2015-02-23

Il miele, la liquirizia Amarelli e nuovi esperimenti creativi

Mi piacciono i libri dedicati ad un singolo ingrediente, trovo interessante affrontare un argomento da tutte le sfaccettature che ci si possano presentare. Oggi voglio parlarvi di due ingredienti che ho utilizzato per la mia ricetta, il miele e la liquirizia e di due recenti pubblicazioni a loro dedicate.
Dottor Miele di Eva Crane è stato pubblicato da Orme Tarka e ci racconta tutto ma proprio tutto sul miele: storia, leggende, cucina, salute bellezza, longevità ...e altro ancora. Il miele, alimento antichissimo, ricco e completo, fa davvero bene a tutti e lo si può scoprire tra le pagine di questo ricchissimo volume che porta la firma della Crane un'autorità mondiale nel campo dell'apicoltura e dei prodotti delle api e del miele. Un testo piacevole oltre che un indispensabile vademecum in cui alle nozioni di farmacologia, cosmetica e cucina si aggiungono consigli pratici per chi personalmente vuole dedicarsi all'apicoltura e tanti aneddoti e leggende sul miele.
Un'altra firma autorevole è quella di Giuseppe Amarelli che dà voce alla storia della sua famiglia e dell'azienda omonima nel suo Liquirizia pubblicato da Rubbettino, un ricettario romanzato di un'insolita radice recita il sottotitolo. Liquirizia e Amarelli per noi calabresi sono sempre stati sinonimi ecco perché mi sembra assolutamente normale ritrovare nel libro, in una piacevole commistione, la storia della radice di liquirizia e della famiglia che per me la rappresenta.
La prima sezione del libro è dedicata alla storia della famiglia Amarelli, quasi un romanzo autobiografico il racconto di uno spaccato dolce e nostalgico di quest' antica famiglia calabrese; nella seconda parte si parla della liquirizia e dell'impresa familiare Amarelli che ad essa ha legato il proprio fortunato destino. Il resto del libro è più prettamente di cucina riportando nella terza sezione ricette originali, facili e divertenti per utilizzare la liquirizia in cucina. La creatività prende il sopravvento nell'ultima sezione in cui sono riportate le ricette a base di liquirizia di grandi chef, piccoli cuochi talentuosi e anche blogger creativi.
Che vi posso dire se non di essere orgogliosa quando vedo una pubblicazione come questa di Rubbettino, all'orgoglio stavolta si è aggiunta la meraviglia quando ho scoperto che nelle ricette creative a base di liquirizia dei principali blogger italiani uno spazio è stato riservato anche al mio blog. Davvero onorata dopo otto anni di lavoro speso nel coltivare questo blog di essere citata in un volume di tale pregio, ringrazio pubblicamente lo scrittore e l'editore e ricambio affettuosamente con una nuova ricetta: un Filetto di pollo al miele e liquirizia con passata di sedano rapa. Una ricetta semplice da realizzare, dal gusto delicato e sorprendente che lascia alla carne una tenerezza inaspettata.
 Filetto di pollo al miele e liquirizia con passata di sedano rapa
 Ingredienti per 4 persone
1 petto di pollo diviso in due filetti
1 cucchiaio di polvere di liquirizia
1 cucchiaio di miele
1/2 bicchiere di vino bianco
olio extravergine d'oliva
sale e pepe bianco
1/2 cipolla bionda 
1 sedano rapa
Marinare per un paio d'ore i filetti di pollo con la polvere di liquirizia, il miele, il sale e un filo d'olio.
Tritare la cipolla pelare il sedano rapa e ridurlo a cubetti per agevolare la cottura, saltarlo in padello con la cipolla e un filo d'olio finché risulterà morbido. Tenerlo da parte e, nello stesso tegame, rosolare i filetti pollo scolati dalla marinata, sfumare con il vino, poi aggiungere il sedano rapa e mezzo bicchiere d'acqua e lasciar cuocere altri dieci minuti circa, quando il fondo è ristretto togliere i filetti e tenerli in caldo avvolti in stagnola, passare il fondo con il frullatore ad immersione e servire con i petti di pollo affettati in diagonale.

