2013-01-17

Vermicelli di soia con verdure e calamari alla Jamie

Piatti e tessuto GreenGate
Se parlo di Jamie il soggetto in questione può essere uno soltanto: Jamie Oliver ovviamente. Ci sono dei personaggi che non si sa per quale strana magia ti entrano nel cuore dalla prima volta che li vedi, ti sembra quasi di conoscerli da sempre e ogni cosa che vedi fare a loro ti sembra quella giusta. Se qualcuno critica il tuo mito vorresti farlo fuori, toccatemi tutto ma con Jamie non si scherza ragazzi. Quando Jamie Oliver pubblica un nuovo libro io vado in fibrillazione fino a quando non riesco a  sfogliarlo perché i suoi libri sono come lui: semplici, spontanei, sani, allegri, naturali. In linea con le mie aspettative è anche l'ultimo pubblicato dalla Casa Editrice TEA Le mie ricette da 15 minuti e se vi aspettate insulsi piatti da realizzare con prodotti da supermercato già pronti vi state sbagliando di grosso. Ogni piatto è un trionfo di colori e di salute, verdure dell'orto a go go, tanti cibi sani preparati con la creatività e la spontaneità che contraddistinguono Jamie Oliver, spiegati con dovizia di particolari e presentati con cura grazie a splendide foto che rendono giustizia ai contenuti del libro per fare speciale anche un pranzo o una cena di una comune giornata lavorativa. Piatti a base di diverse tipologie di carne, pesce, pasta, zuppe & panini, verdure oltre a tante appetitose ricette per ricche colazioni
Il piatto che vi presento oggi non appartiene al libro ma come quelli del libro è molto colorato, ha tante verdure e si completa con calamari che ho inciso all'interno alla maniera di Jamie con tagli a zig-zag di pochi millimetri per ottenere una sorta di gratella che in cottura ha dato luogo (essendo i miei calamari piuttosto piccoli) ai rotolini che vedete in foto.
Prima della ricetta una breve postilla sull'olio utilizzato, alla cucina d'ispirazione etnica mal si addice l'olio extravergine d'oliva soprattutto se ha un certo carattere ed aroma come quello che io normalmente utilizzo. Ho voluto per questa ricetta provare un'olio molto più leggero e ricco di VITAMINA D : ISIO 4, l’olio dell’azienda francese LESIEUR, che nasce da una combinazione unica di quattro oli vegetali (girasole, colza, vinaccioli e Oleisol®) complementari ed è ricco di nutrimenti indispensabili per tutto l’organismo: 
OMEGA 3: acidi grassi essenziali, indispensabili per il buon funzionamento del sistema cardiovascolare;
OMEGA 6: che contribuiscono a contrastare il colesterolo cattivo;
VITAMINA E: grazie alle sue proprietà antiossidanti, aiuta a proteggere le cellule e a contrastare i radicali liberi.

Vermicelli di soia con verdure e calamari
Ingredienti per 4 persone:
400 g di vermicelli di soia
1 Kg di calamari medio-piccoli (da pulire)
2 carote
2 zucchine
1 cipolla
1 peperone rosso
1 peperoncino
salsa di soia
olio
Tagliare a spicchi la cipolla a fettine sottili le zucchine,le carote mondate e a striscioline il peperone. Pulire i calamari poi aprirli ed inciderli con piccoli tagli, tagliarne ognuno in tre parti e saltarli nel wok insieme ai propri tentacoli con un filo d'olio e il peperoncino tritato. Tenere in caldo i calamari e saltare le verdure affettate con qualche cucchiaio di olio, bagnare con salsa di soia. Cuocere i vermicelli di soia secondo le istruzioni della confezione e saltarli nel wok con la verdure i calamari, unendo se occorre altra salsa di soia.

