2009-02-17

Pomodori gratinati alla Scamorza di Bufala

Con una scamorza di bufala si possono preparare originali pietanze, se la scamorza di bufala è di qualità come quella inviatami da Terrasolis, la prima cosa che ti viene in mente di farci è mangiarla in purezza, fetta dopo fetta. Solo che poi inizi a pensare a come sarebbe fusa e parti con un semplice toast, anche perchè la scamorza di bufala ha il vantaggio - rispetto alla mozzarella - di non rilasciare molto liquido in cottura per cui è perfetta come condimento sulla pizza, per la mozzarella in carrozza, per le verdure gratinate e chi più ne ha più ne metta.
Facendo questo ragionamento ho pensato che fosse l'ideale per farcire dei pomodori da gratinare, che di loro tendono a rilasciare acqua, in una sorta di caprese versione invernale. E' un fantastico antipasto che, sono convinta, resterà gradito a tutti.
Ingredienti per 2:
2 pomodori grandi sodi
2 fette di Scamorza di Bufala
2 cucchiaini di pangrattato
2 cucchiaini di paprica
2 cucchiaini di parmigiano grattugiato
Tagliamo la calotta superiore ai pomodori e svuotiamoli con uno scavino, lasciamoli sgocciolare su della carta assorbente, poi spolverizziamo l'interno con pangrattato, paprica e parmigiano mescolati insieme. Passiamo i pomodori per 5 minuti nel forno ben caldo, togliamoli e riempiamoli con le fette di scamorza, tagliate a piccoli pezzi, cospargiamo la superficie con la restante miscela di pangrattato e poniamo di nuovo in forno a gratinare per altri 5-10 minuti, con le calotte poggiate a lato, il tempo che la scamorza si sciolga e la superficie risulti dorata, solo al momento di servire sovrapponiamo le calotte sui pomodori.

Pomodori gratinati alla Scamorza di Bufala

Con una scamorza di bufala si possono preparare originali pietanze, se la scamorza di bufala è di qualità come quella inviatami da Terrasolis, la prima cosa che ti viene in mente di farci è mangiarla in purezza, fetta dopo fetta. Solo che poi inizi a pensare a come sarebbe fusa e parti con un semplice toast, anche perchè la scamorza di bufala ha il vantaggio - rispetto alla mozzarella - di non rilasciare molto liquido in cottura per cui è perfetta come condimento sulla pizza, per la mozzarella in carrozza, per le verdure gratinate e chi più ne ha più ne metta.
Facendo questo ragionamento ho pensato che fosse l'ideale per farcire dei pomodori da gratinare, che di loro tendono a rilasciare acqua, in una sorta di caprese versione invernale. E' un fantastico antipasto che, sono convinta, resterà gradito a tutti.
Ingredienti per 2:
2 pomodori grandi sodi
2 fette di Scamorza di Bufala
2 cucchiaini di pangrattato
2 cucchiaini di paprica
2 cucchiaini di parmigiano grattugiato
Tagliamo la calotta superiore ai pomodori e svuotiamoli con uno scavino, lasciamoli sgocciolare su della carta assorbente, poi spolverizziamo l'interno con pangrattato, paprica e parmigiano mescolati insieme. Passiamo i pomodori per 5 minuti nel forno ben caldo, togliamoli e riempiamoli con le fette di scamorza, tagliate a piccoli pezzi, cospargiamo la superficie con la restante miscela di pangrattato e poniamo di nuovo in forno a gratinare per altri 5-10 minuti, con le calotte poggiate a lato, il tempo che la scamorza si sciolga e la superficie risulti dorata, solo al momento di servire sovrapponiamo le calotte sui pomodori.

