2007-11-21

Funghetti di frolla al cacao

La ricetta di oggi non è esattamente una ricetta, perchè è una sorta di collage di ricette già postate. Sono dei semplici biscotti, cui ho conferito la forma di funghetto o di semisfera (unendole poi a due tipo baci di dama) preparati con della frolla al cacao, per intenderci la stessa frolla usata per la Crostata dell'autunno che a dire il vero me li ha ispirati. Ho arricchito in questo caso la preparazione pennellando ogni biscotto prima di cuocerlo con dell'albume e cospargendolo con granella di nocciole tostate.
Per la farcia avrei potuto usare della crema di marroni pronta ma ho voluto "strafare" ed ho preparato una golosissima crema di cioccolato al burro, la stessa che ho usato per farcire i Macarons.
Se il risultato vi piace cliccate sui collegamenti e mettetevi all'opera, Natale si avvicina e le idee non sono mai abbastanza!

Funghetti di frolla al cacao

La ricetta di oggi non è esattamente una ricetta, perchè è una sorta di collage di ricette già postate. Sono dei semplici biscotti, cui ho conferito la forma di funghetto o di semisfera (unendole poi a due tipo baci di dama) preparati con della frolla al cacao, per intenderci la stessa frolla usata per la Crostata dell'autunno che a dire il vero me li ha ispirati. Ho arricchito in questo caso la preparazione pennellando ogni biscotto prima di cuocerlo con dell'albume e cospargendolo con granella di nocciole tostate.
Per la farcia avrei potuto usare della crema di marroni pronta ma ho voluto "strafare" ed ho preparato una golosissima crema di cioccolato al burro, la stessa che ho usato per farcire i Macarons.
Se il risultato vi piace cliccate sui collegamenti e mettetevi all'opera, Natale si avvicina e le idee non sono mai abbastanza!

2007-11-20

Crepes di magro al gratin

Sono indecisa se classificare questo piatto tra i primi o tra i piatti unici. Normalmente ovunque io sia andata me l'hanno servito come primo, ritengo però che si vada oltre un semplice primo.
Se le crepes dolci ti risolvono un dessert quelle salate sono infatti capaci ri risolverti l'intero pasto, con poca spesa e poca fatica. Direi anzi che se sei capace di cuocere le crepes (e non ci vuole affatto una laurea per saperlo fare) la fatica è addirittura nulla.
Per semplificare ancora di più, qualora fosse possibile, il lavoro ho addirittura eliminato la bilancia e il composto delle crepes l'ho misurato coi cucchiai. Ancora dubbi sulla facilità del piatto?
Non credo, vi lascio allora le dosi per quattro persone (circa 12-14 crepes)
4 uova
8 cucchiai di farina
20 cucchiai di latte
1 pizzico di sale
Per il ripieno di magro:
erbette fresche
1 spicchio d'aglio
burro
sale
300 g di ricotta fresca
Per gratinare:
40 g di burro
40 g di farina
400 ml di latte
sale
pepe
noce moscata
parmigiano grattugiato
Prepariamo l'impasto delle crepes, sbattendo le uova con la farina ed aggiungendo a filo il latte con un pizzico di sale, amalgamando bene la pastella. Poi imburriamo un padellino antiaderente e procediamo a formare le crepes, buttando un mestolino per volta e rigirando quando la frittatina sarà completamente rappresa. Saltiamo l'erbetta (bietoline di campo) in padella con l'aglio e il burro, saliamo poi eliminiamo l'aglio tritiamo grossolanamente la verdura ed aggiungiamo la ricotta.
prepariamo la besciamella sciogliendo sul fuoco burro e farina, uniamo il latte ed addensiamo, completiamo con sale, pepe e noce moscata. Poi farciamo le crepes con il composto chiudendole a ventaglietto, per questa operazione basta posizionare il ripieno in un angolo poi piegare in due e poi ancora in due. Versiamo in una pirofila parte della besciamella preparata, adagiamo sopra le crepes a raggiera, sovrapponendole un poco tra loro, ed in ultimo copriamo con la restante besciamella e abbondante parmigiano grattugiato.
Passiamo in forno caldo, finchè si sarà formata in superficie la classica crosticina dorata.

