare per il servizio) Infornare a 190° per 25-30 minuti.
Intanto preparare la crema, scaldare il latte con la scorza di limone. Mescolare i tuorli con lo zucchero, la farina e la bustina di preparato Novacrema, aggiungere il latte mescolando e portare la crema sul fuoco, unendo il burro. Cuocere mescolando finché risulterà ben densa. Tagliare 6 ciambelline in due, posare il fondo alla base delle coppette versarvi uno strato di crema e qualche amarena, posarvi sopra un savoiardo tagliato in due e bagnato con lo sciroppo d'amarena coprire ancora di crema, amarene e coprire con la parte superiore della zeppola. Decorare con crema, amarena e zucchero a velo. Far raffreddare bene in frigo prima di servire.

Zeppola-dessert per San Giuseppe

Tessuto Busatti
Per la festa del papà il dolce per eccellenza sono le zeppole, fritte o al forno secondo i gusti e le consuetudini ma di rigore con l'amarena e che sia Fabbri se no che zeppola è. Ho pensato che anche una zeppola si poteva servire in coppa a fine pasto è così nato il mio Zeppola-dessert. Crema pasticcera al limone, zeppole, amarene e qualche savoiardo per il ripieno. Il dolce è servito signori!
Ingredienti
Per le zeppole:
125 ml di acqua
40 g di burro
1 pz di sale
100 g di farina
2 uova
per la crema
2 tuorli
1/2 litro di latte
100 g di zucchero
35 g di farina
25 g di burro
1 pz di sale
1 bustina di preparato Novacrema AR.PA lieviti
per completare
amarene Fabbri con il loro sciroppo
6 savoiardi
zucchero a velo AR.PA
Portare a bollore l'acqua con il burro ed il sale, versare la farina a pioggia e mescolare finché si stacca dalle pareti. lasciar raffreddare la polentina e unire le uova uno per volta amalgamando bene. Versare il composto in una sacca e formare sulla placca foderata di carta forno delle ciambelline (regolatevi in base alle dimensioni delle coppe che volete utilizzare per il servizio) Infornare a 190° per 25-30 minuti.
Intanto preparare la crema, scaldare il latte con la scorza di limone. Mescolare i tuorli con lo zucchero, la farina e la bustina di preparato Novacrema, aggiungere il latte mescolando e portare la crema sul fuoco, unendo il burro. Cuocere mescolando finché risulterà ben densa. Tagliare 6 ciambelline in due, posare il fondo alla base delle coppette versarvi uno strato di crema e qualche amarena, posarvi sopra un savoiardo tagliato in due e bagnato con lo sciroppo d'amarena coprire ancora di crema, amarene e coprire con la parte superiore della zeppola. Decorare con crema, amarena e zucchero a velo. Far raffreddare bene in frigo prima di servire.