2009-02-16

Focaccine Tandoori

Delle spezie Tandoori avrete sicuramente sentito parlare in accostamento alla carne, tant'è che il pollo tandoori è un tipico piatto indiano. Con il termine Tandoori non si vuole indicare una singola spezia ma una miscela composta da varie spezie (paprika, sale, peperoncino forte, aglio, cumino, coriandolo, timo, pepe, sedano, carvi, rosmarino, chiodi di garofano, lauro, cannella) che assumono, mescolati, un vivace colore rosso.
Questa miscela era per me difficile da trovare ma l'ho avuta grazie alla bottega delle rarità l'Enoteca di Leva, anche la scatolina di latta che la contiene è una piccola rarità con i suoi vivaci disegni. Per non farci il solito pollo ho voluto provarne l'effetto su una classica focaccia che per l'occasione ha perso la sua forma e il suo sapore consueti trasformandosi in piccole e gonfie focaccine la cui superficie ha assunto un bel colore rosso-fuxia.
La base della focaccia è quella famosa di Locatelli della quale ha tanto parlato Cavoletto di Bruxelles però non vi nascondo che alla ricetta originale ho apportato delle modifiche (quantità di acqua - che mi sembrava poca per l'effetto che si voleva ottenere - e di sale - decisamente troppo per i miei gusti - oltre che tempo di riposo e lievitazione - troppo poco con le temperature attuali -) e sono più volte che la faccio con risultati eccellenti.
Ingredienti
250 g di farina manitoba
250 g di farina 00
15 g di lievito di birra fresco
300 ml c.a. di acqua a 20°C
2 cucchiai di olio d’oliva extravergine
8 g di sale
per la salamoia
65 g di acqua a 20°C
65 g di olio d’oliva extravergine
20 g sale
1 cucchiaio di spezie Tandoori
In una capace ciotola mescoliamo le farine e il sale, versiamo al centro l'olio e il lievito sciolto in acqua, amalgamiamo gli ingredienti con un cucchiaio senza impastare e lasciamo riposare per 10 minuti coperto da un foglio di pellicola per alimenti.
Ungiamo delle piccole teglie (per la versione focaccine) o una teglia grande e riversiamo in essa il composto che sarà molto morbido (con la dose indicata ho fatto 6 piccole focaccine, nelle tegline da muffin, e una focaccia grande in una teglia rotonda da 28-30 cm di diametro) lasciamo ancora riposare l'impasto per 10-15 minuti. Stendiamo bene nella teglia l'impasto facendo attenzione a non rompere le bolle d'aria che si stanno formando e premendo allo stesso tempo con le dita in modo da lasciare delle cavità sulla superficie. Prepariamo la salamoia emulsionando l'olio, con l'acqua, il sale e le spezie Tandoori e versiamola sulle focaccine e/o sulla focaccia, sembrerà tanta ma versiamola proprio tutta. Copriamo di nuovo con pellicola e lasciamo lievitare per 2-3 ore poi leviamo la pellicola e inforniamo in forno caldissimo finché le focaccine non risulteranno dorate.
Con prosciutto, formaggi o semplicemente da sole all'aperitivo sono assolutamente da provare.