Il miele, la liquirizia Amarelli e nuovi esperimenti creativi

Mi piacciono i libri dedicati ad un singolo ingrediente, trovo interessante affrontare un argomento da tutte le sfaccettature che ci si possano presentare. Oggi voglio parlarvi di due ingredienti che ho utilizzato per la mia ricetta, il miele e la liquirizia e di due recenti pubblicazioni a loro dedicate.
Dottor Miele di Eva Crane è stato pubblicato da Orme Tarka e ci racconta tutto ma proprio tutto sul miele: storia, leggende, cucina, salute bellezza, longevità ...e altro ancora. Il miele, alimento antichissimo, ricco e completo, fa davvero bene a tutti e lo si può scoprire tra le pagine di questo ricchissimo volume che porta la firma della Crane un'autorità mondiale nel campo dell'apicoltura e dei prodotti delle api e del miele. Un testo piacevole oltre che un indispensabile vademecum in cui alle nozioni di farmacologia, cosmetica e cucina si aggiungono consigli pratici per chi personalmente vuole dedicarsi all'apicoltura e tanti aneddoti e leggende sul miele.
Un'altra firma autorevole è quella di Giuseppe Amarelli che dà voce alla storia della sua famiglia e dell'azienda omonima nel suo Liquirizia pubblicato da Rubbettino, un ricettario romanzato di un'insolita radice recita il sottotitolo. Liquirizia e Amarelli per noi calabresi sono sempre stati sinonimi ecco perché mi sembra assolutamente normale ritrovare nel libro, in una piacevole commistione, la storia della radice di liquirizia e della famiglia che per me la rappresenta.
La prima sezione del libro è dedicata alla storia della famiglia Amarelli, quasi un romanzo autobiografico il racconto di uno spaccato dolce e nostalgico di quest' antica famiglia calabrese; nella seconda parte si parla della liquirizia e dell'impresa familiare Amarelli che ad essa ha legato il proprio fortunato destino. Il resto del libro è più prettamente di cucina riportando nella terza sezione ricette originali, facili e divertenti per utilizzare la liquirizia in cucina. La creatività prende il sopravvento nell'ultima sezione in cui sono riportate le ricette a base di liquirizia di grandi chef, piccoli cuochi talentuosi e anche blogger creativi.
Che vi posso dire se non di essere orgogliosa quando vedo una pubblicazione come questa di Rubbettino, all'orgoglio stavolta si è aggiunta la meraviglia quando ho scoperto che nelle ricette creative a base di liquirizia dei principali blogger italiani uno spazio è stato riservato anche al mio blog. Davvero onorata dopo otto anni di lavoro speso nel coltivare questo blog di essere citata in un volume di tale pregio, ringrazio pubblicamente lo scrittore e l'editore e ricambio affettuosamente con una nuova ricetta: un Filetto di pollo al miele e liquirizia con passata di sedano rapa. Una ricetta semplice da realizzare, dal gusto delicato e sorprendente che lascia alla carne una tenerezza inaspettata.
 Filetto di pollo al miele e liquirizia con passata di sedano rapa
 Ingredienti per 4 persone
1 petto di pollo diviso in due filetti
1 cucchiaio di polvere di liquirizia
1 cucchiaio di miele
1/2 bicchiere di vino bianco
olio extravergine d'oliva
sale e pepe bianco
1/2 cipolla bionda 
1 sedano rapa
Marinare per un paio d'ore i filetti di pollo con la polvere di liquirizia, il miele, il sale e un filo d'olio.
Tritare la cipolla pelare il sedano rapa e ridurlo a cubetti per agevolare la cottura, saltarlo in padello con la cipolla e un filo d'olio finché risulterà morbido. Tenerlo da parte e, nello stesso tegame, rosolare i filetti pollo scolati dalla marinata, sfumare con il vino, poi aggiungere il sedano rapa e mezzo bicchiere d'acqua e lasciar cuocere altri dieci minuti circa, quando il fondo è ristretto togliere i filetti e tenerli in caldo avvolti in stagnola, passare il fondo con il frullatore ad immersione e servire con i petti di pollo affettati in diagonale.