Vermicelli di soia con verdure e calamari alla Jamie

Piatti e tessuto GreenGate
Se parlo di Jamie il soggetto in questione può essere uno soltanto: Jamie Oliver ovviamente. Ci sono dei personaggi che non si sa per quale strana magia ti entrano nel cuore dalla prima volta che li vedi, ti sembra quasi di conoscerli da sempre e ogni cosa che vedi fare a loro ti sembra quella giusta. Se qualcuno critica il tuo mito vorresti farlo fuori, toccatemi tutto ma con Jamie non si scherza ragazzi. Quando Jamie Oliver pubblica un nuovo libro io vado in fibrillazione fino a quando non riesco a  sfogliarlo perché i suoi libri sono come lui: semplici, spontanei, sani, allegri, naturali. In linea con le mie aspettative è anche l'ultimo pubblicato dalla Casa Editrice TEA Le mie ricette da 15 minuti e se vi aspettate insulsi piatti da realizzare con prodotti da supermercato già pronti vi state sbagliando di grosso. Ogni piatto è un trionfo di colori e di salute, verdure dell'orto a go go, tanti cibi sani preparati con la creatività e la spontaneità che contraddistinguono Jamie Oliver, spiegati con dovizia di particolari e presentati con cura grazie a splendide foto che rendono giustizia ai contenuti del libro per fare speciale anche un pranzo o una cena di una comune giornata lavorativa. Piatti a base di diverse tipologie di carne, pesce, pasta, zuppe & panini, verdure oltre a tante appetitose ricette per ricche colazioni
Il piatto che vi presento oggi non appartiene al libro ma come quelli del libro è molto colorato, ha tante verdure e si completa con calamari che ho inciso all'interno alla maniera di Jamie con tagli a zig-zag di pochi millimetri per ottenere una sorta di gratella che in cottura ha dato luogo (essendo i miei calamari piuttosto piccoli) ai rotolini che vedete in foto.
Prima della ricetta una breve postilla sull'olio utilizzato, alla cucina d'ispirazione etnica mal si addice l'olio extravergine d'oliva soprattutto se ha un certo carattere ed aroma come quello che io normalmente utilizzo. Ho voluto per questa ricetta provare un'olio molto più leggero e ricco di VITAMINA D : ISIO 4, l’olio dell’azienda francese LESIEUR, che nasce da una combinazione unica di quattro oli vegetali (girasole, colza, vinaccioli e Oleisol®) complementari ed è ricco di nutrimenti indispensabili per tutto l’organismo: 
OMEGA 3: acidi grassi essenziali, indispensabili per il buon funzionamento del sistema cardiovascolare;
OMEGA 6: che contribuiscono a contrastare il colesterolo cattivo;
VITAMINA E: grazie alle sue proprietà antiossidanti, aiuta a proteggere le cellule e a contrastare i radicali liberi.

Vermicelli di soia con verdure e calamari
Ingredienti per 4 persone:
400 g di vermicelli di soia
1 Kg di calamari medio-piccoli (da pulire)
2 carote
2 zucchine
1 cipolla
1 peperone rosso
1 peperoncino
salsa di soia
olio
Tagliare a spicchi la cipolla a fettine sottili le zucchine,le carote mondate e a striscioline il peperone. Pulire i calamari poi aprirli ed inciderli con piccoli tagli, tagliarne ognuno in tre parti e saltarli nel wok insieme ai propri tentacoli con un filo d'olio e il peperoncino tritato. Tenere in caldo i calamari e saltare le verdure affettate con qualche cucchiaio di olio, bagnare con salsa di soia. Cuocere i vermicelli di soia secondo le istruzioni della confezione e saltarli nel wok con la verdure i calamari, unendo se occorre altra salsa di soia.

2013-01-16

Porchetta d'oca su crema di patate

Americano e tovagliolo Busatti
Come promesso vi porto oggi ad assaggiare (idealmente s'intende) la porchetta d'oca, un'altro prodotto dell'azienda dei Littamè realizzato con carne d'oca opportunamente disossata e farcita con un gustoso impasto a base di carne e fegato d'oca e maiale squisitamente aromatizzato con erbe di campo. E' ottima gustata al naturale magari in un delizioso panino ma io ho appena arrostito le fette e le ho servite con una semplice crema di patate con erba cipollina. Con l'erba cipollina ho un piccolo problema perché la adoro ma non riesco a coltivarla, ogni pianta acquistata non dura più di un mese, quella secca nei barattolini non è affatto buona ho risolto però con un nuovo prodotto liofilizzato Cannamela, basta inumidirla prima dell'utilizzo ed il gioco è fatto. La crema di patate di cui vi lascio la ricetta è ottima anche con il roast beef, con del salmone arrostito o con mille altre pietanze.
Crema di patate
Ingredienti:
500 g di patate
brodo vegetale
100 ml di olio extravergine d'oliva
1 punta d'aglio
erba cipollina
sale e pepe
Cuocere le patate pelate e ridotte a tocchetti in brodo vegetale, poi frullare unendo l'olio e l'aglio, completare con sale, pepe ed erba cipollina tritata.

