2008-02-05

M'illunino di meno: il risotto pochi chilometri

Ma come mi è venuto in mente questo titolo ancora non lo so, comunque riflettendoci un poco per aderire all'iniziativa M'illumino di meno avevo pensato ad un piatto crudo dove quindi l'energia elettrica o il gas non venissero utilizzate, poi ci ho ripensato e mi son detta che senso ha lasciare il piatto crudo se poi gli ingredienti mi arrivano da Treviso piuttosto che da Nuoro o dalla Grecia con quel che comporta di dispendio energetico il trasporto degli stessi. Allora il miglior risparmio energetico l'averei avuto utilizzando prodotti reperibili a due passi da casa mia consumando poi il risultato finale, che richiede in fondo una ventina di minuti di cottura in totale, romanticamente a lume di candela.
Insomma a farla breve ho preparato un Risotto con gamberetti e porcini.

Vi sento già chiedere che c'entrano i pochi chilometri? C'entrano eccome pensate un poco che il riso utilizzato viene prodotto e commercializzato dall'azienda agricola Favella nella piana di Sibari a meno di venti chilomentri da casa mia e vi assicuro non ha nulla da invidiare al nordico Carnaroli o al mio preferito Vialone Nano, i gamberetti sono quelli di Schiavonea ed i porcini i nostri Silani, quando se ne trovano in abbondanza acquisto questi prodotti e li congelo centellinandone poi l'utilizzo in cucina.

Per due piatti di risotto:
2 tazzine da caffè colme di riso Karnak
1 tazza di gamberetti sgusciati
1 porcino fresco
1 spicchio d'aglio
olio extravergine d'oliva
brodo vegetale
50 ml di vino bianco secco
1 noce di burro
1 ciuffo di prezzemolo
sale e pepe q.b.

Scaldiamo un filo d'olio con l'aglio uniamo il fungo ridotto a piccole fettine e i gamberetti, facciamo appena rosolare poi aggiungiamo il riso e lasciamolo tostare mescolando con un mestolo di legno, sfumiamo col vino, poi portiamo a cottura con il brodo, aggiungendolo un pò alla volta. Aggiustiamo di sale e pepe poi mantechiamo col burro e serviamo dopo aver cosparso di prezzemolo sminuzzato.

M'illunino di meno: il risotto pochi chilometri

Ma come mi è venuto in mente questo titolo ancora non lo so, comunque riflettendoci un poco per aderire all'iniziativa M'illumino di meno avevo pensato ad un piatto crudo dove quindi l'energia elettrica o il gas non venissero utilizzate, poi ci ho ripensato e mi son detta che senso ha lasciare il piatto crudo se poi gli ingredienti mi arrivano da Treviso piuttosto che da Nuoro o dalla Grecia con quel che comporta di dispendio energetico il trasporto degli stessi. Allora il miglior risparmio energetico l'averei avuto utilizzando prodotti reperibili a due passi da casa mia consumando poi il risultato finale, che richiede in fondo una ventina di minuti di cottura in totale, romanticamente a lume di candela.
Insomma a farla breve ho preparato un Risotto con gamberetti e porcini.

Vi sento già chiedere che c'entrano i pochi chilometri? C'entrano eccome pensate un poco che il riso utilizzato viene prodotto e commercializzato dall'azienda agricola Favella nella piana di Sibari a meno di venti chilomentri da casa mia e vi assicuro non ha nulla da invidiare al nordico Carnaroli o al mio preferito Vialone Nano, i gamberetti sono quelli di Schiavonea ed i porcini i nostri Silani, quando se ne trovano in abbondanza acquisto questi prodotti e li congelo centellinandone poi l'utilizzo in cucina.

Per due piatti di risotto:
2 tazzine da caffè colme di riso Karnak
1 tazza di gamberetti sgusciati
1 porcino fresco
1 spicchio d'aglio
olio extravergine d'oliva
brodo vegetale
50 ml di vino bianco secco
1 noce di burro
1 ciuffo di prezzemolo
sale e pepe q.b.

Scaldiamo un filo d'olio con l'aglio uniamo il fungo ridotto a piccole fettine e i gamberetti, facciamo appena rosolare poi aggiungiamo il riso e lasciamolo tostare mescolando con un mestolo di legno, sfumiamo col vino, poi portiamo a cottura con il brodo, aggiungendolo un pò alla volta. Aggiustiamo di sale e pepe poi mantechiamo col burro e serviamo dopo aver cosparso di prezzemolo sminuzzato.