2013-03-18

La rosticciata di carne e patate per l'Unità d'Italia

Tessuti Busatti, piatto piano decoro Dammusi Ceramiche De Simone
In realtà questo post avrei dovuto scriverlo ieri, anniversario dell'Unità d'Italia, ma a casa mia fare progetti è diventato un lusso. 
Comunque anche se in ritardo dedico la ricetta di oggi alla nostra bella Italia che sta attraversando un momento politico ed economico estremamente delicato. Per accorgerci di quanta fortuna abbiamo avuto a nascere qui piuttosto che in un anonimo angolo del pianeta Terra, l'invito che rivolgo a voi cari lettori è quello di conoscere la penisola un po' più a fondo; un modo simpatico e divertente per farlo (per noi appassionati gourmet) è visitarla e impararla attraverso le ricette che ne caratterizzano e contraddistinguono il territorio. Sapore d'Italia è il più recente lavoro di Adriano Bacchella e Gabriele Isaia che già in modo piuttosto originale ci fecero conoscere le isole minori. Sapore d'Italia, edito da Priuli & Verlucca è un viaggio articolato in 90 ricette raccolte da Isaia tanto nelle cucine delle nonne quanto in quelle dei cuochi stellati, e molti eloquenti scatti fotografici di Bacchella che riassumono le bellezze da gustare con gli occhi: scorci di città, angoli che profumano di storia e bellezza, distese innevate, colline, pianure, spiagge ma anche notizie, racconti e ricordi per conoscere a fondo gli angoli più noti ma anche quelli più nascosti d'Italia. Non aggiungo che trattasi di un volume di notevole pregio anche nella veste grafica perché immagino l'abbiate già capito dalla descrizione dei contenuti.
Il piatto che ho scelto di presentarvi oggi per omaggiare l'Italia è rappresentativo del mio modo di unire l'Italia nel piatto, una ricetta dell'estremo nord, del sud Tirolo addirittura, arricchita da un sapore tipico della mia regione il Fiordilardo di Suino Nero di Calabria Tenuta Corone di Madeo.
Rosticciata di carne, patate e cipolle con lardo di suino nero di Calabria
Ingredienti per 4 persone:
600 g di cane di capocollo di maiale
80 g di lardo di suino nero di Calabria
1 cipolla
4 patate
1 foglia d'alloro
3-4 foglie di salvia
olio extravergine d'oliva
sale e pepe
Lavare e lessare le patate con la buccia per 25-30 minuti, devono rimanere sode. Soffriggere la cipolla affettata con l'olio e il lardo tagliato a listarelle, unire la carne a striscioline, la foglia d'alloro e la salvia, rosolarla per bene. Pelare e affettare le patate, togliere dalla padella la carne, le cipolle e il lardo, aggiungere altro olio al fondo rimasto e rosolarvi le patate fino a renderle croccanti, eliminare l'olio in eccesso ed unire alle patate la carne rosolata con cipolla e lardo, regolare di sale e pepe, lasciare insaporire e servire ben caldo. 
*Per la ricetta ho utilizzato Olio extravergine d'oliva  Dante ConDisano arricchito di vitamina D e una padella in alluminio con rivestimento antiaderente linea Hotel di BergHOFF Italia ormai un'amica inseparabile per le mie "padellate" di ogni genere.

La rosticciata di carne e patate per l'Unità d'Italia

Tessuti Busatti, piatto piano decoro Dammusi Ceramiche De Simone
In realtà questo post avrei dovuto scriverlo ieri, anniversario dell'Unità d'Italia, ma a casa mia fare progetti è diventato un lusso. 
Comunque anche se in ritardo dedico la ricetta di oggi alla nostra bella Italia che sta attraversando un momento politico ed economico estremamente delicato. Per accorgerci di quanta fortuna abbiamo avuto a nascere qui piuttosto che in un anonimo angolo del pianeta Terra, l'invito che rivolgo a voi cari lettori è quello di conoscere la penisola un po' più a fondo; un modo simpatico e divertente per farlo (per noi appassionati gourmet) è visitarla e impararla attraverso le ricette che ne caratterizzano e contraddistinguono il territorio. Sapore d'Italia è il più recente lavoro di Adriano Bacchella e Gabriele Isaia che già in modo piuttosto originale ci fecero conoscere le isole minori. Sapore d'Italia, edito da Priuli & Verlucca è un viaggio articolato in 90 ricette raccolte da Isaia tanto nelle cucine delle nonne quanto in quelle dei cuochi stellati, e molti eloquenti scatti fotografici di Bacchella che riassumono le bellezze da gustare con gli occhi: scorci di città, angoli che profumano di storia e bellezza, distese innevate, colline, pianure, spiagge ma anche notizie, racconti e ricordi per conoscere a fondo gli angoli più noti ma anche quelli più nascosti d'Italia. Non aggiungo che trattasi di un volume di notevole pregio anche nella veste grafica perché immagino l'abbiate già capito dalla descrizione dei contenuti.
Il piatto che ho scelto di presentarvi oggi per omaggiare l'Italia è rappresentativo del mio modo di unire l'Italia nel piatto, una ricetta dell'estremo nord, del sud Tirolo addirittura, arricchita da un sapore tipico della mia regione il Fiordilardo di Suino Nero di Calabria Tenuta Corone di Madeo.
Rosticciata di carne, patate e cipolle con lardo di suino nero di Calabria
Ingredienti per 4 persone:
600 g di cane di capocollo di maiale
80 g di lardo di suino nero di Calabria
1 cipolla
4 patate
1 foglia d'alloro
3-4 foglie di salvia
olio extravergine d'oliva
sale e pepe
Lavare e lessare le patate con la buccia per 25-30 minuti, devono rimanere sode. Soffriggere la cipolla affettata con l'olio e il lardo tagliato a listarelle, unire la carne a striscioline, la foglia d'alloro e la salvia, rosolarla per bene. Pelare e affettare le patate, togliere dalla padella la carne, le cipolle e il lardo, aggiungere altro olio al fondo rimasto e rosolarvi le patate fino a renderle croccanti, eliminare l'olio in eccesso ed unire alle patate la carne rosolata con cipolla e lardo, regolare di sale e pepe, lasciare insaporire e servire ben caldo. 
*Per la ricetta ho utilizzato Olio extravergine d'oliva  Dante ConDisano arricchito di vitamina D e una padella in alluminio con rivestimento antiaderente linea Hotel di BergHOFF Italia ormai un'amica inseparabile per le mie "padellate" di ogni genere.