Porchetta d'oca su crema di patate

Americano e tovagliolo Busatti
Come promesso vi porto oggi ad assaggiare (idealmente s'intende) la porchetta d'oca, un'altro prodotto dell'azienda dei Littamè realizzato con carne d'oca opportunamente disossata e farcita con un gustoso impasto a base di carne e fegato d'oca e maiale squisitamente aromatizzato con erbe di campo. E' ottima gustata al naturale magari in un delizioso panino ma io ho appena arrostito le fette e le ho servite con una semplice crema di patate con erba cipollina. Con l'erba cipollina ho un piccolo problema perché la adoro ma non riesco a coltivarla, ogni pianta acquistata non dura più di un mese, quella secca nei barattolini non è affatto buona ho risolto però con un nuovo prodotto liofilizzato Cannamela, basta inumidirla prima dell'utilizzo ed il gioco è fatto. La crema di patate di cui vi lascio la ricetta è ottima anche con il roast beef, con del salmone arrostito o con mille altre pietanze.
Crema di patate
Ingredienti:
500 g di patate
brodo vegetale
100 ml di olio extravergine d'oliva
1 punta d'aglio
erba cipollina
sale e pepe
Cuocere le patate pelate e ridotte a tocchetti in brodo vegetale, poi frullare unendo l'olio e l'aglio, completare con sale, pepe ed erba cipollina tritata.

2013-01-15

L'oca in onto dei Littamè

Piatto Ceramiche De Simone, canovaccio Busatti
L'Oca in onto è un'antichissima conserva a base di carne d'oca, un metodo antichissimo per far durare molti mesi la carne. L'oca in onto era una tipica produzione dei mesi invernali, quando le oche erano in carne ed era quindi il momento giusto per metterle in conserva.
Le carni separate dalle loro parti grasse, venivano tagliate a pezzetti e lasciate riposare sotto sale per alcuni giorni. Successivamente si riponevano in un orcio di terracotta o vetro alternando pezzetti di carne a grasso d'oca fuso e foglie di alloro. Uno strato di grasso completava il vasetto che veniva chiuso ermeticamente. Un'altra tecnica in uso prevedeva invece la preventiva cottura della carne nel proprio grasso prima di procedere all'invasamento. Questa sostanziosa conserva di carni durava per mesi pronta al fabbisogno quando nel periodo primaverile ed estivo anche le donne lavoravano intensamente nei campi. Ancora oggi all'Agriturismo Il Dosso i fratelli Littamè producono, tra le tante specialità di cui vi ho già accennato, l'oca in onto secondo gli antichi metodi di conservazione. Per la mia ricetta ho utilizzato la coscia (che ritengo uno dei pezzi più succulenti, basta immergere la busta sottovuoto in acqua bollente e lasciar scaldare per 20 minuti. Una volta aperta la confezione la carne è pronta da mangiare ed il grassetto sciolto è ottimo per condire le verdure. Io ho aggiunto la carne sfilacciata e parte del grasso alle verze tagliate a striscioline e stufate. Ho servito questo meraviglioso piatto con della polenta (non essendo esperta in materia ho utilizzato la precotta Valsugana nella varietà integrale più rustica e saporita).
Ingredienti per 4 persone:
2 cosce d'oca in onto
1 cipolla
1 verza piccola
2 cucchiai di passata di pomodoro
olio extravergine d'oliva
sale e pepe
polenta integrale precotta
Tritare la cipolla e appassirla con un filo d'olio in un tegame di coccio, unire la passata di pomodoro, la verza a striscioline, salare, pepare e lasciare stufare aggiungendo poca acqua. Intanto scaldare l'oca e pulire la carne dall'osso. Aggiungere la carne e un po' del grasso di cottura alle verze e lasciare amalgamare i sapori. Preparare la polenta e servirla con il sugo preparato.
Tornate a trovarmi domani per un'altra specialità di casa Littamè.

L'oca in onto dei Littamè

Piatto Ceramiche De Simone, canovaccio Busatti
L'Oca in onto è un'antichissima conserva a base di carne d'oca, un metodo antichissimo per far durare molti mesi la carne. L'oca in onto era una tipica produzione dei mesi invernali, quando le oche erano in carne ed era quindi il momento giusto per metterle in conserva.
Le carni separate dalle loro parti grasse, venivano tagliate a pezzetti e lasciate riposare sotto sale per alcuni giorni. Successivamente si riponevano in un orcio di terracotta o vetro alternando pezzetti di carne a grasso d'oca fuso e foglie di alloro. Uno strato di grasso completava il vasetto che veniva chiuso ermeticamente. Un'altra tecnica in uso prevedeva invece la preventiva cottura della carne nel proprio grasso prima di procedere all'invasamento. Questa sostanziosa conserva di carni durava per mesi pronta al fabbisogno quando nel periodo primaverile ed estivo anche le donne lavoravano intensamente nei campi. Ancora oggi all'Agriturismo Il Dosso i fratelli Littamè producono, tra le tante specialità di cui vi ho già accennato, l'oca in onto secondo gli antichi metodi di conservazione. Per la mia ricetta ho utilizzato la coscia (che ritengo uno dei pezzi più succulenti, basta immergere la busta sottovuoto in acqua bollente e lasciar scaldare per 20 minuti. Una volta aperta la confezione la carne è pronta da mangiare ed il grassetto sciolto è ottimo per condire le verdure. Io ho aggiunto la carne sfilacciata e parte del grasso alle verze tagliate a striscioline e stufate. Ho servito questo meraviglioso piatto con della polenta (non essendo esperta in materia ho utilizzato la precotta Valsugana nella varietà integrale più rustica e saporita).
Ingredienti per 4 persone:
2 cosce d'oca in onto
1 cipolla
1 verza piccola
2 cucchiai di passata di pomodoro
olio extravergine d'oliva
sale e pepe
polenta integrale precotta
Tritare la cipolla e appassirla con un filo d'olio in un tegame di coccio, unire la passata di pomodoro, la verza a striscioline, salare, pepare e lasciare stufare aggiungendo poca acqua. Intanto scaldare l'oca e pulire la carne dall'osso. Aggiungere la carne e un po' del grasso di cottura alle verze e lasciare amalgamare i sapori. Preparare la polenta e servirla con il sugo preparato.
Tornate a trovarmi domani per un'altra specialità di casa Littamè.