2008-02-04

Chiacchiere salate?

Si dice che a Carnevale ogni scherzo vale e così ieri ho voluto fare uno scherzo ai miei commensali portando in tavola al momento dell'antipasto un piatto di chiacchiere, mi hanno guardata un pò male ma quando hanno capito che l'apparenza ingannava hanno molto gradito l'abbinamento con il salame di Felino, la mortadella Bologna e la ricotta di Bufala. Veramente uno stuzzichino accattivante. Voi cosa ne pensate volete provare a proporle per il pranzo di martedì grasso? Ecco la ricetta:

250 g di farina 00
2 uova piccole
2 cucchiai di vino bianco secco
45 g di burro
1 pizzico di bicarbonato
sale e pepe q.b.
2 cucchiaiate di parmigiano reggiano grattugiato
olio extravergine d'oliva per friggere
Impastate tutti gli ingredienti tranne il parmigiano e poi stendete l'impasto ottenuto col matterello in una sfoglia sottilissima, ricavatene dei rettangolini con il tagliapasta dentellato e friggeteli nell'olio caldissimo, sgocciolateli su carta assorbente e poi metteteli in un bel piatto cospargendoli di sale e parmigiano grattugiato. Servite subito con salumi e formaggi misti.

Chiacchiere salate?

Si dice che a Carnevale ogni scherzo vale e così ieri ho voluto fare uno scherzo ai miei commensali portando in tavola al momento dell'antipasto un piatto di chiacchiere, mi hanno guardata un pò male ma quando hanno capito che l'apparenza ingannava hanno molto gradito l'abbinamento con il salame di Felino, la mortadella Bologna e la ricotta di Bufala. Veramente uno stuzzichino accattivante. Voi cosa ne pensate volete provare a proporle per il pranzo di martedì grasso? Ecco la ricetta:

250 g di farina 00
2 uova piccole
2 cucchiai di vino bianco secco
45 g di burro
1 pizzico di bicarbonato
sale e pepe q.b.
2 cucchiaiate di parmigiano reggiano grattugiato
olio extravergine d'oliva per friggere
Impastate tutti gli ingredienti tranne il parmigiano e poi stendete l'impasto ottenuto col matterello in una sfoglia sottilissima, ricavatene dei rettangolini con il tagliapasta dentellato e friggeteli nell'olio caldissimo, sgocciolateli su carta assorbente e poi metteteli in un bel piatto cospargendoli di sale e parmigiano grattugiato. Servite subito con salumi e formaggi misti.

Un gusto nella mente di Dio: il nuovo meme

Tutto parte da una frase tratta di Gola di Jhon Lanchester “In altre parole la ricetta suddetta dimostra che agnello e albicocche sono una di quelle combinazioni coesistenti da sempre in un rapporto che non è di semplice complementarietà ma sembra partecipe di un più alto ordine di ineluttabilità: un gusto nella mente di Dio. Simili accostamenti possiedono la qualità di una scoperta logica: bacon e uova, riso e salsa di soia, Sauternes e foie gras, tartufi bianchi e tagliolini, steak-frites, fragole e panna, agnello e aglio, Armagnac e prugne, zuppa di pesce e rouille, pollo e funghi.” pare ne sia venuto fuori un meme che ho trovato subito simpatico e che Adina ha pensato bene di girarmi per farmi divertire un poco, in pratica come si intuisce dalla frase riportata bisogna accoppiare mentalmente dei cibi che secondo noi si completano a vicenda rasentando la perfezione. Gli accoppiamenti devono essere 15, bè provo a rispondere:
1)Brie e speck
2) Gorgonzola e noci
3) Melanzane e ricotta salata
4) Arance e pecorino romano (con pepe nero)
5) Rhum e mela
6) Pere e cioccolato
7) Pane e mortadella
8) Amarena sciroppata e crema pasticcera
9)Fragole e panna
10) Cioccolato bianco e liquirizia
11) Menta e cioccolato fondente
12) Albicocca e cioccolato
13) Ricotta e canditi
14) Zucca e rosmarino
15) Salmone e prosecco
Pare che io abbia terminato, ho l'acquolina in bocca, e passo la palla a Grazia, Ady, Francesca, Moscerino, Elisa e chi altri voglia rispondere.