Crepes di magro al gratin

Sono indecisa se classificare questo piatto tra i primi o tra i piatti unici. Normalmente ovunque io sia andata me l'hanno servito come primo, ritengo però che si vada oltre un semplice primo.
Se le crepes dolci ti risolvono un dessert quelle salate sono infatti capaci ri risolverti l'intero pasto, con poca spesa e poca fatica. Direi anzi che se sei capace di cuocere le crepes (e non ci vuole affatto una laurea per saperlo fare) la fatica è addirittura nulla.
Per semplificare ancora di più, qualora fosse possibile, il lavoro ho addirittura eliminato la bilancia e il composto delle crepes l'ho misurato coi cucchiai. Ancora dubbi sulla facilità del piatto?
Non credo, vi lascio allora le dosi per quattro persone (circa 12-14 crepes)
4 uova
8 cucchiai di farina
20 cucchiai di latte
1 pizzico di sale
Per il ripieno di magro:
erbette fresche
1 spicchio d'aglio
burro
sale
300 g di ricotta fresca
Per gratinare:
40 g di burro
40 g di farina
400 ml di latte
sale
pepe
noce moscata
parmigiano grattugiato
Prepariamo l'impasto delle crepes, sbattendo le uova con la farina ed aggiungendo a filo il latte con un pizzico di sale, amalgamando bene la pastella. Poi imburriamo un padellino antiaderente e procediamo a formare le crepes, buttando un mestolino per volta e rigirando quando la frittatina sarà completamente rappresa. Saltiamo l'erbetta (bietoline di campo) in padella con l'aglio e il burro, saliamo poi eliminiamo l'aglio tritiamo grossolanamente la verdura ed aggiungiamo la ricotta.
prepariamo la besciamella sciogliendo sul fuoco burro e farina, uniamo il latte ed addensiamo, completiamo con sale, pepe e noce moscata. Poi farciamo le crepes con il composto chiudendole a ventaglietto, per questa operazione basta posizionare il ripieno in un angolo poi piegare in due e poi ancora in due. Versiamo in una pirofila parte della besciamella preparata, adagiamo sopra le crepes a raggiera, sovrapponendole un poco tra loro, ed in ultimo copriamo con la restante besciamella e abbondante parmigiano grattugiato.
Passiamo in forno caldo, finchè si sarà formata in superficie la classica crosticina dorata.

2007-11-19

Panini soffici alla ricotta

Questa mattina leggendo il post sulla focaccia della mia amica Grazia mi è venuto da sorridere pensando che la mia ricetta di oggi avrebbe potuto avere la medesima introduzione, perchè anch'io adoro gli impasti lievitati come ho già avuto modo di dirvi qui.
Oggi vi presento il mio ultimo esperimento, dei panini soffici soffici che invece del solito latte che si usa in tal caso negli impasti prevedono l'aggiunta di ricotta.
La ricetta viene da un ricettario Paneangeli, l'ho lievemente rimaneggiata, poteva essere diversamente?
Le dosi sono per 14 panini tipo i miei oppure per un pane intero che anche a forma di treccia vedrei molto bene.
500 g di farina 00
2 cucchiaini di sale
2 cucchiaini di zucchero
3 cucchiai di olio extravergine d'oliva
15 g di lievito di birra fresco
200 ml di acqua tiepida
150 g di ricotta
1 uovo
per spennellare:
1 uovo
2 cucchiai di latte
semi a piacere (papavero, sesamo, girasole, etc)