2013-01-13

Sformatini al formaggio su crema di porri con Pancetta di Suino Nero di Calabria

Piatto La Porcellana Bianca,  americano e tovagliolo Busatti
I soufflé, gli sformati e i loro affini si prestano particolarmente alle presentazioni curate, riescono a far sembrare il piatto davvero ricercato e non sono poi così difficili da realizzare. Con i formaggi poi si fanno piccoli miracoli di gusto, gli accostamenti possibili sono innumerevoli. Stavolta ho utilizzato un pecorino fresco Brunelli, il Centocelle che ho accostato a una cremina di porri e completato con petali di Pancetta di Suino Nero di Calabria Madeo. Si può scegliere di rosolare la pancetta per renderla croccante ma il suo gusto delicato secondo il mio palato ne viene un po' pregiudicato, ho pertanto deciso di servirla nature.
Prima di lasciarvi la ricetta voglio avvertirvi di una bellissima novità che bolle in Casa Brunelli. Ci sarà uno spazio dedicato a noi amici bloggers, una vera community per gli appassionati del mondo del formaggio in cui troverete sempre approfondimenti, notizie aggiornate su fiere ed eventi e tanto altro, ovviamente ritengo un pregio far parte di questa piccola comunità e vi invito a seguirci numerosi.
Ingredienti per 4 persone
Per gli sformatini:
20 g di burro
20 g di farina
200 ml di latte
80 g di pecorino fresco 
2 uova 
sale e pepe 
Per la crema di porri:
2 porri
20 g di burro
2 cucchiai di olio extravergine d'oliva
1 cucchiaio di farina
brodo vegetale
sale e pepe
Pancetta di Suino Nero di Calabria per completare
Per gli sformatini: sciogliere il burro, unire la farina e lasciar cuocere senza far prendere colore, unire il latte e lasciar addensare la besciamella, sale e pepare, unire il formaggio grattugiato* e poi i tuorli, mescolando bene. Montare a neve gli albumi con un pizzico di sale e unirli al composto con delicatezza. Imburrare quattro stampini da soufflé e suddividervi il composto, mettere gli stampini in una teglia e versarvi dell'acqua fino a metà circa dello stampo, infornare a 180° per 20-25 minuti.
Preparare la crema di porri: pulire i porri e affettarli, rosolarli in un tegame con il burro sciolto insieme all'olio, aggiungere la farina e mescolare, unire poi un po' di brodo e portare a cottura, salare, pepare e frullare infine a crema unendo dell'altro brodo se dovesse risultare troppo asciutta. Disporre la crema di porri nei piatti individuali sformarvi sopra i tortini al formaggio e completare con petali di pancetta.
* per grattugiare bene anche i formaggi a media stagionatura è perfetto il Gratì di Ariete