Un gusto nella mente di Dio: il nuovo meme

Tutto parte da una frase tratta di Gola di Jhon Lanchester “In altre parole la ricetta suddetta dimostra che agnello e albicocche sono una di quelle combinazioni coesistenti da sempre in un rapporto che non è di semplice complementarietà ma sembra partecipe di un più alto ordine di ineluttabilità: un gusto nella mente di Dio. Simili accostamenti possiedono la qualità di una scoperta logica: bacon e uova, riso e salsa di soia, Sauternes e foie gras, tartufi bianchi e tagliolini, steak-frites, fragole e panna, agnello e aglio, Armagnac e prugne, zuppa di pesce e rouille, pollo e funghi.” pare ne sia venuto fuori un meme che ho trovato subito simpatico e che Adina ha pensato bene di girarmi per farmi divertire un poco, in pratica come si intuisce dalla frase riportata bisogna accoppiare mentalmente dei cibi che secondo noi si completano a vicenda rasentando la perfezione. Gli accoppiamenti devono essere 15, bè provo a rispondere:
1)Brie e speck
2) Gorgonzola e noci
3) Melanzane e ricotta salata
4) Arance e pecorino romano (con pepe nero)
5) Rhum e mela
6) Pere e cioccolato
7) Pane e mortadella
8) Amarena sciroppata e crema pasticcera
9)Fragole e panna
10) Cioccolato bianco e liquirizia
11) Menta e cioccolato fondente
12) Albicocca e cioccolato
13) Ricotta e canditi
14) Zucca e rosmarino
15) Salmone e prosecco
Pare che io abbia terminato, ho l'acquolina in bocca, e passo la palla a Grazia, Ady, Francesca, Moscerino, Elisa e chi altri voglia rispondere.

2008-02-02

Krapfen versione mini

Nightfairy mi ha fatto venire una voglia irresistibile di Krapfen e così, messi da parte i miei buoni propositi di rinunciare agli eccessi, complice un invito a cena, ho pensato di farli visto, tra l'altro, che siamo a pieno titolo in periodo carnevalesco. Ecco allora i miei Krapfen che, per pura illusione di mangiarne di meno, ho fatto in versione mini. Non ho potuto seguire la ricetta di Nightfairy perchè non uso normalmente fiocchi di patate e non ne avevo quindi la disponibilità, ho usato la mia solita ricetta, va bè solita, li avrò fatti al massimo altre due volte, che poi siccome provo sempre nuove cose è difficile che mi ripeta nel breve periodo. Comunque sia è una ricetta che mi soddisfa alquanto e va benissimo anche per le ciambelle volendo.

Ingredienti per 30 mini Krapfen:
25 g di lievito di birra
2 dl di latte
400 g di farina 00
100 g di farina manitoba
80 g di burro
4 tuorli ed un albume
un cucchiaino più un pizzico di sale
1 bustina di vanillina
40 g di zucchero
crema o confettura a piacere per farcire
olio extravergine d'oliva per friggere
zucchero a velo per decorare

Innanzitutto occorre preparare una sorta di pastello con il lievito sciolto in metà del latte tiepido, 100 g di farina e 1 cucchiaino di sale. Lasciamo lievitare per due ore circa. Poi facciamo la fontana con la restante farina, mettiamo al centro il lievito fementato, l'altra metà del latte, il burro fuso, i tuorli e l'albume, la vanillina, un altro pizzichino di sale e lo zucchero. Lavoriamo bene l'impasto e formiamo una palla, lasciamola lievitare in luogo tiepido per altre due ore. Poi stendiamola sulla spianatoia con il matterello ad uno spessore di qualche millimetro e ritagliamo con un tagliapasta dei dischetti di 5 cm di diametro, poniamo al centro della metà di essi un pochino di crema o confettura e copriamo, dopo aver inumidito i bordi dei dischetti con un pennellino intinto d'acqua, con l'altra metà dei dischi. Lasciamo riposare ancora per mezz'ora e poi friggiamo in olio bollente. Spolverizziamo di zucchero a velo e gustiamo ancora tiepidi o, se preparati in anticipo, dopo averli un pò intiepiditi nel forno o anche nel microonde.
Io ho usato per farcire crema al cioccolato preparata in casa ma sono eccezionali anche con la confettura di albicocche.

Krapfen versione mini

Nightfairy mi ha fatto venire una voglia irresistibile di Krapfen e così, messi da parte i miei buoni propositi di rinunciare agli eccessi, complice un invito a cena, ho pensato di farli visto, tra l'altro, che siamo a pieno titolo in periodo carnevalesco. Ecco allora i miei Krapfen che, per pura illusione di mangiarne di meno, ho fatto in versione mini. Non ho potuto seguire la ricetta di Nightfairy perchè non uso normalmente fiocchi di patate e non ne avevo quindi la disponibilità, ho usato la mia solita ricetta, va bè solita, li avrò fatti al massimo altre due volte, che poi siccome provo sempre nuove cose è difficile che mi ripeta nel breve periodo. Comunque sia è una ricetta che mi soddisfa alquanto e va benissimo anche per le ciambelle volendo.