2015-02-20

Cannelloni di magro con le noci

Pirofila La Porcellana Bianca
Mi sono sempre fidata di chi sulle confezioni dei propri prodotti mette la propria faccia, sui prodotti biologici di Girolomoni c'è il volto rassicurante e buono di Gino il fondatore dell'omonima cooperativa e prima ancora nel 1977 della più nota Alce Nero e poi della Montebello. Dal 1977 la cooperativa ne ha fatta di strada e Gino Girolomoni, da profeta del biologico, è diventato sempre di più un vero e proprio imprenditore, pur rimanendo nel profondo un poeta e un sognatore. Dal 2012 anno in cui Gino è scomparso la Montebello è diventata Girolomoni.
La pasta Girolomoni è prodotta con soli grani biologici italiani in un assortimento di formati davvero sorprendente. Oltre alla pasta di grano duro anche integrale, tricolore e trafilata al bronzo la Girolomoni produce anche pasta con grani antichi come la selezionata e nota semola Senatore Cappelli, la Graziella Ra® il Grano dei Faraoni e anche la Farro Triticum Dicoccum, il più antico dei grani.
Questa varietà e ricerca delle origini mi hanno fatto riflettere sulla qualità della pasta che spesso sottovalutiamo, pensiamo basti acquistare la buona qualità nella grande distribuzione (magari anche quella più pubblicizzata) per sentirci a posto con la coscienza. Acquistare la vera qualità spesso non costa molto di più e ripaga in benessere.
Per il piatto che vi presento oggi ho utilizzato i cannelloni Girolomoni, ma prima della semplicissima e golosa ricetta valorizzata con la Noce d'oro Il Noceto e le biete di campo vi lascio un aforisma di Gino Girolomoni per ricordarci della sua grandezza e semplicità:
“Mangiare non è soltanto trasformare e cuocere il cibo: è dono, spiritualità, amicizia, fraternità, bellezza, calore, colore, sapienza, profumo, semplicità, compagnia.” 
Cannelloni di magro con le noci
Ingredienti:
1 confezione di cannelloni
1/2 kg di bieta di campo
300 g di ricotta fresca
200 g di fiordilatte
1/2 litro di latte
15-16 noci
4 cucchiai di grana grattugiato
60 g di burro
30 g di farina
olio extravergine d'oliva
1 spicchio d'aglio
sale
pepe bianco
noce moscata
Sciogliere in un tegame 40 g di burro, unire la farina e lasciar cuocere senza che prenda colore, stemperare con il latte, sale, pepe e noce moscata e cuocere la salsa besciamella mescolando finché si addensa. Pulire la bieta e tagliarla a striscioline, saltarla in padella con olio e aglio, salare, eliminare l'aglio e tritare con il coltello la verdura cotta unirvi la ricotta frullata con la mozzarella e due cucchiaiate di besciamella, aggiungere due cucchi di grana. Riempire i cannelloni con la farcia preparata. Disporli in unico strato in una teglia unta con il burro restante, coprire con la besciamella, le noci tritate e il formaggio grana restante. Cuocere a 180° in forno ventilato, finché la superficie risulterà ben dorata.

Cannelloni di magro con le noci

Pirofila La Porcellana Bianca
Mi sono sempre fidata di chi sulle confezioni dei propri prodotti mette la propria faccia, sui prodotti biologici di Girolomoni c'è il volto rassicurante e buono di Gino il fondatore dell'omonima cooperativa e prima ancora nel 1977 della più nota Alce Nero e poi della Montebello. Dal 1977 la cooperativa ne ha fatta di strada e Gino Girolomoni, da profeta del biologico, è diventato sempre di più un vero e proprio imprenditore, pur rimanendo nel profondo un poeta e un sognatore. Dal 2012 anno in cui Gino è scomparso la Montebello è diventata Girolomoni.
La pasta Girolomoni è prodotta con soli grani biologici italiani in un assortimento di formati davvero sorprendente. Oltre alla pasta di grano duro anche integrale, tricolore e trafilata al bronzo la Girolomoni produce anche pasta con grani antichi come la selezionata e nota semola Senatore Cappelli, la Graziella Ra® il Grano dei Faraoni e anche la Farro Triticum Dicoccum, il più antico dei grani.
Questa varietà e ricerca delle origini mi hanno fatto riflettere sulla qualità della pasta che spesso sottovalutiamo, pensiamo basti acquistare la buona qualità nella grande distribuzione (magari anche quella più pubblicizzata) per sentirci a posto con la coscienza. Acquistare la vera qualità spesso non costa molto di più e ripaga in benessere.
Per il piatto che vi presento oggi ho utilizzato i cannelloni Girolomoni, ma prima della semplicissima e golosa ricetta valorizzata con la Noce d'oro Il Noceto e le biete di campo vi lascio un aforisma di Gino Girolomoni per ricordarci della sua grandezza e semplicità:
“Mangiare non è soltanto trasformare e cuocere il cibo: è dono, spiritualità, amicizia, fraternità, bellezza, calore, colore, sapienza, profumo, semplicità, compagnia.” 
Cannelloni di magro con le noci
Ingredienti:
1 confezione di cannelloni
1/2 kg di bieta di campo
300 g di ricotta fresca
200 g di fiordilatte
1/2 litro di latte
15-16 noci
4 cucchiai di grana grattugiato
60 g di burro
30 g di farina
olio extravergine d'oliva
1 spicchio d'aglio
sale
pepe bianco
noce moscata
Sciogliere in un tegame 40 g di burro, unire la farina e lasciar cuocere senza che prenda colore, stemperare con il latte, sale, pepe e noce moscata e cuocere la salsa besciamella mescolando finché si addensa. Pulire la bieta e tagliarla a striscioline, saltarla in padella con olio e aglio, salare, eliminare l'aglio e tritare con il coltello la verdura cotta unirvi la ricotta frullata con la mozzarella e due cucchiaiate di besciamella, aggiungere due cucchi di grana. Riempire i cannelloni con la farcia preparata. Disporli in unico strato in una teglia unta con il burro restante, coprire con la besciamella, le noci tritate e il formaggio grana restante. Cuocere a 180° in forno ventilato, finché la superficie risulterà ben dorata.