Focaccine Tandoori

Delle spezie Tandoori avrete sicuramente sentito parlare in accostamento alla carne, tant'è che il pollo tandoori è un tipico piatto indiano. Con il termine Tandoori non si vuole indicare una singola spezia ma una miscela composta da varie spezie (paprika, sale, peperoncino forte, aglio, cumino, coriandolo, timo, pepe, sedano, carvi, rosmarino, chiodi di garofano, lauro, cannella) che assumono, mescolati, un vivace colore rosso.
Questa miscela era per me difficile da trovare ma l'ho avuta grazie alla bottega delle rarità l'Enoteca di Leva, anche la scatolina di latta che la contiene è una piccola rarità con i suoi vivaci disegni. Per non farci il solito pollo ho voluto provarne l'effetto su una classica focaccia che per l'occasione ha perso la sua forma e il suo sapore consueti trasformandosi in piccole e gonfie focaccine la cui superficie ha assunto un bel colore rosso-fuxia.
La base della focaccia è quella famosa di Locatelli della quale ha tanto parlato Cavoletto di Bruxelles però non vi nascondo che alla ricetta originale ho apportato delle modifiche (quantità di acqua - che mi sembrava poca per l'effetto che si voleva ottenere - e di sale - decisamente troppo per i miei gusti - oltre che tempo di riposo e lievitazione - troppo poco con le temperature attuali -) e sono più volte che la faccio con risultati eccellenti.
Ingredienti
250 g di farina manitoba
250 g di farina 00
15 g di lievito di birra fresco
300 ml c.a. di acqua a 20°C
2 cucchiai di olio d’oliva extravergine
8 g di sale
per la salamoia
65 g di acqua a 20°C
65 g di olio d’oliva extravergine
20 g sale
1 cucchiaio di spezie Tandoori
In una capace ciotola mescoliamo le farine e il sale, versiamo al centro l'olio e il lievito sciolto in acqua, amalgamiamo gli ingredienti con un cucchiaio senza impastare e lasciamo riposare per 10 minuti coperto da un foglio di pellicola per alimenti.
Ungiamo delle piccole teglie (per la versione focaccine) o una teglia grande e riversiamo in essa il composto che sarà molto morbido (con la dose indicata ho fatto 6 piccole focaccine, nelle tegline da muffin, e una focaccia grande in una teglia rotonda da 28-30 cm di diametro) lasciamo ancora riposare l'impasto per 10-15 minuti. Stendiamo bene nella teglia l'impasto facendo attenzione a non rompere le bolle d'aria che si stanno formando e premendo allo stesso tempo con le dita in modo da lasciare delle cavità sulla superficie. Prepariamo la salamoia emulsionando l'olio, con l'acqua, il sale e le spezie Tandoori e versiamola sulle focaccine e/o sulla focaccia, sembrerà tanta ma versiamola proprio tutta. Copriamo di nuovo con pellicola e lasciamo lievitare per 2-3 ore poi leviamo la pellicola e inforniamo in forno caldissimo finché le focaccine non risulteranno dorate.
Con prosciutto, formaggi o semplicemente da sole all'aperitivo sono assolutamente da provare.

2009-02-13

E San Valentino sia!


Ogni anno giuriamo di non farci più coinvolgere dalla festa più romantica e commerciale che possa esistere, ogni anno promettiamo di non farci spillare soldi per cene, cioccolatini, fiori, cuori ed altri inutili oggetti, ma ogni anno puntualmente, arrivato Febbraio, la testolina inizia da sola a lavorare sull'evento, cosa organizzo cosa preparo, dove andiamo ed eccoci ancora anno dopo anno a parlare di San Valentino.
Il classico dei classici? La cena a base di cuori da preparare per il vostro/a Valentino/a, io vi suggerisco il dolce al resto pensateci voi.
L'idea di questo dolce è nata da quello che può sembrare la decorazione ovvero quelle belle palline rosse che sono delle meravigliose Ciliegie al Maraschino di Cascina San Cassiano, il loro rosso vivo e quel leggero ed aromatico gusto alcolico mi hanno fatto pensare all'amore ed ho costruito attorno a loro questo dolcino semplice e goloso.
La base è il più classico e semplice dei dolci la torta margherita che preparo secondo una ricetta reperita tempo fa sul sito RicetteMania e che ad oggi è quella che mi soddisfa più di ogni altra questi gli ingredienti ed il procedimento:
150 grammi di farina 00
4 uova
150 grammi di zucchero
70 grammi di burro
120 grammi di fecola
1/2 bicchiere di latte (1 dl)
limone
zucchero a velo
1 bustina di lievito
Sbattere i tuorli con lo zucchero, poi incorporare il burro ammorbidito a temperatura ambiente. Unire farina setacciata con la fecola e il lievito, il latte, la scorza del limone grattugiata. Montare le chiare a neve ferma con un pizzico di sale e unirle all'impasto delicatamente. Imburrare una teglia (cm 24) e infarinarla, Versare il composto in una teglia da 24 cm imburrata e infarinata e cuocere in forno a 180 gradi per 45/50 minuti. Sfornare la torta margherita, farla raffreddare e spolverizzarla con zucchero a velo prima di servirla. Stavolta invece della teglia unica ho usato gli stampini a cuore di Silikomart.
Cuori margherita con crema inglese e ciliegie al Maraschino
Ingredienti per 2:
due cuori di pasta margherita
1 tuorlo
33 g di zucchero
1 dl di latte fresco
1 pezzettino di vaniglia
6 ciliegie al Maraschino
Prepariamo la crema inglese montando il tuorlo co lo zucchero, uniamo il latte portato a bollore con la vaniglia e lasciamo addensare sul fuoco a bagnomaria. Poniamo in frigo a raffreddare. Al momento di servire il dolce suddividiamo la crema in due piatti, adagiamo sopra ognuno un cuore tagliato a metà e leggermente sovrapposto, completiamocon tre ciliegie bagnando leggermente il cuore con il liquido di conservazione dei frutti.