2013-03-15

Cubotti al caffè su crema di rum e nocciole


Per il fine settimana propongo un dolce da adulti, ha tutti gli elementi che lo rendono idoneo a concludere un pasto in modo speciale e siccome è venerdì, la settimana non è stata facile, ho sfornato dolcetti (di cui parlerò oltre) fino a poco fa, mi gusto la mia meritata tisana Prontorelax e vi lascio la ricetta non prima di avervi fatto presente che per realizzarla ho scelto il caffè Bio miscela 100% Arabica della Torrefazione 1808 Molinari di Modena di cui vi ho già parlato.
Ingredienti
Per il pan di spagna:
2 uova grandi
75 g di farina
75 g di zucchero
Per la crema di rum e nocciole:
2 tuorli
2 cucchiai di zucchero
60 ml di rum
60 ml di latte
40 g di nocciole 
4 tazzine di caffè
80 g di cioccolato fondente
4 cucchiai di latte
nocciole per decorare
Montare per 15 minuti le uova intere con lo zucchero, unire poi a mano la farina. Versare il composto in una teglia imburrata e infarinata e cuocere a 180° finché il pan di spagna risulterà dorato e cotto all'interno (15 - 20 minuti in base allo spessore). 
Intanto Frullare le nocciole fino a ridurle in pasta. In una bastardella d'acciaio montare i tuorli con lo zucchero, unire la pasta di nocciole e stemperare con il latte e il rum, cuocere a bagnomaria finché la crema velerà il cucchiaio.Versare in ogni piatto 2 cucchiaiate di crema e stenderla a specchio sul fondo. Tagliare il dolce a piccoli cubi, bagnarli di caffè e adagiarli sulla crema. Completare il dolce con il cioccolato sciolto a fuoco lento con il latte e qualche nocciola spezzettata.