Disponiamo la farina a fontana, in un angoletto scaviamo una fossetta e versiamo il sale, al centro mettiamo lo zucchero, la ricotta, l'olio, il lievito sciolto nell'acqua e l'uovo appena sbattuto, amalgamiamo tutto con una forchetta poi impastiamo con le mani finchè il composto si stacca formando una bella palla liscia. Poniamolo a lievitare in una ciotola posta in luogo asciutto coprendo con pellicola per un'ora, poi sgonfiamo l'impasto con le mani e formiamo delle palline che disporremo su una teglia coperta di carta da forno. Sbattiamo inieme l'uovo e il latte e pennelliamo la superficie dei panini, cospargiamo con i semini e lasciamo lievitare ancora per tre quarti d'ora. Cuociamo in forno caldissimo per circa 20 minuti, finchè la superficie risulterà ben dorata.
Ho potuto constatare che sono ottimi sia col dolce che col salato.

Panini soffici alla ricotta

Questa mattina leggendo il post sulla focaccia della mia amica Grazia mi è venuto da sorridere pensando che la mia ricetta di oggi avrebbe potuto avere la medesima introduzione, perchè anch'io adoro gli impasti lievitati come ho già avuto modo di dirvi qui.
Oggi vi presento il mio ultimo esperimento, dei panini soffici soffici che invece del solito latte che si usa in tal caso negli impasti prevedono l'aggiunta di ricotta.
La ricetta viene da un ricettario Paneangeli, l'ho lievemente rimaneggiata, poteva essere diversamente?
Le dosi sono per 14 panini tipo i miei oppure per un pane intero che anche a forma di treccia vedrei molto bene.
500 g di farina 00
2 cucchiaini di sale
2 cucchiaini di zucchero
3 cucchiai di olio extravergine d'oliva
15 g di lievito di birra fresco
200 ml di acqua tiepida
150 g di ricotta
1 uovo
per spennellare:
1 uovo
2 cucchiai di latte
semi a piacere (papavero, sesamo, girasole, etc)

Disponiamo la farina a fontana, in un angoletto scaviamo una fossetta e versiamo il sale, al centro mettiamo lo zucchero, la ricotta, l'olio, il lievito sciolto nell'acqua e l'uovo appena sbattuto, amalgamiamo tutto con una forchetta poi impastiamo con le mani finchè il composto si stacca formando una bella palla liscia. Poniamolo a lievitare in una ciotola posta in luogo asciutto coprendo con pellicola per un'ora, poi sgonfiamo l'impasto con le mani e formiamo delle palline che disporremo su una teglia coperta di carta da forno. Sbattiamo inieme l'uovo e il latte e pennelliamo la superficie dei panini, cospargiamo con i semini e lasciamo lievitare ancora per tre quarti d'ora. Cuociamo in forno caldissimo per circa 20 minuti, finchè la superficie risulterà ben dorata.
Ho potuto constatare che sono ottimi sia col dolce che col salato.

2007-11-16

La torta di pane di Piazza Gourmand

Non pretendo di darvi consigli di lettura che sicuramente non sono competente a farlo ed in ogni caso c'è chi lo fa in modo certamente più brillante. Proprio interessata dalla recensione che ne ha fatto Stefano Buso ed alla quale vi rimando se volete saperne di più su Piazza Gourmand mi sono ritrovata tra le mani il nuovo libro di Roberta Schira.
Devo dire che leggendo il romanzo ho molto apprezzato l'autrice per come è riuscita a mettere insieme le vite di diverse persone accostandole e concatenandole le une alle altre in modo quasi inscindibile pur lasciando ad ognuna di esse la propria individualità, quasi come una ricetta ben riuscita dove gli ingredienti si mescolano tra loro formando un nuovo gusto ma allo stesso tempo rendendo facile al palato riconoscere il contributo apportato da ognuno di essi.
Per quanto riguarda lo stile non posso che complimentarmi con l'autrice (come ho già fatto) per la fluidità dello stesso e la capacità di tenere vivo l'interesse di chi legge.
Dopo aver letto un libro in cui il cibo è l'elemento concatenante ed avendo trovato tra le pagine delle stuzzicanti e singolari ricette non potevo che mettermi ai fornelli al fine di vivificare qualcuno dei personaggi letti.
Non credo che l'autrice, che ammette nel libro di non amare particolarmente la torta di pane, sarà d'accordo con la mia scelta di postare proprio questa tra le deliziose ricette che trovano posto alla fine di ogni capitolo del romanzo, tuttavia la torta di pane io non l'avevo mai fatta anzi non l'avevo neppure mai assaggiata per cui, incuriosita, ho deciso di provare.
Vi dico solo, prima di riportarvi integralmente la ricetta così come scritta nel libro, che il risultato è al di sopra di ogni aspettativa.