E San Valentino sia!


Ogni anno giuriamo di non farci più coinvolgere dalla festa più romantica e commerciale che possa esistere, ogni anno promettiamo di non farci spillare soldi per cene, cioccolatini, fiori, cuori ed altri inutili oggetti, ma ogni anno puntualmente, arrivato Febbraio, la testolina inizia da sola a lavorare sull'evento, cosa organizzo cosa preparo, dove andiamo ed eccoci ancora anno dopo anno a parlare di San Valentino.
Il classico dei classici? La cena a base di cuori da preparare per il vostro/a Valentino/a, io vi suggerisco il dolce al resto pensateci voi.
L'idea di questo dolce è nata da quello che può sembrare la decorazione ovvero quelle belle palline rosse che sono delle meravigliose Ciliegie al Maraschino di Cascina San Cassiano, il loro rosso vivo e quel leggero ed aromatico gusto alcolico mi hanno fatto pensare all'amore ed ho costruito attorno a loro questo dolcino semplice e goloso.
La base è il più classico e semplice dei dolci la torta margherita che preparo secondo una ricetta reperita tempo fa sul sito RicetteMania e che ad oggi è quella che mi soddisfa più di ogni altra questi gli ingredienti ed il procedimento:
150 grammi di farina 00
4 uova
150 grammi di zucchero
70 grammi di burro
120 grammi di fecola
1/2 bicchiere di latte (1 dl)
limone
zucchero a velo
1 bustina di lievito
Sbattere i tuorli con lo zucchero, poi incorporare il burro ammorbidito a temperatura ambiente. Unire farina setacciata con la fecola e il lievito, il latte, la scorza del limone grattugiata. Montare le chiare a neve ferma con un pizzico di sale e unirle all'impasto delicatamente. Imburrare una teglia (cm 24) e infarinarla, Versare il composto in una teglia da 24 cm imburrata e infarinata e cuocere in forno a 180 gradi per 45/50 minuti. Sfornare la torta margherita, farla raffreddare e spolverizzarla con zucchero a velo prima di servirla. Stavolta invece della teglia unica ho usato gli stampini a cuore di Silikomart.
Cuori margherita con crema inglese e ciliegie al Maraschino
Ingredienti per 2:
due cuori di pasta margherita
1 tuorlo
33 g di zucchero
1 dl di latte fresco
1 pezzettino di vaniglia
6 ciliegie al Maraschino
Prepariamo la crema inglese montando il tuorlo co lo zucchero, uniamo il latte portato a bollore con la vaniglia e lasciamo addensare sul fuoco a bagnomaria. Poniamo in frigo a raffreddare. Al momento di servire il dolce suddividiamo la crema in due piatti, adagiamo sopra ognuno un cuore tagliato a metà e leggermente sovrapposto, completiamocon tre ciliegie bagnando leggermente il cuore con il liquido di conservazione dei frutti.