Cubotti al caffè su crema di rum e nocciole


Per il fine settimana propongo un dolce da adulti, ha tutti gli elementi che lo rendono idoneo a concludere un pasto in modo speciale e siccome è venerdì, la settimana non è stata facile, ho sfornato dolcetti (di cui parlerò oltre) fino a poco fa, mi gusto la mia meritata tisana Prontorelax e vi lascio la ricetta non prima di avervi fatto presente che per realizzarla ho scelto il caffè Bio miscela 100% Arabica della Torrefazione 1808 Molinari di Modena di cui vi ho già parlato.
Ingredienti
Per il pan di spagna:
2 uova grandi
75 g di farina
75 g di zucchero
Per la crema di rum e nocciole:
2 tuorli
2 cucchiai di zucchero
60 ml di rum
60 ml di latte
40 g di nocciole 
4 tazzine di caffè
80 g di cioccolato fondente
4 cucchiai di latte
nocciole per decorare
Montare per 15 minuti le uova intere con lo zucchero, unire poi a mano la farina. Versare il composto in una teglia imburrata e infarinata e cuocere a 180° finché il pan di spagna risulterà dorato e cotto all'interno (15 - 20 minuti in base allo spessore). 
Intanto Frullare le nocciole fino a ridurle in pasta. In una bastardella d'acciaio montare i tuorli con lo zucchero, unire la pasta di nocciole e stemperare con il latte e il rum, cuocere a bagnomaria finché la crema velerà il cucchiaio.Versare in ogni piatto 2 cucchiaiate di crema e stenderla a specchio sul fondo. Tagliare il dolce a piccoli cubi, bagnarli di caffè e adagiarli sulla crema. Completare il dolce con il cioccolato sciolto a fuoco lento con il latte e qualche nocciola spezzettata.

2013-03-13

I panini con salame al tartufo e il mio racconto d'amore

Piatto, tovaglioli e canovaccio GreenGate
Vi parlo sempre di libri e scritti altrui, oggi invece mi sottopongo al vostro giudizio con qualche riga scritta da me. Non mi sarei mai sognata di farlo ma sono stata invitata ad un contest il quinto contest ufficiale di Cascina San Cassiano Racconto d'Amore, ricetta del cuore  e non potevo affatto esimermi.


Un giorno d'estate a Spoleto...
Quell'anno avevamo deciso di concederci due settimane per conoscere le bellezze dello stivale, senza orari, senza prenotazioni, senza programmi, noi, la macchina, una valigia e qualche desiderio da soddisfare. Era l'ultimo viaggio da fidanzati e doveva essere all'altezza delle aspettative. Una sosta assolutamente imprevista fu quella di Spoleto, eravamo troppo stanchi per proseguire e ci sembrava giusto conoscere la famosa cittadina del Festival dei due Mondi che si era appena concluso. Restammo meravigliati dall'eleganza, freschezza e tranquillità del posto e presi da un certo languorino entrammo in una salumeria del centro, uno di quei negozietti con i barattolini delle tipicità e i vini ben esposti a favore di turista. Volevamo un panino con qualcosa che fosse tipico del luogo. Il salumaio ci consigliò del salame al tartufo nero, aggiungemmo della caciotta fresca e il panino aveva un aspetto regale. Il resto lo fece il parchetto nel quale ci fermammo a riposare e a consumare la nostra agognata merenda. Penso che non dimenticherò mai la perfezione di quell'istante, noi felici incantati dalla semplicità che ci circondava e quel delizioso panino dal formidabile profumo.Una formula irriproducibile probabilmente come la spensieratezza e l'amore che ci univano in quel momento. Il panino di oggi con il salame al tartufo e la fresca caciotta lo dedico al papà dei miei figli che era con me in quella giornata a Spoleto, per non dimenticare quel che eravamo e per continuare ad essere quel che siamo, costellando la nostra vita di ricordi altrettanto belli.
Panini con salame al tartufo e caciotta