Sformatini al formaggio su crema di porri con Pancetta di Suino Nero di Calabria

Piatto La Porcellana Bianca,  americano e tovagliolo Busatti
I soufflé, gli sformati e i loro affini si prestano particolarmente alle presentazioni curate, riescono a far sembrare il piatto davvero ricercato e non sono poi così difficili da realizzare. Con i formaggi poi si fanno piccoli miracoli di gusto, gli accostamenti possibili sono innumerevoli. Stavolta ho utilizzato un pecorino fresco Brunelli, il Centocelle che ho accostato a una cremina di porri e completato con petali di Pancetta di Suino Nero di Calabria Madeo. Si può scegliere di rosolare la pancetta per renderla croccante ma il suo gusto delicato secondo il mio palato ne viene un po' pregiudicato, ho pertanto deciso di servirla nature.
Prima di lasciarvi la ricetta voglio avvertirvi di una bellissima novità che bolle in Casa Brunelli. Ci sarà uno spazio dedicato a noi amici bloggers, una vera community per gli appassionati del mondo del formaggio in cui troverete sempre approfondimenti, notizie aggiornate su fiere ed eventi e tanto altro, ovviamente ritengo un pregio far parte di questa piccola comunità e vi invito a seguirci numerosi.
Ingredienti per 4 persone
Per gli sformatini:
20 g di burro
20 g di farina
200 ml di latte
80 g di pecorino fresco 
2 uova 
sale e pepe 
Per la crema di porri:
2 porri
20 g di burro
2 cucchiai di olio extravergine d'oliva
1 cucchiaio di farina
brodo vegetale
sale e pepe
Pancetta di Suino Nero di Calabria per completare
Per gli sformatini: sciogliere il burro, unire la farina e lasciar cuocere senza far prendere colore, unire il latte e lasciar addensare la besciamella, sale e pepare, unire il formaggio grattugiato* e poi i tuorli, mescolando bene. Montare a neve gli albumi con un pizzico di sale e unirli al composto con delicatezza. Imburrare quattro stampini da soufflé e suddividervi il composto, mettere gli stampini in una teglia e versarvi dell'acqua fino a metà circa dello stampo, infornare a 180° per 20-25 minuti.
Preparare la crema di porri: pulire i porri e affettarli, rosolarli in un tegame con il burro sciolto insieme all'olio, aggiungere la farina e mescolare, unire poi un po' di brodo e portare a cottura, salare, pepare e frullare infine a crema unendo dell'altro brodo se dovesse risultare troppo asciutta. Disporre la crema di porri nei piatti individuali sformarvi sopra i tortini al formaggio e completare con petali di pancetta.
* per grattugiare bene anche i formaggi a media stagionatura è perfetto il Gratì di Ariete

2013-01-11

I cornetti veloci di zia Raffi: non sono io la più brava in cucina

Vassoietto e teiera La Porcellana Bianca, tovaglietta GreenGate
 Sono io la più brava in cucina è il simpatico titolo scelto da Stefania Capati per il suo ultimo libro pubblicato da Blu Edizioni. Ricette speciali per cuoche normali recita il sottotitolo di questo ironico e nondimeno completo e originale ricettario che vuole essere un aiuto per chi si mette ai fornelli temendo di non essere all'altezza facendo un po' il verso, con le vignette e i divertenti disegni dell'autrice, a chi - convinto di essere cuoco provetto - non può fare a meno di ingaggiare duelli a colpi di ricette con i suoi ospiti. Un libro adatto ugualmente a chi non sa, a chi sa e a chi crede di sapere di cucina. 120 ricette dall'antipasto al dolce spiegate con precisione, semplicità e chiarezza completate dai preziosi consigli enologici di Antioco Piras e arricchite da pillole di galateo su come apparecchiare e presentare i piatti, oltre che da consigli su strumenti, erbe e spezie da avere ed usare in cucina. In cucina non bisogna prendersi troppo sul serio è questo in fondo il messaggio lanciato dal libro ed in effetti mi ha portato a riflettere sul fatto che la cucina è la mia passione e la mia croce perché spesso ne resto vittima io stessa, schiacciata dalla mia stessa passione. La cucina è anarchia, ognuno può fare o dire quello che vuole afferma Sergio Maria Teutonico nella presentazione del libro della Capati ma spesso questo concetto difficilmente viene accettato e allora da quando gli amici conoscono il mio blog ricevo sempre meno inviti a cena (temono il mio giudizio quasi che io fossi "la più brava"), altro problema è che mi ritrovo a dispensare consigli culinari ovunque, anche nelle aule dei tribunali. Colei che invece trae il buono da questa mia passione è la mia amica Raffaella (zia Raffi per i miei pargoli), lei mi invita a cena incurante di tutto (anche dei miei figli distruggi casa), accetta i miei consigli culinari ma me ne da degli altri e stavolta è lei la più brava in cucina perché questi suoi cornettini di frolla veloci da preparare lo sono ancor più da mangiare (in due giorni erano scomparsi). Non so se mi son venuti come a lei perché i suoi non li ho assaggiati ma questi sono buoni anche se del cornetto hanno solo la forma.
Ve ne lascio la ricetta può tornarvi utile domani, magari all'ora del tè.
Ingredienti per 24-26 pezzi:
250 g di farina 00
1 bustina di lievito per dolci
1 bustina di vanillina
1 uovo
70 ml di latte
100 g di burro fuso
crema di nocciola per il ripieno
2 cucchiai di zucchero + 1/2 tazza
Sciogliere il burro (non completamente) e unirlo alla farina mescolata con il lievito e la vanillina, aggiungere l'uovo e il latte. Impastare velocemente poi stendere il composto (che deve risultare piuttosto morbido ma modellabile su un piano di lavoro infarinato, stenderlo con il matterello aiutandosi con poca farina e ricavarne dei triangoli. Disporre sulla base un po' di crema di nocciole e richiudere a cornetto il triangolo, procedere allo stesso modo per gli altri, passarli nello zucchero semolato prima di disporli in teglia e cuocerli a 180° per 20 minuti circa, appena risulteranno dorati.
* io ho utilizzato 1/2 bustina di lievito atomico (per dolci leggeri) e vanillina AR.PA. lievitiBurro salato 1889 Fattorie Fiandino che da quel tocco in più e Nocciolata Rigoni di Asiago per il ripieno.