2009-02-12

Paglia e fieno con Culatello di Sauris erbette e fonduta

Apro il post di oggi con una informazione di servizio, ho avuto un intervista su Mangiaebbina di Stefano Buso, qualora vi interessi leggerla ed eventualmente commentarla ne avrò piacere, passo subito alla ricetta di oggi.
Un primo un po' complesso ma estremamente gustoso che continua a ricordarmi, pur a distanza di anni una raffinata cena di San Valentino che mi ero divertita ad organizzare per il mio fidanzato (oggi mio marito) e che vi ripropongo oggi, proprio in prossimità della festa dedicata agli innamorati.
Nella ricetta originale era previsto l'uso dello speck, questa volta però ho utilizzato una, per me nuova, eccellenza del panorama nazionale il Culatello di Sauris della bottega Esperya ed il piatto ne ha guadagnato in delicatezza e raffinatezza.
Ingredienti per 4 (perchè il vostro lui vi chiederà il bis e voi lo accompagnerete senza alcun pudore)
250 g di tagliatelle paglia e fieno all'uovo
100 g di Culatello di Sauris a dadini
100 g di erbette (bietoline) fresche
50 g di fontina
50 g di gorgonzola dolce
1 dl di panna fresca
1 dl di latte
1 tuorlo
1 cipollotto bianco
2 cucchiai di olio extravergine d'oliva
sale e pepe q.b.
Tagliamo i formaggi a pezzetti e lasciamoli immersi nel latte e nella panna. Intanto affettiamo finemente il cipollotto e rosoliamolo nell'olio, uniamo i dadini di culatello e le erbette tagliate a julienne, regoliamo di sale e pepe. A bagnomaria fondiamo i formaggi con il liquido di immersione e leghiamo il composto con il tuorlo mescolando energicamente. Cuociamo la pasta e saltiamola in padella con il condimento preparato, uniamo alla fine la fonduta. Volendo si può versare nel piatto un mestolino di fonduta ed adagiare sopra la pasta.

Paglia e fieno con Culatello di Sauris erbette e fonduta

Apro il post di oggi con una informazione di servizio, ho avuto un intervista su Mangiaebbina di Stefano Buso, qualora vi interessi leggerla ed eventualmente commentarla ne avrò piacere, passo subito alla ricetta di oggi.
Un primo un po' complesso ma estremamente gustoso che continua a ricordarmi, pur a distanza di anni una raffinata cena di San Valentino che mi ero divertita ad organizzare per il mio fidanzato (oggi mio marito) e che vi ripropongo oggi, proprio in prossimità della festa dedicata agli innamorati.
Nella ricetta originale era previsto l'uso dello speck, questa volta però ho utilizzato una, per me nuova, eccellenza del panorama nazionale il Culatello di Sauris della bottega Esperya ed il piatto ne ha guadagnato in delicatezza e raffinatezza.
Ingredienti per 4 (perchè il vostro lui vi chiederà il bis e voi lo accompagnerete senza alcun pudore)
250 g di tagliatelle paglia e fieno all'uovo
100 g di Culatello di Sauris a dadini
100 g di erbette (bietoline) fresche
50 g di fontina
50 g di gorgonzola dolce
1 dl di panna fresca
1 dl di latte
1 tuorlo
1 cipollotto bianco
2 cucchiai di olio extravergine d'oliva
sale e pepe q.b.
Tagliamo i formaggi a pezzetti e lasciamoli immersi nel latte e nella panna. Intanto affettiamo finemente il cipollotto e rosoliamolo nell'olio, uniamo i dadini di culatello e le erbette tagliate a julienne, regoliamo di sale e pepe. A bagnomaria fondiamo i formaggi con il liquido di immersione e leghiamo il composto con il tuorlo mescolando energicamente. Cuociamo la pasta e saltiamola in padella con il condimento preparato, uniamo alla fine la fonduta. Volendo si può versare nel piatto un mestolino di fonduta ed adagiare sopra la pasta.