2015-02-19

La Locanda dei Cocomeri: agriturismo di charme


Vi invito a leggere il mio ultimo percorso del gusto su Diritto di Cronaca.
La Locanda dei Cocomeri è un agriturismo ubicato a circa quattro chilometri dallo svincolo autostradale di Montalto in un casolare di pietra di fiume dei primi del novecento ristrutturato ad arte in uno stile rustico e al contempo signorile.
 Il curato giardino esterno ricco di piante mediterranee invoglia alla sosta così come l'edificio invoglia ad entrare. Il nome, scelto per ricordare la naturale vocazione della zona alla coltivazione dei meloni, parla già di originalità e l'originalità la si ritrova anche nell'ambiente, lampade ed altri complementi d'arredo di stile moderno e urbano si sposano con caldi arredi rurali restituendo un ambiente accogliente ed un'atmosfera impareggiabile in grado di accogliere con il medesimo calore chi ha il piacere di soggiornare in una delle sei stanze all'uopo predisposte o semplicemente di godere dell'ambiente per un pranzo o una cena nell'annesso ristorante posto in una veranda a vetrata cui si accede passando tra sale e salottini. Non si può non restare avvinti dal garbo e dalla professionalità del maitre Alfonso, un punto fermo del ristorante della Locanda. 
Il menù varia di giorno in giorno offrendo quanto l'azienda stessa è in grado di produrre, degni di nota i latticini prodotti dal caseificio aziendale e acquistabili anche nel vicino spaccio, nondimeno i salumi di produzione propria e artigianale e le carni degli allevamenti aziendali.
Nell'antipasto della Locanda riccamente composto da assaggi freddi e caldi si può avere contezza di quanto ho appena detto, tutto buono e genuino ma assolutamente impareggiabile lo sformatino di cime di rapa e salsiccia, un'eslposione di gusto e leggerezza insieme.
Gli scialatielli della Locanda conditi con un sugo di pomodoro (le conserve estive aziendali) e ricotta fresca arricchiti da pancetta croccante hanno quasi per magia anche a febbraio il gusto dell'estate.

Di climi freddi parla invece il controfiletto di maiale in crosta di pane con il contorno di patate impacchiuse, un piatto casalingo ma davvero ben eseguito e presentato.
Ottimi i dessert proposti, dalla tradizionale pera al vino ai dolci tipici di Carnevale in questo periodo, ma la torta di ricotta dello chef non ha eguali, una base soffice e appena inzuppata completata da un generoso strato di delicatissima crema di ricotta arricchita da canditi, cioccolato e uvetta in un mix davvero sublime.
La Locanda dei Cocomeri
Contrada Coretto
87040 Montalto Uffugo (CS)
Tel. 0984937859
info@locandadeicocomeri.it


La Locanda dei Cocomeri: agriturismo di charme


Vi invito a leggere il mio ultimo percorso del gusto su Diritto di Cronaca.
La Locanda dei Cocomeri è un agriturismo ubicato a circa quattro chilometri dallo svincolo autostradale di Montalto in un casolare di pietra di fiume dei primi del novecento ristrutturato ad arte in uno stile rustico e al contempo signorile.
 Il curato giardino esterno ricco di piante mediterranee invoglia alla sosta così come l'edificio invoglia ad entrare. Il nome, scelto per ricordare la naturale vocazione della zona alla coltivazione dei meloni, parla già di originalità e l'originalità la si ritrova anche nell'ambiente, lampade ed altri complementi d'arredo di stile moderno e urbano si sposano con caldi arredi rurali restituendo un ambiente accogliente ed un'atmosfera impareggiabile in grado di accogliere con il medesimo calore chi ha il piacere di soggiornare in una delle sei stanze all'uopo predisposte o semplicemente di godere dell'ambiente per un pranzo o una cena nell'annesso ristorante posto in una veranda a vetrata cui si accede passando tra sale e salottini. Non si può non restare avvinti dal garbo e dalla professionalità del maitre Alfonso, un punto fermo del ristorante della Locanda. 
Il menù varia di giorno in giorno offrendo quanto l'azienda stessa è in grado di produrre, degni di nota i latticini prodotti dal caseificio aziendale e acquistabili anche nel vicino spaccio, nondimeno i salumi di produzione propria e artigianale e le carni degli allevamenti aziendali.
Nell'antipasto della Locanda riccamente composto da assaggi freddi e caldi si può avere contezza di quanto ho appena detto, tutto buono e genuino ma assolutamente impareggiabile lo sformatino di cime di rapa e salsiccia, un'eslposione di gusto e leggerezza insieme.
Gli scialatielli della Locanda conditi con un sugo di pomodoro (le conserve estive aziendali) e ricotta fresca arricchiti da pancetta croccante hanno quasi per magia anche a febbraio il gusto dell'estate.