I cornetti veloci di zia Raffi: non sono io la più brava in cucina

Vassoietto e teiera La Porcellana Bianca, tovaglietta GreenGate
 Sono io la più brava in cucina è il simpatico titolo scelto da Stefania Capati per il suo ultimo libro pubblicato da Blu Edizioni. Ricette speciali per cuoche normali recita il sottotitolo di questo ironico e nondimeno completo e originale ricettario che vuole essere un aiuto per chi si mette ai fornelli temendo di non essere all'altezza facendo un po' il verso, con le vignette e i divertenti disegni dell'autrice, a chi - convinto di essere cuoco provetto - non può fare a meno di ingaggiare duelli a colpi di ricette con i suoi ospiti. Un libro adatto ugualmente a chi non sa, a chi sa e a chi crede di sapere di cucina. 120 ricette dall'antipasto al dolce spiegate con precisione, semplicità e chiarezza completate dai preziosi consigli enologici di Antioco Piras e arricchite da pillole di galateo su come apparecchiare e presentare i piatti, oltre che da consigli su strumenti, erbe e spezie da avere ed usare in cucina. In cucina non bisogna prendersi troppo sul serio è questo in fondo il messaggio lanciato dal libro ed in effetti mi ha portato a riflettere sul fatto che la cucina è la mia passione e la mia croce perché spesso ne resto vittima io stessa, schiacciata dalla mia stessa passione. La cucina è anarchia, ognuno può fare o dire quello che vuole afferma Sergio Maria Teutonico nella presentazione del libro della Capati ma spesso questo concetto difficilmente viene accettato e allora da quando gli amici conoscono il mio blog ricevo sempre meno inviti a cena (temono il mio giudizio quasi che io fossi "la più brava"), altro problema è che mi ritrovo a dispensare consigli culinari ovunque, anche nelle aule dei tribunali. Colei che invece trae il buono da questa mia passione è la mia amica Raffaella (zia Raffi per i miei pargoli), lei mi invita a cena incurante di tutto (anche dei miei figli distruggi casa), accetta i miei consigli culinari ma me ne da degli altri e stavolta è lei la più brava in cucina perché questi suoi cornettini di frolla veloci da preparare lo sono ancor più da mangiare (in due giorni erano scomparsi). Non so se mi son venuti come a lei perché i suoi non li ho assaggiati ma questi sono buoni anche se del cornetto hanno solo la forma.
Ve ne lascio la ricetta può tornarvi utile domani, magari all'ora del tè.
Ingredienti per 24-26 pezzi:
250 g di farina 00
1 bustina di lievito per dolci
1 bustina di vanillina
1 uovo
70 ml di latte
100 g di burro fuso
crema di nocciola per il ripieno
2 cucchiai di zucchero + 1/2 tazza
Sciogliere il burro (non completamente) e unirlo alla farina mescolata con il lievito e la vanillina, aggiungere l'uovo e il latte. Impastare velocemente poi stendere il composto (che deve risultare piuttosto morbido ma modellabile su un piano di lavoro infarinato, stenderlo con il matterello aiutandosi con poca farina e ricavarne dei triangoli. Disporre sulla base un po' di crema di nocciole e richiudere a cornetto il triangolo, procedere allo stesso modo per gli altri, passarli nello zucchero semolato prima di disporli in teglia e cuocerli a 180° per 20 minuti circa, appena risulteranno dorati.
* io ho utilizzato 1/2 bustina di lievito atomico (per dolci leggeri) e vanillina AR.PA. lievitiBurro salato 1889 Fattorie Fiandino che da quel tocco in più e Nocciolata Rigoni di Asiago per il ripieno.