2009-02-11

Chef & Gourmet

La cosa che prima facie mi ha attratto in questo libro, edito da Daniela Piazza, è stato il sottotitolo “Diario Semiserio di un grande cuoco e di un discreto gourmet”, posso garantirvi che la mia attenzione è stata in particolare catturata da quel discreto buongustaio. Ho letto i nomi degli autori ed ho iniziato ad intravedere qualcosa di più. Di Nicola Batavia e del suo ‘L Birichin avevo già sentito (e molto bene tra l’altro) parlare, di Massimo Roscia confesso non ricordavo granché, seppure adesso col solito senno di poi mi torna alla mente qualcosa.
Ho aperto il libro ed ho iniziato a leggere… sono rimasta letteralmente folgorata dalle sensazioni espresse nel primo capitolo da Massimo Roscia, quell’intuizione, quell’aspettativa e quelle emozioni che l’autore descrive, con riguardo alla prima cena a ‘L Birichin ed al conseguente primo incontro con il patron del locale, ho sentito che mi accomunavano a lui.
Son passata con voracità al secondo capitolo, scritto da Nicola Batavia ed ecco la vera e propria immersione nella cucina, nel movimento e nella testa dello chef. L’incontro di due mondi paralleli raccontato dai due diversi punti di vista, quello di chi crea un piatto e quello di chi lo assapora.
Ogni capitolo, ho capito successivamente, ripercorrendo a tappe la vita degli autori, attraverso ricordi, esperienze, episodi, ricette e divagazioni varie mi avrebbe regalato qualche piccolo segreto e/o emozione.
A rendere il “piatto” più appetibile ecco le ricette degli autori poste alla fine di ogni capitolo e vi assicuro se quelle di Roscia sono più semplici e tradizionali, quelle di Batavia - accompagnate da disegni illustrativi - son dei piccoli gioielli che fanno scuola.
Ho preso spunto proprio da uno di questi gioielli per elaborare questo gustoso e semplice antipasto:
Piccoli carciofi con il pane grattugiato, ricetta cui (pur non volendo) ho apportato qualche piccola modifica.
Di seguito riporto la ricetta originale, tra parentesi troverete le mie piccole modifiche.
Ingredienti:
4 carciofi
100 g di pane raffermo
3 cucchiai di olio extravergine di oliva
50 g di capperi
30 g di acciughe
2 alici fresche
1 spicchio d’aglio
Limone
Prezzemolo, alloro e rosmarino
Pulite accuratamente i carciofi. Eliminate le foglie più esterne ed una parte del gambo (io l’ho eliminato tutto perché se no non stavano in piedi) e, con l’aiuto di un coltellino dalla punta ricurva, raschiate via la barba e le foglie spinose centrali. Tenete i carciofi a bagno per qualche ora in acqua prezzemolo e limone, per evitare che anneriscano. Tagliate in piccoli pezzi il pane raffermo e fatelo rosolare in una padella con tre cucchiai di olio extravergine d’oliva, uno spicchio d’aglio, un rametto di rosmarino e qualche foglia di alloro. Lasciatelo raffreddare e trituratelo molto finemente. Preparate la farcia con i capperi, le acciughe, l’olio, il prezzemolo e le alici (che non avevo ed ho omesso). Impastate ed unite il pane grattugiato facendo amalgamare bene il tutto. Farcite i carciofi (dopo averli appena sbollentati perché temevo restassero duretti) e lasciateli cuocere in forno a 170° per 12 minuti.
Il disegno è fantastico e spiega il modo di servirli, c’è un cubo di vetro, che in effetti è un rettangolo, e i quattro carciofi sopra allineati.