Ingredienti per 30 mini Krapfen:
25 g di lievito di birra
2 dl di latte
400 g di farina 00
100 g di farina manitoba
80 g di burro
4 tuorli ed un albume
un cucchiaino più un pizzico di sale
1 bustina di vanillina
40 g di zucchero
crema o confettura a piacere per farcire
olio extravergine d'oliva per friggere
zucchero a velo per decorare

Innanzitutto occorre preparare una sorta di pastello con il lievito sciolto in metà del latte tiepido, 100 g di farina e 1 cucchiaino di sale. Lasciamo lievitare per due ore circa. Poi facciamo la fontana con la restante farina, mettiamo al centro il lievito fementato, l'altra metà del latte, il burro fuso, i tuorli e l'albume, la vanillina, un altro pizzichino di sale e lo zucchero. Lavoriamo bene l'impasto e formiamo una palla, lasciamola lievitare in luogo tiepido per altre due ore. Poi stendiamola sulla spianatoia con il matterello ad uno spessore di qualche millimetro e ritagliamo con un tagliapasta dei dischetti di 5 cm di diametro, poniamo al centro della metà di essi un pochino di crema o confettura e copriamo, dopo aver inumidito i bordi dei dischetti con un pennellino intinto d'acqua, con l'altra metà dei dischi. Lasciamo riposare ancora per mezz'ora e poi friggiamo in olio bollente. Spolverizziamo di zucchero a velo e gustiamo ancora tiepidi o, se preparati in anticipo, dopo averli un pò intiepiditi nel forno o anche nel microonde.
Io ho usato per farcire crema al cioccolato preparata in casa ma sono eccezionali anche con la confettura di albicocche.

2008-01-31

Eclairs ai pistacchi

Pare, ma non voglio dirlo ad alta voce per tema di smentita, che io abbia ricucito il mio conflittuale rapporto con la pasta choux, finalmente ho capito che non devo cambiare ricetta che questa è quella giusta dato che anche stavolta il risultato è stato conforme alle mie aspettative al primo colpo. In fondo i bignè sono come la bicicletta una volta che hai imparato ad andarci non dimentichi facilmente.
Non è che adesso mi daranno la laurea in pasticceria però non mi posso lamentare a giudicare dai volti estasiati di chi ha assaggiato il risultato.
Diciamo che al di là dell'involucro stavolta ho voluto esagerare con la bontà del ripieno. Avevo acquistato in una fornita gastronomia una vaschettina di Pistacchi di Bronte (ultimo raccolto), una prelibatezza, e così mi sono ricordata che su un qualche numero di Cucina Italiana avevo trovato e messo da parte in attesa di provarla la ricetta della crema di pistacchi del maestro (che per me lo è sempre) Walter Pedrazzi, così mentre i bignè cuocevano io frullavo a tutta velocità i miei profumati pistacchi.
Per 20- 22 eclairs occorrono:
250 g di acqua
100 g di burro
150 g di farina
1 pizzico di sale
3 uova
Per la crema:
50 g di pistacchi pelati
500 g di latte
un pezzetto di vaniglia
4 tuorli
150 g di zucchero
40 g di farina
Per decorare:
100 g di zucchero a velo
3-4 cucchiai di acqua
pochissimo colorante verde
Il procedimento degli eclairs è lo stesso dei bignè, solo che una volta messo il composto nella sacca da pasticcere con bocchetta spizzata formiamo della placca dei bastoncini lunghi, che in cottura si gonfieranno prendendo la classica forma.
Per la crema frulliamo i pistacchi con 50 g di latte, uniamoli al resto del latte scaldato con la vaniglia e poi con essso stemperiamo i tuorli già mescolati allo zucchero e alla farina, portiamo a cottura a fuoco dolce, meglio se a bagnomaria per evitare abrasioni. A fine cottura copriamo con pellicola a contatto di modo che non si formi la crosticina.
Una volta freddi gli eclairs e la crema passiamo a farcire ognuno tagliandolo orizzontalmente, facendo molta attenzione a non rovinarli. Infine prepariamo la glassa con lo zucchero, l'acqua ed un pò di colorante (il mio forse era troppo) e lasciamoli asciugare prima di servirli, sempre che abbiate la forza di aspettare.