Di climi freddi parla invece il controfiletto di maiale in crosta di pane con il contorno di patate impacchiuse, un piatto casalingo ma davvero ben eseguito e presentato.
Ottimi i dessert proposti, dalla tradizionale pera al vino ai dolci tipici di Carnevale in questo periodo, ma la torta di ricotta dello chef non ha eguali, una base soffice e appena inzuppata completata da un generoso strato di delicatissima crema di ricotta arricchita da canditi, cioccolato e uvetta in un mix davvero sublime.
La Locanda dei Cocomeri
Contrada Coretto
87040 Montalto Uffugo (CS)
Tel. 0984937859
info@locandadeicocomeri.it


2015-02-16

A carnevale il salame di cioccolato

A Carnevale ogni scherzo vale e una volta messa su una tavola giocosa come quella del post precedente tanto vale osare e giocare anche con il menù, mi piace in tali occasioni proporre piatti salati che sembrano dolci e dolci che hanno tutta l'aria di piatti salati come il salame di cioccolato con cui i miei bambini si sono davvero divertiti.
Vi avevo già parlato di Chiacchiere salate, cantucci al gorgonzola, ciambelline alla crema (di mortadella), biscottini al pistacchio farciti di crema al formaggio, krapfen alla scarola, bavaresi al pecorino e persino di un dolce che aveva tutta l'aria di un uovo al tegamino , tutte ricette perfette per un'occasione del genere ma erano secoli che non  mi cimentavo con un salame al cioccolato soprattutto poi nel decorarlo come un vero salamino, con tanto di spago e muffa di zucchero.
I bambini hanno trovato la cosa così divertente che alla fine abbiamo deciso di trovare altri modi per giocare con il cibo, anche inventandoci il cibo stesso e facendo nostra una delle tante idee di Giochiamo che ti invitavo a merenda? il libro di Emanuela Bussolati e Federica Baglioni pubblicato da Editoriale Scienza nella collana Ci provo gusto cui vi avevo accennato parlando de Il club dei cuochi segreti.
Giocare con i bambini a fare finta di cucinare è un modo per divertirsi insieme. Questo libro è un invito a fare, condividere e divertirsi realizzando cibi e oggetti legati al mondo dell’alimentazione con materiali facilmente reperibili. Stavolta ci siamo cimentati con i gelati di carta davvero semplicissimi da realizzare come potete vedere nel video tutorial di Ci provo gusto così come gli agrumi di riso e palloncini e tanti altri giochi che non mancheremo di realizzare.
Prima della ricetta vi lascio una "tiritera" del G-Baby di Febbraio dedicata alla colazione da imparare e ripetere con i piccolini, loro si divertono così come ad ascoltare le sempre nuove storie o a realizzare i peperoni  di Morbilandia con la pasta modellabile o gli oggetti con stoffe e bottoni come il pupazzo di neve del numero di gennaio seguendo le indicazioni della rivista diventata a casa nostra davvero indispensabile.
Salame di cioccolato
Ingredienti per due salamini
100 g di cioccolato fondente
50 g di cacao amaro
120 g di burro
1 bicchierino di liquore all'arancia
2 uova
80 g di zucchero
300 g di frollini

zucchero a velo
Sciogliere il cioccolato con il burro, unire il cacao, lo zucchero e il liquore formando una bella crema, unire le uova  una per volta e poi i biscotti sbriciolati. Amalgamare per bene il tutto e poi avvolgere strettamente in fogli di carta forno e poi in stagnola, chiudendo bene le estremità onde ottenere la forma del salame. Porre in frigo per almeno due ore prima di levare l'involucro e rotolare i salamini nello zucchero a velo. Legare con lo spago e per rafforzare  l'effetto salame servire su un rustico tagliere.