Chef & Gourmet

La cosa che prima facie mi ha attratto in questo libro, edito da Daniela Piazza, è stato il sottotitolo “Diario Semiserio di un grande cuoco e di un discreto gourmet”, posso garantirvi che la mia attenzione è stata in particolare catturata da quel discreto buongustaio. Ho letto i nomi degli autori ed ho iniziato ad intravedere qualcosa di più. Di Nicola Batavia e del suo ‘L Birichin avevo già sentito (e molto bene tra l’altro) parlare, di Massimo Roscia confesso non ricordavo granché, seppure adesso col solito senno di poi mi torna alla mente qualcosa.
Ho aperto il libro ed ho iniziato a leggere… sono rimasta letteralmente folgorata dalle sensazioni espresse nel primo capitolo da Massimo Roscia, quell’intuizione, quell’aspettativa e quelle emozioni che l’autore descrive, con riguardo alla prima cena a ‘L Birichin ed al conseguente primo incontro con il patron del locale, ho sentito che mi accomunavano a lui.
Son passata con voracità al secondo capitolo, scritto da Nicola Batavia ed ecco la vera e propria immersione nella cucina, nel movimento e nella testa dello chef. L’incontro di due mondi paralleli raccontato dai due diversi punti di vista, quello di chi crea un piatto e quello di chi lo assapora.
Ogni capitolo, ho capito successivamente, ripercorrendo a tappe la vita degli autori, attraverso ricordi, esperienze, episodi, ricette e divagazioni varie mi avrebbe regalato qualche piccolo segreto e/o emozione.
A rendere il “piatto” più appetibile ecco le ricette degli autori poste alla fine di ogni capitolo e vi assicuro se quelle di Roscia sono più semplici e tradizionali, quelle di Batavia - accompagnate da disegni illustrativi - son dei piccoli gioielli che fanno scuola.
Ho preso spunto proprio da uno di questi gioielli per elaborare questo gustoso e semplice antipasto:
Piccoli carciofi con il pane grattugiato, ricetta cui (pur non volendo) ho apportato qualche piccola modifica.
Di seguito riporto la ricetta originale, tra parentesi troverete le mie piccole modifiche.
Ingredienti:
4 carciofi
100 g di pane raffermo
3 cucchiai di olio extravergine di oliva
50 g di capperi
30 g di acciughe
2 alici fresche
1 spicchio d’aglio
Limone
Prezzemolo, alloro e rosmarino
Pulite accuratamente i carciofi. Eliminate le foglie più esterne ed una parte del gambo (io l’ho eliminato tutto perché se no non stavano in piedi) e, con l’aiuto di un coltellino dalla punta ricurva, raschiate via la barba e le foglie spinose centrali. Tenete i carciofi a bagno per qualche ora in acqua prezzemolo e limone, per evitare che anneriscano. Tagliate in piccoli pezzi il pane raffermo e fatelo rosolare in una padella con tre cucchiai di olio extravergine d’oliva, uno spicchio d’aglio, un rametto di rosmarino e qualche foglia di alloro. Lasciatelo raffreddare e trituratelo molto finemente. Preparate la farcia con i capperi, le acciughe, l’olio, il prezzemolo e le alici (che non avevo ed ho omesso). Impastate ed unite il pane grattugiato facendo amalgamare bene il tutto. Farcite i carciofi (dopo averli appena sbollentati perché temevo restassero duretti) e lasciateli cuocere in forno a 170° per 12 minuti.
Il disegno è fantastico e spiega il modo di servirli, c’è un cubo di vetro, che in effetti è un rettangolo, e i quattro carciofi sopra allineati.

2009-02-10

Tazzine di crema all'arancia

Un dessert facile facile per concludere in dolcezza una cena. Una semplicissima crema all'arancia per cogliere appieno il gusto della stagione, da servire fredda in tazza accompagnata da biscotti speziati e cioccolato fondente.
Ingredienti per 6 tazzine
Per la crema:
2 arance
4 uova grandi
175 g di zucchero semolato
125 g di panna fresca
Per competare:
12 biscotti allo zenzero
60 g di cioccolato fondente
Mescoliamo le uova con lo zucchero, uniamo il succo delle arance filtrato e la panna. Cuociamo a bagnomaria finché si addensa. Poi versiamo nelle tazzine e lasciamo raffreddare in frigorifero. Al momento di servire completiamo con il cioccolato e i biscotti.