Eclairs ai pistacchi

Pare, ma non voglio dirlo ad alta voce per tema di smentita, che io abbia ricucito il mio conflittuale rapporto con la pasta choux, finalmente ho capito che non devo cambiare ricetta che questa è quella giusta dato che anche stavolta il risultato è stato conforme alle mie aspettative al primo colpo. In fondo i bignè sono come la bicicletta una volta che hai imparato ad andarci non dimentichi facilmente.
Non è che adesso mi daranno la laurea in pasticceria però non mi posso lamentare a giudicare dai volti estasiati di chi ha assaggiato il risultato.
Diciamo che al di là dell'involucro stavolta ho voluto esagerare con la bontà del ripieno. Avevo acquistato in una fornita gastronomia una vaschettina di Pistacchi di Bronte (ultimo raccolto), una prelibatezza, e così mi sono ricordata che su un qualche numero di Cucina Italiana avevo trovato e messo da parte in attesa di provarla la ricetta della crema di pistacchi del maestro (che per me lo è sempre) Walter Pedrazzi, così mentre i bignè cuocevano io frullavo a tutta velocità i miei profumati pistacchi.
Per 20- 22 eclairs occorrono:
250 g di acqua
100 g di burro
150 g di farina
1 pizzico di sale
3 uova
Per la crema:
50 g di pistacchi pelati
500 g di latte
un pezzetto di vaniglia
4 tuorli
150 g di zucchero
40 g di farina
Per decorare:
100 g di zucchero a velo
3-4 cucchiai di acqua
pochissimo colorante verde
Il procedimento degli eclairs è lo stesso dei bignè, solo che una volta messo il composto nella sacca da pasticcere con bocchetta spizzata formiamo della placca dei bastoncini lunghi, che in cottura si gonfieranno prendendo la classica forma.
Per la crema frulliamo i pistacchi con 50 g di latte, uniamoli al resto del latte scaldato con la vaniglia e poi con essso stemperiamo i tuorli già mescolati allo zucchero e alla farina, portiamo a cottura a fuoco dolce, meglio se a bagnomaria per evitare abrasioni. A fine cottura copriamo con pellicola a contatto di modo che non si formi la crosticina.
Una volta freddi gli eclairs e la crema passiamo a farcire ognuno tagliandolo orizzontalmente, facendo molta attenzione a non rovinarli. Infine prepariamo la glassa con lo zucchero, l'acqua ed un pò di colorante (il mio forse era troppo) e lasciamoli asciugare prima di servirli, sempre che abbiate la forza di aspettare.

2008-01-30

Brodo ricco di terra e di mare

Dopo un periodo prevalentemente dolce ecco una delle mie zuppette confortanti, una di quelle da preparasi e gustarsi in solitudine o da presentare agli amici in una fredda sera invernale al posto del classico piatto di spaghetti per stupirli un poco. L'idea viene da un numero di Cucina Italiana rielaborata fino a trovare la mia formula.
Vi lascio la dose minima per tre aumentabile secondo le necessità:
500 g circa di gamberoni
3 patate medie
1/2 cipolla bionda
1 costa di sedano
1 carota
alloro
brandy
1 l di acqua
1/2 bicchiere di vino bianco secco
sale alle erbe aromatiche di Cervia
olio extravergine d'oliva
1 spicchio d'aglio
pepe nero e peperoncino piccante
crostini di pane casereccio
Utilizzo la cottura a pressione però se non amate usarla procedete pure in modo tradizionale aumentando i tempi di cottura.
Stacchiamo le teste dei gamberoni e mettiamole nella pentola a pressione con la cipolla tritata ed un filo d'olio rosoliamole qualche minuto poi sfumiamole con un pò di brandy poi uniamo il sedano, la carota e l'acqua copriamo col coperchio e lasciamo cuocere per 15 minuti dal fischio. Passiamo poi il brodo attraverso un colino schiacciando le teste, rimettiamolo nella pentola (tenendone da parte mezzo bicchiere) aggiungiamo una foglia di alloro e le patate pelate e tagliate a cubetti, copriamo di nuovo e lasciamo cuocere altri 10 minuti dal fischio. Poi scopriamo saliamo, pepiamo e frulliamo tutto. Intanto rosoliamo l'aglio in un filo d'olio uniamo le code dei gamberoni alle quali avremo tolto il guscio, lasciando la codina attaccata, ed il filo. Sfumiamo col vino, uniamo una foglia d'alloro, un peperoncino piccante ed il brodo tenuto da parte, lasciamo restringere e poi regoliamo di sale. Versiamo il nostro brodo nelle ciotole, completiamo con i gamberoni, i crostini di pane ed un filo d'olio. Secondo il mio gusto ritengo sia eccezionale.
Prima di chiudere vi lascio un piccolo appunto sui gamberi, sapete riconoscere quando sono freschi? Non devono avere odore di ammoniaca e la coda deve essere arrotolata e non distesa. Inoltre, al contrario di altri alimenti mantengono le loro buone caratteristiche anche da surgelati per cui via libera anche al surgelato, di qualità però mi raccomando!