A carnevale il salame di cioccolato

A Carnevale ogni scherzo vale e una volta messa su una tavola giocosa come quella del post precedente tanto vale osare e giocare anche con il menù, mi piace in tali occasioni proporre piatti salati che sembrano dolci e dolci che hanno tutta l'aria di piatti salati come il salame di cioccolato con cui i miei bambini si sono davvero divertiti.
Vi avevo già parlato di Chiacchiere salate, cantucci al gorgonzola, ciambelline alla crema (di mortadella), biscottini al pistacchio farciti di crema al formaggio, krapfen alla scarola, bavaresi al pecorino e persino di un dolce che aveva tutta l'aria di un uovo al tegamino , tutte ricette perfette per un'occasione del genere ma erano secoli che non  mi cimentavo con un salame al cioccolato soprattutto poi nel decorarlo come un vero salamino, con tanto di spago e muffa di zucchero.
I bambini hanno trovato la cosa così divertente che alla fine abbiamo deciso di trovare altri modi per giocare con il cibo, anche inventandoci il cibo stesso e facendo nostra una delle tante idee di Giochiamo che ti invitavo a merenda? il libro di Emanuela Bussolati e Federica Baglioni pubblicato da Editoriale Scienza nella collana Ci provo gusto cui vi avevo accennato parlando de Il club dei cuochi segreti.
Giocare con i bambini a fare finta di cucinare è un modo per divertirsi insieme. Questo libro è un invito a fare, condividere e divertirsi realizzando cibi e oggetti legati al mondo dell’alimentazione con materiali facilmente reperibili. Stavolta ci siamo cimentati con i gelati di carta davvero semplicissimi da realizzare come potete vedere nel video tutorial di Ci provo gusto così come gli agrumi di riso e palloncini e tanti altri giochi che non mancheremo di realizzare.
Prima della ricetta vi lascio una "tiritera" del G-Baby di Febbraio dedicata alla colazione da imparare e ripetere con i piccolini, loro si divertono così come ad ascoltare le sempre nuove storie o a realizzare i peperoni  di Morbilandia con la pasta modellabile o gli oggetti con stoffe e bottoni come il pupazzo di neve del numero di gennaio seguendo le indicazioni della rivista diventata a casa nostra davvero indispensabile.
Salame di cioccolato
Ingredienti per due salamini
100 g di cioccolato fondente
50 g di cacao amaro
120 g di burro
1 bicchierino di liquore all'arancia
2 uova
80 g di zucchero
300 g di frollini

zucchero a velo
Sciogliere il cioccolato con il burro, unire il cacao, lo zucchero e il liquore formando una bella crema, unire le uova  una per volta e poi i biscotti sbriciolati. Amalgamare per bene il tutto e poi avvolgere strettamente in fogli di carta forno e poi in stagnola, chiudendo bene le estremità onde ottenere la forma del salame. Porre in frigo per almeno due ore prima di levare l'involucro e rotolare i salamini nello zucchero a velo. Legare con lo spago e per rafforzare  l'effetto salame servire su un rustico tagliere.