Torta di pane della signora Matilde del terzo



250 g di pane bianco senza crosta
100 g di zucchero
100 g di amaretti
100 g di mandorle sbucciate
70 g di burro
2 uova
1 stecca di vaniglia
mezzo litro di latte
1 bicchierino di liquore a piacere
zucchero a velo
sale
Fate bollire il latte con il pizzico di sale e la vaniglia, quidi versatelo sul pane e lasciate riposare 30'. Passate il composto al setaccio amalgamando lo zucchero e gli amaretti pestati. Unite al composto ottenuto le mandorle tritate, i tuorli, il liquore e il burro fuso al quale avrete tolto un pezzetto per imburrare la teglia. Amalgamate bene il composto e in ultimo unite gli albumi montati a neve. Versate in una teglia e cuocete a 160° per 40'. Prima di servire la torta cospargetela con zucchero a velo.

Non mi resta che invitarvi a gustare questa lettura!

La torta di pane di Piazza Gourmand

Non pretendo di darvi consigli di lettura che sicuramente non sono competente a farlo ed in ogni caso c'è chi lo fa in modo certamente più brillante. Proprio interessata dalla recensione che ne ha fatto Stefano Buso ed alla quale vi rimando se volete saperne di più su Piazza Gourmand mi sono ritrovata tra le mani il nuovo libro di Roberta Schira.
Devo dire che leggendo il romanzo ho molto apprezzato l'autrice per come è riuscita a mettere insieme le vite di diverse persone accostandole e concatenandole le une alle altre in modo quasi inscindibile pur lasciando ad ognuna di esse la propria individualità, quasi come una ricetta ben riuscita dove gli ingredienti si mescolano tra loro formando un nuovo gusto ma allo stesso tempo rendendo facile al palato riconoscere il contributo apportato da ognuno di essi.
Per quanto riguarda lo stile non posso che complimentarmi con l'autrice (come ho già fatto) per la fluidità dello stesso e la capacità di tenere vivo l'interesse di chi legge.
Dopo aver letto un libro in cui il cibo è l'elemento concatenante ed avendo trovato tra le pagine delle stuzzicanti e singolari ricette non potevo che mettermi ai fornelli al fine di vivificare qualcuno dei personaggi letti.
Non credo che l'autrice, che ammette nel libro di non amare particolarmente la torta di pane, sarà d'accordo con la mia scelta di postare proprio questa tra le deliziose ricette che trovano posto alla fine di ogni capitolo del romanzo, tuttavia la torta di pane io non l'avevo mai fatta anzi non l'avevo neppure mai assaggiata per cui, incuriosita, ho deciso di provare.
Vi dico solo, prima di riportarvi integralmente la ricetta così come scritta nel libro, che il risultato è al di sopra di ogni aspettativa.


Torta di pane della signora Matilde del terzo



250 g di pane bianco senza crosta
100 g di zucchero
100 g di amaretti
100 g di mandorle sbucciate
70 g di burro
2 uova
1 stecca di vaniglia
mezzo litro di latte
1 bicchierino di liquore a piacere
zucchero a velo
sale
Fate bollire il latte con il pizzico di sale e la vaniglia, quidi versatelo sul pane e lasciate riposare 30'. Passate il composto al setaccio amalgamando lo zucchero e gli amaretti pestati. Unite al composto ottenuto le mandorle tritate, i tuorli, il liquore e il burro fuso al quale avrete tolto un pezzetto per imburrare la teglia. Amalgamate bene il composto e in ultimo unite gli albumi montati a neve. Versate in una teglia e cuocete a 160° per 40'. Prima di servire la torta cospargetela con zucchero a velo.