Perché i panini siano davvero speciali e fragranti al momento di servirli consiglio di preparali in casa con questa semplice ricetta
Ingredienti:
400 g di farina di grano tenero tipo 0
12 g di lievito di birra
250 ml di acqua
2 cucchiaini di olio extravergine d’oliva
1 cucchiaino di sale
salame al tartufo*
caciotta
Sciogliere il lievito nell’acqua tiepida e aggiungerla alla farina, unire l’olio ed il sale, facendo attenzione a che quest’ultimo non venga a diretto contatto con in lievito. Lasciar lievitare per un paio d’ore, sgonfiare l'impasto lavorandolo con le dita e dare la forma ai panini.
Disporre le forme realizzate su una teglia foderata di carta da forno. Lasciar lievitare ancora un’oretta e poi infornare al massimo della temperatura, ponendo nella parte bassa del forno una ciotola piena d’acqua, per mantenere il giusto grado di umidità in cottura. Una volta pronti i panini lasciarli intiepidire poi tagliarli e farcirli con il salame al tartufo e la caciotta a fette.

*Ho utilizzato Salami aromatizzati al tartufo Cascina San Cassiano
Io consiglio di servire con una buona birra nel mio caso la 77 'e riavule  del birrificio AEFFE, una doppio malto perfetta con formaggi e salumi.

I panini con salame al tartufo e il mio racconto d'amore

Piatto, tovaglioli e canovaccio GreenGate
Vi parlo sempre di libri e scritti altrui, oggi invece mi sottopongo al vostro giudizio con qualche riga scritta da me. Non mi sarei mai sognata di farlo ma sono stata invitata ad un contest il quinto contest ufficiale di Cascina San Cassiano Racconto d'Amore, ricetta del cuore  e non potevo affatto esimermi.


Un giorno d'estate a Spoleto...
Quell'anno avevamo deciso di concederci due settimane per conoscere le bellezze dello stivale, senza orari, senza prenotazioni, senza programmi, noi, la macchina, una valigia e qualche desiderio da soddisfare. Era l'ultimo viaggio da fidanzati e doveva essere all'altezza delle aspettative. Una sosta assolutamente imprevista fu quella di Spoleto, eravamo troppo stanchi per proseguire e ci sembrava giusto conoscere la famosa cittadina del Festival dei due Mondi che si era appena concluso. Restammo meravigliati dall'eleganza, freschezza e tranquillità del posto e presi da un certo languorino entrammo in una salumeria del centro, uno di quei negozietti con i barattolini delle tipicità e i vini ben esposti a favore di turista. Volevamo un panino con qualcosa che fosse tipico del luogo. Il salumaio ci consigliò del salame al tartufo nero, aggiungemmo della caciotta fresca e il panino aveva un aspetto regale. Il resto lo fece il parchetto nel quale ci fermammo a riposare e a consumare la nostra agognata merenda. Penso che non dimenticherò mai la perfezione di quell'istante, noi felici incantati dalla semplicità che ci circondava e quel delizioso panino dal formidabile profumo.Una formula irriproducibile probabilmente come la spensieratezza e l'amore che ci univano in quel momento. Il panino di oggi con il salame al tartufo e la fresca caciotta lo dedico al papà dei miei figli che era con me in quella giornata a Spoleto, per non dimenticare quel che eravamo e per continuare ad essere quel che siamo, costellando la nostra vita di ricordi altrettanto belli.
Panini con salame al tartufo e caciotta


Perché i panini siano davvero speciali e fragranti al momento di servirli consiglio di preparali in casa con questa semplice ricetta
Ingredienti:
400 g di farina di grano tenero tipo 0
12 g di lievito di birra
250 ml di acqua
2 cucchiaini di olio extravergine d’oliva
1 cucchiaino di sale
salame al tartufo*
caciotta
Sciogliere il lievito nell’acqua tiepida e aggiungerla alla farina, unire l’olio ed il sale, facendo attenzione a che quest’ultimo non venga a diretto contatto con in lievito. Lasciar lievitare per un paio d’ore, sgonfiare l'impasto lavorandolo con le dita e dare la forma ai panini.
Disporre le forme realizzate su una teglia foderata di carta da forno. Lasciar lievitare ancora un’oretta e poi infornare al massimo della temperatura, ponendo nella parte bassa del forno una ciotola piena d’acqua, per mantenere il giusto grado di umidità in cottura. Una volta pronti i panini lasciarli intiepidire poi tagliarli e farcirli con il salame al tartufo e la caciotta a fette.