2015-02-13

W il Carnevale e le chiacchiere al forno

Piatti Mangiallegro Ceramiche De Simone, Americani, canovacci e tovaglioli Busatti, posate Mori Italian Factory, cestino pane ImballoREGALO.com
Quest'anno San Valentino e Carnevale si sono quasi accavallati, un'idea per il preludio alla cena di San Valentino ve l'ho data nello scorso post ma adesso è arrivata l'ora per me (chi a casa a bambini capirà!) di dedicarmi totalmente all'atmosfera e alle ricette di Carnevale.
Vi propongo una tavola giocosa e festosa  per divertirsi insieme grandi e piccini, una tavola perfetta per un pranzo, una cena ma ancor meglio per un brunch o una ricchissima merenda.
Ho pensato a tanti colori da mescolare insieme a mascherine, stelle filanti, trombette e cappellini e quali i piatti più adatti se non quelli della linea Mangiallegro Ceramiche De Simone?
 Tra le classiche ricette carnevalesche  ho scelto le chiacchiere , le mie preferite che in otto anni di blog vi ho proposto solo in versione salata, ma poiché odio davvero friggere le ho preparate al forno, croccanti, sottili e leggere come quelle fritte grazie all'aiuto dei miei cuccioli che hanno spennellato di olio con cura certosina teglie e chiacchiere prima di infornarle.
Ho deciso di accompagnare le chiacchiere con un gustoso cocktail a base di succo di rabarbaro, limonata e frutti di bosco sciroppati, colore e gusto perfetti per una merenda spumeggiante. Ho scelto il Nettare di Rabarbaro Van Nahmen, un marchio tedesco di succhi di frutta 100% naturali creati per preservare la tipicità delle antiche varietà di frutta regionali, distribuito in Italia da Cuzziol Spa, che ha sede nel Trevigiano.  In un sorso di succo sembra davvero di assaporare il frutto, ho assaggiato il succo di ciliegie morelle e sembra davvero di mangiare i frutti dolci e aciduli allo stesso tempo, così come nel succo di pesca bianca sembra di sentire l'estate e il profumo dolce e succoso delle pesche. Il succo di rabarbaro cattura già con il suo colore rosa è ottimo in purezza, ma anche mescolato con prosecco per un raffinato aperitivo o con le bollicine della limonata come nel mio caso. Per le dosi diciamo due di succo e una di limonata.
Ho arricchito la mia bibita con frutti di bosco sciroppati Cascina San Cassiano, una golosa merenda di Carnevale. Ora vi lascio con la ricetta delle chiacchiere promettendovi però qualcos'altro di buono prima di Carnevale (altre idee bollono in pentola).
Chiacchiere al forno
Ingredienti:
250 g di farina
40 g di burro
2 uova
1 cucchiaio di zucchero
1 cucchiaio di grappa
1 cucchiaino di lievito per dolci
scorza di limone
olio leggero*
zucchero a velo
Impastare tutti gli ingredienti, formare un panetto e lasciarlo riposare stenderlo con la sfogliatrice o il matterello in una sfoglia sottilissima e ricavarne dei quadrati, con una rotella tagliapasta praticare dei tagli interni. Oleare le teglie e adagiarvi sopra le chiacchiere, pennellare e infornare a 200° per pochi minuti, finché prendono colore.  Se tra la stesura e il forno riposano in frigo vengono ancora più buone. Completare con zucchero a velo.
* Ho utilizzato olio Friggì specifico per fritture di Oleifici Mataluni.

2015-02-12

Tartare di salmone con mela e bergamotto ispirazioni da Afrodita

Americano Busatti
Avete iniziato la raccolta de Il Corriere della Sera Storie di Cucina? Vi invito a non mancare l'appuntamento di questa settimana Julie e Julia di Julie Powell da oggi in edicola, ma già pregusto il prossimo e imperdibile appuntamento con Afrodita di Isabelle Allende, un libro che celebra la cucina come piacere dei sensi e anticamera del "piacere dei piaceri". 
Un libro che invita al gioco per nutrirsi e inebriarsi senza prendersi troppo sul serio, un gioco in cui i confini tra l'amore e l'appetito sono talmente labili da dissolversi.
E siccome San Valentino è vicino vi invito al gioco e vi propongo un antipasto ovvero "un primo morso per solleticare i sensi" come dice Isabelle Allende nel suo Afrodita, un piatto anzi che che può fare anche da intera cena perché gli antipasti si legge in Afrodita "A tavola sono come i baci per gli innamorati, cioè una discreta anticipazione di quello che arriverà più tardi, quando si sarà entrati in confidenza...e in alcuni casi, quando il desiderio di amarsi è così forte che non si sta più nella pelle, possono sostituire la cena".
Il crudo di pesce con la frutta va di moda e su questo non ci piove, aggiungo che per una cena a due che voglia farsi ricordare un piatto come questo di cui voglio parlarvi oggi sarà in grado di dare un certo tono a tutta la serata specie se accompagnato dal giusto vino.
Io vi propongo con orgoglio calabro un'etichetta IGRECO Il Gran Cuvee Millesimato Rosé che simpaticamente si autodefinisce così:«Sono spumeggiante ed elegante grazie al Gaglioppo . Sono tutto un fermento ed un rifermento in bottiglia, profumo di pane. Dicono che sono un aperitivo originale per via del mio colore rosa e vado a nozze anche con tutte le pietanze di pesce». Della stessa azienda ho avuto il pregio e l'onore di utilizzare il buon olio extravergine d'oliva 100% italiano anzi calabro per la precisione. Una tartare di salmone dicevo con una brunoise di mela Royal Gala e un'altro pregio calabrese qual'è il bergamotto di cui mi ha fatto dono un caro amico. La buccia del bergamotto l'ho essiccata e poi frullata con del sale integrale ottenendo un profumatissimo sale al bergamotto che insieme al succo dello stesso frutto e a quello del limone ha condito il pesce. pensando ad Afrodite ho servito le tartare in piccole porzioni adagiandole su piattini a forma di conchiglia quasi fossero loro stesse come la dea Venere nate dalla spuma del mare.
Con questa ricetta in cui utilizzo la meravigliosa mela Royal Gala e i profumatissimi bergamotti calabresi partecipo al concorso per food-blogger di  Saporie.com Marlene Gourmet