Non mi resta che invitarvi a gustare questa lettura!

2007-11-15

La non crostata di casa mia


Succede che ogni tanto si ha voglia di tornare bambini e ritrovare quei sapori perduti che per molto tempo ci hanno accompagnato e che poi, non si sa perchè e non si sa quando, sono andati perduti. Quella che vedete in foto era la crostata che si preparava a casa mia una volta quando il burro non si utilizzava, quando la frolla non si lavorava velocemente con i polpastrelli e soprattutto quando la crostata si usava farla alta e con il lievito. Mi direte che allora non è crostata dacchè già la parola da l'idea di crosta ovvero di una cosa croccante e non morbida, appunto per questo dico che è la "non crostata" perchè se vi aspettate che crocchi nulla da fare. Vi consiglio di provarla almeno una volta perchè sono sicura che resterete conquistati dalla sua semplicità.
Ingredienti:
1 bicchiere piccolo di olio extravergine d'oliva (circa 100 ml)
1 bicchiere piccolo (lo stesso) di zucchero
2 uova intere
280 g di farina 00
1 pizzico di sale
1/2 bustina di lievito per dolci
1 vasetto di confettura a piacere
Lavoriamo con una forchetta le uova con lo zucchero, il sale, il lievito e l'olio, aggiungiamo poi piano piano la farina, cercando di amalgamarla tutta meno una cucchiaiata.
Prendiamo una teglia imburrata ed infarinata e stendiamo il composto preparato, che deve essere abbastanza morbido, in uno strato uniforme, tenendone da parte un pochino per preparare i bastoncini. Stendiamo sopra la pasta la confettura poi aggiungiamo la farina tenuta da parte all'impasto avanzato e rendiamolo più solido, in modo da poterne ricavare i bastoncini di pasta che stenderemo sulla torta formando la classica gratella. inforniamo in forno già caldo per circa mezz'ora, ci accogeremo dalla doratura dei bastoncini quando la nostra crostata sarà pronta.

La non crostata di casa mia


Succede che ogni tanto si ha voglia di tornare bambini e ritrovare quei sapori perduti che per molto tempo ci hanno accompagnato e che poi, non si sa perchè e non si sa quando, sono andati perduti. Quella che vedete in foto era la crostata che si preparava a casa mia una volta quando il burro non si utilizzava, quando la frolla non si lavorava velocemente con i polpastrelli e soprattutto quando la crostata si usava farla alta e con il lievito. Mi direte che allora non è crostata dacchè già la parola da l'idea di crosta ovvero di una cosa croccante e non morbida, appunto per questo dico che è la "non crostata" perchè se vi aspettate che crocchi nulla da fare. Vi consiglio di provarla almeno una volta perchè sono sicura che resterete conquistati dalla sua semplicità.
Ingredienti:
1 bicchiere piccolo di olio extravergine d'oliva (circa 100 ml)
1 bicchiere piccolo (lo stesso) di zucchero
2 uova intere
280 g di farina 00
1 pizzico di sale
1/2 bustina di lievito per dolci
1 vasetto di confettura a piacere
Lavoriamo con una forchetta le uova con lo zucchero, il sale, il lievito e l'olio, aggiungiamo poi piano piano la farina, cercando di amalgamarla tutta meno una cucchiaiata.
Prendiamo una teglia imburrata ed infarinata e stendiamo il composto preparato, che deve essere abbastanza morbido, in uno strato uniforme, tenendone da parte un pochino per preparare i bastoncini. Stendiamo sopra la pasta la confettura poi aggiungiamo la farina tenuta da parte all'impasto avanzato e rendiamolo più solido, in modo da poterne ricavare i bastoncini di pasta che stenderemo sulla torta formando la classica gratella. inforniamo in forno già caldo per circa mezz'ora, ci accogeremo dalla doratura dei bastoncini quando la nostra crostata sarà pronta.