2013-01-09

Palamita alla marinara

Piatto La Porcellana Bianca, Tessuto Busatti


La piana di Montoro, nella valle dell'Irno tra la provincia di Avellino e quella di Salerno, è famosa per la Cipolla Ramata che da essa prende il nome. E' una cipolla con le tuniche esterne dai riflessi ramati e le catafille interne bianche con sfumature longitudinali viola,di forma semi-conica è dolce, profumata e dal gusto delicato che la fa apprezzare sia cruda che cotta.
Una delle poche aziende che continuano la coltivazione tradizionale della Cipolla Ramata di Montoro è GAIA Società Semplice Agricola, un'azienda a carattere familiare che pur evolvendosi nei metodi di coltivazione non ha perso mai di vista la genuinità e la qualità dei prodotti della terra. Le cipolle prodotte dall'azienda con metodo biologico certificato da Bioagricert sono commercializzate con il Marchio Collettivo Geografico e sono altresì trasformate dalla stessa azienda in golosi prodotti sottovetro come le confetture tra cui spicca per originalità la Confettura di cipolla ramata di Montoro all'arancia e zenzero, o la cipolla grigliata in olio extravergine o ancora il sugo pronto alla genovese meraviglioso con la carne macinata appena soffritta o da gustare come golosa zuppa con crostini al formaggio.

Io la Cipolla di Montoro l'ho provata in tante preparazioni, questa è una delle più golose. La ricetta l'avevo trovata su un libro di cui vi parlai tempo fa, è di una collega blogger cui va il mio grazie perché l'ho rifatta più volte con risultati eccellenti. La ricetta originale prevedeva tonno in tranci (spesse fette) io ho utilizzato la nostrana e più economica palamita tagliata a bocconcini ma se si ha un po' più di pazienza la ricetta viene ottima anche con gli spiedini realizzati con piccoli cubetti di pesce come vedete nella foto di seguito
Ingredienti
600 g di palamita fresco
2 cipolle ramate di Montoro
4 alici 
4 pomodori secchi
30 g di capperi
15 olive verdi
farina 
peperoncino
olio extravergine d'oliva
Lavare e asciugare il pesce, tagliarlo a tocchetti, infarinarli e cuocerli in una padella antiaderente* da ambo le parti con un filo d'olio, tenerli poi in caldo. Intanto affettare le cipolle e farle appassire nella padella con un po' d'olio e qualche cucchiaio d'acqua, aggiungere le alici tritate, le olive snocciolate e tagliate a pezzi, i capperi e i pomodori secchi ammollati in acqua e tagliati a pezzettini e un po' di peperoncino. Aggiungere il pesce tenuto da parte e lasciare insaporire, regolare eventualmente di sale prima di servire.
* per tagliare le verdure ho utilizzato coltelli Arcos della linea Alessandro Circiello, per la cottura una padella in alluminio con rivestimento antiaderente linea Hotel di BergHOFF Italia

Palamita alla marinara

Piatto La Porcellana Bianca, Tessuto Busatti


La piana di Montoro, nella valle dell'Irno tra la provincia di Avellino e quella di Salerno, è famosa per la Cipolla Ramata che da essa prende il nome. E' una cipolla con le tuniche esterne dai riflessi ramati e le catafille interne bianche con sfumature longitudinali viola,di forma semi-conica è dolce, profumata e dal gusto delicato che la fa apprezzare sia cruda che cotta.
Una delle poche aziende che continuano la coltivazione tradizionale della Cipolla Ramata di Montoro è GAIA Società Semplice Agricola, un'azienda a carattere familiare che pur evolvendosi nei metodi di coltivazione non ha perso mai di vista la genuinità e la qualità dei prodotti della terra. Le cipolle prodotte dall'azienda con metodo biologico certificato da Bioagricert sono commercializzate con il Marchio Collettivo Geografico e sono altresì trasformate dalla stessa azienda in golosi prodotti sottovetro come le confetture tra cui spicca per originalità la Confettura di cipolla ramata di Montoro all'arancia e zenzero, o la cipolla grigliata in olio extravergine o ancora il sugo pronto alla genovese meraviglioso con la carne macinata appena soffritta o da gustare come golosa zuppa con crostini al formaggio.