*Ho utilizzato Salami aromatizzati al tartufo Cascina San Cassiano
Io consiglio di servire con una buona birra nel mio caso la 77 'e riavule  del birrificio AEFFE, una doppio malto perfetta con formaggi e salumi.

2013-03-12

Cavatelli con crema di carciofi e soppressa dello schioppo

Piatto La Porcellana Bianca, forchetta Broggi, americano e tovagliolo Busatti
Molti pensano che la pasta buona si produca solo a Gragnano, in realtà la pasta buona si produce a Gragnano ma anche in Puglia anzi in Puglia, dove si producono da sempre i migliori grani duri d'Italia e d'Europa c'è una lunghissima tradizione di pasta di grano duro e pastifici di qualità. Uno di questi è Granoro ed ho voluto i cavatelli murgiani  della linea Speciali Granoro  per questo mio piatto a base di carciofi, arricchito dalla fragranza di un antico salume di tradizione veneta la Soppressa dello Schioppo prodotta da Corrado Benedetti di cui vi ho già parlato. E' un salume tenero e friabile che gli antichi usavano consumare con pane biscottato o polenta, o ancora ripassato velocemente in padella con ricotta fresca.
Per rendere ancora più prezioso questo piatto, che è un vero concentrato di gusto, ho utilizzato un delicatissimo olio extravergine d'oliva siciliano Kento dell'azienda agricola Spoto, biologico e biodinamico è estratto a freddo da olive Nocellara Etnea per preservarne la qualità e mantenere intatti tutti gli aromi caratteristici del frutto.
E se penso che alla fine ne è uscito fuori un bel piatto colorato e primaverile che si presenta anche bene alla vista non posso non farvi cenno ad un libro interamente dedicato ai primi. Si chiama Design al Dente ed è pubblicato da Editrice Compositori, probabilmente il titolo vi ricorda già qualcosa perché qualche tempo fa vi parlai di Cavolo che Design altro volume della stessa collana Le ricette dei designer dedicato alle verdure. In questa nuova pubblicazione 70 designer ci raccontano anche graficamente un primo piatto cui sono legati. Un libro colorato, inusuale  e anche autobiografico per un approccio diverso a quella che è la portata principale del pasto italiano. Pasta ma non solo, le ricette spaziano anche tra riso, gnocchi, passatelli e zuppe. Un volume di notevole pregio che, tralasciando le pur validissime ricette, ha una sua ragione d'essere e si fa ammirare dalla prima all'ultima pagina. Nell'appendice approfondimenti a cura di Gaggenau su storia, formati e cottura della pasta.
Ingredienti per 4 persone:
350 g di cavatelli murgiani o altro formato a piacere di pasta
100 g di soppessa dello schioppo
2 carciofi
1 spicchio d'aglio
olio extravergine d'oliva
60 g di formaggio grana
prezzemolo
sale e pepe
Pulire i carciofi dalle foglie esterne, mondando anche i gambi, strofinarli con del limone per evitare che anneriscano e dopo averli tagliati a tocchetti stufarli a pentola coperta con un filo d'olio, l'aglio, sale e pepe. Quando risulteranno teneri eliminare l'aglio e frullarli aggiungendo il grana e altro olio fino a formare una crema abbastanza densa.  Tagliare a dadini la soppressa e rosolarla velocemente in padella. Cuocere* la pasta in abbondante acqua salata, condirla con la salsa di carciofi preparata, aggiungendo se necessario poca acqua di cottura, prezzemolo tritato e i dadini di salame.
*Per la cottura della pasta ho utilizzato la mia Pastilla che mi fa venire voglia di primi solo a vederla schierata sui fornelli.