2007-11-14

Arrosto al latte con funghi in pastella

Mi sono accorta, dando un'occhiata approfondita al lavoro di questi mesi nel blog, che di carne ho parlato poco, non è che non la ami ma è che mi piace solo in determinati modi, che sono spesso i più semplici di prepararla ed a quel punto non è il caso di inserirne la ricetta nel blog.
Solo che questa volta vi voglio proprio parlare di uno dei miei arrosti preferiti, quello al latte, che merita attenzione a mio parere perchè è semplicissimo da realizzare e una volta portato in tavola è capace di regalarci il classico effetto "figurone" perchè la carne resta tenerissima e di gusto estremamente delicato.
Ora detto ciò sappiate che la ricetta per l'arrosto buono incomincia dalla macelleria e non dalla cucina di casa vostra, ovvero la scelta del macellaio che vi fornirà la carne è di estrema importanza, deve essere onesto e competente, una volta fatta tale scelta non vi resta che chiedergli un buon taglio di carne per il vostro arrosto.
Ecco la ricetta del mio Arrosto al latte:
Un pezzo di carne di circa 1 kg di vitello (o maiale) per arrosto
80 g di burro
1 cucchiaio di farina
50 g di prosciutto cotto
1/2 bicchiere di vino bianco
Sale e pepe nero q.b.
Latte 1 litro o q.b.
L2ghiamo la carne con lo spago per mantenerne la forma, intanto sciogliamo in una casseruola metà del burro in cui faremo rosolare il prosciutto tritato con un cucchiaio di farina. Aggiungiamo la carne e facciamo rosolare per bene, sfumiamo col vino poi saliamo e pepiamo e copriamo di latte. E' importante che la pentola non sia troppo grande rispetto all'arrosto altrimenti difficilmente riusciremo a coprirlo di latte. Poi cuociamo a fuoco moderato, a pentola coperta, finchè il liquido non si assorbirà. Una volta cotto, tagliamo l'arrosto a fette, deglassiamo il fondo con un paio di cucchiai d'acqua bollente e filtriamolo, solo dopo (e fuori dal fuoco mi raccomando)aggiungiamo il restante burro, finchè si sarà sciolto e la salsa risulterà cremosa. Versiamo la salsa al burro sull'arrosto e serviamo con un contorno a piacere.
In tal caso per accompagnare l'arrosto, essendo in autunno, ho scelto dei semplici funghi coltivati (i classici orecchioni) pastellati con una leggera pastella di uovo acqua, poca farina e un pò di prezzemolo e poi fritti.

Arrosto al latte con funghi in pastella

Mi sono accorta, dando un'occhiata approfondita al lavoro di questi mesi nel blog, che di carne ho parlato poco, non è che non la ami ma è che mi piace solo in determinati modi, che sono spesso i più semplici di prepararla ed a quel punto non è il caso di inserirne la ricetta nel blog.
Solo che questa volta vi voglio proprio parlare di uno dei miei arrosti preferiti, quello al latte, che merita attenzione a mio parere perchè è semplicissimo da realizzare e una volta portato in tavola è capace di regalarci il classico effetto "figurone" perchè la carne resta tenerissima e di gusto estremamente delicato.
Ora detto ciò sappiate che la ricetta per l'arrosto buono incomincia dalla macelleria e non dalla cucina di casa vostra, ovvero la scelta del macellaio che vi fornirà la carne è di estrema importanza, deve essere onesto e competente, una volta fatta tale scelta non vi resta che chiedergli un buon taglio di carne per il vostro arrosto.
Ecco la ricetta del mio Arrosto al latte:
Un pezzo di carne di circa 1 kg di vitello (o maiale) per arrosto
80 g di burro
1 cucchiaio di farina
50 g di prosciutto cotto
1/2 bicchiere di vino bianco
Sale e pepe nero q.b.
Latte 1 litro o q.b.
L2ghiamo la carne con lo spago per mantenerne la forma, intanto sciogliamo in una casseruola metà del burro in cui faremo rosolare il prosciutto tritato con un cucchiaio di farina. Aggiungiamo la carne e facciamo rosolare per bene, sfumiamo col vino poi saliamo e pepiamo e copriamo di latte. E' importante che la pentola non sia troppo grande rispetto all'arrosto altrimenti difficilmente riusciremo a coprirlo di latte. Poi cuociamo a fuoco moderato, a pentola coperta, finchè il liquido non si assorbirà. Una volta cotto, tagliamo l'arrosto a fette, deglassiamo il fondo con un paio di cucchiai d'acqua bollente e filtriamolo, solo dopo (e fuori dal fuoco mi raccomando)aggiungiamo il restante burro, finchè si sarà sciolto e la salsa risulterà cremosa. Versiamo la salsa al burro sull'arrosto e serviamo con un contorno a piacere.
In tal caso per accompagnare l'arrosto, essendo in autunno, ho scelto dei semplici funghi coltivati (i classici orecchioni) pastellati con una leggera pastella di uovo acqua, poca farina e un pò di prezzemolo e poi fritti.