Tartare di salmone con mela e bergamotto
Ingredienti:
200 g di filetto di salmone freschissimo
1 mela Royal Gala
sale al bergamotto (le scorze di due frutti essiccate e frullate con circa 100 g di sale marino integrale)
succo di bergamotto
succo di limone
pepe bianco
olio extravergine d'oliva
Tritare finemente co
n il coltello la polpa di salmone tagliare a brunoise anche mezza mela bagnarla con il succo di limone ed aggiungerla al pesce, condire con olio extravergine d'oliva, sale al bergamotto una macinata di pepe bianco e un cucchiaino circa di succo di bergamotto. Lasciar riposare mezz'ora poi adagiare nei piatti con l'aiuto di un coppapasta per la forma, decorare con uno spicchietto di bergamotto (se si ha a disposizione) e l'altra mezza mela tagliata a fettine sottilissime ed acidulata con succo di limone.

Tartare di salmone con mela e bergamotto ispirazioni da Afrodita

Americano Busatti
Avete iniziato la raccolta de Il Corriere della Sera Storie di Cucina? Vi invito a non mancare l'appuntamento di questa settimana Julie e Julia di Julie Powell da oggi in edicola, ma già pregusto il prossimo e imperdibile appuntamento con Afrodita di Isabelle Allende, un libro che celebra la cucina come piacere dei sensi e anticamera del "piacere dei piaceri". 
Un libro che invita al gioco per nutrirsi e inebriarsi senza prendersi troppo sul serio, un gioco in cui i confini tra l'amore e l'appetito sono talmente labili da dissolversi.
E siccome San Valentino è vicino vi invito al gioco e vi propongo un antipasto ovvero "un primo morso per solleticare i sensi" come dice Isabelle Allende nel suo Afrodita, un piatto anzi che che può fare anche da intera cena perché gli antipasti si legge in Afrodita "A tavola sono come i baci per gli innamorati, cioè una discreta anticipazione di quello che arriverà più tardi, quando si sarà entrati in confidenza...e in alcuni casi, quando il desiderio di amarsi è così forte che non si sta più nella pelle, possono sostituire la cena".
Il crudo di pesce con la frutta va di moda e su questo non ci piove, aggiungo che per una cena a due che voglia farsi ricordare un piatto come questo di cui voglio parlarvi oggi sarà in grado di dare un certo tono a tutta la serata specie se accompagnato dal giusto vino.
Io vi propongo con orgoglio calabro un'etichetta IGRECO Il Gran Cuvee Millesimato Rosé che simpaticamente si autodefinisce così:«Sono spumeggiante ed elegante grazie al Gaglioppo . Sono tutto un fermento ed un rifermento in bottiglia, profumo di pane. Dicono che sono un aperitivo originale per via del mio colore rosa e vado a nozze anche con tutte le pietanze di pesce». Della stessa azienda ho avuto il pregio e l'onore di utilizzare il buon olio extravergine d'oliva 100% italiano anzi calabro per la precisione. Una tartare di salmone dicevo con una brunoise di mela Royal Gala e un'altro pregio calabrese qual'è il bergamotto di cui mi ha fatto dono un caro amico. La buccia del bergamotto l'ho essiccata e poi frullata con del sale integrale ottenendo un profumatissimo sale al bergamotto che insieme al succo dello stesso frutto e a quello del limone ha condito il pesce. pensando ad Afrodite ho servito le tartare in piccole porzioni adagiandole su piattini a forma di conchiglia quasi fossero loro stesse come la dea Venere nate dalla spuma del mare.
Con questa ricetta in cui utilizzo la meravigliosa mela Royal Gala e i profumatissimi bergamotti calabresi partecipo al concorso per food-blogger di  Saporie.com Marlene Gourmet

Tartare di salmone con mela e bergamotto
Ingredienti:
200 g di filetto di salmone freschissimo
1 mela Royal Gala
sale al bergamotto (le scorze di due frutti essiccate e frullate con circa 100 g di sale marino integrale)
succo di bergamotto
succo di limone
pepe bianco
olio extravergine d'oliva
Tritare finemente co
n il coltello la polpa di salmone tagliare a brunoise anche mezza mela bagnarla con il succo di limone ed aggiungerla al pesce, condire con olio extravergine d'oliva, sale al bergamotto una macinata di pepe bianco e un cucchiaino circa di succo di bergamotto. Lasciar riposare mezz'ora poi adagiare nei piatti con l'aiuto di un coppapasta per la forma, decorare con uno spicchietto di bergamotto (se si ha a disposizione) e l'altra mezza mela tagliata a fettine sottilissime ed acidulata con succo di limone.