Tazzine di crema all'arancia

Un dessert facile facile per concludere in dolcezza una cena. Una semplicissima crema all'arancia per cogliere appieno il gusto della stagione, da servire fredda in tazza accompagnata da biscotti speziati e cioccolato fondente.
Ingredienti per 6 tazzine
Per la crema:
2 arance
4 uova grandi
175 g di zucchero semolato
125 g di panna fresca
Per competare:
12 biscotti allo zenzero
60 g di cioccolato fondente
Mescoliamo le uova con lo zucchero, uniamo il succo delle arance filtrato e la panna. Cuociamo a bagnomaria finché si addensa. Poi versiamo nelle tazzine e lasciamo raffreddare in frigorifero. Al momento di servire completiamo con il cioccolato e i biscotti.

2009-02-09

Le uova di Parisi alla maniera di Buso

Il titolo è un programma ma la ricetta è di una semplicità disarmante. L’unica difficoltà… la ricerca della materia prima, d’eccellenza ovviamente!
Voglio fare una piccola premessa, nell’ultimo libro di Jamie Oliver trova posto un capitolo dedicato alle uova leggendo il quale ho capito molte cose, prima fra tutte che spesso frettolosamente al supermercato buttiamo nel carrello la prima confezione di uova che ci capita a tiro, guardando magari la scadenza e la grandezza del prodotto, senza però prestare nessuna attenzione a quella sigla stampigliata sulle uova ed in particolare a quel numeretto iniziale. Se però ci chiediamo come vengono allevate ste povere galline in gabbia e cerchiamo di darci una risposta credo che la prossima volta presteremo più attenzione a quello che acquistiamo.
Quindi perché non spendere qualche centesimo in più per un prodotto migliore?
Da queste riflessioni è partita la mia ricerca verso le uova migliori esistenti sul mercato e la ricerca è approdata su Esperya dove ho potuto ordinare le uova di Paolo Parisi…dal guscio bianchissimo e dal sapore eccellente che non ho voluto manipolare troppo per assaporarle in tutta la loro semplicità.
Mi è venuta in soccorso una gustosa ricetta di Stefano Buso letta appunto nel suo Mangiabbinando, che ho lievemente modificato secondo il mio gusto. L’originale prevedeva delle uova al tegamino ripassate in forno con pangrattato, paprica e parmigiano, le mie son diventante delle uova in camicia ripassate in forno con gli stessi ingredienti, per prepararle occorrono pochissimi minuti del vostro tempo ed il risultato, son sicura, vi ripagherà alla grande.
Ingredienti per 2:
2 uova da allevamento biologico
2 cucchiaini di olio
2 cucchiaini di pangrattato
2 cucchiani di parmigiano
1 cucchiaino di paprica dolce
Sale
Prepariamo le uova in camicia, vi assicuro non è difficile basta impratichirsi un po’. Portiamo a bollore dell’acqua in una pentola dai bordi alti, quando l’acqua bolle versiamo un uovo in una tazzina e formando con una frusta un mulinello d’acqua versiamolo al centro dello stesso, in pochissimi minuti l’albume si rapprenderà attorno al tuorlo che resterà cremoso e l’uovo sarà pronto, adagiamolo in una teglina dove avremo versato un cucchiaino d’olio e procediamo allo stesso modo con l’altro uovo.
Mescoliamo parmigiano pangrattato e paprica e versiamoli sulle due uova, cospargiamo con un pizzico di sale ed inforniamo per 5 minuti a 180°. Una favola…

P.S. Un piccolo vademecum per il lettore distratto: la cifra 0 stampigliata all’inizio della sigla sulle uova indica uova da allevamento biologico, la cifra 1 uova da allevamento all’aperto, il 2 uova da allevamento a terra (al chiuso) e il 3 infine le uova da batteria, ovvero di galline allevate in gabbia.