2007-11-13

Bignè mandorlati alla crema

Premetto che io e la pasta choux abbiamo un rapporto particolare, come si suol dire di amore-odio ma nel senso che io la amo alla follia e lei mi odia in modo viscerale, per cui ogni volta che devo fare bignè, paris-brest, eclairs e quant'altro mi preparo sempre con doppia porzione di ingredienti che tanto so già che almeno una volta la sbaglio. Voi direte ma chi te la fa fare rinuncia o impara a farli come si deve prima di proporceli, io vi rispondo che, quando vengono, vengono bene sul serio solo che dovrei fare sempre la stessa ricetta senza dire continuamente proviamo se è meglio questa, vediamo con quest'altra come vengono etc. etc.
Avevo sentito dire che se fai pari acqua, burro e farina l'impasto viene fuori ben secco e resistente ma vi dirò questo è stato il mio tentativo andato male per cui mi pare inutile parlarne.
Allora dopo, armata di santa pazienza come solo per la pasta choux mi riesce, sono tornata sui miei passi, ho ripreso la vecchia ricetta del Paris-brest ed eccomi qua a raccontarvela
Ingredienti per 20 bignè circa:
250 g di acqua
100 g di burro
150 g di farina
1 pizzico di sale
3 uova
mandorle a lamelle
Per la crema:
2 tuorli
300 ml di latte
un pezzo di vaniglia
4 cucchiai di zucchero
2 cucchiai di maizena
Mettiamo in una pentola l' acqua con il burro e un pizzico di sale, una volta sciolto il burro aggiungiamo la farina e facciamo addensare, il composto si staccherà da solo dalle pareti. Quando l’impasto si sarà raffreddato aggiungiamo le uova, amalgamandone uno alla volta.
Trasferiamo il composto in una sacca da pasticciere con bocchetta liscia e formiamo i bignè su una placca rivestita di carta da forno. Su ciascun bignè infilziamo delle lamelle di mandorle
Cuociamo a 190° finchè i bignè si alzano e si dorano.
A questo punto vi possso pure dire che per facilitare questa operazione c'è chi mette nell'impasto una puntina di lievito per dolci però secondo me non serve proprio a nulla perchè io l'ho messo e differenze con le altre volte non ne ho risontrate, insomma se il bignè deve venire bene non è certo merito del lievito.
Mentre i bignè si freddano prepariamo la crema: mettiamo a bollire il latte con la vaniglia, sbattiamo i tuorli con lo zucchero aggiungiamo la maizena e poi mescolando il latte, poniamo sul fuoco e facciamo addensare.
Il gioco è fatto dobbiamo solo attendere che la crema si freddi, farcire i nostri bignè e spolverizzarli di zucchero a velo prima di servire.
Quando ne vedo un piatto davanti non so controllarmi, amo i bignè!