Io la Cipolla di Montoro l'ho provata in tante preparazioni, questa è una delle più golose. La ricetta l'avevo trovata su un libro di cui vi parlai tempo fa, è di una collega blogger cui va il mio grazie perché l'ho rifatta più volte con risultati eccellenti. La ricetta originale prevedeva tonno in tranci (spesse fette) io ho utilizzato la nostrana e più economica palamita tagliata a bocconcini ma se si ha un po' più di pazienza la ricetta viene ottima anche con gli spiedini realizzati con piccoli cubetti di pesce come vedete nella foto di seguito
Ingredienti
600 g di palamita fresco
2 cipolle ramate di Montoro
4 alici 
4 pomodori secchi
30 g di capperi
15 olive verdi
farina 
peperoncino
olio extravergine d'oliva
Lavare e asciugare il pesce, tagliarlo a tocchetti, infarinarli e cuocerli in una padella antiaderente* da ambo le parti con un filo d'olio, tenerli poi in caldo. Intanto affettare le cipolle e farle appassire nella padella con un po' d'olio e qualche cucchiaio d'acqua, aggiungere le alici tritate, le olive snocciolate e tagliate a pezzi, i capperi e i pomodori secchi ammollati in acqua e tagliati a pezzettini e un po' di peperoncino. Aggiungere il pesce tenuto da parte e lasciare insaporire, regolare eventualmente di sale prima di servire.
* per tagliare le verdure ho utilizzato coltelli Arcos della linea Alessandro Circiello, per la cottura una padella in alluminio con rivestimento antiaderente linea Hotel di BergHOFF Italia

2013-01-07

Linguine alla cinese


Ciotolina Easy Life Design, Pinza Broggi, tovagliolo Busatti
Con l'inizio del nuovo anno si è più disposti a valutare ed eventualmente ad accettare cambiamenti anche drastici nel proprio stile di vita. Non è il mio caso, purtroppo, perché da curiosa del gusto quale sono ed impenitente amante delle cose "buone e non necessariamente sane" non ce la faccio proprio a rinunciare ad alcunché, tuttavia adoro conoscere quel che mi circonda e mi atteggio un po' a maestra perché le strade buone le conosco e se vi va di leggere oltre ve ne racconto una, poi sta a voi decidere se percorrerla.
Ananda è un centro di meditazione e yoga vicino ad Assisi ed è la felicità per i milioni di ospiti che ogni anno lo visitano. Il gusto della GIOIA è il libro di Mahiya Zoè Matthews che, ispirandosi  ai consigli del grande maestro dello yoga Paramhansa Yoganda, ci spiega in termini chiari e coinvolgenti il legame tra il cibo e lo spirito e ci insegna a creare abitudini alimentari sane e gustose per diventare più felici sfruttando gli effetti che il cibo ha sulla salute, la mente e lo spirito. Tra le più di 150 ricette del libro, vegetariane oltre che deliziose e nutrienti, ne ho trovata una che ho voluto riprodurre fedelmente nella quale ho potuto sperimentare l'utilizzo del Tofu naturale Biolab (dopo l'esperienza positiva con il Seitan mi pareva d'obbligo provarlo). 
Il Tofu si ottiene dalla soia e ricorda nell'aspetto e nella consistenza (non nel sapore) un formaggio primo sale, è un'eccellente fonte di proteine vegetali ed ha bassissimo contenuto di grassi saturi. Soffritto in padella con olio e salsa di soia, come nella ricetta che ho provato io, diventa tra l'altro gustosissimo.
Gli spaghetti alla cinese del libro di cui vi ho parlato sono diventati a casa mia linguine perché di quelle disponevo ma il gusto sono sicura è lo stesso. E' un piatto delizioso e veloce da preparare eccovene la ricetta
Ingredienti per 4 persone:
400 g di spaghetti
olio
300 g di tofu
4 cucchiai di salsa di soia
2 spicchi d'aglio
2 pezzi di radice di zenzero (grandi come un guscio di noce) tagliate fini
2 cipolle tagliate a piccole mezzelune
2 carote medie tagliate finemente in diagonale
2 gambi di sedano tagliati in diagonale
200 g di verza a striscioline
2 manciate di germogli di soia
100 ml di salsa di soia
3 cucchiai di semi di sesamo tostati
prezzemolo tritato
sale
Scaldare un po' d'olio in un wok e rosolare il tofu tagliato a striscioline con i 4 cucchiai di salsa di soia, finché sarà croccante all'esterno, tenerlo da parte. Lessare al dente gli spaghetti in acqua salata. Intanto nel wok rosolare a fuoco alto le verdure con l'aglio tritato  facendole restare croccanti, unire i germogli e poi la salsa di soia gli spaghetti e il tofu rosolato, facendoli saltare insieme. Unire i semi di sesamo tostati, il prezzemolo e altra salsa di soia a piacere.

Biolab produce anche un ottimo Ragù di soia alla bolognese, molto gustoso e del tutto simile nell'aspetto all'originale a a base di carne. Per un piatto unico veloce e sano ve lo consiglio unito alle lenticchie semplicemente stufate con un po' di cipolla quale condimento del cuscus.
Piatti Ceramiche De Simone, canovaccio Busatti