Brodo ricco di terra e di mare

Dopo un periodo prevalentemente dolce ecco una delle mie zuppette confortanti, una di quelle da preparasi e gustarsi in solitudine o da presentare agli amici in una fredda sera invernale al posto del classico piatto di spaghetti per stupirli un poco. L'idea viene da un numero di Cucina Italiana rielaborata fino a trovare la mia formula.
Vi lascio la dose minima per tre aumentabile secondo le necessità:
500 g circa di gamberoni
3 patate medie
1/2 cipolla bionda
1 costa di sedano
1 carota
alloro
brandy
1 l di acqua
1/2 bicchiere di vino bianco secco
sale alle erbe aromatiche di Cervia
olio extravergine d'oliva
1 spicchio d'aglio
pepe nero e peperoncino piccante
crostini di pane casereccio
Utilizzo la cottura a pressione però se non amate usarla procedete pure in modo tradizionale aumentando i tempi di cottura.
Stacchiamo le teste dei gamberoni e mettiamole nella pentola a pressione con la cipolla tritata ed un filo d'olio rosoliamole qualche minuto poi sfumiamole con un pò di brandy poi uniamo il sedano, la carota e l'acqua copriamo col coperchio e lasciamo cuocere per 15 minuti dal fischio. Passiamo poi il brodo attraverso un colino schiacciando le teste, rimettiamolo nella pentola (tenendone da parte mezzo bicchiere) aggiungiamo una foglia di alloro e le patate pelate e tagliate a cubetti, copriamo di nuovo e lasciamo cuocere altri 10 minuti dal fischio. Poi scopriamo saliamo, pepiamo e frulliamo tutto. Intanto rosoliamo l'aglio in un filo d'olio uniamo le code dei gamberoni alle quali avremo tolto il guscio, lasciando la codina attaccata, ed il filo. Sfumiamo col vino, uniamo una foglia d'alloro, un peperoncino piccante ed il brodo tenuto da parte, lasciamo restringere e poi regoliamo di sale. Versiamo il nostro brodo nelle ciotole, completiamo con i gamberoni, i crostini di pane ed un filo d'olio. Secondo il mio gusto ritengo sia eccezionale.
Prima di chiudere vi lascio un piccolo appunto sui gamberi, sapete riconoscere quando sono freschi? Non devono avere odore di ammoniaca e la coda deve essere arrotolata e non distesa. Inoltre, al contrario di altri alimenti mantengono le loro buone caratteristiche anche da surgelati per cui via libera anche al surgelato, di qualità però mi raccomando!

2008-01-29

Assenza giustificata

Ho trovato molti commenti e molti inviti a visitare blog nei quali ho ricevuto premi virtuali, ringrazio tutti ma veramente tutti per queste gradite manifestazioni di affetto che spero di ricambiare al più presto. Lo so che tre giorni di lontananza dal mio blog non sono normali per me e volevo giusto dirvi che si è trattato di un' assenza giustificata.
Giustificata appunto dal terzo compleanno della mia dolce nipotina Rebecca, ragione per cui ho fatto una breve incursione nella mia diletta Modena.
Ecco a voi la torta che ho preparato per il compleaanno della pupa: un prato fiorito con Minnie in bella mostra tra pacchetti regalo, proprio come Rebecca voleva.
Più in basso ancora trovate invece la torta che ho preparato qualche giorno fa per il compleanno di F. e che non ho avuto il tempo di postare prima della partenza, entrambe decorate con la ormai solita tecnica del fondente di zucchero che ho sperimentato per la prima volta nella realizzazione della Torta cuore.

Insomma passo tra un poco a ritirare i premi che mi sono stati assegnati da
Marinella, Ady, Moscerino, Grazia e Francesca e vi invito a tornare domani per una nuova ricetta.